Bentornati al secondo appuntamento con il magico mondo della lingua giapponese.
La scorsa volta abbiamo parlato di Luffy e del termine Mugiwara, quindi stavolta parleremo del resto della ciurma di Cappello di Paglia.
RORONOA ZORO (ロロノア・ゾロ)
Iniziamo con Roronoa Zoro, il Cacciatore di Pirati. Questo nome è di per sé una citazione fatta e finita, come ben analizzato dal buon Sommo nel suo libro “ONE PIECE: Pirati, bucanieri e corsari tra Storia, Fumetto e Mito“. In sostanza, “Roronoa” deriva dal pirata Jean David Nau, meglio noto con il soprannome di François l’Olonnais, mentre “Zoro” sembra derivare da “Zorro”, ovviamente per il fatto che era uno spadaccino, non per il significato di “volpe” che ha il termine in lingua spagnola.
Inoltre, cosa a mio dire interessante, potrebbe esserci un possibile riferimento allo zoroastrismo, religione basata sugli insegnamenti del profeta Zoroastro ed in passato religione più diffusa dell’Asia centrale. Detta così potrebbe sembrare un accostamento banale e fondato esclusivamente sul nome del famoso credo religioso, ma approfondendo rapidamente la cosa veniamo a conoscenza che il termine Asura (che è anche il nome di uno degli attacchi più potenti di Zoro) possiede un corrispettivo nella perduta lingua avestica del nord Iran, ovvero Ahura, e Ahura Mazdā è guarda caso il dio unico dello zoroastrismo. Ok, ok, detta così è molto tirata… ma il discorso è particolarmente ampio da trattare, quindi è anche difficile da incastrare in un articolo di questo tipo. Prendetela così, un po’ come una info in più che magari andrà sviluppata in altri modi.
Sul soprannome di Zoro, invece, dubbi non ce ne sono: “kaizoku gari” è “cacciatore di pirati”. Non ci si può sbagliare.
NAMI (ナミ)
Passiamo alla bella Nami, il cui nome significa letteramente “onda”. Visto il legame della ragazza con la navigazione e la conoscenza del mare, non poteva avere nome migliore.
“Gatta Ladra” è invece la traduzione letterale di “dorobou neko”, ma il termine ha anche un significato un po’ più malizioso, visto che viene spesso utilizzato per apostrofare quelle donne che “rubano” il marito o l’amante a qualche altra donna.
…Povera Nami. XD
USOPP (ウソップ)
E veniamo ad Usopp, il cui nome deriva dalla semplice unione dei termini “uso” (bugia, 嘘) ed “isoppu” (Esopo, イソップ) – quello delle fiabe, esatto. La genialità sta appunto nel creare un nome che evochi il più famoso cantastorie greco, associandolo alla parola bugia. Volendo tradurlo potrebbe essere qualcosa come “Bugiopo”… ok, sì, è orrendo, ma visto dal punto di vista lessicale, porta il lettore (giapponese) a comprendere esattamente la natura del personaggio.
I vari soprannomi cha ha il cecchino non sono altro che le traduzioni letterali dei termini dal giapponese: abbiamo “Sogeki no Ō-sama” che sta per “Re dei Cecchini”, “Sogeking” che è la semplice contrazione di “Sogeki” (cecchino) e “King”, mentre “God” viene riportato proprio in inglese (e non quindi col giapponese “kami”) e ovviamente significa “Dio”.
VINSMOKE SANJI (ヴィンスモーク・サンジ)
Eccoci a Sanji, il cui nome letteralmente ha moltissimi significati. Visto che vorrei dedicarmi al perché Oda possa aver scelto questi nomi invece di altri, riporterò solo quelli che reputo più interessanti.
Cominciamo con la prima traduzione del termine “sanji”, ovvero “complimento, elogio”. Penso che nessuno possa negare che il buon cuoco elargisca complimenti a raffica… ovviamente se si tratta di farlo con il gentil sesso. Il secondo significato su cui vale la pena soffermarsi, viste le vicende di Whole Cake Island, è il significato di “disastro, tragedia, tragico incidente, orribile incidente”. Tutti sappiamo che Sanji era chiamato “incidente/disastro” dal padre Judge, per via del fatto che su di lui gli esperimenti genetici che hanno potenziato i suoi fratelli non hanno funzionato. Altro significato meno importante, ma che trova riscontro più volte sempre nell’ultima saga, è quello dell’orario “tre in punto”. Più volte si è visto l’orologio indicare le tre nel castello di Big Mom in scene in cui Sanji era presente. Ultima, ma non meno importante, è la traduzione in “segretario, consigliere”. Scacco matto, Zoriani! Sanji vero vice! XD
Detto molto francamente, alcune di queste associazioni sono, a mio parere, possibili solo con il senno di poi e probabilmente Oda ci ha pure giocato sopra, ma è comunque bello vedere cosa si può nascondere dietro ad un nome che per noi occidentali non ha alcun senso.
Sul cognome, oltre palese “smoke” che è fumo, ho molte difficoltà a collocare il “vin”. Non ha alcun riferimento al vino, perché verrebbe scritto con altre sillabe, quindi non so proprio. Gli sarà venuto così. Se avete idee o sapete cose che non so, fatemi sapere qui sotto nei commenti.
Per quanto riguarda il suo soprannome, “kuro ashi” si può tradurre in “gamba nera”, “gambe nere”, “piede nero” e “piedi neri”. Qua va a discrezione vostra, non mi pare che Oda abbia mai accettato una traduzione dal giapponese all’inglese per definire l’esatto significato. Ad ogni modo, si fa riferimento al fatto che combatta a suon di calci indossando sempre il completo scuro. Da qui non si scappa.
TONY TONY CHOPPER (トニートニー・チョッパー)
Passiamo al medico della ciurma di Cappello di Paglia, su cui c’è poco da speculare.
“Tony Tony” è un gioco di parole che richiama la parola “tonakai”, che si traduce in “renna”, mentre “Chopper” viene proprio dall’inglese “mannaia”.
L’epiteto “tenero peluche” utilizzato nella versione italiana ufficiale è stato invece inventato, in quanto “wataame daisuki” si traduce in “l’amante dello zucchero filato”.
NICO ROBIN (ニコ・ロビン)
Passiamo spediti anche da Nico Robin. Come la maggior parte dei personaggi femminili disegnati da Eiichiro Oda, anche il nome di Robin deriva da quello di un uccello… e non pensate male! Infatti, “robin” è il “pettirosso” in lingua inglese, mentre “nico” potrebbe richiamare il termine “nikkori” e di conseguenza il termine “nikoniko”, dove il primo significa “sorriso” e il secondo viene usato per indicare qualcuno che sorride. Ma cosa c’entra Robin con il sorriso? Basti pensare all’insegnamento di Saul, che le dice di ridere sempre, anche nelle situazioni più disperate. Poi si sa, la vita di Robin sarà tutt’altro che divertente, ma dopo l’incontro con la sua attuale ciurma è innegabile che sul volto della bella Robin sia tornato il sorriso.
Venendo al soprannome dell’archeologa, “akuma no ko”, tradotto da Star Comics in “la bambina demoniaca”, potrebbe essere più corretto se tradotto in “la figlia del diavolo (o dei demoni)”, per via del suo rapporto con gli “Ohara no akuma”, ovvero i “diavoli/demoni di Ohara”.
CUTTY FLAM “FRANKY” (カティ・フラム “フランキー”)
SUUUUUPER!!! (cit.) Innanzitutto, ricordiamo che il vero nome di Franky è Flam mentre in cognome è Cutty, nomi derivanti da due navi, la Cutty Sark e la Fram. Nonostante il nome “Fram”, Oda ha comunque scelto (in realtà non sa scrivere in occidentale) di utilizzare “Flam” sulle targhette dei Tom’s Workers. Dopo l’incidente con il treno marino, Flam decide di cambiare identità, scegliendo di chiamarsi Franky.
A livello puramente citazionistico, “Franky” è un diminutivo per “Frankenstein”, letteralmente significa “incubatrice”, mentre, all’interno del manga, Franky ha scelto questo nome per questo ragionamento: se prendiamo la traslitterazione in occidentale del suo nome (“Furamu”, dove la U è muta) ed aggiungendo l’iniziale del suo cognome traslitterato (“K[ati]”), otteniamo “Furamk”; a questo punto la “m” diviene “n” per questioni di grammatica, la “u” come detto non si legge e la “y” viene aggiunta a mo’ di diminutivo (nella traslitterazione risulta una “i”): ed ecco Franky, il super carpentiere.
Il soprannome “cyborg”, invece, viene dall’inglese e nella nostra lingua rimane tale, ma dopo il cambio di taglie post Dressrosa, il soprannome cambia in “tetsujin”, ossia “l’uomo di ferro”.
BROOK (ブルック)
Per quanto riguarda il musicista Brook, invece, il suo nome proviene dall’inglese “ruscello” e chissà che non abbia un collegamento con la morte, una sorta di Acheronte giapponese.
“Hanauta”, l’epiteto col quale viene chiamato inizialmente, indica “qualcuno che canticchia”. In seguito inizia ad esser soprannominato “Soul King”, con un doppio gioco di parole tra “Re del Soul” (genere musicale) e “Re dell’Anima”, richiamo evidente al potere del frutto Yomi Yomi, che l’ha riportato in vita dopo la morte.
Nefeltari VIVI (ネフェルタリ・ビビ)
KARU (カルー)
Credevate avessimo finito? Invece no, Vivi e Karoo sono membri effettivi della ciurma!
Il cognome Nefeltari è un chiaro richiamo alla regina egizia Nefeltari Meretenmut, termine che letteralmente significa “la cosa più bella in assoluto”. Oda ha però affermato che non era a conoscenza del significato della parola egizia, quindi l’ha scelta per caso, come probabilmente sarà stato per il 99% dei nomi.
“Vivi”, invece, letteralmente significa “leggero”, “piccolo”, ma il nome della principessa potrebbe derivare dal termine “viviru”, che significa “sentirsi nervoso, avere paura, sentirsi impacciati”. Infatti, la giovane principessa di Arabasta, inizialmente, viveva nell’ansia costante per la sorte del suo paese e non si sentiva assolutamente pronta per fare la principessa. Chissà che non sia questo lo spunto da cui Oda ha scelto il nome della ragazza.
Il nome di Karoo, invece, deriva da “karugamo”, termine che indica la specie delle anatre dal becco macchiato, di cui lui è un esemplare anche all’interno della storia.
GOING MERRY (ゴーイング・メリー号)
THOUSAND SUNNY (サウザンドサニー号)
Ehi, credevate di nuovo che fosse finita? Vi siete dimenticati dei membri più importanti in ciurma, ovvero le due navi!
La prima, la compianta Going Merry, si traduce in “Grande Allegria”, mentre la seconda, la Thousand Sunny, sta letteralmente per “Mille Solari”, nome suggerito da Iceburg e che descrive una nave brillante come il sole che allegramente naviga attraverso mille mari.
Ecco, sì, ora abbiamo finito! Ma prima, un ultimo appunto prima di salutarci. Visto che in questi articoli non approfondiremo il lato “citazionistico” dei termini ma solo quello linguistico, se siete interessati a questo aspetto vi consiglio di acquistare l’ebook di Angelo, che potete trovare in cima all’articolo o direttamente qui.
Alla prossima!
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