“Dicono che il paese di Wano sia nato da una spada. Dicono che gli antichi Dèi hanno immerso una lama di corallo nell’oceano e che, al momento di estrarla, una goccia perfetta sia caduta nel mare e che quella goccia sia divenuta l’isola di Wano. Io dico, che Wano è stata creata da una manciata di uomini coraggiosi, guerrieri disposti a dare la vita per quella che sembra ormai una parola dimenticata: onore.”
Ciò che salta subito all’occhio osservando la splash page di apertura di Wano è il fatto che l’Eiichiro-sensei si è ispirato all’architettura del periodo Edo. Questo periodo storico, conosciuto anche col nome di “Periodo Tokugawa”, coincide con il momento di massimo splendore del Giappone – e di massimo isolamento al mondo.
Esattamente come Wano, dal 1603 fino al 1868 il Giappone rimase chiuso al resto del mondo. In questi 350 anni visse una sorta di età dell’oro per ciò che concerne usi, costumi e tradizioni, ma allo stesso modo, mentre il mondo progrediva e si modernizzava, rimaneva ancorato a una situazione politica, economica e sociale praticamente identica a quella medioevale.
Wano è ispirata al 100% a questo Giappone feudo-medievale. E sono tantissimi i riferimenti, naturali e architettonici, a questa golden age del Giappone dei Samurai.
A partire da quello che è il simbolo per eccellenza del Giappone, una montagna innevata che sovrasta il panorama, dominandolo dall’alto. Alle spalle del castello, infatti, svetta un picco ricoperto di neve, che richiama, ovviamente, il celeberrimo monte Fuji.
Non solo: se il monte simile al Fuji fa bella mostra di sé, il probabile centro politico di Wanokuni si erge sulla cima di un colle dai cui fianchi sgorgano i getti d’acqua di una serie di poderose cascate. E a destra del colle, giganteggia un’altra, maestosa cascata.
Oda, molto probabilmente, si è ispirato per le cascate di Wanokuni a quelle di Kegon, situate nei pressi della cittadina di Nikko.
Le cascate di Kegon sono tra le più alte di tutto il Giappone, e sono senza ombra di dubbio le più spettacolari, proprio per via del fatto che il getto d’acqua principale che precipita a strapiombo sembra quasi spuntare fuori dal fianco stesso della montagna.
Ho trovato poi molto interessante la scelta di Oda di inserire il castello su di una altura, che in realtà è a tutti gli effetti un albero. Quello che l’Eiichiro-sensei ci mostra sembra, a tutti gli effetti, una sorta di bonsai gigante. Sappiamo che la pratica orticola del bonsai è una vera e propria arte raffinatasi nel tempo, e che nonostante le influenze del buddismo e delle pratiche zen, pur essendo un esercizio che poteva essere svolto (e perfezionato) da chiunque, era considerata un’usanza nobile. Non è un caso che gli shogun dei Tokugawa accudissero e allevassero personalmente alcuni bonsai, modellando le forme dell’’albero in miniatura quasi come se ciò significasse modellare il proprio spirito e la propria mente secondo un preciso ordine.
Tuttavia, ritornando a Wano, attorno a quello che è senza dubbio il palazzo dello shogun, sorgono delle abitazioni – diciamo così – tradizionali. Sono le classiche machiya, ovvero le casette di città tipicamente giapponesi, che fanno parte dei minka, ovvero quel complesso di strutture edilizie che sorgevano attorno al castello del daimyo o dello shogun, e che per lo più erano abitate dalle classi borghesi dell’epoca, ovvero mercanti, artisti e artigiani.
Sulla sinistra, fa bella mostra di sé quello che probabilmente è il centro sacro di Wano. Questa struttura, infatti, è senza ombra di dubbio un tempio. Le influenze di questa struttura sono essenzialmente di stampo buddista, e il pinnacolo che si slancia contro il cielo è senza ombra di dubbio l’omaggio dell’Eiichiro-sensei alla pagoda Goju no to presente all’interno del tempio toji, in quel di Kyoto. Il tempio infatti è patrimonio mondiale Unesco, ed oltre ad essere uno dei più importanti del Giappone, è senza ombra di dubbio uno dei più belli e interessanti da visitare – se avete poi intenzione di fare un viaggio.
Naturalmente, come abbiamo già detto, ciò che domina la scena della splashpage è il castello, col suo monumentale complesso. Si può infatti notare non solo come la struttura sia sopraelevata – il che fa capire il distacco nobile e quasi divino che lo Shogun intende frapporre tra sé e i suoi sudditi – ma come sia anche delimitata da una cinta muraria, oltre la quale vi è un profondo fossato – che è il lago prodotto dalla massa d’acqua delle cascate del monte-bonsai.
La sacralità del castello è accentuata dal fatto che, per entrare, si ha come unica scelta quella di oltrepassare o un portone d’accesso, o i ponti preceduti dai due immensi Torii.
Come sicuramente sapete, i torii antistanti i ponti sono già di per sé il simbolo del fatto che si sta entrando in un’area sacrale. Questi in particolare, assieme ai ponti, sono di fatto quelli presenti al tempio Shimogamo di Kyoto, che altri non è se uno dei più importanti luoghi sacri dedicati allo shintoismo.
Anche il portale principale d’ingresso ha una matrice shintoista, dato che è il portale Karamon situato sempre a Kyoto, a guardia del santuario Toyokuni.
Ritornando sempre al castello, è una costruzione in classico stile Edo. Come prima ipotesi pensavo si trattasse del castello di Orsomoto, essendo l’Eiichiro-sensei di quelle parti (e avendolo addirittura omaggiato in una splendida splashpage a colori in uno dei capitoli della saga di Big Mom).
Invece, aguzzando bene le vista, i pesci dorati che campeggiano ai lati della pagoda superiore del castello, i famigerati “Shachihoko”, ci rivelano che la vera identità del centro di potere di Wano risiede nel bellissimo castello di Nagoya.
Si trattava di uno dei maggiori centri di potere di tutto il Giappone, essendo la dimora ufficiale dei Tokugawa quando non erano a Edo. Al suo interno si trova un museo strabiliante, naturalmente dedicato ai samurai…
Questo è quello che sono riuscito a trovare, grazie anche all’aiuto del mio maestro e mentore Sasori, un Italiano in Giappone (che è la nostra guida spirituale e materiale dei nostri One Piece Tour), a riguardo di Wano, della sua architettura e delle sue bellezze naturali.
Naturalmente non vediamo l’ora di scoprire cosa l’Eiichiro-sensei ha in serbo per noi nei prossimi capitoli dedicati alla saga dei samurai…