Salve, One Piece Maniaci! Oggi cercherò di andare a fondo alla faccenda della chirurgia dell’eterna giovinezza, attenendomi alla situazione attuale, dunque al discorso tra Law e Doflamingo che vi ho riportato nell’immagine, che dopotutto riassume gli unici elementi che abbiamo su questa fantomatica operazione.
Prima di addentrarci nei meandri delle teorie più strampalate, casa mia insomma, sarebbe meglio fare un po’ di premesse. Ci serve ricordare cosa sappiamo di questa operazione e di cosa è capace il frutto Ope Ope.
Premesse sul frutto Ope Ope
Nell’introdurre il discorso dell’operazione di eterna giovinezza, Doflamingo sembra volerci dare un indizio, sottolineando che Law è capace di trapiantare chirurgicamente le personalità delle persone, quindi qualcosa di incorporeo. Tutto ciò è stato confermato dagli eventi della saga di Punk Hazard, anche se non si tratta esattamente di trapianto ma sempre di uno scambio: in questi casi l’Ope Ope consente di effettuare una sostituzione, anzi, una ricombinazione dell’individuo: i “pezzi” non vanno persi, semplicemente cambiano di posto; nel trapianto, invece, solitamente si rimuove il “pezzo” non funzionante per impiantarne uno nuovo che funziona, quindi c’è sì una sostituzione, ma il pezzo malato esce dai giochi. Vorrei che teneste presente questa cosa dello scambio, che è praticamente onnipresente nei meccanismi dell’Ope Ope, per quanto riguarda le operazioni più comuni, scambi che seppur non rispettano la legge di conservazione della massa, perché abbiamo visto scambiare anche due o tre persone con un solo barile, rispettano comunque la regola che ciò che viene tolto da una parte viene sostituito con altro senza lasciare posti vacanti.
Altra cosa importantissima è l’effetto collaterale del potere dell’Ope Ope, ovvero la facile affaticabilità: si tratta di un potere eccezionale che però grava molto sulle energie dell’utilizzatore, come se ogni “operazione” avesse un preciso “costo”. Cosa succede se si utilizza troppo questo potere? Sicuramente se non si hanno abbastanza energie non si può eseguire efficacemente un’operazione, perciò bisogna dosare attentamente le proprie forze e purtroppo pare non sia una questione di allenamento.
Se nonostante tutto si arriva ad esaurire le energie cosa può accadere? Si risolve il tutto con un periodo di inattività, quindi si resta per un po’ senza poteri, oppure si può arrivare a compromettere seriamente la salute del possessore? Perché non si tratta solo dell’esercizio del potere, si tratta anche di una debilitazione fisica, una reale stanchezza che impedisce al possessore di tornare operativo, perciò non dimenticate quest’altro aspetto dei poteri dell’Ope Ope.
Cosa sappiamo della chirurgia dell’eterna giovinezza
Passiamo dunque a ciò che sappiamo di questa fantomatica chirurgia dell’eterna giovinezza. In poche parole si garantisce vita eterna al soggetto dell’operazione al modico prezzo della vita del possessore del frutto. Ora, il termine giovinezza eterna può dire tutto e niente, dubito che si tratti di un ringiovanimento, tipo lifting e quant’altro, si va sicuramente a conferire un’enorme forza vitale che vince addirittura la morte e il tempo, quindi probabilmente si blocca il soggetto nell’età che aveva al momento dell’operazione, o almeno immagino che sia una cosa del genere, ma non è su questo che dobbiamo fissarci, dobbiamo solo tener presente che il soggetto dell’operazione guadagna la vita eterna e presumibilmente è un modo per dire che il soggetto non può più morire. Per essere precisi io penso che il soggetto rimane così com’è e non può più morire, un soggetto che non invecchia e non muore. Ovviamente non abbiamo alcuna conferma a riguardo ma userò questa mia interpretazione come base per il discorso che farò. Un’altra cosa che sappiamo è che il possessore del frutto muore. Non sappiamo né il come né il quando né il perché, quindi ci viene data carta libera, anche se per come è stato impostato il discorso, sembra proprio che la vita del “chirurgo” sia il prezzo da pagare per la riuscita dell’operazione.
Speculazioni sull’operazione
Prima di tutto va affrontata la teoria che mi pare essere quella dominante. La esporrò brevemente. In pratica Law trapianta la propria vita al destinatario che così ottiene due vite e quindi la vita gli si allunga. Ecco, quindi per la maggior parte dei lettori la cosa funziona un po’ alla “Super Mario” o alla “Legend of Zelda” se volete: se prima il soggetto aveva una “vita” sola, dopo l’operazione ne ha due.
Questo vuol dire che può morire due volte? Oppure il 2 is the magic number e quindi magicamente la vita da doppia diventa immortale? Chissà, da quel che sappiamo potrebbe pure essere, però io sono molto scettico a riguardo. Mi pare di aver evidenziato alcune criticità di questa visione dominante, ma forse conviene spendere qualche parola in più. Nella mia modesta opinione, la vita non può essere valutata quantitativamente, insomma non è che uno può avere uno o due vite, anche se ciò che Ace pare dire a Teach a Banaro sembrerebbe affermare il contrario, secondo me la vita è una, o c’è o non c’è, perciò io penso che sia un qualcosa di diverso, ma prima di dirvi la mia idea vorrei portare alla luce ciò che ci spinge a pensare che sia fattibile trapiantare una vita.
Su Punk Hazard abbiamo visto Law scambiare le personalità della ciurma di Cappello di Paglia e non solo; graficamente le personalità apparivano come dei cuori e tutti noi possiamo immaginare che se Law non avesse risistemato le personalità nei corpi originari, la ciurma di Cappello di Paglia avrebbe semplicemente continuato a “vivere” nei corpi dei propri compagni e a questo punto sarebbe come trasferire una vita da un corpo all’altro.
Nel caso dell’operazione di giovinezza eterna, però, la vita assume un altro valore, quindi non solo ciò che rende una persona tale, la sua identità, ma anche ciò che lo mantiene in vita, la forza vitale vera e propria, quella che quando si spegne porta all’annullamento del soggetto, alla morte. Il tallone d’Achille di questa teoria dominante sull’operazione è la morte. Finché si concepirà la morte come agente esterno, come si è sempre fatto, il soggetto potrà avere due ma anche mille vite, basterà ucciderlo altrettante volte e non sarà una vera immortalità.
Il mio punto di vista
“Ma allora cosa proponi tu, genio?”.
Io penso che così come sia possibile pensare di poter trapiantare o scambiare una vita, sia possibile operare sulla morte. Visto che si tratta di un qualcosa di incorporeo come la vita o la personalità, chi mi vieta di pensare che l’operazione agisca sottraendo la morte al “paziente”. Sapete che vi dico? Datemela per buona e vediamo cosa comporta questa cosa.
Se pensiamo alla morte come una proprietà di un individuo, come un qualcosa che fa cessare le funzioni vitali di una persona, ovviamente in risposta ad uno stimolo interno od esterno, cosa succede se la togliamo? Succede che se il soggetto viene “colpito a morte”, ha dolore, perde sangue, si dimena, ma la morte non sopraggiunge, perché non c’è più, un po’ come uno zombie, l’unica differenza è che quella dello zombie non è vita, infatti è un cadavere, non ha né la vita né la morte, ha solo una sorta di “motore” elementare che lo manda avanti, al contrario, il soggetto dell’operazione perderebbe la morte mantenendo la vita, per cui non ci sarebbe decomposizione né nulla del genere, guarirebbe dalle ferite e si farebbe male, semplicemente non morirebbe ed eventualmente non invecchierebbe. Vediamo quindi questa “morte” che fine fa.
Abbiamo parlato di “scambio”, è l’unica operazione possibile? Ma poi, se anche fosse, che cosa scambia con la morte e tra chi? E poi perché il possessore del frutto muore?
Lo scambio è l’operazione più comune di Law, ma nell’inventario delle possibili operazioni in medicina c’è qualcosa che potrebbe fare più al caso nostro: l’escissione o exeresi. L’escissione è quell’operazione che consiste nel rimuovere una porzione di tessuto malato, preservando il tessuto sano, come nel caso di un cancro ad esempio. Ebbene, pensiamo alla morte proprio come un cancro che lentamente porta alla morte dell’individuo, anche se questo si preserva e si tiene lontano dai pericoli alla fine deve morire, passando per l’invecchiamento. Se si eliminasse la causa della morte, ovvero la morte stessa, recidendola dal corpo del soggetto, esso resterebbe vivo per sempre.
Il fatto però è che ci troveremo con la “morte” del soggetto tra le mani e da qualche parte la dovremo pur mettere, altrimenti potrebbe anche ritornare dal soggetto e ucciderlo prima del tempo, perché è stata slatentizzata. Questa morte risvegliata reciderà la vita del chirurgo? Oppure sarà lo sforzo per poter compiere l’operazione che conduce alla morte il Chirurgo? C’è anche una terza opzione: l’operazione di eterna giovinezza potrebbe essere l’ultima operazione che un possessore può eseguire, al costo di tutto il potere del frutto, quindi il “demone del frutto” lascerebbe il corpo del fruttato portandosi dietro la sua vita. Abbiamo visto che il potere di un frutto abbandona il corpo del fruttato quando muore, ma potrebbe essere vero anche il contrario.
Torniamo ora allo scambio che sembra interessante. Mettiamo il caso che l’operazione funzioni come uno dei soliti scambi di Law, cosa si va a scambiare? Si potrebbe scambiare la morte del paziente con la vita del chirurgo. Quali sarebbero le conseguenze? In quel caso il chirurgo morendo morirebbe per due volte “esaurendo”, o meglio “lasciando sfogare”, la morte del soggetto che si porta via anche la morte del chirurgo, mentre il paziente avrebbe una duplice forza vitale, forse con tanta energia potrebbe davvero ringiovanire o guarire più velocemente o arrestare l’invecchiamento. Qualcuno però potrebbe dire “ma perché il chirurgo deve mettere la sua vita in gioco? Perché non usare la vita di qualcun altro, fosse anche un animaletto?” e avrebbe ragione, però noi sappiamo che il possessore del frutto deve morire, quindi in quel caso potrebbe morire per pagare lo scotto dell’operazione (vedi sopra).
Penso di aver finito. Spero di esser stato chiaro, nel caso abbiate qualche dubbio esponetelo tranquillamente nei commenti, vi risponderò quanto prima e come meglio posso. Se pensate che abbia detto cose scontate, abbiate bontà, è inutile che me lo veniate a dire, mi complimento già ora per il vostro spirito d’osservazione e il vostro acume, avete la mia più profonda stima.