Katakuri ha perso la testa, agendo come ha agito nel capitolo 893? O sono invece i lettori che non hanno capito nulla?
Uno degli archetipi narrativi, uno dei pilastri che da sempre sorregge il Battle Shonen, è quello relativo al guerriero che riconosce il valore di chi gli sta di fronte. Per questo motivo, nonostante la situazione disperata – e nonostante nutra, il più delle volte, un qualche tipo di vantaggio nei confronti del suo avversario – il guerriero decide che non può rinunciare al suo onore di combattente giocando sporco (o approfittandosi di quel vantaggio), perché nel caso vincesse, non solo gli verrebbe rinfacciato (e qualcuno arriverebbe a mettere in dubbio la legittimità della sua vittoria), ma proprio in qualità di guerriero, se ne pentirebbe per tutta la vita.
La storia del Battle Shonen è costellata de esempi, sia in positivo che in negativo.
Non è un caso che abbia deciso di iniziare questo articolo citando Kenshiro, il quale, durante lo scontro con Falco, Gran Maestro della Scuola di Gento, decide di bloccare la sua gamba poiché il suo antagonista ha una gamba artificiale (ed è quindi limitato nei movimenti).
Pensate, ad esempio, a Zaraki Kenpachi, che decide di limitare la sua potenza grazie all’utilizzo di una benda che gli risucchia la forza.
Oppure pensate a Dragon Ball, dove in ogni saga assistiamo a scene del genere. Da Goku che si fa colpire apposta da Piccolo durante il torneo Tenkaichi, perché Dio ha bloccato il colpo e non vuole sentirsi in debito col demone; oppure, nel corso del Cell Game, Goku regala a Cell un senzu prima dello scontro con Gohan, perché non vuole che il figlio giochi sporco.
Chi in queste ore si lamenta della snaturazione del personaggio di Katakuri, che da un capitolo all’altro è diventato un guerriero che fa di onore e virtù il suo cavallo di battaglia quando prima voleva chiudere subito l’incontro con Luffy, molto probabilmente non solo non ha mai letto un battle shonen in vita sua, non solo non ne conosce gli ingranaggi che stanno alla base dei suoi schemi narrativi… ma probabilmente non ha letto i capitoli precedenti – o se l’ha fatto, non ha capito un accidenti di quello che ha letto.
Sin dall’inizio Katakuri ha voluto dimostrare a Luffy di essergli superiore in tutto. Di essergli superiore dal punto di vista fisico; di essergli superiore dal punto di vista tattico; e di essergli superiore dal punto di vista dell’ambizione. E non poteva essere altrimenti, dato che Katakuri ha fama e nomea di essere non solo un guerriero leggendario, ma anche un guerriero perfetto.
Luffy, però, piano piano, nel corso del combattimento ha iniziato a migliorare, ad affinare sensi e abilità. E a giocarsela con un combattente così formidabile, rialzandosi sempre. Tutte le certezze di superiorità effettiva di Katakuri sono crollate una dopo l’altra, e una vittoria ottenuta per mezzo di uno sporco trucco, per uno come Katakuri, significherebbe veder macchiata la sua nomea di Guerriero.
Non è un caso che proprio adesso che ha riconosciuto in Luffy un degno avversario, meritevole di essere alla sua altezza, a Katakuri non interessi più farsi vedere nella sua deformità.
Addirittura, quando la sorella lo minaccia di spiattellare in giro le sue foto, si mette a ridere. Questo perché vincere contro Luffy grazie agli aiuti della sorella sarebbe MOLTO più vergognoso. Rappresenterebbe una macchia indelebile sul suo curriculum, perché significherebbe, soprattutto per lui stesso, vivere nel rammarico di non sapere mai se, a parità di condizioni, avrebbe vinto lo scontro contro Luffy oppure no.
Quindi, paradossalmente, quando Luffy vincerà contro Katakuri, quest’ultimo non avrà nessun rimpianto, perché dopo avere dato il massimo, semplicemente ha incontrato qualcuno più forte di lui.
Ha giocato ad armi pari.
E ha perso.
Il riconoscimento finale di Katakuri nei confronti di Luffy è la chiusura di un cerchio iniziato coi primissimi capitoli del timeskip. In tutta la prima parte di One Piece, Luffy e la ciurma di Cappello di Paglia sono sempre stati visti dai loro avversari come i novellini, gli sbarbatelli che non avevano idea della vastità del mondo che stavano sfidando.
In ogni saga c’era sempre qualcuno che non solo li sottovalutava (finendo per pentirsene), ma che ricordava loro che erano solo ragazzini che giocavano a fare i pirati. Nel Nuovo Mondo le cose sono cambiate. Doflamingo aveva preparato un piano per sbarazzarsi di loro, e adesso un Imperatore – come diceva anche Jinbe nel capitolo 892 – ha dovuto spiegare tutte le sue forze contro di loro, riconoscendo implicitamente che sono dei nemici di tutto rispetto.
Katakuri va addirittura oltre, dicendolo proprio chiaro e tondo. Così come Bellamy a Dressrosa, che non avrebbe più riso di lui, Katakuri riconosce in Luffy qualcuno alla sua altezza. E per questo, si batterà con lui ad armi pari.
Un pensiero a margine: in passato ho detto che la saga di Big Mom va vista in preparazione e in prospettiva a quella di Wano. Serviva una saga in cui Oda mostrasse in che guaio si erano cacciati gli strahats con la faccenda di volere abbattere Kaido, ma serviva vedere un imperatore all’opera PRIMA di Wano. Detto questo, è interessante notare la dicotomia tra quelli che sono gli uomini di punta degli Imperatori:
- Katakuri si sta giocando onore e rispetto combattendo ad armi pari con Luffy;
- Jack, su Zou, ha fatto invece esattamente l’opposto, utilizzando un’arma letale (e quindi giocando slealmente) per vincere la propria battaglia.
Eppure è interessante notare quello che dice Luffy: in una battaglia tra pirati c’è anche chi gioca sporco, e non metterlo in conto, fondamentalmente, sarebbe davvero un suicidio. È un punto fondamentale del Luffy-pensiero, perché ben si applica alla sua personale visione di un mondo dominato dalla libertà totale di azione…
Ad ogni modo, voi cosa ne pensate?
Come vincerà Luffy questo scontro con Katakuri?