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One Piece 1136: la terza Era; Nika, finalmente il bivio; habemus antieroe

del pirata Stefano 'Cenere' Potì

‘Sarà che non c’è il sole, sarà che tutto sembra resti uguale
Sarà quel che sarà, sono preso male
Cerco di schiodarmi e penso solo a quello che ho da fare’

– Neffa, Aspettando il Sole

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1136: Twin Peaks in salsa norrena.

Un carnevale di mezze verità.
Elbaph non si cura di incarnare un apologo moderno sulla libertà o sulla lotta contro le imposizioni; resta fedele al suo nome: il Warland porta guerra. Comunque, tra il serio e il faceto questo è il capitolo più importante per ora, se parliamo di ambientazione sociale.

Apprendiamo finalmente come i vichinghi interpretano Nika. Viene messo nero su bianco il dualismo tra distruttore e salvatore, un elemento che cambia ogni cosa: è Oda stesso a rendere canonica l’ambiguità della sua figura. Nel frattempo, tra le rivelazioni di Jarl, la freddezza di Gunko, i sospetti di Zoro verso Loki e l’infanzia tormentata di quest’ultimo, il capitolo 1136 è praticamente il nostro El Dorado, o meglio: hell Dorado. Ma procediamo con ordine.

E’ il momento dell’Elzeviro

Indovina chi viene a cena?

Alla fine, l’ipotesi che ha prevalso è quella di una sacca di resistenza post-Kaido, come abbiamo sospettato più volte. Certo, Oda potrebbe arricchire ulteriormente la trama, e forse ci sono altri loschi figuri dietro i piani originali, ma per il momento limitiamoci alle informazioni certe.

Who’s Who, eh? Un pirata che conosciamo molto bene: forte, determinato, ambizioso e con un’inclinazione per la distruzione. Non stiamo parlando di quel Charlie Brown di Holdem; Who’s è su un altro livello. Ricordo chiaramente quando attribuiva il merito della sua forza davanti Kaido e King, e fu soddisfatto solo quando l’Imperatore gli promise la possibilità di combattere una delle Tre Calamità,qualora avesse fermato i mugi. Qui, dunque, non credo ci siano motivazioni etiche per vendicare l’ex tiranno di Wano, ma solo il proprio tornaconto.

Possiamo quindi ipotizzare – a meno che non emergano altri antagonisti e ragioni differenti – che abbia preso le ragazze dal chiosco di soba come ‘concubine’ e rapito Minatomo per scopi legati alla sua professione. Potrebbe avergli progettato il rifugio, o magari intende che fagli costruire qualcosa (del resto, il falegname era a capo della ristrutturazione del castello di Oden). Insomma, qualcosa inizia a diventare plausibile. Come scrissi già una volta, è possibile che Yamato spazzi via questi ‘nuovi delinquenti’ proprio come Oden spazzò via quelli di Kuri, rinverdendo il parallelo tra i due viaggi, come desiderato dalla figlia di Kaido.

Quanto può impensierire Who’s una guerriera come Yamato? Considerando che nel loro scontro di idee in battaglia, il buon Jinbe lo ridusse a un eccellente esempio di cubismo analitico alla Picasso, l’idea mi fa sorridere. Vedremo come andrà a finire.

Ora è il momento di immergerci nell’analisi di questo capitolo intrigante, che svela come, anche nella nuova e pacifica Elbaph, l’inganno, l’ambizione, la vendetta, la gelosia e l’ossessione non siano stati dimenticati. Rimane però incerto chi ne sia il promotore e quale ne sia il fine. Il tocco di classe sta proprio in questo.
Un esercizio elegante dell’illusione contrapposta alla realtà. 

Signore e signori: cap. 1136…

Benvenuti al Nord

‘Sii generoso, sii vivace e vivrai una vita felice’

– Kevin Crossley-Holland, Miti norreni: Racconti di Odino, Thor e Loki

Il capitolo 1136 trabocca di dettagli affascinanti e si apre con il piede giusto: Luffy si abbuffa mentre i giganti lo acclamano, e Jarl, nonostante abbia mezza spanna di metallo conficcata nel cranio, appare straordinariamente lucido. Non tarda a far notare come molti confondano l’inferno di ghiaccio con Elbaph stessa, un’osservazione che definisce chiaramente lo stato sociale.

I vichinghi sembrano aver accolto la pace promossa da re Harald, e dunque non si riscontra alcun risentimento manifesto verso gli esseri umani, almeno in superficie. Quindi i reietti confinati nei ghiacci incarnano esattamente ciò che Loki descriveva: individui giunti con intenti bellicosi o criminali. Questo la dice lunga. Jarl, infatti, sembra poco incline a sposare la propaganda del sovrano; anche Ripley ricorda con nostalgia l’ultima generazione di guerrieri, elogiando l’indole battagliera del figlio e rifiutandosi di mandarlo nella scuola che punta a ‘civilizzare’ i giganti. Senza contare che siamo ancora agli inizi: i personaggi in gioco non sono ancora tutti svelati.

Dal nulla un gigante si lancia in un’ode a Oars, e questo dettaglio apre un’interessante finestra interpretativa. Lo definisce guerriero leggendario del popolo dei giganti, l’enunciazione si porta dietro una catena di implicazioni. Prima tra tutte, Oars proveniva da Elbaph. Non era una specie a sé stante, ma semplicemente un gigante. La conferma sta nella figura imponente di Jarl, che torreggia persino tra i suoi pari, e nei giovani mostrati nel capitolo precedente, alcuni dei quali dotati di corna naturali. Perché questa origine non era evidente finora? La risposta risiede nella varietà di giganti che ci sono stati mostrati. Hajrudin, Dorry e Brogy, ad esempio, non presentano zanne, hanno una carnagione normale e dimensioni imponenti ma comunque modeste se paragonate a quelle colossali di Oars e Oars Jr. La loro iconografia, costruita nell’immaginario collettivo, aveva contribuito a confondere le carte.

Si tratta di genetica: discendi da una stirpe di giganti? Entrambi i tuoi genitori appartenevano a quella razza? O è possibile che nel tuo sangue scorra un flebile filo di quella linfa, proveniente da un lontano antenato? Persino Who’s Who è stato mostrato con le corna fin dalla più tenera età, ma ciò non implica che sia uno di loro. Un’altra variabile da considerare è l’età: probabilmente, la differenza tra Yarl e gli altri sta nel fatto che ha raggiunto i 400 anni e oltre. Il primo Oars inoltre era persino più grande del figlio. Sembra che alcuni soggetti continuino a crescere con il passare del tempo. Oppure, forse, alcuni di loro sono semplicemente più ‘monolitici’ e robusti. Ciò che ha solleticato il mio istinto è che finalmente la questione è stata sollevata, perché un adeguato sviluppo dei fatti potrebbe dare peso alla mia teoria…

… qui la trovate illustrata con dovizia di particolari. Si basa su una leggenda norrena, parla dei tratti genetici dei giganti, e potrebbe spiegare perfino l’origine della spada titanica conficcata vicino Yggdrasil.

Proseguendo, i termini ‘guerriero leggendario’ non vanno intesi come una figura astratta, ma come una figura ben radicata nella loro cultura, tanto che viene riconosciuto dai giganti come un loro simile. Il problema è che sappiamo veramente poco della cultura del Warland, per cui non è chiaro se, facendo un paragone, i giganti lo considerino come noi faremmo con Ercole, ossia un essere dotato di caratteristiche soprannaturali, o se lo vedano invece come consideriamo figure come Chris Kyle, il celebre cecchino ritratto nel film American Sniper, ovvero un soldato d’élite estremamente mitizzato per le sue gesta. La risposta corretta, alla luce della cultura tramandata nei secoli precedenti la svolta pacifica, credo sia la seconda: i giganti lo osannano come tale.

Usopp poi è stupendo. Non esita un istante ad attribuirsi il merito della sua caduta. Il nostro amato cecchino dalla lingua affilata ha sempre avuto la lieve propensione per esagerare le proprie gesta, diciamocelo, ha la faccia come il… ah-ehm, ci siam capiti. Ricordiamo quando durante la sua permanenza sull’isola dei Tontatta si vantava a più non posso, guadagnandosi la stima e l’ammirazione di quei piccoli guerrieri. L’espressione in merito di Robin (ai tempi) è leggenda. Ora Usopp si trova a Elbaph, circondato da giganti che ascoltano con attenzione le sue avventure. Quando menziona la sua vittoria su Oars, meglio noto come Lo Spingi Continenti… beh, è la perfezione. Questo scambio evidenzia come la fama di Usopp stia crescendo, alimentata dalle sue storie che, pur essendo spesso esagerate, vengono credute dai suoi ascoltatori. Ora che ci penso… avete mai letto la storia dell’ammazzasette? Un personaggio che pur vantandosi di imprese mai compiute, riusciva a ingannare gli altri grazie alla sua eloquenza e al suo carisma? La similitudine con Usopp è evidente: potrei ridere fino all’inverosimile se si ritrovasse in una situazione simile.

Ho trovato questo momento davvero gradevole e ben confezionato. I cannoni sulle mura e la figura di Road inizialmente mi avevano fuorviato, ma in fondo i giganti si rivelano curiosi e sinceramente interessati non solo agli esseri umani, ma a ogni singola specie. Un altro messaggio di integrazione da parte di Oda – e, letteralmente, il sogno irrealizzato di Big Mom. La scena prosegue con l’osservazione della pelle di Jinbe, alla quale il pirata risponde con una delle risposte più semplici e universali che si potessero immaginare: il riferimento al razzismo, qui, non lascia dubbi. E poi, come una meteora che squarcia il cielo della logica, arrivano i “pirla”. Un vichingo, con l’innocenza di un bambino che ha appena scoperto i Pokémon, afferma di voler vedere una sirena, e Sanji, riconoscendo un suo simile abbandona ogni ritegno ed esplode nell’equivalente di un maestoso ti stimo, fratello! Mi sono piegato in due dalle risate. E non finisce qui: non pago, e ormai in mezzo alla baraonda diventa il promotore di FI, tanto che gli importa? È già circondato da bellezze giunoniche (a dir poco), e Ripley gli ha indirettamente confermato che l’unione delle due razze è possibile. Fidatevi: non vedremo mai un Sanji più felice di così. E per dovere di cronaca, chapeau! Sarà l’esoscheletro, ma la sua resistenza è prodigiosa. Considerando l’epistassi fulminante alla Baia delle Sirene, è un miracolo che vedendo le gigantesse: non sia ancora esploso.

Il messaggio più cristallino, però, forse arriva proprio da Brook: non è umano, non è vivo, chiaramente di origine arcana, con una vita preternaturale; eppure, viene accolto da ghignate e dalla domanda su a quale popolo appartenga. Non specie, non razza. Non gli chiedono cosa diavolo sia (come fecero perfino i suoi compagni di viaggio) né come faccia ad essere vivo. Gli chiedono del suo popolo, e alla sua risposta musicale viene fatto un brindisi alla bellezza della vastità del mondo. Sarà che Egghead era avvolta in un’atmosfera grigia e sinistra; sarà che Elbaph l’ho attesa per anni, ma non posso fare a meno di pensare che questa accoglienza vichinga sia, in tutta la sua genuinità, semplicemente perfetta.

Tuttavia, spero la ciurma lo sappia, perché è evidente che questa tranquillità non è che la quiete che precede la tempesta.

Le tre Ere

‘Una cultura trova gli dei di cui ha bisogno’

– Kevin Crossley-Holland, Miti norreni: Racconti di Odino, Thor e Loki

Approdiamo su lidi diversi, più concreti se volete. Zoro concretizza la stessa domanda su cui abbiamo riflettuto più volte, ossia, vedendo i giganti stupirsi di nozioni tanto semplici (passi Brook che è un caso a parte, ma gli uomini-pesce?) arriva alla chiara conclusione che nessuno si muove mai da Elbaph.

Questo spunto dovrebbe farci riflettere, poiché anche noi in parte ci scopriamo sorpresi. È un dettaglio che ci costringe a ricordare come il nostro punto di vista (quindi le informazioni di cui disponiamo) coincida con quello della ciurma. L’immagine classica del gigante per loro, è sempre stata quella di un colosso che combatte ferocemente per una causa di cui non conserva nemmeno il ricordo, ma che difende perché legata a valori come il rispetto (Dorry e Brogy); o di qualcuno pronto a sacrificarsi pur di non tradire i propri principi (Oimo e Karsee); o ancora, di guerrieri implacabili privi di pietà in battaglia, eppure capaci di riconoscere e onorare il vero coraggio (Hajrudin).

In sostanza, Oda ci ha mostrato le uniche tre eccezioni rimaste dopo la trasformazione del Warland.

Subito dopo Road dimostra di rientrare nello stereotipo del Do-M‘, abbreviazione di ‘Do-Emu, che sta per Do Sado-Masochistic. Questo archetipo è comune nella cultura manga e anime, ed è usato principalmente in contesti comici o parodistici, esattamente come vediamo in capitolo. Tipicamente, il Do-M si lascia maltrattare dal personaggio femminile dominante, trovando in qualche modo irresistibile o affascinante il trattamento brutale che riceve. Questa dinamica si basa sul contrasto tra il comportamento passivo o sottomesso del personaggio occasionale, una parentesi spesso esagerata per scopi umoristici.

Perfino Sanji, se ci pensiamo bene, apprezza quando un personaggio femminile lo tratta con durezza (anche se non è affatto un masochista, c’è solo qualche accenno). Road invece è un caso senza speranza, e la conversazione risulta comica proprio per il suo carattere surreale. Gerd si limita a ribadire che non ha alcuna intenzione di perdonarlo, mentre lui è convinto che il suo atteggiamento, che considera sadico (quando in realtà si tratta di un riflesso più che giustificato di esasperazione), sia irresistibile. Fin dal flashback con Linlin ci è stata mostrata la natura gentile ed empatica della gigantessa: la sua reazione rappresenta il culmine di chissà quante stranezze il navigatore della sua ciurma deve aver combinato. Anche gli altri giganti, del resto, lo prendono bonariamente in giro: ‘Non sai quanto valgono le loro taglie?! Non puoi competere con loro!‘.

Il membro più spietato della ciurma non tarda a mettere i puntini sulle i. Zoro precisa di aver risparmiato la testa del malcapitato solo grazie all’intervento di Usopp e, per un breve ma iconico istante, lascia emergere il killer che è in lui. Lo fissa con lo sguardo di un predatore, un gatto che contempla la preda, ignorando la disparità di dimensioni. La scena colpisce per la sua essenzialità: nessuna cattiveria gratuita, nessun machismo superfluo. A completare il quadro, Gerd sorride e, con disarmante nonchalance, invita lo spadaccino a terminare il lavoro, qualora se ne presentasse l’occasione. Atto che tra l’altro manda Road letteralmente in visibilio.

Questa scenetta, all’apparenza comica, spalanca invece un varco su un tema di straordinaria importanza. Non era infatti chiaro come Nika venisse percepito dalla popolazione del Warland: da un lato, Loki e Road si erano autoproclamati Dei del Sole; dall’altro, Dorry, Brogy e la loro ciurma avevano acclamato Luffy come tale. A ciò si aggiunge Ripley, che lo aveva definito un guerriero leggendario della loro mitologia, suggerendo così una figura celebrata con la stessa venerazione riservata a Oars. La reazione del vichingo-otaku, visibilmente teso, sottolinea di non aver commesso alcun errore, giustificandosi con un’affermazione rivelatrice: tutti i giganti aspirano a diventare quel Dio e a dominare il mondo. L’esito è immediato, unanime e ricco di implicazioni:

Giganti vari: ‘Non dire sciocchezze!! Il Dio del Sole non è un dominatore!!
Esatto, è il Dio della Liberazione!!
No, è il Dio della Distruzione!!
Sbagliato!! È il Dio delle Risate!!

Dopodiché, con la temperanza del gentiluomo di campagna, e l’afflato morigerato dei Lord inglesi… iniziano a picchiarsi come hooligans.

Yarl introduce una novità fondamentale: tutta la conoscenza di Elbaph è custodita in un testo sacro (Hallei). Il problema però è il linguaggio arcaico, probabilmente aulico, con cui fu scritto. Questo rende la traduzione suscettibile di molteplici interpretazioni. La trovata è perfettamente plausibile e in linea con il contesto, poiché nel corso dei secoli ogni lingua subisce modifiche, talvolta significative. In quest’ottica, il linguaggio è ricco di forme verbali e fonetiche che suonano arcaiche per un lettore moderno. Ecco un esempio:

Giovanni Boccaccio – Decamerone
Il linguaggio usato qui è più vicino al volgare dell’epoca, ma alcune parole sono ormai cadute in disuso:

E così la giovane donna, avendo fatto il suo voler, si mise in collo la palla e, come la moglie di Messer Simone, fu presa dal desiderio che lo avesse, che egli con grandissima fatica si sforzava di soddisfarla.

Traduzione moderna: E così la giovane donna, ottenuto ciò che voleva, si mise la palla al collo e, come la moglie di Messer Simone, fu presa dal desiderio di avere il marito, che si sforzava molto per soddisfarla.

E questo era un esempio semplice, di facile comprensione. Il linguaggio arcaico come quello di Dante o Boccaccio, spesso include termini, coniugazioni verbali e strutture sintattiche che sono scomparsi o evoluti nel corso dei secoli. Gli scritti in questo stile possono essere difficili da comprendere senza una conoscenza contestuale, e il significato di alcune parole può variare notevolmente rispetto all’uso odierno. Yarl ha quasi 500 anni, dice chiaramente ai mugi che se non si è familiarizzati con l’epoca e le convenzioni linguistiche del periodo, il significato di certe espressioni o frasi può risultare ambiguo o addirittura incomprensibile. Quindi figuriamoci quanto sono confusi i giganti più giovani di lui.

Nel testo è chiaramente riportato che il mondo è stato distrutto due volte. Un fatto tutt’altro che insignificante. Di cosa possiamo essere certi? Che Nika non sia stato il primo a causare gli eventi che hanno sconvolto il pianeta; si è manifestato quando gli sviluppi erano già in atto. Questo cambia tutto. C’era sicuramente una ragione per cui il frutto (se avesse una volontà propria) ha evitato praticamente ogni possibile candidato per ben 800 anni.

Nika è colui che si presenta ogni volta che il mondo è sull’orlo della distruzione, i potenti di turno temono il suo arrivo, una frase su cui riflettere, perché parliamo come minimo di un arco di tempo di 1.500 anni, il che implica: il Regno Antico, la Red Line, gli stessi Lunaria. Ma oda ci ha lasciato da tempo le briciole di pane da seguire…

Le date citate da Robin fanno riferimento a un calendario diverso da quello utilizzato nel diario di Noland. Questo si chiama tenreki o era del cielo, mentre Noland adotta il kaienreki, ovvero l’era del cerchio del mare. Secondo i ragionamenti che stiamo facendo da diverso tempo, l’anno corrente è intorno al 1500 Kaienreki, il che dovrebbe indicare che questo sistema di datazione è iniziato circa 1500 anni fa. Insomma, la transizione dall’Età del Cielo all’Età del Cerchio del Mare.

Questo ragionamento si lega intimamente alle parole dell’Hallei.

Prima era del mondo: distruzione. Seconda era del mondo: distruzione. Da ciò possiamo dedurre che siamo nella terza era vissuta dall’umanità nel manga. Con una differenza, però: i cento anni di vuoto, furono attuati chiaramente per cancellare eventi che non contribuiscano a riavviare la catena di circostanze che porta alla distruzione, e per far dimenticare colui che, al ritmo di questi eventi, appare: Nika. Ogni era ha il suo protagonista; se nell’attuale è Luffy e nella precedente Joy Boy, chi lo fu nella prima? Probabilmente Nika stesso, l’originale.

Partiamo da un presupposto solido, in un contesto come quello descritto, Joy Boy e Luffy sono ‘vettori’ del Dio, se Oda introducesse improvvisamente una figura leggendaria di terzo piano, finora ignorata o letteralmente sconosciuta, rischia di compromettere la coerenza narrativa e di sembrare che stia cercando una ‘scorciatoia’ per risolvere una svolta epocale. Se già esistono due figure parallele, entrambe legate alla divinità, l’introduzione di una terza figura altrettanto importante senza una preparazione adeguata gli farebbe perdere non poca credibilità. Almeno, il vostro affezionatissimo la vede così.

Ok la sospensione dell’incredulità ma… senza abbassare la qualità dell’opera, un autore deve integrare una nuova figura con una motivazione valida. Dovrebbe giustificare la sua importanza in modo che non sembri solo un colpo di scena gratuito, ma una parte naturale e necessaria del grande schema narrativo. Esattamente come, per anni, ha glorificato e idealizzato Joy Boy. Ecco perché penso che la battaglia della prima era fu combattuta dal Dio in persona.

Ovviamente ci sono mille dubbi, conti che non tornano e spazi vuoti. Al momento ciò che conta è la logica. Se supponiamo che il cambio di datazione sia avvenuto effettivamente tra 1500 e 1600 anni fa, dobbiamo prima capire quando si verificò la prima distruzione, ossia la prima guerra. Qui però sorgono delle contraddizioni che sfidano la nostra razionalità. Per esempio, come può re Cobra essere ignaro della sua natura di ‘D’, ingenuo al punto da cercare risposte dai Gorosei e quindi completamente all’oscuro di qualsiasi fatto rilevante, quando il palazzo di Alubarna ha una storia che risale a ben 4000 anni?

Esattamente a questo sono serviti i 100 anni di vuoto.

Un reset della memoria collettiva: questa sembra l’unica spiegazione plausibile, specie considerando l’ambiguità intrinseca dei frutti. Se prendiamo come esempio gli Zoan, è evidente la contraddizione: animali come leopardi, cavalli e lupi sono comuni, figure mitologiche quali la Fenice, il Budda o il Lupo leggendario di Yamato sono tutt’altro paio di maniche. Quindi, in un’epoca remota tali creature non erano semplici miti, ma realtà tangibili? Venerate o magari temute come incarnazioni di poteri soprannaturali?

Nella fantascienza, così come nella letteratura classica, gli equilibri si spezzano invariabilmente quando l’uomo tenta di giocare a fare Dio, cercando di appropriarsi di un potere che non gli appartiene. Ma qual è il dono più grande che una divinità può elargire all’umanità? Il libero arbitrio: la capacità di scegliere, di percorrere il proprio destino, sia che conduca al giusto, sia che conduca all’errore. È la quintessenza che distingue il bene dal male, la linea sottile che definisce la libertà stessa dell’esistenza umana. Per questo Nika si è presentato sempre sull’orlo della fine senza causarla direttamente? Ovviamente lo ipotizzo seguendo le parole di Jarl: ‘Tutti coloro che non riescono a vedere una via di uscita, si rivolgono a lui in cerca di speranza‘. Il che non rende chiaro se Imu sia totalmente malvagio o Nika esclusivamente buono.

Prendiamo come termine di paragone Noè. Interpretare il diluvio come un ciclo a fin di bene dipende dalla prospettiva adottata. Da un lato, porta distruzione; dall’altro, è una rinascita, un rinnovamento che permette di ricominciare con una consapevolezza maggiore. La sua forza archetipica sta proprio in questa dualità: estinzione e sopravvivenza sono due lati della stessa medaglia.

Qui abbiamo il primo momento in cui Luffy prende coscienza dell’entità, salvo poi mandare tutto alle ortiche sentenziando di non aver nulla a che fare con essa. Come si diceva? Ah, ecco: Meglio tacere e sembrare stolto che parlare e togliere ogni dubbio.

Ma, le facce della medaglia son sempre due, nevvero?

I got the power

‘Il tradimento di un amico è peggiore del tradimento di un nemico’

– Kevin Crossley-Holland, Miti norreni: Racconti di Odino, Thor e Loki

Nonostante Elbaph abbia optato per una vita pacifica, e l’Hallei non delinei chiaramente la natura del Dio, ogni abitante del Warland aspira a incarnarne il ruolo.

La risposta da parte dei giganti è corale, ogni abitante di quella landa aspira ad essere come Nika, il che fa trasparire che – per quanto l’Hallei sia traballante nel significato – alla divinità viene attribuita forza e coraggio. Hajrudin stesso sottolinea le parole di Road, essere come il Dio è il sogno di ogni singolo vichingo.

In via del tutto teorica, l’unico elemento tangibile è il frutto.

Poiché Jarl dice che persino il trapasso di Harald è un tassello che porta alla coronazione del sogno di Loki. Non mi aspettavo la reazione successiva, dal momento che proviene da Hajrudin stesso, con un netto rifiuto che trasuda indignazione, quasi un travaso di bile, lo sto leggendo in questo momento nella traduzione del Mala adattata dal Re.

È l’occasione perfetta per ricordarvi che stasera vi aspettiamo in Fatal! Doppiaggio live della traduzione diretta dal giapponese, approfondimenti, teorie, interpretazioni e il tipico umorismo in stile Bike. Appuntamento alle 21:00, non mancate!

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Ritornando su Hajrudin, potrebbe senza dubbio mentire, ma la sua prima reazione al fratello è uno sdegno evidente in netto contrasto con l’atteggiamento di Jarl, che sembra affrontare la questione con una sorta di placida filosofia. Se ci soffermiamo a riflettere, tutte le intemperanze di Loki sono state tollerate o perdonate senza che provocassero reali conseguenze. L’unica reazione concreta e irreversibile si è manifestata dopo l’omicidio. A questo punto, sorge spontanea una domanda: quale opinione nutrono gli altri giganti più anziani? Il divario generazionale è un tema universale, presente tanto nella nostra quotidianità quanto nei fumetti, e qui emerge con forza. Si tratta di una generazione che ha vissuto immersa nella guerra e ha lottato con determinazione per preservare almeno l’orgoglio del cammino dei guerrieri. Un esempio? Jarl e Jorl stavano ancora addestrando Hajrudin poco prima della nascita di Loki.

Quindi sussisteva una sorta di equilibrio, poiché i due anziani rispettavano i principi di eguaglianza predicati da Madre Carmel e trattavano Linlin con cortesia. Tuttavia, l’intero popolo celebrava con reale entusiasmo l’unione matrimoniale che li avrebbe resi una sola famiglia con… colei che aveva devastato Elbaph, e falciato senza pietà una figura amata come Yorl? Un atteggiamento apparentemente inconciliabile, dato che i giganti non sono certo inclini a tradire un giuramento, anzi, per loro la parola data è sacra. Infatti Yarl a stento riuscì a trattenere la rabbia e la sua spada dal colpire Big Mom, pronunciando parole che rivelavano una ferita che neanche i bendaggi del tempo potevano rimarginare: ‘Sì, andate, ma non voglio rivedervi mai più. Siete bandite da Elbaph‘. Nelle vignette successive, i giganti sono ritratti in preda a una furia incontenibile…

… ossia, quella parte di Elbaph sparsa per il mondo e non sottoposta alla civilizzazione dell’ultimo secolo.

Le scelte politico-sociali di Harald non furono accolte con consenso unanime; anzi, vi furono certamente individui incapaci di accettare che l’orgoglio del Warland potesse piegarsi a chi aveva versato il sangue dei guerrieri. Nonostante ciò, mancano prove sufficienti per ritrarre Jarl come un complottista – ipotesi che, sulla carta, sarebbe estremamente interessante, vista la sua immagine radicata nella correttezza, nell’onore e nel rispetto. Il quesito è semplice: dopo aver bandito Linlin e Carmel, come reagì Jarl alla notizia che Harald le avesse accolte come pari nella loro terra? Un affronto simile, per una mente legata al codice dei giganti, avrebbe potuto rappresentare una ferita insanabile.

I presupposti per il malcontento dunque non mancano. E quale pretesto migliore di un matrimonio fallito per accendere definitivamente la miccia della ribellione di Loki? Difatti in capitolo ne abbiamo finalmente una chiara descrizione:

  • Una profezia prediceva che Loki avrebbe ucciso il padre, subito dopo la sua nascita morì il destriero reale (il ‘cavallo della fortuna’), ma solo in quell’anno Linlin uccise Yorl, e solo successivamente venne a mancare la regina. E’ quindi plausibile un quadro ben più complesso: Big Mom potrebbe non essere l’obiettivo finale, ma piuttosto un mezzo necessario per far emergere l’insostenibilità dei cambiamenti voluti da Harald nella società. Non dobbiamo escludere che il malcontento per le modifiche apportate dalla nuova leadership fosse diffuso prima di quegli eventi, e che qualcuno, forse in particolare tra i vecchi guerrieri, nutrisse un disprezzo per quanto stava accadendo. Senza un flashback che ci chiarisca le motivazioni specifiche, è plausibile che una diceria (magari alimentata da voci o superstizioni) possa aver avuto il suo peso, specialmente tra individui così legati ai propri miti. Il destriero, la morte della regina, potrebbero essere stati fatti strumentalizzati per giustificare un atto che mirava a scuotere il sistema, indicando che l’onore del Warland era ormai al limite. In questo contesto Linlin diventa non solo una figura centrale, ma un catalizzatore, un segnale tangibile di come la tradizione e l’onore di quei valori sacri per il popolo dei giganti, stessero lentamente svanendo.
  • Kaido, Big Mom, Oden: figure predestinate. Come loro, Loki era una forza inarrestabile fin dalla più tenera età, senza limiti, invincibile. Kaido da bambino si affermò come guerriero assoluto, dichiarando guerra ad altri paesi; Linlin ricevette da Oda l’intero capitolo Nata per distruggere; Oden scagliava orsi in aria, frequentava le zone di piacere degli adulti, abbatteva casate criminali intere. Erano nati così: invincibili, come semi dei. Loki dal canto suo trasformò l’oltretomba in un parco giochi, esercitando una forza senza pari sugli animali, incendiando villaggi, commettendo atti che mettevano in pericolo le vite altrui. Manca un elemento cruciale: il contesto. Descritto così, chiunque sembrerebbe un folle senza controllo. Non possiamo sapere se la sua indole fosse davvero malvagia; non conosciamo i suoi rapporti con il padre. Non possiamo stabilire se ciò che faceva fosse crudeltà genuina o semplici scherzi agli occhi di un bambino di dieci anni dotato di una forza incontenibile, magari mosso dal desiderio di attirare l’attenzione paterna. I giganti raccontano che Loki iniziasse a scatenarsi ogni volta che il padre distoglieva lo sguardo. Hajrudin, essendo figlio illegittimo, suggerisce che nella relazione con la regina ci fosse qualcosa di torbido. Forse la loro famiglia non era così serena come sembra. Tutti questi comportamenti, in un bambino portano inevitabilmente a risvolti negativi.

Ovviamente, potrebbe essere semplicemente bacato di suo, intendiamoci.

Ad ogni modo, questa descrizione riporta solo la vita del principe da bambino, esclude con efficacia tutto quel che avvenne fino alla decisione di uccidere il padre (sempre che l’abbia fatto lui), tutto sta nella convinzione del vichingo nell’essere il Dio del Sole, Road lo diceva come il riflesso di un’aspirazione, non potendo esserlo si era creato un GDR in miniatura, ma Loki ne è convinto… perché ha mangiato il frutto. Tra l’altro è lui ad aver trafitto Jarl con la spada, e questo dovrebbe escludere un’intesa ideologica tra i due, ma, quando mai un fatto evidente si è rivelato una verità certa, in One piece?

Procediamo.

Zoro va giù piatto di pragmatismo, tutti lo ritengono un criminale, nessuno escluso? Allora ti ha mentito. Rappresenta il nostro ‘io razionale’. Ma Luffy taglia corto dicendo di voler vedere Shanks, qui si giocano i pro e i contro narrativi: le parole di Zoro sono cristalline, il capitano appare a volte come un ingenuo che ostenta la smania di vedere il Rosso. È facile prenderlo in giro. In ogni modo Zoro corregge il tiro, chiarendo che si affida alla reputazione di Loki, pur riconoscendo che in realtà non l’ha mai incontrato di persona.

La scena, intrinsecamente goliardica, perde di senso se non letta in chiave comica. Perché mai arrivare a Elbaph in questo modo, disonorando un’amicizia con i giganti? Visti i legami idilliaci che legano Luffy ai suoi alleati, non sarebbe stato più semplice chiedere semplicemente un incontro con il principe? La prospettiva assume un’importanza diversa quando Zoro chiarisce i patti con decisione: ‘Prenderemo la chiave, ma io e Nami definiremo la natura delle parole di Loki‘. Il capitano è focalizzato unicamente sull’obiettivo finale, ossia Shanks, mentre Nami gioca un ruolo duplice: è la chiave comica della scena, ma anche la mente più acuta del trio. Si stanno dirigendo verso il castello reale, un luogo che potrebbe celare una fonte preziosissima di informazioni.

E’ vero che Luffy poteva semplicemente chiederlo, ma Loki non avrebbe detto una parola in presenza degli altri giganti, per non parlare del fatto che Road stesso parla della loro ubriachezza a briglia sciolta, che non farà ricordare nulla ai vichinghi.

E si arriva finalmente ai Cavalieri di Dio.

Alimentando un secondo parallelo con Kaido, che non è né nemesi né paladino, inizio a vedere Loki come un antieroe. E se siete lettori abituali dei miei articoli, sapete bene quanto questa figura narrativa mi affascini. Pensate per un istante a Wano: il vero villain era Orochi, mentre Kaido incarnava l’antieroe, la differenza è abissale. Ma procediamo con ordine.

Shanks 2.0 (sempre con l’occhio e il braccio opportunamente coperti) risulta una figura fredda e calcolatrice, inumana. Ma è Gunko a prendere il centro del ring. Per prima cosa abbiamo delle piccole conferme:

  • Il suo potere sembra quel che ipotizzavo nella precedente analisi, la capacità di manovrare tessuti, la si vede chiaramente manipolare le bende, il che forse giustifica la scelta del mummifico dress code. No, non lasciamoci ingannare, la freccia che vediamo è bianca, non nera come quella di Imu. Oda va matto per ‘ste cose. Non compariva in sala un cavaliere del calibro di Garling, che diamine ci faceva Gunko nascosta ad ascoltare Cobra? Suvvia.
  • Come ipotizzavo, Elbaph è sorvegliata da agenti governativi che compiono sopralluoghi, ma decisamente superficiali. Infatti i cavalieri hanno dovuto chiedere alle guardie la posizione del principe. Ciò che conta, però, è che stiano agendo solo ora. E dato che il potere che li ha portati lì proviene dai Gorosei, è logico supporre che dietro ci sia la mano della nuova gestione di Garling. Ma la domanda resta: cosa vogliono veramente da Loki?

    Vogliono il frutto, o forse desiderano fare breccia a Elbaph? In fondo, quale miglior cavallo di Troia di un gigante che – da solo – ha richiesto l’intervento di tutti i guerrieri del Warland? Se riflettiamo su questo, emergono motivazioni logistiche. La terra dei giganti sta attraversando un periodo in cui il combattimento non è più la ragion d’essere: a parte qualche eccezione, la popolazione non rappresenta più un fronte compatto di forza distruttiva. Il Governo ha visto chiaramente la ciurma partire con Dorry e Brogy, e non ci sono dubbi su dove stessero andando. Pertanto questa mossa sembra calibrata. Che desiderino il frutto del principe, o la sua furia incontrollabile, l’obiettivo rimane plausibile: A. creare un diversivo per agire indisturbati; B. fare breccia a Elbaph nel suo momento più vulnerabile.

    Come sempre, esistono elementi di trama a noi preclusi, in tal caso non vedo l’ora di sapere cosa tira fuori dal cilindro il sensei.

Tornando alla spietata fanciulla affetta da eterocromia, beh, ha il suo fascino. Si lamenta che gli agenti sul posto non abbiano rilevato nessun punto debole — una frase volutamente ambigua: parla di Loki, o forse di un altro bersaglio? L’arroganza dei nobili celesti trabocca, elevata al quadrato. È il tipo di persona che interrompe sgarbatamente l’interlocutore con un secco e maleducato ‘a domanda rispondi‘, trattando le persone come semplici mezzi da utilizzare o, al meglio, ostacoli da superare. Una fanatica di quelle dure.

Non chiedetemi il perché, ma ho una strana sensazione, Gunko mi fa pensare a Koala… ma cresciuta e educata al contrario. Sono curioso della sua backstory.

Quindi si arriva a Loki, atteggiamento sprezzante (li sfotte palesemente), lingua al vetriolo (li definisce spazzatura), e forza di volontà a secchiate. Non cede di un millimetro neanche vedendo giustiziare un amico. Immaginate Luffy cresciuto rancoroso e cattivo, lo dico perché è vero, il pirata caccia gli animali e li mangia per spirito di caccia: ma non rimarrebbe fermo se uno dei suoi amici di Rusukaina stesse per subire un trattamento simile. Immaginiamo quindi un Luffy che ha perso qualcosa che amava e incattivito dalla vita, questo mi sembra il principe. Ricordate la conversazione telefonica? Quando emerse la furia non appena la voce notò della gentilezza nella sua armatura? Beh, Loki ha la potenza dei prescelti e l’indole di qualcuno che si vuole vendicare, e per essere spietato non puoi mostrare né debolezza né gentilezza: devi diventare arido e rinunciare a quella scintilla che ti rende… umano.

Non dice forse di avvertire la rabbia? Si, ma è la prima volta in assoluto che ammette di sentire (e quindi provare) anche del dolore. Ecco perché ho paragonato Elbaph e Twin Peaks: c’è del marcio in quel del Warland.

Come sempre vi linko il video del Re, un’analisi frizzante e dettagliata volta ad indagare su luci e ombre della trama orizzontale e… non solo. A voi!

E se foste interessati a ulteriori mie analisi su altri 
manga, vi invito a visitare il mio canale…

https://www.youtube.com/@Cenere_SG

Smaug

Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere e ragionare.

Loki, nella sua malinconia sulfurea, mi ha fatto venire in mente Neffa nella celeberrima Aspettando il Sole. Perché questo sta aspettando la terza era del mondo: una nuova alba.
Intanto assistiamo a una carica eversiva, camuffata da naturalismo sociale, descritta da un autore che ama talmente la sua opera da farci sudare ogni dettaglio. Ma è proprio questo il bello. Tra risate sguaiate e accenti epici, il sensei ci tiene sospesi a meno zero gradi sotto il confine dell’ignoto.

Come dicevo in apertura, contenutisticamente, il Warland si erge come un tesoro pari alle immense ricchezze di Erebor, il regno nanico de Il Signore degli Anelli. Attenzione però, naturalmente, Oda è Smaug.

Godiamoci il viaggio, genti

‘Oggi non c’è sole intorno a me (non c’è)
Salvami, risplendi e scaldami (non c’è più sole)
Voglio sole
Cerco nuova luce nella confusione…’

– Neffa, Aspettando il Sole

Cenere

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