Vinsmoke Sanji: il vero potere di un super cuoco
Quando venne annunciata la saga di Whole Cake Island, lo stato maggiore di Shueisha, comprendente lo staff dell’Eiichiro-sensei, annunciò in diretta streaming al Jump Fest che sarebbe stato l’arco narrativo (e l’anno) di Sanji.
Arrivati al capitolo 900 di One Piece, se indicessimo un sondaggio, in pochi sarebbero d’accordo col fatto che la saga di Big Mom è anche la saga di Sanji.
In molti direbbero che è la saga della Charlotte Linlin. Molti altri direbbero che è la saga di Luffy vs Katakuri. Ci sarebbe chi direbbe che, tutto sommato, è la saga di Jinbe nuovo timoniere.
Secondo la maggior parte dei lettori di One Piece, Sanji è l’unico personaggio, dal post-timeskip, a non aver brillato per nulla. E in quella che doveva essere “la sua saga”, non ha mostrato nessun powerup degno di tale nome, né alcuna tecnica combattiva di rilevo.
C’è un problema di fondo. Questo è un ragionamento errato, che fanno quasi tutti i lettori di One Piece e per spiegarvi il perché, devo fare un discorso molto largo.
Se chiedessi a voi perché aspettate come degli ossessi la saga di Wano, la risposta sarebbe: “Perché ci sono i samurai!”. E sicuramente, una buona percentuale di lettori aggiungerebbe: “Perché vogliamo vedere Zoro CONTRO i samurai!”.
Zoro ci è stato presentato, sin da subito, come un combattente, come un mostro sanguinario dedito allo scontro. Il suo flashback è incentrato sul suo desiderio di diventare forte, e la sua intera esistenza è dedicata alla via della spada.
Zoro è il braccio armato della ciurma di Luffy e se leggete con attenzione il manga, quando la ciurma si riunisce per i consigli di guerra, il nome che salta più spesso fuori per ciò che riguarda le azioni di forza è quello di Zoro. Perché Zoro è il combattente della ciurma di Luffy.
Stesso discorso possiamo applicarlo a Nami. Nami è la cartografa della ciurma di Luffy, sin da piccola non ha fatto altro che disegnare carte nautiche. L’essere una ladra – e all’occorrenza, una combattente – è solo una skill secondaria dovuta alla contingenza e alla necessità. Non è un caso se Nami dà il meglio di sé quando bisogna governare la nave, e se abbia affinato le sue conoscenze a Weatheria.
Applicate questo ragionamento a tutti gli altri membri della ciurma. Usopp? È il cecchino. Chopper? Il dottore. Franky? Il Carpentiere. Robin? L’Archeologa. Brook? Il cantante.
E Sanji? Sanji è il cuoco.
A Sanji non è richiesto essere un guerriero. Così come Nami ha fatto di necessità virtù l’essere una combattente quando la situazione lo richiede, Sanji è stato allevato da un uomo potente che gli ha insegnato l’arte del Kenpo. Ma Sanji non è un karateka: Sanji è un cuoco.
Non è un caso che quando Judge, nel capitolo 899 di One Piece, dica a Luffy quelli che sono i suoi difetti (l’essere un debole con le donne, non avere uno spirito guerriero e pensare solo al cibo), Luffy pensi che Judge abbia fatto un complimento a Sanji.
Perché Sanji, agli occhi di Luffy, non è un combattente: è il suo cuoco.
Se Luffy ha bisogno di un guerriero, chiama Zoro. Se ha bisogno di supporto logistico, chiama Usopp. Se ha bisogno di navigare, chiama Nami. Se ha bisogno di cure, chiama Chopper.
E per il cibo? Per il cibo, c’è Sanji.
La faccenda del “monster trio” ci ha fatto dimenticare che Sanji non è un combattente, ma un cuoco. Quella è la sua skill, quello è il suo destino. Anche il suo allenamento sull’isola di Kamabakka aveva a che fare con il potenziamento delle sue abilità culinarie. E per tutto il post-timeskip, prima ancora che menare calci, Sanji è impegnato a salvaguardare, attraverso la buona cucina, il benessere psicofisico dei suoi compagni di ciurma (e non solo).
La zuppa rinforzante a Punk Hazard, il cestino a Luffy la torta di Big Mom a Whole Cake Island sono il vero power-up di chi, nella vita, ha come sogno quello di trovare una porzione di oceano dove convivono tutti i pesci del mondo, in modo da creare – probabilmente – la miglior paella del mondo.
La vera forza di Sanji non sono i suoi calci infuocati, bensì le sue meravigliose pietanze, che per certi versi, sono più letali di qualsiasi colpo di kenpo ben assestato.