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Joyoboyo, il re che amava imparare

del pirata Gabriele "Il Re" Bertoloni
joyoboyo

Re Joyoboyo e Joyboy, un legame più che casuale?

Oda, come si sa, prende sempre spunto da eventi reali del nostro mondo e li inserisce nella sua storia. E Joyoboyo è un riferimento più che palese a Joyboy, l’uomo del Grande Regno che scrisse la lettera di scuse agli Uomini-Pesce del Regno di Ryugu.


Sri Mapanji Jayabaya o Jayabhaya, (in giavanese si legge Joyoboyo) è stato un re indonesiano dell’isola di Giava tra il 1135-1157 d.C.

Re Joyoboyo è conosciuto per aver riunificato il regno di Kediri a seguito di una scissione causata della morte del suo predecessore Airlangga, e per aver regnato con giustizia e intelligenza, portando prosperità al regno. Come la maggior parte dei re dell’epoca, si associò ad una divinità per legittimare il suo dominio. Alcune fonti dicono che era il bis bis nipote del dio della saggezza, Brahma, altre che era l’incarnazione di Vishnu. Suo padre, Gendrayana, affermava di essere un discendente dei cinque leggendari fratelli Pandava del poema epico indù Mahabharata e legava il proprio lignaggio ad Arjuna, il terzo Fratello Pandava, figlio del dio Indra. Perciò, si credeva che Joyoboyo avesse un potente talento magico che gli permetteva di vedere lontano nel passato e molto in là nel futuro.

Joyoboyo, inoltre, era saggio e desideroso di imparare. Sotto il suo dominio, il regno di Kediri raggiunse il suo picco di prosperità, in particolare nella letteratura. L’era del Regno di Kediri venne definita l’età aurea per la letteratura indù a Giava.

Egli incarnava l’archetipo del Ratu Adil (che in lingua giavanese significa Re Giusto), in quanto portò la giustizia sociale, l’ordine e l’armonia nel mondo; come giavanese, infatti, credeva in una storia ciclica di epoche che si alternano tra prosperità e sofferenza. Di lui si sa che abdicò una volta arrivato alla vecchiaia, e cercò di concludere la propria esistenza vivendo nella meditazione.

Joyoboyo è inoltre famoso nell’era moderna per le profezie ad egli attribuite: c’è da sottolineare che viene indicato come autore della Prelambang Joyoboyo, un libro profetico che ha svolto un ruolo importante per la cultura giapponese.
Riportando alcuni versi parafrasati di una profezia ad egli attribuita, così possiamo leggere:

“I giavanesi verranno governati dai bianchi per 3 secoli e dai nani gialli per la durata della vita di una pianta di mais prima del ritorno del Ratu Adil: il cui nome dovrà contenere almeno una sillaba del giavanese Noto Negoro.”

Facendo un breve excursus storico sull’Indonesia e sulle sue isole, sappiamo che nel VI e VII secolo nacquero a Giava e Sumatra svariati regni che riuscirono poi a controllare le acque dello Stretto di Malacca. Gli stessi regni prosperarono con l’aumentare del commercio marino tra Cina e India e oltre. Uno dei più importanti tra i regni fu appunto quello di Kediri, nell’est dell’isola, ancora oggi evocato, insieme a quello di Majapahit, dagli odierni dirigenti indonesiani per promuovere l’unità e la legittimità dello Stato.

Anni dopo, durante la colonizzazione delle Indie Orientali da parte dei regni Occidentali, l’isola e il regno videro il passaggio degli inglesi, dei francesi ed infine degli olandesi, che nel XIX secolo assunsero il controllo diretto dei territori prima appartenenti alla Compagnia Unita delle Indie Orientali, dando l’avvio a diffuse povertà e carestie.

Quando, durante la II Guerra Mondiale il Giappone occupò la Indie Orientali Olandesi, nelle prime settimane del 1942, molti indonesiani ballarono per le strade accogliendo l’esercito giapponese in quanto credevano che si stesse compiendo la profezia attribuita a Joyoboyo, che disse che un giorno gli uomini bianchi avrebbero stabilire il loro dominio su Giava e avrebbero oppresso le persone per molti anni, fino all’arrivo degli uomini gialli del nord. Questi “nani gialli” sarebbero dovuti rimanere sull’isola per un ciclo colturale e poi se ne sarebbero dovuti andare, liberando Giava dalla dominazione straniera. Per la maggior parte dei giavanesi, il Giappone era un liberatore: la profezia si era avverata. I giapponesi liberarono gli indonesiani nazionalisti dalle prigioni olandesi e li assunsero come funzionari e amministratori: infine, concessero all’Indonesia l’indipendenza il 9 agosto 1945. Un detto di quei giorni dice: “Nonostante siano passate tre colture di mais, la profezia di Joyoboyo si è realizzata.”

La profezia di Joyoboyo continuava dicendo Quando i carri di ferro si muoveranno senza cavalli e le navi navigheranno nel cielo, Ratu Adil verrà a salvare e a riunire l’Indonesia, inaugurando l’alba di una nuova età d’oro.” Secondo il re giavanese, l’inizio della vita di questo nuovo grande leader sarebbe stata difficile, ricca di difficoltà, umiliazione e povertà, ma egli avrebbe avuto il potere di elevarsi sopra ogni cosa grazie alla sua sincerità ed al suo cuore saldo; così il Re Giusto rinascerà nell’oscurità della sofferenza per ripristinare l’ordine, l’armonia e la giustizia nel mondo.


Il riferimento a Joyboy è palese, come molte altre piccolezze che potrebbero riguardare il Regno Antico e quanto successe in quegli anni. La compagnia delle Indie potrebbe essere benissimo un riferimento all’alleanza dei Venti Regni che formarono il Governo Mondiale, come il Giappone potrebbe essere identificato da Wano, che potrebbe avere legami con il Regno Antico (aggiornamento 2017, alla fine era così davvero). Infine, il protagonista (Luffy o Teach, a seconda del tuo schieramento XD) potrebbe essere l’incarnazione di Joyoboyo, il Ratu Adil o Re Giusto, che alla fine porterà una nuova era di prosperità e luce.

Ultima cosa. Come detto all’inizio, i giavanesi credono in una storia ciclica, dove all’era di prosperità segue l’era delle tenebre, la quale si trasforma di nuovo nell’epoca di prosperità a tempo debito e via dicendo. Attualmente molti giavanesi credono di essere al centro di Jaman Edan (l’età della follia o delle tenebre). Pertanto, l’arrivo del Ratu Adil si avvicina e inaugurerà l’alba di una nuova era d’oro.

Prendete la prima pagina del capitolo 100 di One Piece e leggete la frase di Roger. Non si fa tutto più semplice?

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