One Piece Capitolo 882: questione di fato o di caso?
Io lo so che tutti voi vi siete esaltati per il capitolo 882 di One Piece.
Lo so che siete in visibilio per Luffy vs Katakuri – e lo sono anche io, era davvero dai tempi delle mazzate con Lucci che non vedevamo un duello simile.
Lo so che vi state chiedendo chi è che ha messo fuori gioco il sistema di sorveglianza sottomarino di Big Mom (che sia stato Caesar? O i Pirati del Sole?)
Lo so che non vedete l’ora che la furia della Mammona si scateni sull’isola Nuts.
Lo so che, come me, vi siete glorificati nel vedere la beltà della nave di capone – e avete pensato che è la nave più bella mai apparsa in One Piece.
E lo so che avete esultato nel vedere la splashpage finale col Germa finalmente in azione.
Così come lo so che già state pensando che tutti stanno andando sull’isola Cacao, e che giocoforza dovrà succedere un nuovo, incessante bordello.
Eppure, quello su cui io oggi voglio farvi riflettere è il fatto che questo One Piece Capitolo 882, tutto sommato, offre a noi lettori un interrogativo morale non di poco conto. Un interrogativo che si riflette, giorno dopo giorno, anche sulle nostre vite.
Quanto contano la fortuna e la casualità nelle nostre vite e nelle scelte che prendiamo?
Siamo gli artefici del nostro destino, o tutto è già stato scritto?
Quanto contano il fatalismo e la casualità nel corso delle nostre esistenze?
Se rileggete per bene One Piece capitolo 882, nel giro di poche pagine Luffy, Katakuri, il barone Tamago (ora conte Niwatori) e gli altri sottoposti di Big Mom si pongono esattamente la stessa domanda, tenendo però conto delle variabili in gioco.
È interessantissimo vedere come Katakuri sia un personaggio che fa del fatalismo la sua filosofia di vita. Secondo Katakuri la morte può arrivare in qualunque momento, e non sei tu a decidere dove e quando morirai. La morte arriva e basta, ed È un discorso che può sembrare in antitesi con tutto ciò che è Katakuri, dato che Katakuri è un personaggio che tecnicamente può vedere nell’immediato futuro, e quindi, teoricamente, essere in grado di disporre a piacimento della vita e della morte di chiunque abbia davanti.
Dall’altro lato, invece, ci sono il conte Niwatori e gli altri, che pure parlano di sfortuna e casualità degli eventi. Ma tenendo conto della storia passata della ciurma di Cappello di Paglia quanto può essere casuale che, dopo anni di dominio assoluto sui mari, il loro arrivo coincida con il crollo del simbolo delle fondamenta stesse del potere di Big Mom?
Il conte Niwatori è categorico da questo punto di vista: basta un niente al sovrano che si sente realizzato per perdere la propria corona.
In questo One Piece capitolo 882 abbiamo letto un fumetto dove, nella prima parte, abbiamo preso coscienza di un mondo che, a seguito della morte di Gold Roger e l’inizio della ricerca dello One Piece, un gruppo di persone è riusciuto a consolidare il proprio potere, mantenendo inalterato il proprio status quo.
Pensate alla Marina, pensate agli Imperatori, pensate ai discorsi sull’importanza del lasciare immutato il numero dei membri della flotta dei sette proprio per non minare equilibri ormai stabili.
Dal post time skip, invece, in ogni singola saga, Oda, prima o dopo, per bocca di questo o quel personaggio, si è premurato di dirci che tutti i pilastri su cui si reggeva il mondo di One Piece pian piano stanno cadendo. I flottari non sono invulnerabili, la Marina è stata scossa da problemi interni, il mondo della pirateria è in subbuglio e gli equilibri stessi dei vertici pirateria mondiale stanno cambiando. Doflamingo è caduto, ed è partito lo scontro diretto ai Quattro Imperatori da parte delle nuove generazioni, che stanno muovendo gli ingranaggi di un mondo totalmente nuovo.
E qui tornano in gioco le domande di questo capitolo. Quanto questo cambiamento è frutto del caso, di eventi fortunati e sfortunati, o di attenta pianificazione? Le cose cambiano perché sono destinate a cambiare, o è la volontà delle persone a smuovere le epoche?
La verità, forse, come al solito, sta nel mezzo.
Perché è vero che la morte arriva e non sei tu a decidere il come, ma di tanto in tanto ci sono persone come Roger che decidono il QUANDO, beffando il proprio destino.
E perché magari uno come Luffy può anche essere il predestinato con la “D” nel nome, in grado di ereditare una volontà sepolta che porta con sé gli sconvolgimenti di un’epoca intera. Ma se non ci fosse stato, in quel bambino di un villaggio sperduto la volontà di mettersi in gioco per superare i suoi benefattori divenendo egli stesso un pirata, nulla avrebbe mai potuto accadere. Perché come dice il saggio Alchimista al giovane Santiago, “Quando tu desideri qualcosa, tutto l’Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”.