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One Piece 1139: il Medioevo imposto; Dosundada; finalmente Gaban!

del pirata Stefano 'Cenere' Potì

‘Long was the time
before this moment arrived’

– Wind Rose, Dance of the axes

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1139: monster trio 2.0.

Oggi parliamo di una vera chicca. Una cornice ambientale in cui i particolari e le conferme tracimano. In una parola? Multiforme. Fulcro di trama orizzontale, fucina di teorie e speculazioni, determinante persino nel sociale: sancisce la fine della logora diatriba sul confronto tra le ali di Luffy e quelle di Roger.

Egghead, al cospetto di Elbaph, non è che una tempesta in un bicchier d’acqua.

Mes amis, ecco a noi Monsieur Scopper Gaban: iracondo sognatore, portavoce di amore e libertà, araldo del caos per diletto, feroce guardiano. La pirateria incarnata. Una rivelazione tanto esplosiva quanto strategicamente posizionata, che cambia la prospettiva su più fronti. La narrazione di One Piece è ormai un labirinto di indizi, di cui questo capitolo risulta un tassello fondamentale. Quindi procediamo con ordine.

E’ il momento dell’Elzeviro

Narrazione ellittica

Ovviamente, tralasciamo le speculazioni: le sagome sotto Who’s-Who sono chiaramente quelle di Ulti e Page One. Basta osservare la forma delle corna per la prima, la piega del cappello per il secondo.

Guai in paradiso tra i sei compagni volanti?

Le traduzioni del termine riferito ai fratelli parlano di ribelli o insubordinazione, quindi è evidente che esista una gerarchia. Black Maria, Page One, Sasaki, Ulti, Who’s-Who e X Drake erano le sei ‘stelle’ subito dopo le tre calamità. Appare chiaro (seppur teoricamente) che alcuni pirati al soldo di Kaido abbiano continuato la loro attività anche dopo la sua caduta. Ma i punti ciechi restano: A. non sappiamo quale sia la ragione della disobbedienza di fratello e sorella, né se esistano altri pirati a noi noti coinvolti; B. come tutto ciò si intreccerà nel viaggio di Yamato.

Nessun’altra informazione sostanziale, solo una diatriba tra ex commilitoni che per ora non fornisce indizi, ciò nondimeno emerge una simmetria interessante, inizio infatti a pensare che la presenza di Who’s-Who non sia del tutto casuale. Estraiamo il parallelo che mi ha colpito, capitolo 1018:

  • L’ex membro del CP, destinato a una pena interminabile, si trovò preda dello sconforto. Una guardia lo derise, suggerendogli di pregare una certa divinità. Who’s-Who quindi contestualizza la figura di Nika, come tutti noi la ricordiamo, ma ciò che colpisce maggiormente è che conferma la recente frase di Yarl: ‘Tutti coloro che non riescono a vedere una via d’uscita, si rivolgono a lui in cerca di speranza’. Tutti, nessuno escluso, quindi anche i malvagi. Nel capitolo 1018 Who’s-Who rivolgendosi a Jinbe, dice: ‘Mi sembrava di stare in carcere da un periodo infinito, così quella bizzarra leggenda mi convinse. Volevo solo essere salvato: non importava da chi’. Le frasi sono praticamente identiche. È un invito a riflettere sui tre livelli temporali che si intrecciano nel murale, o una coincidenza che sfiora il ridicolo?
  • Il giorno dopo questa rivelazione, la guardia che aveva raccontato la leggenda scomparve, e Who’s-Who capì di essere in pericolo, decidendo poi di rischiare la vita nel tentativo di evadere. Cosa ne penso? Credo che la natura di Imu e i retroscena del mondo siano stati introdotti solo durante Egghead, ergo si tratta di un collegamento plateale attraverso la mini-avventura. La guardia venne eliminata solo per aver parlato della leggenda di Nika, una rappresentazione evidente dell’eredità dei 100 anni di vuoto e della ferrea volontà del governo di insabbiare tutto. La conversazione con Jinbe a suo tempo sembrava sospetta, ma il quadro generale è emerso solo adesso.

Ho fatto questo ragionamento oggi, riflettendo sulla recente rivelazione di Gaban e sui suoi discorsi e intenti verso i Mugiwara. Il sensei omette intenzionalmente alcuni passaggi logici ed eventi, lasciandoci il compito di ricostruirli attraverso indizi, sottintesi e implicazioni. Questa è narrazione ellittica: immaginate un possibile punto d’incontro tra lo stile asciutto e minimalista di Hemingway e una struttura che gioca con salti temporali e reticenze, come nei film di Antonioni o nei racconti di Cortázar.

Non preoccupatevi, per noi è un’ottima notizia. Significa che Oda sta facendo davvero sul serio.

Signore e signori: capitolo 1139…

Risposta dall’abisso

‘I demoni sono come cani obbedienti: si presentano quando vengono chiamati’

– Remy de Gourmont

La narrazione riprende vivacemente nel miscuglio tra Cenerentola Venerdì 13: il castello di Aurst.

Quindi, abbiamo finalmente le point de bascule tra i mugi e i pentacoli, notando un tappeto riccamente adornato giungono alla sala del trono, e tra il serio e il faceto (Road si scusa per il fastidio di invadere un luogo che… non vedeva anima viva da 14 anni), finalmente prendono coscienza del pentacolo. La disposizione della ciurma non è casuale. Infatti Nami e Zoro ad Egghead erano rispettivamente (durante l’evocazione), la prima in fuga costante, il secondo impegnato con Lucci. E poi c’è Luffy, il pirata il cui sforzo mnemonico potrebbe farlo morire di esaurimento cerebrale, l’uomo il cui cervello è praticamente un criceto che corre su una ruota, perennemente distratto dal suo stesso giro.

L’erudizione generale di Nami associa immediatamente il simbolo all’esoterismo, mentre il bagaglio culturale di Road lo colloca nel suo contesto funzionale, ossia l’evocazione di un demone. Il punto cruciale, però, risiede nella prospettiva di Oda, che sembra voler sottolineare l’essenza arcana e magica dei pentagrammi. C’è una volontà chiara di far pesare la loro origine soprannaturale, specialmente considerando che gli unici elementi mistici in questo mondo sono quasi esclusivamente legati ai frutti. Gli esempi esterni a tale fenomeno, infatti, sono pochi nel manga: si pensi all’ipnosi tramite disegno di Miss Goldenweek, o alla voce che ode tutte le cose. Su quest’ultima, qualcuno potrebbe obiettare che si tratti semplicemente di tonalità della percezione portata ai massimi livelli, ma, personalmente non credo sia così.

Poiché Luffy (già pre-Wano) padroneggiava l’ambizione a un livello inconcepibile per Momonosuke, eppure il giovane samurai riusciva a impartire ordini a Zunesha, al contrario del pirata, quindi no, non credo si tratti di Haki.

Il legame tra il pentacolo e la figura di Imu diventa chiaro quando lo colleghiamo alla tradizione esoterica, dove il simbolo rappresenta la possibilità di accedere a forze che non dovrebbero essere risvegliate. La sua connessione con i Nerona e con l’antica tradizione di potere occulto è affascinante, ma inquietante. Imu, come figura dominante, è la rappresentazione di un potere che sfida il tempo, quindi le leggi naturali stesse, subentrando successivamente in un parallelo sociale con il Medioevo, se pensiamo al Regno Antico: un’epoca segnata dal crollo dell’Impero Romano, dalla nascita di un momento storico segnato appunto dal collasso di una delle civiltà più avanzate dell’epoca.

Dopo il murale del precedente capitolo, il pentagramma, elemento centrale di molte tradizioni occulte, sembrerebbe quasi il confine tra due realtà: da un lato l’ordine umano e il sacro, dall’altro, il caos dell’ignoto. La sua forma veniva usata per scopi che spaziavano fino alla connessione con il divino e il diabolico. Difatti le tre Ere parlano di Divinità e peccati.

In definitiva, in un mondo in cui il scienza e arcano si sovrapponevano (senza sapere chi fossero i buoni e chi i malvagi), il marchio esoterico, con la sua capacità di afferrare e contenere l’energia puramente cabalistica, diventava simbolo di potestà, ma anche di rischio, un segno tangibile di come il tentativo di ottenere un potere non destinato all’uomo e alla sua vanagloria. Ricordiamoci infatti che, quale che sia la ragione, Imu ha una volontà adamantina che neanche 900 anni di purgatorio hanno scalfito.

Rimanendo in tema di invasati, Rufy e Gaban si trovano nella camera segreta sotto il trono, ma sopra di loro non c’è forse il pentacolo? Se è rimasto visibile, ciò significa che è attivo. Inoltre, Shamrock-boy non ha richiesto l’intervento di un terzo Cavaliere di Dio? Prevedo che ci faremo grasse (grassissime) risate. Per prima cosa, ho già esposto in vari articoli le mie idee generali: il pentacolo funziona solo se ha una locazione e coordinate precise del luogo. Quindi, per pura logica…

  • Un esponente dei Draghi Celesti è già stato lì, e attenendoci strettamente alla regola appena menzionata, gli incontri con il contatto di Elbaph sono avvenuti esclusivamente all’interno del castello. A questo punto, qualcuno potrebbe giustamente pensare: ‘Ok, ma anche se non hanno trovato Loki, gli agenti inviati dal governo hanno comunque esplorato cercandolo, quindi creato coordinate anche esterne‘. Giusto, giustissimo. Tuttavia dobbiamo considerare due fattori: A. tali esploratori sono scomparsi, quindi il collegamento deve essere ‘in vita’?; B. indubbiamente un castello abbandonato, con solo due guardie, rappresenta il luogo ideale per evitare di attirare attenzioni indesiderate.
  • Avremo la conferma non appena comparirà il terzo cavaliere, poiché, se il potere è tracciabile da Gunko e Shamrock, inevitabilmente si manifesterà nelle loro vicinanze. Se altresì dovesse materializzarsi nel castello, ci sarebbero evidenti limitazioni e condizioni da soddisfare.

Immaginate l’arrivo nella stanza adiacente al trono, tre i possibili risvolti:

  • I Cavalieri sono tutti fatatici della peggior specie, avrebbe l’ardire di attaccare una leggenda, un imperatore, l’unico che ha sconfitto un Lunaria da solo, Nami con Zeus e un gigante?
  • Più probabilmente, vista l’insormontabilità della forza al piano di sotto, in maniera viscida potrebbe origliare anticipando i loro piani, per poi riferire ai suoi compagni. E credetemi, se Oda farà finta di dimenticare di nuovo l’haki della percezione, potrebbe accadere.
  • Un personaggio caratterialmente nuovo, che fa qualcosa che mai ci aspetteremmo, si, questo lo apprezzerei più di tutto. Chissà, vedremo.

Una cosa però è certa, dopo il murale, la narrazione assume aspetto e termini di valutazione completamente differenti, perché abbiamo un parallelo storico per la prima volta. In cui sono stati commessi errori, azioni nobili, colpe, tentativi di giustizia, tradimenti e lealtà: tutti poi trasmessi a generazioni inconsapevoli.

I miei sensi di ragno vibrano, in quanto, il tema ci introduce a un’oscura mitologia di antiche entità e poteri oltre la comprensione umana, ergo, alla fragile illusione di controllo che gli esseri umani hanno da sempre sulle forze del mondo.

E, purtroppo, questo vale per qualsiasi universo.

Il Sottosopra

‘La narrazione è narrazione.’

– James Cameron

Colgo l’occasione per soffermarmi su alcuni aspetti tutt’altro che marginali. Per quanto un articolo possa giocare sulla flessibilità, Gaban esige un’analisi fluida e coerente, priva di parentesi.

Dicevamo che la ricerca della chiave prosegue, ostacolata dalle dimensioni quasi surreali del luogo, paragonabili al cercare di ritrovare un francobollo in uno stadio. Le conferme sociali, sempre pilastri fondamentali della narrazione, emergono quando Road sottolinea che soltanto Jarl e gli altri anziani sembrano custodire—almeno in via probabile—il segreto della posizione del manufatto. Nuovi elementi suggeriscono infatti che: A. i due giganti che volevano punire Linlin non siano gli unici rappresentanti di quella vecchia guardia; B. dalle parole del navigatore, questa generazione rivesta tutt’oggi un ruolo decisivo e sicuramente riverito. Ciò che colpisce, tuttavia, è l’assenza di un’azione concreta da parte di questi custodi del sapere antico, nonché il silenzio intorno alle opinioni finora fornite da Jarl, portatore sano di mezza spanna di metallo nel cranio.

Per quanto riguarda il gigante, le possibilità sono tre: potrebbe essere coinvolto in un complotto teso a incastrare Loki; o magari il principe ha effettivamente compiuto un omicidio deliberato, giustificando così il suo confinamento, e in tal caso il vecchio guerriero si rivelerebbe nel giusto; oppure, potrebbe non aver assistito all’intero svolgersi della scena, ergo è convinto di agire per il bene senza rendersi conto dell’errore. La riflessione si arricchisce ulteriormente con le parole di Road: ‘Gli anziani non ti direbbero nulla: liberare Loki sarebbe di per sé un crimine. Insomma, la loro parola non è solo tenuta in considerazione, ma hanno potere attivo, il che implica una serie di possibilità, di cui purtroppo mancano dati certi per fare delle stime.

Quindi parliamo dei Dosundada, un fiocco di neve narrativo che sta generando un’autentica valanga speculativa.

Un nome dalla connotazione ambigua nel panorama della linguistica giapponese, il cui significato resta una lettura interpretativa non ufficialmente confermata. Anzitutto, sappiamo per certo che a Linlin mancavano tre razze per completare la sua collezione. Sì, ma si trattava di razze pure. I Buccaneer, come qualsiasi altra variante legata agli ibridi, appartengono alla categoria dei sangue misto, come lo stesso Gaban afferma esplicitamente nel capitolo. Ed è proprio questo il nodo centrale della questione. I Dosundada non vengono introdotti come una razza distinta, bensì come l’ennesima espressione dell’ibridazione. Tuttavia, ciò che desta immediata attenzione è la totale novità del termine: in 27 anni non era mai stato menzionato, esattamente come avvenne per i Buccaneer. Ma a differenza di questi ultimi, su di loro non disponiamo ancora di alcuna informazione basilare.

In tutto quel che Oda vuole mantenere segreto, esiste sempre e comunque un lembo di incertezza, nelle mezze verità di questa saga stiamo vedendo giganti con e senza corna, ma… attenzione, parliamo della stessa specie. Senza complicarci la vita, la presenza delle corna è determinata chiaramente da un gene recessivo.
Se consideriamo un’ereditarietà mendeliana classica, ecco come si trasmettono le appendici per le quali Kaido si definisce Oni, e soprattutto perché saltino famiglie e/o intere generazioni:
C (dominante) = assenza di corna.
c (recessivo) = presenza di corna.
Questo spiega chiaramente perché nella popolazione dei giganti esistano individui con e senza tali tratti, pur appartenendo alla stessa specie.
Il DNA è identico, ma i geni sono recessivi.

Allora i Dosundada restano un mistero, a meno che… non si consideri da quanto tempo esistano, e se ci siano sopravvissuti. Perché una specie ibrida può crearne una pura. In primo luogo, se due popolazioni si incrociano per diverse generazioni, un tratto recessivo potrebbe emergere e diventare predominante nel tempo, dando origine a una razza che appare pura. Questo fenomeno può verificarsi attraverso meccanismi come la selezione naturale, la deriva genetica o l’isolamento riproduttivo. Se un gruppo si accoppia esclusivamente tra individui portatori di un determinato tratto, il gene associato a tale caratteristica diventa sempre più comune, fino a caratterizzare l’intera popolazione. Di conseguenza, una razza originariamente frutto di incroci può, nel lungo periodo, svilupparsi in una popolazione geneticamente distinta.

Questo vale per tutti gli ibridi conosciuti nell’opera.

Un brivido mi corre lungo la schiena, e sapete perché? Perché il teatro dell’ignobile caccia alla volpe, il mattatoio delle razze, non fu altro che God Valley (o quanto meno, il luogo dell’incidente storico). Come abbiamo visto, i Buccaneer erano tra le prede più ambite, ma certamente non gli unici trofei. Oltre a Kuma, abbiamo assistito alla cattura di uomini-pesce, persone convinte che ogni individuo deve poter agire in piena libertà, al di là del proprio genere sessuale (un’idea che, tra l’altro, porterà appunto Ivankov tra i fondatori della Rivoluzione), e schiavi dotati di grande intelletto, come Ginney (rapita a soli tre anni senza alcuna motivazione, se non quella di essere sfruttata nel ‘festival della purificazione’). E proprio in questa saga, chi troviamo? I Cavalieri di Dio, e infine, Gaban. Uno dei Roger che combatterono i Rocks, temendo probabilmente gesti ancora più efferati da parte di Xebec.

Su God Valley torneremo più avanti, la citazione serve a sottolineare che alcune specie non videro mai la luce dei giorni attuali, e se alcune vennero estinte o ebbero le loro croci (come dice appunto Gaban in capitolo), di altre non conosciamo la storia.

Ora, qui lo dico e qui lo nego. Mi ha fatto sorridere un’idea folle, che la mente rifiuta perché dovrebbero essersi incrociate due razze (appositamente o casualmente), il che implicherebbe una lore ancora più antica e tortuosa. Ma, se interpretiamo ‘Dosundada’ come una composizione onomatopeica, la parte ‘dosun’ suggerisce già l’idea di un impatto forte o pesante, mentre la ripetizione (con ‘dada’) potrebbe essere intesa a rafforzare ulteriormente questa impressione, enfatizzando la forza e l’intensità del suono. Del… suono? Come se stessimo ascoltando un impatto o un colpo che rimbalza o si ripete, come un eco?

Forse non era solo Joy Boy a seguire il ritmo di Nika attraverso il battito del suo cuore. Dopotutto, qualcuno doveva pur suonare i tamburi della liberazione.

Lo ripeto mes amis, non è una teoria (si basa sul nulla, per il momento), ma il pensiero mi ha fatto sorridere. In fondo stiamo parlando di One Piece, credete veramente ci sia qualcosa di impossibile?

La logica del caos

‘Di cosa sta parlando questo pazzo!?’

– Dan Brown, Il simbolo perduto

Gaban è una delle soddisfazioni più grandi degli ultimi anni, parlo a titolo personale, ma immagino che per voi sia lo stesso.

Iniziamo dalla cicatrice di fuoco.

Prima però vi ricordo che questa sera vi aspettiamo in Fatal, doppiaggio live del testo tradotto e adattato dal giapponese, teorie, interpretazioni, pensieri, opere e omaggi a Benson, ci vediamo alle 21.00!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

Tornando a noi, quel segno non mi ricorda una fiamma, almeno non fino alla vignetta in cui Scopper afferma di amare la genia dei troublemaker, lì infatti è impossibile non notarlo.

Ergo, Oda ha capito perfettamente che non abbiamo bisogno di altri plot twist, perché ci ha già fatto penare abbastanza. Gaban è la figura misteriosa che viene citata per la prima volta da Kid. Come ricorderete, pur essendo l’ultimo che chiameremmo a fare brain storming, il nostro pirata punk è un campione assoluto nell’arte di raccogliere informazioni (qualcuno dia un premio a Killer). E poi c’è Law, con quella sua tipica espressione di ‘So tutto, ma tanto non vi dico nulla’. E naturalmente Luffy, che in tutto questo, stava ancora cercando di capire dove diavolo fosse finito Sogeking.

Quindi tutte le teorie precedentemente intraviste hanno plausibilità, parliamo della Oro Jackson in quanto nave nera, dell’uovo e della creatura che crea i gorghi marini (non ce lo vedo proprio fruttato, Gaban), e ovviamente del RPG. Per la natura dell’uovo, farò un parallelo più avanti, poiché valgono le stesse motivazione per le quali si parlerà o meno di God Valley, nel caso del Rpg, invece, Gaban non ha nessun motivo per negarlo alla ciurma, ma i villain di saga la vedranno nella stessa maniera?

Procediamo.

La collocazione del braccio sinistro di Roger in trama orizzontale è più che adeguata; la trovo del tutto naturale: non avevamo necessità di un colpo di scena — di quelli ne avremo tanti — poiché, se narrata come si deve, una storia di pirateria richiede inevitabilmente momenti ruvidamente poetici. Presi in prestito l’outfit di Wano e le bizzarrie caraibiche di Crocus, e con i leggendari occhiali da sole ben in vista, emerge dritto dall’andirivieni delle Ere… il profeta dell’amore.

Le cui parole offrono numerose conferme, dunque procediamo con ordine. Scopper percepisce l’Haki dei cavalieri e si dirige verso il castello. Nel frattempo—mentre nei capitoli precedenti lo intravedevamo sullo sfondo, intento a saltellare come Pollon—fanno il loro ingresso i Mugiwara. Per prima cosa, afferma di aver sentito molto parlare di Rufy e di essere a conoscenza della sconfitta di Kaido, subito dopo esprime quanto gli manchi Wano. Quindi…

A) Il pirata rappresenta un caso a parte nel contesto del Warland, ossia un angolo di mondo che riceve solo informazioni sporadiche, frutto di ritrovamenti marittimi. L’uomo con la cicatrice di fuoco, per l’appunto, continua a vagare per mare incessantemente. Essendo un ricercato conosce bene le dinamiche su come ottenere notizie, quindi possiamo affermare con certezza che Gaban sia perfettamente al corrente degli eventi che scuotono il mondo, a differenza di Elbaph, la conferma di ciò arriva dalla menzione di Kaido, annotazione che svela due implicazioni fondamentali: 1) Ecco il motivo per cui incitava i mugi ad avvicinarsi: desiderava dialogare con loro, poiché aveva intuito le straordinarie potenzialità di Rufy, difatti ricordiamo che il Dragone è stato l’unico guerriero invincibile; 2) Questo rappresenta anche il primo indizio decisivo di un interesse mai sopito nei confronti dei Rocks. Gaban, infatti, ha menzionato immediatamente Kaido, il che implica un filo diretto con God Valley e… il tesoro rubato che mise ai ferri corti Roger e Xebec.

B) La nostalgia verso Wano conferma la teoria che vi scrissi già da tempo, certo l’outfit potrebbe averlo trovato ovunque, ma le sue parole accertano una permanenza, vi riporto di conseguenza il mio concetto: ‘Un possibile punto di svolta potrebbe essere stato l’incontro con Crocus. Il kasa e l’haori che indossa la figura di spalle, infatti, giustificherebbero in modo plausibile una provenienza da Wano. Il Paese dei Samurai, inviolato dal Governo Mondiale per secoli, rappresentava il rifugio ideale per chiunque volesse sfuggire al controllo globale. Questo dettaglio spiegherebbe non solo il suo abbigliamento, ma anche la possibile latitanza di Scopper. Nel frattempo, che fosse per necessità (il sapere di Ohara è ora nelle mani dei giganti) o per semplice vagabondaggio, potrebbe essersi ritrovato a viaggiare altrove, seguendo un ciclo di spostamenti ripetitivo ma coerente. E se davvero cercasse libertà assoluta, quale luogo migliore di Elbaph? La terra dei giganti, dove il Governo Mondiale non osa mettere piede. Il rifugio perfetto.’ Tratto da un mio post sul nostro Instagram (bikeandraft).

Il ragionamento ora fila perfettamente, Gaban ha scientemente deciso di continuare ad essere un pirata, scegliendo di volta in volta una base fuori dai radar del Governo Mondiale. Facendo le presentazioni, i mugi collegano Coron e Ripley come la sua famiglia, e qui c’è uno spiraglio interessante, di padre in figlio, vogliamo parlare del fatto se il giovane sia un Buccaneer? Tendo a escluderlo, fino adesso abbiamo conosciuto solo Kuma e suo padre. La madre, essendo umana, introduce la variabile che Orso non sia neppure un Buccaneer ‘puro’. Suo padre non possedeva dimensioni colossali ma una statura fuori dall’ordinario, caratteristica che sarà ereditata dal figlio. Con così pochi elementi a disposizione, ogni analisi rimane incompleta. Non possiamo determinare se la specie sia composta esclusivamente da esseri umani dalle proporzioni straordinarie o se, al contrario, includa anche giganti con limiti di crescita ben definiti.

Per di più, come scopriamo Coron ha vent’anni, difatti Gaban asserisce ‘ci credereste?‘, facendo intuire che il ragazzo abbia DNA puramente dei giganti, essendo quasi adulto pur sembrando un bambino.

La dinamica del dialogo si piega su se stessa, spezzando la linea finora seguita. Dopo essersi presentato come apostolo dell’amore (tranquilli, arriveremo a Sanji), Rufy chiede con calma della chiave di Loki. In questo momento, la Leggenda cambia il proprio approccio, e la progressione narrativa si sviluppa in fasi temporali di grande impatto.

Scopper tratteggia la propria essenza in un battito di ciglia, e il dualismo storico con Rayleigh ci offre la chiave per comprendere il perché della loro rivelazione con un intervallo temporale così ampio. Per chiarire il mio punto di vista, ricorrerò a un esempio in tema con la saga:

Odino/Rayleigh – Il Padre degli Dei, custode della conoscenza suprema. Sacrifica un occhio per bere dalla fonte di Mímir, ottenendo saggezza, ma non la condivide apertamente. Spesso conserva segreti per il futuro, lasciando che solo i meritevoli li scoprano.

Loki/Gaban – Il dio dell’inganno, ma anche del caos e dell’arguzia. A differenza di Odino, Loki non tiene nascosta la verità, anzi, la diffonde in modi imprevedibili, spesso rivelando segreti con un sorriso beffardo. È il simbolo di chi sbandiera la conoscenza, non per rispetto del suo peso, ma per il puro gusto del gioco e della libertà.

Calzano, nevvero?

Questa, sia chiaro, è una mia percezione personale; Oda non lo ha fatto intenzionalmente, ma il risultato non cambia: alle Sabaody, Silvers non poteva né doveva rivelare nulla di concreto, sia per esigenze di sceneggiatura sia perché il suo ruolo era quello di piantare il seme della curiosità, accennare possibilità senza delinearle davvero. Gaban, invece, è il tassello giusto nel momento perfetto, l’uomo che non ti serve la verità su un piatto d’argento, ma ti sfida ad andartela a prendere, e il suo atteggiamento mi ricorda il sergente Hartman in versione gioviale, “Sì, sì, tu mi piaci, vieni a casa mia che ti…”, verrebbe da dire, ma mi astengo dal completare la celebre frase per ragioni di decoro.

Ciò che ho davvero apprezzato è che Gaban non riconosce subito in Rufy la figura di Roger. È solo quando il capitano concentra le sue intuizioni su Loki – se la chiave apre le catene, segna l’avvicinarsi del Ragnarok – che va su di giri. Ma, ribadisco, non sta vedendo in lui Gol D. Roger. È un po’ come quando, incontrando una persona nuova, capita di cogliere un tratto che ricorda qualcosa che amiamo da sempre, o che ci fa pensare a un caro amico: ma non stiamo pensando davvero a quella persona in modo concreto. È chiaro, netto e rifinito: al navigatore manca la vita condivisa con i suoi compagni. E soprattutto, le follie vissute insieme.

Qui inizia una salva inaugurale di intuizioni e scenari a catena. Per prima cosa, Scopper redarguisce Nami con un sorriso sornione, ha colto in pieno la sua intenzione di rimproverarlo per il suo atteggiamento sfrontato. Lei è chiara: certi gusti, certi pensieri, meglio tenerli nascosti. E come risponde il pirata? Esprimendo con estrema calma, che un segreto è degno di tale appellativo solo quando viene spifferato. Qui è la mugi a sudare freddo, riconoscendo in quelle parole la stessa pazzia di Luffy, peraltro, sono entrambi navigatori ma agli antipodi. Questa è poesia.

Gaban agisce come faceva anni prima, senza rendersene conto, consapevole solo di avere davanti a sé un Imperatore. Così gli chiede cosa farà quando Loki si scatenerà nell’ora più buia. Luffy come sempre risponde che semplicemente… gli spianerà le costole. Eppure tutto cambia mentre l’ex Jackson si perde in consigli riflessivi, poiché Luffy gli volta le spalle e inizia a cantare Non me la menare degli 883.

È in quel momento che Gaban vede la personificazione di Roger.

Il legame tra i due è un arpeggio tra il passato e il futuro della pirateria, un’eredità che Gol ha lasciato a Luffy senza averne idea precisa, eppure, entrambi condividono quella voglia di rompere le catene del mondo e di gettarsi nell’ignoto, dove solo la libertà ha valore. Cosa colpisce Gaban? Vedere Roger rappresentare la fine di un ciclo, mentre Cappello di Paglia è il primo passo verso un altro, dove l’indomabilità e lo sprezzo del pericolo diventano l’essenza di un viaggio che trasforma il mondo intero. Perché si ferma, ride felice e realizza – tramite i ricordi – di rivedere il suo migliore amico in lui? Perché entrambi sono simboli di un cambiamento radicale: Gol ha saputo sfidare il mondo, e Luffy, più che seguirlo, lo farà evolvere, scatenando una guerra che nemmeno Il Re dei Pirati avrebbe potuto immaginare.

Infatti chi mette de facto in moto gli eventi? L’esimio Scopper, che rivela la posizione della chiave. Mes amis, valeva la pena aspettare? La mia risposta potete intuire quale sia.

Riguardo a questo orpello narrativo dei parallelismi, voglio fare l’osservazione che avevo anticipato su God Valley. Potremmo mai sapere qualcosa in merito? Chissà. Non c’è dubbio che questo sia il momento giusto per parlarne: siamo al terzo spaccato storico con la ciurma leggendaria, abbiamo un protagonista diretto degli eventi, l’uomo che non ha mai rinunciato a far vacillare il Medioevo imposto. Narrativamente, è perfetto. C’è però un aspetto che non mi convince del tutto. Un flashback diretto implica dei dialoghi, ma come si possono rappresentare le parole specifiche di tre figure con la D in antitesi (Garp, Roger, Xebec) senza far intuire il disegno generale? Quello è compito di Robin a Laughtale.

A complicare ulteriormente questo scenario ci sono le motivazioni in gioco. Da un lato, abbiamo il tesoro per il quale le due ciurme furono in conflitto, quindi una ragione personale. Dall’altro, emerge uno scenario che ricorda il multiverso, dove due buoni — seppur per ragioni completamente diverse — finirono per difendere indirettamente gli interessi dei Draghi Celesti. In conclusione, credo sia possibile una singola porzione di verità, ma a condizione di evitare (o magari, sapientemente dosare) dialoghi chiave in momenti cardine, perché anche il solo motivo dell’attacco di Xebec ha sentore di ragioni antiche.

La diatriba sulle ali viene finalmente messa da parte (Deo Gratia), senza trucchi o inganni. Zoro è sempre stato l’incarnazione di Rayleigh, e Sanji l’equivalente di Gaban: uno è il braccio destro, l’altro il sinistro. Non potrebbe esserci niente di più equo. Anzi, è evidente che fossero sullo stesso livello. In questo, il pensiero del Re risulta incredibilmente semplice e chiaro: l’unico concetto che risalta è uno solo, e cioè che i due sono sempre stati e sempre saranno l’uno al fianco dell’altro. Il resto è fuffa.

La potenza di Scopper Gaban poi, è fuori discussione. Ricordate la sua reazione quando Roger si inchinò a Newgate, chiedendogli Oden per un anno? Fu il primo a perdere il controllo. Quella stessa ferocia gli permise di frapporsi da solo tra un amico che doveva ricevere cure e un’intera ciurma nemica, polverizzandola completamente e radendo al suolo una intera montagna. Il personaggio del navigatore è costruito con una caratura semplicemente splendida. E poi arriva la scelta: il test di Nika. La Leggenda prende la decisione in un istante, mentre ricorda Gol, non successivamente. Porta la ciurma alla chiave, e appena la vede, vi piomba accanto, pronto a prepararsi. Credetemi, poche volte ho bramato uno scontro così intensamente.

Gaban non lo fa per sfiducia, non ha problema alcuno nel far liberare Loki, né intenzioni realmente ostili verso Luffy. E’ il mentore che sorride felice dell’allievo, ma potrebbe mai farlo se il pupillo non avesse superato nemmeno un esame? L’obiettivo non è la chiave ma lo spirito. Esattamente come per Rayleigh, la vecchia pirateria deve fare passaggio di testimone. Le informazioni i giganti le raccolgono in mare, pensandoci, il navigatore ha visto la forma di Nika? Come reagirà vedendo la personificazione in carne e ossa delle risate fatte a Laughtale? Ma soprattutto. Come si fa a non essere romantici, con One Piece?

Oda sfrutta il ritualismo storico per ricordarci che il confine tra noto e ignoto è sottile e… permeabile.

Come sempre vi linko il video del Re, tra umorismo, analisi, e una linea temporale (elemento determinante) perfettamente ricostruita, avrete di che deliziarvi come come sempre, a voi!

E se foste interessati ad altre analisi su altri 
manga, vi invito a visitare il mio canale…

https://www.youtube.com/@Cenere_SG

Il marchio del passato

Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere e ragionare.

Oltre il quadro generale, Gaban rappresenta il legame con le generazioni passate di pirati, il vero pregio di questa saga sta appunto nel parallelismo storico, pensate al murale delle tre ere. La storia, con i suoi errori e le sue conquiste, diventa un marchio indelebile che si fonde con l’identità collettiva, tracciando un cammino che le generazioni future dovranno percorrere, portando con sé le cicatrici lasciate da ciò che è stato.
Questa finezza mi ha conquistato: dopo la saga del pragmatismo e della scienza, arriva quella arcaica, che riporta alla luce le ombre più oscure dell’animo umano.

Beh, come diceva Baudelaire, è il malinteso che manda avanti il mondo…
I sogni degli uomini… non moriranno mai!
Non lo trovate ironico?
E’ proprio l’oscurità a splendere, nel crepuscolo di un’epoca che sembra aver dimenticato l’arte di sognare.

Godiamoci il viaggio, genti

‘Far, far, far, way beyond in the dark
All the shades of the past
showing off their mark’

– Wind Rose, Dance of the axes

Cenere

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