‘To discover the loneliness
And be too proud to show the wounds
Will forever wander alone through the years‘– In Flames, Embody the invisible
Salve genti, nuova analisi, capitolo 1138: si fa la storia.
Oda colpisce basso e preciso. Messi da parte gag e registro umoristico, ci rivela esattamente ciò che desideravamo, coinvolgente, audace, delirante: Elbaph diventa il nucleo emotivo che ingaggia un furioso corpo a corpo con le nostre più accese fantasie.
Questo capitolo è una fiammata. Di quelle che si ricordano.
Fermatevi per un attimo a riflettere su ogni dettaglio-chiave di One Piece: vichinghi, principesse sirene, Lunaria, antica tecnologia, Nika, angeli, demoni, arche bibliche, razze perdute, il sole. La luna. Qui c’è tutto.
Tra il sublime e il folle, intravediamo i primi bagliori dell’aurora, che preannunciano l’inizio (o la fine?) di un mondo.
Ma andiamo con ordine.
E’ il momento dell’Elzeviro…
Giubileo intermittente
Toh, era proprio Who’s who, ma quale inconcepibile sorpresa.
Una mente tanto fine, si penserebbe abbia certamente formulato ragionamenti saggi e precauzioni acute, se non fosse che il rifugio che ci viene mostrato mette in evidenza la tipica maschera conosciuta da tutti. È come cercare di non attirare l’attenzione mentre si corre con un campanaccio al collo, sparando fuochi d’artificio. Lo vediamo vestito come i suoi scagnozzi: haori e sandali tradizionali, intercalati da elementi tipici dei pirati delle 100 Bestie. È lui dunque la ‘mente’ dietro questa audace Haute Couture, che fonde innovazione e tradizione, con sbarazzini dettagli che riscrivono le leggi dell’eleganza. Oh, che meraviglia. Il passo da killer a stilista è breve.
Facezie a parte, di Minatomo non v’è traccia (potrebbe essere qui come altrove); ma come vi dicevo, le ragazze con l’aria contrita potrebbero essere le stesse del chiosco di soba. Quindi tutto farebbe credere che il pirata si sia ritagliato un posto al sole in quel di Wano, convinto che (come dimostra la sua risata spensierata) una volta partiti i Mugiwara, non esista una forza tale da scalzarlo dalla sua posizione. Credo che abbia fatto male i conti.
Qui entra in gioco la spada di Yasuie. Poiché si aprono due opzioni: A. Who’s ha pianificato il furto alla guerriera, sicuro della propria forza (per non parlare del suo ‘irriconoscibile’ rifugio); B. è felice come un beota per un nuovo crimine, ma ignaro dell’ira che sta per attirare. In ogni caso non si tratta di una scelta fatta con acume. Yamato possiede, senza sottili giri di parole, la forza necessaria per infilargli due dita nel naso e dargli un ceffone talmente forte da trasformarlo in una trottola, attaccargli alle mani due sedie e venderlo come giostra.
Ci sarà da ridere, ma ora è il momento di attivare le sinapsi e dare una scossa all’amigdala del recensore, citando uno di voi vecchi cuori, Il Tobi.
Il capitolo di oggi è più della semplice continuazione di un racconto.
Racchiude l’eco di un ‘giubileo’ destinato a ripetersi. Il termine in questione, derivato dall’ebraico yōbēl, ci rimanda alla remissione dei debiti e alla liberazione degli schiavi.
L’estetica del murale gioca un ruolo cruciale, evocando una sensazione di feroce predestinazione. La luce e l’ombra, la giovinezza e la decadenza di un mondo si mescolano in un paesaggio dove il destino è stato già scritto.
Ma dove ogni scelta può ancora alterarne il corso.
Signore e signori: capitolo 1138…
Tripartizione
‘Dal fanatismo alla barbarie è solo un passo.’
– Denis Diderot
La narrazione riprende al momento del pestaggio di Loki.
Il principe la butta giù tanto piatta da fare tenerezza, tenryūbito e pirati sono poli estremi inconciliabili, eppure due di loro hanno lo stesso viso, tuttavia il comandante dei Cavalieri non si lascia turbare dall’accostamento a Shanks; anzi, fornisce informazioni chiare, destinate esplicitamente a noi lettori. Shamrock è lapidario: il Rosso è suo fratello minore, tornato nella Terra Sacra una sola volta dichiarando chiaramente di preferire il mondo libero. Da qui possiamo dedurre alcuni punti fondamentali.
- Innanzitutto, i Figarland erano ovviamente a conoscenza della sua esistenza. Perché, teoricamente: A. Forse fu uno di loro (o qualcuno della loro cerchia) ad abbandonarlo. B. Come ho sempre sostenuto, era impossibile che ignorassero la sua presenza: mezzo mondo è tappezzato con la sua taglia.
- Le opinioni del cavaliere su Shanks non sono del tutto definite. Mantiene il solito tono di superiorità, disprezzando sia il ‘mondo inferiore’ sia la scelta di viverci, ma non esprime un vero biasimo verso il Rosso. Attenzione: non sto suggerendo che in lui vi sia un barlume di bontà o indulgenza, ma è curioso che un estremista simile eviti di definirlo feccia, limitandosi a chiamarlo “fratello”. L’unico disprezzo che traspare, infatti, è rivolto al mondo comune.
- Ed è proprio questo a rendere la questione intrigante. Non conoscendo i dettagli della separazione, ignoriamo chi ne sia stato l’artefice e quale fosse il motivo. Shamrock stesso introduce uno dei più classici ‘mio fratello, separato da me dalla nascita’, ma se i Figarland hanno – per ragioni ignote e imperscrutabili che spettano solo a Oda – anche solo la minima intenzione di reclamare Shanks, magari persino con la forza, finora non hanno potuto farlo perché Garling non ne aveva l’autorità. Adesso, invece, sì. Con uno di loro al potere, certe decisioni potrebbero essere legittime, anche se in passato non erano una priorità per i Gorosei. L’idea mi affascina.
La presenza di Shanks nella Terra Sacra alimenta ulteriormente la rabbia di Loki, quasi lo ritenesse recidivo. Il principe dei giganti lascia intendere che, sebbene per motivi probabilmente diversi, disprezzi entrambi i fratelli, e sottolinea quanto trovi ironico questo odio condiviso. Questo dettaglio serve a chiarire che il suo astio nei confronti del Rosso è autentico. L’unica alternativa plausibile sarebbe un accordo segreto tra i due, ma l’ipotesi che Shanks e Loki abbiano stretto amicizia dopo il loro duello implicherebbe uno scenario piuttosto controverso: il Rosso avrebbe dovuto accettare, seppur controvoglia, di far imprigionare il vichingo per non compromettere i rapporti con Elbaf. Ma allo stato attuale consideriamolo un antagonista di entrambi i fratelli, tanto, con Oda è tutto possibile.
Rimanendo in tema, è evidente che la frase ‘mio fratello è già stato a Mary Geoise‘ suscita immediatamente l’ipotesi che il Rosso possa aver avuto un incontro con i Gorosei, ribaltando ancora una volta la situazione. Questa affermazione appare come una pulce nell’orecchio, quindi basta ascoltare la voce del pragmatismo:
- Se fosse stato Shamrock a parlare con i Gorosei, è stato chiaramente per Loki e la sua influenza su Elbaf, considerando la proposta di reclutare il Warland. La settimana scorsa ho discusso di questo, sottolineando che i cinque (secondo me) si opposero, poiché il piano è stato attuato solo dopo che Garling ha raggiunto il potere.
- Se fosse stato Shanks? Beh, allora le cose si complicano. Perché l’erede della volontà di Roger dovrebbe favorire i suoi acerrimi nemici? Primo, il pirata ha chiaramente scelto di vivere nel mondo libero; secondo, perché avvertire gli Astri che il loro anticristo personale stava per risvegliarsi, innescando ciò che assolutamente non vogliono: la terza era, che chiuderebbe il cerchio nella riunione dei due Dei? A meno che, proprio Roger, grazie al suo viaggio a Laughtale, non abbia dato istruzioni al suo pupillo, dopo aver letto (e esserne stato conquistato) la vita di Joy Boy. Forse sa che certi eventi devono essere scatenati. È così machiavellico da compiere un giro cognitivo completo e renderlo plausibile.
Tornando a Loki.
La sua natura potenzialmente benevola emerge ancora una volta. Sebbene abbia mostrato disprezzo dopo la condanna del suo amico lupo – estesa nel frattempo anche agli altri animali – chiarisce senza ambiguità il suo intento di vendicarli. Questo dettaglio porta a due considerazioni:
- Primo, per pura logica, se Loki fosse realmente malvagio lo sarebbero anche i suoi animali. Eppure, li abbiamo visti in perfetta sintonia con Rufy, elemento che induce a riflettere.
- Secondo, il sacrificio non gli è andato giù, ma il fatto che sia disposto a farsi torturare e, soprattutto, a vedere i suoi compagni morire, suggerisce che conosca fin troppo bene la crudeltà dei Nobili Mondiali e tema conseguenze ben peggiori. In altre parole, sta proteggendo qualcosa con tutte le sue forze.
La settimana scorsa vi dissi che il fratello di Shanks non mi suscitava alcuna emozione; tuttavia, questo capitolo mi ha fatto ricredere, grazie al temperamento del personaggio e alla figura mitologica della spada. Richiamiamo i presupposti: Shamrock deve cambiare tattica, e appare decisamente contrariato; ho scelto con cura questa parola, piuttosto che termini come ‘rabbia’ o ‘furia’, poiché ritengo evidenzi il suo carattere in maniera più incisiva.
I Gorosei hanno manifestato una gamma d’emozioni che va dalla fredda indifferenza all’ira; persino Garling e Gunko hanno mostrato segni di stizza, mentre Shamrock rimane impassibile. A mio avviso, questa sua freddezza è particolarmente inquietante, poiché incarna fanatismo puro. Avete presente Griffith di Berserk e Light di Death Note? Figure che, grazie alla loro calma glaciale e al rigoroso controllo emotivo, si distinguono nettamente dai personaggi comuni, presagendo una possibile evoluzione – o addirittura trasformazione – della loro natura.
Quell’archetipo che spesso incarna una calma glaciale e una spiccata aria di superiorità insomma, mi trasmette l’idea di un potere e di un controllo quasi sovrumano. La loro incapacità (o scelta) di non mostrare emozioni intense, come la rabbia o l’ira, serve a mantenere una distanza netta dal ‘comune mortale’, facendo sembrare che qualunque espressione di debolezza li renderebbe meno straordinari o addirittura vulnerabili.
Questa caratterizzazione funziona su diversi livelli:
- Narrativo: Il personaggio diventa un enigma, difficile da comprendere e intimidatorio.
- Tematico: Viene spesso messa in luce l’idea che il vero potere deriva dal controllo di sé stessi, anche quando le emozioni negative potrebbero offuscare il giudizio.
- Estetico: L’immagine di un personaggio che non perde mai la compostezza accentua il contrasto con gli altri, rendendo le scene di eventuale rottura emotiva particolarmente drammatiche.
Come Sōsuke Aizen di Bleach, per intenderci. Eppure in parte non è che una messa in scena: quando Loki giura vendetta per i suoi compagni, Shamrock (seppur per un istante) si lascia sfuggire un moto di sdegno e interviene con un classico «Come osi minacciarmi?» . D’altronde lui e Gunko hanno ricevuto l’addestramento di Garling, figura capace di far impallidire persino i Gorosei.
E ora la spada.
Come per Funkfleed – la spada di Spandam – si tratta di armi che hanno ingerito un frutto Zoan (in teoria, poi vai a sapere), il che implica che hanno acquisito una vita propria e sviluppato una sorta di coscienza, arrivando persino a creare un legame affettivo con il loro padrone. Il cerbero che vediamo in scena, però, presenta tratti ben più inquietanti e caratteristiche distintive, poiché parliamo di uno Zoan mitologico. Funkfleed era sicuramente imponente, ma aveva un carattere gioviale (a meno che non si trovasse di fronte al pericolo) rivelando anche un certo lato timoroso. Cerbero è tutt’altro. Partendo dalle tre teste ferocissime, il corpo della bestia si separa completamente dalla spada, in un’interpretazione che sfiora il body-horror alla Cronenberg. Da ciascuna delle fauci, escono delle lame, e… il bello deve ancora venire.
Lo scrambling (da qui il nome della sua tecnica, scramble) è un termine utilizzato principalmente nell’ambito delle forze aeree. Indica una procedura rapida in cui gli aerei da combattimento vengono lanciati in volo nel più breve tempo possibile, generalmente in risposta a una un’invasione dello spazio aereo. La parola quindi ci suggerisce l’idea di un’azione improvvisa e frenetica, utile in combattimenti condotti da gruppi più piccoli contro forze regolari più grandi, spesso in contesti di inferiorità di risorse.
Quindi, come funziona esattamente? I collari del cane – lo ammetto, ho riso come un matto – sembrano agire come rotori. Una volta che viene raggiunta la potenza necessaria, il decollo si svolge tramite una sorta di auto-decapitazione del cane, che avviene appena Shamrock impartisce l’ordine. Quando Loki ha gridato ’Ma cos’è? Ma che schifo!’, immaginatemi letteralmente piegato in due dalle risate. E il bello arriva quando il decollo si trasforma in uno scramble, dove il cane guadagna quota per acquisire la velocità necessaria alla picchiata. Non so se sia più inquietante o comico, ve lo giuro.
La scelta dell’animale è casuale? Personalmente credo di no.
La triplice testa di Cerbero è stata interpretata in vari modi nella storia. Alcuni studiosi suggeriscono che rappresenti le tre età dell’uomo—giovinezza, maturità e vecchiaia—simbolizzando la presenza costante della fine in ogni fase della vita. Attenzione, altri vedono nelle tre teste una metafora dei tre momenti temporali: passato, presente e futuro, indicando la pervasività del destino attraverso il continuum temporale. Ora tenete a mente i Gorosei al Reverie, prima di incontrare re Cobra, quando parlano di dover mantenere il segreto e quindi l’equilibrio del mondo, poi pensate al murale i chiusura di capitolo. Cerbero, il temuto cane a tre teste della mitologia greca, è il custode che impedisce a chiunque di varcare il confine tra i regni.
Guardiano che non solo protegge, ma sfida chiunque desideri accedere a ciò che è proibito, rappresentando la condizione universale della nostra paura e del nostro desiderio di superare ciò che ci separa dal mistero. Tenendo a mente la sua ambivalenza, è evidente: Shamrock non è solo un ostacolo, ma anche un passaggio necessario.
E’ un’estremista e un fanatico. Tanto indifferente alla violenza esercitata su Loki quanto apparentemente privo di anima, infatti, vuole piegare la volontà dei vichinghi prendendo i loro figli. Definirlo spietato è un eufemismo.
Da questo punto di vista, diventa un ponte tra due mondi: quello degli ideali ribelli e quello dell’ordine imposto dai Gorosei. In questo contesto, il Cerbero assume il duplice ruolo di simbolo e strumento, mentre Garling è il nuovo Gorosei. Allo stesso tempo, il figlio che comanda i Cavalieri di Dio – il braccio armato dei Draghi Celesti – potrebbe rappresentare la personificazione perfetta della contraddizione insita nel sistema dei Tenryuubito: da un lato, un ordine che promette protezione e stabilità, e dall’altro, una costrizione brutale che nega la libertà individuale.
Shamrock è il guardiano di Mary Geoise, e dei suoi segreti.
Quel che mi dà da pensare è la funzione di tale compito, però. Il ruolo di Cerbero non è solo quello di proteggere l’ingresso, ma anche di preservare l’ordine cosmico, impedendo che l’equilibrio venga infranto. Nonostante la sua apparente crudeltà, Cerbero ha una funzione purificatrice, come se la sua stessa ferocia servisse a segnare l’inviolabilità di un confine sacro. Le tre teste non sono un mero dettaglio fisico: ma la chiave per comprendere la sua simbolica complessità. Ognuna rappresenta una visione diversa del mondo: una guarda al passato, una al presente, e l’altra al futuro.
Questa tripartizione – proprio nel capitolo sui tre cambiamenti del mondo, con il terzo in atto – mmmhhh… no, non mi pare per niente casuale.
Storytelling a gogò
‘La storia è così soggettiva. Chi la racconta la determina.’
– Lin-Manuel Miranda
La scena con Luffy gode di una sceneggiatura eccellente.
Anzitutto, spiega come l’effrazione sia avvenuta dall’interno: i vichinghi menzionano Shanks, il che ci ricorda che Shamrock e Gunko si sono materializzati già all’interno del castello. Questi sono i due giganti sopraffatti dai Cavalieri di Dio, i quali successivamente hanno sfondato la porta per mettersi sulle tracce di Loki. Un dettaglio piuttosto marginale. Il vero pregio della narrazione risiede nella capacità di sorvolare agilmente su potenziali confusioni o dubbi riguardanti la questione dei gemelli, evitando spiegazioni superflue.
Se Oda scrivesse ancora come qualche anno fa, avete idea di quanto ci avrebbe tenuto sulle spine? Magari con Rufy che scambia l’uno per l’altro, in un gioco di malintesi destinato a protrarsi per interi capitoli. E sì, sarebbe potuto accadere, visto che in molte scene Shamrock indossa il mantello, e le braccia non si vedono. In ogni caso, questa sequenza crea il presupposto perfetto per una motivazione altrettanto solida: esiste qualcuno identico a Shanks, ma capace di azioni che il Rosso non compirebbe mai. I Mugiwara sono già su questa lunghezza d’onda, mentalmente pronti a trovarsi di fronte un individuo sospetto con le stesse sembianze del loro alleato. L’idea che Oda potesse trascinarci per intere pagine in un teatro degli equivoci mi atterriva, sinceramente.
Questa sera vi aspettiamo in Fatal! Doppiaggio live del testo giapponese, teorie folli, interpretazioni audaci e tanto buonumore, ci vediamo alle 21.00!
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Riprendendo, la ricostruzione è semplice, efficace e regge benissimo. La fede incrollabile di Luffy verso il Rosso, fa vagliare immediatamente l’ipotesi di una somiglianza e… si arriva a parlare subito di un parente, precisamente il fratello. Perfetto, meraviglioso. Poi, per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, Oda usa la sovrapposizione delle vignette, per far ricorso all’abduzione, ossia ciò che un autore intravede fra il suggerimento implicito e l’allusione narrativa. Parliamo di un tipo di ragionamento logico che consente di formulare un’ipotesi plausibile per spiegare un fatto osservato. Nel contesto letterario, può essere impiegata per suggerire al lettore una possibile interpretazione o soluzione a un enigma narrativo, senza fornire una conferma definitiva.
Infatti, mentre Luffy parla di Shanks, afferma di non aver mai parlato con lui della sua famiglia, e che sicuramente (a parte Buggy, s’intende) riteneva tale la ciurma della Oro Jackson, sovrapponendo le vignette, vediamo colui che stiamo sperando sia Scopper Gaban.
Parentesi: Prestate attenzione, perché quanto sto per dire sarà utile anche nell’analisi del murale finale. Il fatto che Oda abbia inserito quella figura in quel preciso momento, non uno qualunque, mentre si parla dei pirati di Roger, non fa altro che sottolineare quanto l’autore sa perfettamente cosa passa per le nostre teste. Sbandierare quella sagoma in quel contesto ci rivela, in modo plateale, che il sensei gioca con noi. Sa esattamente dove, come e quando confonderci. E tenete conto che scrive con un mese e mezzo di anticipo.
Chiusa parentesi.
L’arcano dunque sta per svelarsi, perché finalmente il personaggio si sta dirigendo proprio verso la ciurma. E la settimana prossima non ci sarà pausa! Se fosse davvero chi speriamo, potrebbe finalmente fornirci quel contesto tanto atteso. Perché, se si trattasse di Gaban, sarebbe impensabile che non abbia avuto contatti con Shanks, anzi, quel personaggio potrebbe aprirci un intero universo di possibilità. L’eminenza grigia potrebbe dipingere per noi un quadro completamente nuovo.
Immaginate dunque Luffy al cospetto di Shamrock – l’incarnazione malvagia di Shanks – che profana ciò che il capitano considera sacro, perpetrando atti efferati; oppure che denigra apertamente il fratello minore, relegandolo al rango di feccia. In una delle ipotesi che troverei affascinante, nonostante l’aura tetra e la ferocia delle sue azioni, sarebbe magnifico se esprimesse il sincero desiderio di riavere il Rosso al suo fianco, come se la separazione non fosse stata frutto di una scelta consapevole dei Figarland, bensì un’imposizione delle spietate leggi di Mary Geoise. Improbabile, inconcepibile, assurdo? Sì, ma tale scenario scuoterebbe le fondamenta delle nostre certezze. Ci furono due guerre, molteplici antagonisti, ma qualcuno ha mai definito con chiarezza chi fossero i giusti e chi i malvagi?
E ora, pulsante come il battito rivelatore al centro del racconto di Edgar Allan Poe, giungiamo al fulcro della narrazione odierna: il murale.
Verità a doppio fondo
‘La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni‘
– da Le Mille e Una Notte
Le parole di Robin, quelle di Ripley, gli scarabocchi ancestrali scoperti da Franky, questa parte è un tutt’uno. Prima analizziamo il contesto (impossibile non farlo) e poi, punto per punto, il murale.
La gigantessa e il cyborg sono andati a visitare Adam, mentre Robin legge l’Alley con Saul. Ottimo stratagemma: mandare il membro della ciurma che conosce il valore materiale dell’albero – affiancato da una studiosa esperta della storia di Elbaph – e, allo stesso tempo, lasciare l’archeologa ad interpretare il testo sacro dei giganti, insieme all’unico il cui giudizio è più influenzato dal rigore storico che da leggende nebulose. Ripley ride di cuore nel comprendere il reale valore del venerabile legno, mentre Franky realizza quale impresa rappresenti arrivare fin lì per tagliarlo. Mi tornano in mente i reietti confinati nell’oltretomba dei ghiacci, coloro che secondo Loki osarono sfidare Elbaph. Poiché ritengo difficile credere che degli umani abbiano dichiarato guerra ai giganti, quando persino il Governo Mondiale si guarda bene dal farlo.
Primo contesto: il murale non è altro che una serie di disegni realizzati da bambini, risalenti alla fine del Secolo Vuoto. Questo spiega moltissimo. I cento anni rappresentano un reset collettivo della coscienza; ecco perché esseri antichi come Yarl non riescono a coglierne il significato. Gli unici che potrebbero illuminarci sono Emet e Zunesha, entrambi ridotti strategicamente al silenzio dalle esigenze narrative di Oda. Ad ogni modo, quei disegni sono stati realizzati durante o immediatamente prima della Seconda Guerra. E il quadro che ne emerge è il seguente:
- L’gnoranza dei fatti è stata realizzata tramite l’uso di un frutto (sinceramente? Fa troppo ‘Naruto’ per i miei gusti) o grazie a un progressivo distacco nel corso dei secoli, istigato dalle severe leggi del Governo Mondiale, la conoscenza storica è stata distorta e ridotta a zero. Se la guerra è avvenuta 800-900 anni fa, il ‘vuoto’ è un intero secolo necessario per sopprimere la coscienza collettiva attraverso leggi, corruzione e minacce. Come ho sottolineato nelle precedenti analisi, non basta la memoria tramandata da Yarl dai suoi parenti (il gigante ha più di 400 anni, quindi la memoria dei suoi avi risale esattamente al Secolo Vuoto), poiché il reset è avvenuto prima. I secoli successivi hanno consolidato questa progressiva tabula rasa, ma la damnatio memoriae è durata 10 decadi piene, mica un anno; quindi, tutto ciò che è stato trasmesso da allora è confuso e artificiale. Cosa lo dimostra? Semplice: Ohara ha ricostruito informazioni e sollevato dubbi a caro prezzo, un lavoro che ha impegnato tutta la vita di Clover, basato comunque su sensazioni e incertezze, oltre che su libri ‘proibiti’. Il murale? Ancora meglio: è inciso nella corteccia di Adam, là dove il Governo Mondiale non può agire senza scatenare una guerra. Quindi intoccabile. Difatti Shamrock desidera la forza dei giganti, temuti per la loro potenza. Dunque, è plausibile.
- La regia della scena è costruita con maestria. L’Alley infatti è un testo sacro – sebbene confuso – redatto durante i cento anni o, al massimo, subito dopo. Raccoglie tutte le leggende dei giganti, ma la sua natura rimane poco chiara. La profezia è stata tramandata attraverso la semplice tradizione orale, come nel caso di Nika? O è forse l’austerità e la forma fin troppo aulica che finisce per offuscare la comprensione? L’unico criterio di valutazione che possiamo applicare è il seguente: A. non è in grado di chiarirci nettamente chi diede inizio ai conflitti, quindi i veri colpevoli; B. è incredibilmente preciso nel sottolineare che solo la terza era che verrà riuscirà a ricongiungere due delle divinità coinvolte, inaugurando finalmente una nuova alba. Per pura logica – sarà solo il sensei a rivelarci la verità – stiamo osservando le due ere corrispondenti ad altrettante guerre, perché la terza è in corso. Infatti, riguardo alla regia di cui si parlava prima, il suo merito sta nel saper intrecciare la guerra immaginata con gli occhi dei bambini, che tracciano le leggende del testo sacro e le storie narrate dagli adulti. Qui giunge finalmente la conferma definitiva: se le uniche testimonianze dirette di quel periodo sono così confuse, possiamo davvero sorprenderci che, 900 anni dopo, le persone abbiano dimenticato ogni cosa? No, non credo affatto.
Giustappunto, i giganti da allora vedono e si identificano in Nika ognuno a modo suo, basandosi prevalentemente sul gusto personale e la propria visione del mondo, e ora, passiamo al murale.
Mi limiterò a una ricostruzione estremamente teorica; tenete a mente che ogni singola deduzione non è fondata su certezze, poiché osservo il murale attraverso la lente con cui Oda interpreta le doppie verità. Ricordate la silhouette con cui disegnò per la prima volta i Cavalieri di Dio? Era l’effige di Shanks, un dettaglio che ritenemmo un semplice confondere le acque. Successivamente abbiamo conosciuto Garling, e per mesi abbiamo creduto che fosse un generico, ma voluto, riferimento alla famiglia Figarland. In realtà, fin dal principio, il sensei stava disegnando Shamrock. Quello che vediamo è una verità a doppio fondo. Sempre e comunque.
Iniziamo:
Primo Mondo
Sulla terra vi era fuoco.
L’uomo cedette al desiderio
e toccò il sole proibito.
Il bordo del murale è circondato da fiamme, da un lato all’altro, questa sezione sembra illustrare le origini di un conflitto o di una catastrofe, innescata dall’umanità che sfida i limiti imposti dalla natura o dagli dei. Questa interpretazione suggerisce che il “Primo” rappresenti una fase primordiale della storia del mondo di One Piece, caratterizzata da conflitti e cataclismi scatenati dall’ambizione umana. Una narrazione simbolica e allegorica.
Anzitutto, parliamo di Lunaria e Birka, i secondi, insieme agli Skypieani e agli Shandia, sono discendenti di un’antica civiltà lunare che, come sappiamo, a causa dell’esaurirsi delle risorse sulla Luna, migrò verso la Terra stabilendosi sulle isole del cielo. La differenza tra i Lunaria e le popolazioni sta nella natura divina, i tre popoli non sono che: A. o discendenti, nati da una commistione tra le due razze (la mitologia è piena di tali esempi, basti pensare a Zeus); B. popolazioni con peculiarità fisiche diverse dai terrestri, sono comunque alieni, ma pur sempre differenti dai veri e propri Dei ossia i Lunaria. Dio non creò l’uomo a propria immagine e somiglianza? Infatti le tre progenie li ricordano, anche se in maniera differente.
La frase sulla terra vi era fuoco potrebbe rappresentare l’energia primordiale o il caos iniziale. Niente di nuovo che non sia già insito nella natura umana, molti popoli erano in conflitto per raggiungere la supremazia, o per astio magari, successivamente: L’uomo cedette al desiderio e toccò il sole proibito. Qui le strade si biforcano. Il sole proibito era la genesi del Mother Flame? Possibile, ma implica che esistesse un unica civiltà nettamente anni luce rispetto la popolazione comune, suggerisce l’ambizione umana di raggiungere poteri proibiti o divini. Vegapunk è stato il primo avviso di Oda, infatti questa interpretazione collega non per la prima volta, il mito del ‘Sole proibito’ all’energia nucleare e alle sue conseguenze. Il parallelo è evidente. Einstein tornò in Germania, con l’avvento del Nazismo (per le sue origini ebraiche) si trasferì in America (1933). È il momento in cui riprendeva le ricerche ma si rifiutava di contribuire alla bomba atomica. Scrisse Come io vedo il mondo, in cui delineò il testamento spirituale, che fu reso pubblico pochi mesi dopo la sua morte dal filosofo Bertrand Russell, esattamente come il messaggio postumo di Vegapunk.
Qui parte la vera teoria, prendetela con le pinze, ne so quanto voi.
Il Regno Antico sviluppò una tecnologia tale da sostenere e aiutare il mondo, ispirandosi al divino? Oppure, ebbri di potere, iniziarono senza pietà a rendere schiavi (L’uomo cedette al desiderio e toccò il sole proibito. Gli schiavi pregarono) le popolazioni inferiori per avere la bassa manovalanza necessaria a tale intento? Solo questo, pone nell’ottica sfumata di bene o male l’antico regno che i venti combatterono. Ma furono talmente geniali da creare il Mother Flame, oppure la frase ‘cedette al desiderio’ implica che furono attratti dai Lunariani, che possedevano – per diritto di nascita – l’abilità unica di manipolare il fuoco?
Caso vuole, che questa riflessione combaci esattamente con la quella nella mia analisi precedente, leggete con attenzione:
‘Nella fantascienza, così come nella letteratura classica, gli equilibri si spezzano invariabilmente quando l’uomo tenta di giocare a fare Dio, cercando di appropriarsi di un potere che non gli appartiene. Ma qual è il dono più grande che una divinità può elargire all’umanità? Il libero arbitrio: la capacità di scegliere, di percorrere il proprio destino, sia che conduca al giusto, sia che conduca all’errore. È la quintessenza che distingue il bene dal male, la linea sottile che definisce la libertà stessa dell’esistenza umana. Per questo Nika si è presentato sempre sull’orlo della fine senza causarla direttamente? Ovviamente lo ipotizzo seguendo le parole di Jarl: ‘Tutti coloro che non riescono a vedere una via di uscita, si rivolgono a lui in cerca di speranza‘. Il che non rende chiaro se Imu sia totalmente malvagio o Nika esclusivamente buono.
– articolo sul capitolo 1137
L’ho scritto inconsciamente, ma calza alla perfezione. Poniamo caso che i Lunaria abbiano attratto l’attenzione degli umani meno scrupolosi, e che, grazie alla loro natura e ai loro poteri, siano stati definiti veri e propri dei. Fin qui ci siamo. Non credo fossero visti come “Dio della terra” grazie alla loro essenza superiore, è nettamente più probabile che una figura a noi sconosciuta – la terra – si unì allo sdegno dei Lunaria nel vedere la razza umana predare o emulare il loro potere. Qui subentra Nika. Il vuoto logico sussiste nella mancanza di conoscenza sugli albori di questo mondo. Perché i casi sono due: o esisteva tale divinità fin dall’inizio, insieme al Buddha, alla Fenice e via dicendo, oppure la necessità dell’unica fascia sottoposta a soprusi e piagata – gli schiavi – risvegliò o fece nascere letteralmente dal desiderio il Dio. Che non è fuoco, bensì luce, quindi purezza, e dunque giustizia.
Il tassello mancate è l’origine di Nika, e la natura e l’identità del Dio della terra. Pensate al mio stralcio precedente, una divinità si infuria per il peccato di vanità dell’uomo, l’altra confida nel suo libero arbitrio e la capacità di redimersi. Anche perché non tutti bramavano il potere, e di certo gli schiavi erano innocenti.
Chi altri poteva creare qualcosa di così titanico, seppur artificiale, come la Red Line? Luogo dove andarono a vivere i Lunaria, staccandosi dal ‘mondo terreno’?
Il Dio della Terra si adirò,
e insieme al serpente delle fiamme del fato,
avvolse il mondo in morte e oscurità
Da allora, essi non poterono più incontrarsi.
Osservate la parte in basso a destra del rilievo: una metà della scala da cui viene estratta quel tipo di fiamma o energia suggerisce l’idea di risorse naturali (non chiedetemi quali, mes amis, non ne ho idea). L’altra metà invece riporta figure con l’aureola, che dovrebbero rappresentare decessi. Se sono stati i sogni e i desideri a far sorgere Nika, cosa potrebbe generare un genocidio simile? Pensiamo ai 21 grammi dell’anima tanto cari a Vegapunk. Un richiamo metafisico? La capacità di creare o risvegliare un Dio? Avete notato che l’energia nelle mani degli esseri umani è la stessa che cade vicino alla Luna, e anche nell’altra parte del cielo?
Chiunque sia, l’alleanza tra il Dio della Terra e il serpente Rosso potrebbe simboleggiare egregiamente la furia, e la tanto detestata Red Line. Non parliamo forse di una barriera fisica che separa i popoli e crea divisioni, il cui abbattimento potrebbe rappresentare una rivoluzione che porterebbe all’unità dei mari e un cambiamento radicale nel potere globale? Quindi i Lunaria presero le distanze dall’umanità corrotta, e il Dio della Terra si rivoltò contro Nika, colpevole di difendere coloro che – tramite le estrazioni, i lavori forzati e la vanagloria – stavano distruggendo l’equilibrio naturale: quindi la terra stessa.
Da allora, essi non poterono più incontrarsi.
L’umanità infuriava con le armi ancestrali, e i due Dei si divisero.
Secondo Mondo
Nel nulla vi era un soffio di vita.
Il Dio della Foresta inviò i diavoli,
il Sole non faceva che diffondere fiamme di guerra.
La gente della Mezza Luna ebbe un sogno,
la gente della Luna ebbe un sogno,
ma l’uomo uccise il Sole e divenne Dio.
Il Dio del Mare si adirò,
e da allora essi non poterono più incontrarsi.
Rimanendo nell’incertezza, non conosciamo le intenzioni né l’indole dei venti regni, né di quello antico, ma è certo che il secondo ha creato Urano. Quel che resta oscuro è chi, tra le fazioni, lo abbia utilizzato, scatenando una calamità geologica che ha sconvolto l’intero pianeta. Tuttavia l’umanità (il soffio di vita) non si era arresa né al cataclisma della prima arma ancestrale né agli sconvolgimenti generati dalla Red Line. Teoricamente l’arma fu usata dal regno antico, la figura sul simil-Zunesha richiama platealmente Imu, e guarda caso il suo poggio è attraversato da un fascio di energia che ricorda lo stesso di Lulusia, e dove va a finire? A colpire un’arca, mezzo come quello rappresentato sia nella fabbrica che sotto la stessa figura incoronata, quasi a suggerire che gli uomini ormai erano sempre più scellerati, e nonostante fosse ormai priva di risorse naturali, facevano scorta dalla terra, per raggiungere e ambire all’origine della tecnologia primigenia: la Luna.
Il Dio della Foresta inviò i diavoli,
il Sole non faceva che diffondere fiamme di guerra.
Il fascio di energia finisce anche nella fiammata delle due creature mostruose contrapposte. Se il dio della terra riteneva puri solo i Lunaria, o tutti indistintamente nemici, un’altra forza primordiale potrebbe aver voluto dare guerra alla violazione della superficie terrestre con la Red Line, e alla distruzione nucleare di Urano. Quindi i diavoli stanno per, ovviamente, la nascita dei frutti, creati per dare alla fascia di umanità non colpevole la forza per non estinguersi, e ricreare equilibrio, mentre Nika continuava a dare battaglia ovunque.
La gente della Mezza Luna ebbe un sogno,
la gente della Luna ebbe un sogno,
Nasce il clan della D, l’umanità ritrova vigore e speranza, il culto del Sole prende forma. Il fronte contro i venti regni — Mink, antichi giganti, clan Kozuki e altri — si erge definitivamente. Il popolo della luna si presenta in maniera dualistica: da un lato, la fascia dissidente che rifiuta di abbassare la testa ai potenti; dall’altro, i Lunaria stessi, che potrebbero aver visto in alcuni umani un fervente desiderio di giustizia. La connessione tra Mink e Kozuki è storica, e il clan di Oden, con il suo tatuaggio della mezza luna, risulta testimone di un’alleanza antica. I Lunaria avrebbero potuto aderire in quanto: A. il governo li sconfisse cacciandoli dalla Red Line, trattandoli come cavie; B. King conferma la speranza per il ritorno di Joy Boy, e la fine dell’oppressione.
ma l’uomo uccise il Sole e divenne Dio.
Il Dio del Mare si adirò,
e da allora essi non poterono più incontrarsi.
Cosa fa pensare la prima frase? Che le forze della natura furono scioccate dell’avidità umana e il mare (creatore di vita) si infuriò, condannandoli? Molti pensano che la frase significhi che Joy Boy fu ucciso, plausibile si, se fosse scritto ‘l’uomo divenuto dio venne ucciso’, invece la frase riporta ‘ma l’uomo uccise il Sole e divenne Dio’. Uccidere il Sole significa uccidere Nika, ‘divenne Dio’ credo si riferisca a Joy Boy che assurge al potere della divinità. Vi ricordo sempre che si tratta della mia personalissima interpretazione.
Nel caso in cui l’uomo avesse scoperto la natura dei frutti, se avesse avuto ideologie diverse dagli Dei, potrebbe aver commesso un secondo peccato desiderandone nuovamente il potere. Se i primi venti o il regno antico hanno violato e distrutto l’equilibrio naturale, anche la gente comune ‘l’uomo uccise il Sole e divenne Dio’, potrebbe aver scavalcato il potere del Dio della Foresta reclamandone vigliaccamente di più, il risultato?
Primo: il Dio del Mare, l’uomo ha creato Uranus tramite furto o ispirazione divina, gli oppositori (sempre umani) creano Pluton per controbattere, il Mare crea quindi la sua forza portante, la principessa sirena, ossia, l’unica Arma Ancestrale non creata dall’uomo, di origina completamente naturale.
Secondo: il mare per vendicare il Dio della foresta maledice tutti i fruttati, che sono soggetti alle regole che ben conosciamo. Questo, per il loro tradimento e la smania di ascendere allo status di divinità.
e da allora essi non poterono più incontrarsi.
La seconda separazione.
Terzo Mondo
Nel caos vi era un vuoto.
Il governo ha vinto e portato a termine il secolo vuoto.
Ombre scomode del passato
ricordano il giorno della promessa
e ascoltano la voce della Mezza Luna.
Secondo me, Joy Boy si pentì del gesto di aver preso il posto di Nika, capì la sua arroganza, le ombre del passato sono sia i poneglyph ormai sparsi per il mondo da Lily, che le D non tutte dimentiche del loro ruolo. La voce della Mezza Luna sono appunto le D, e le promesse la libertà voluta dal Joy Boy pentio, e probabilmente – sempre per senso di colpa – la voglia di espiare il suo peccato, stilando proprio la promessa con il popolo del Mare, gli uomini pesce, sigillando la parola data con la Poseidon del tempo: ma non ottenendo mai il perdono del Mare.
Il Dio del Sole danza e ride,
guidando il mondo verso la fine.
Ma il Sole ritornerà,
e un nuovo mattino sorgerà.
Allora essi potranno ritrovarsi.
Luffy non brama essere un eroe, né si fa gravare da ambizioni di potere. Il suo unico desiderio è mangiare a sazietà, come ha detto a Wano: si aspetta che tutti possano fare lo stesso, tra amici, senza esclusioni. Cappello di Paglia non porta sulle spalle il peso delle aspettative di Joy Boy, la libertà è ciò che più conta. E proprio per questo, riuscirà dove il suo predecessore ha fallito. Dopo la distruzione di Fishman Island e l’abbattimento della Red Line, affrontando il passato (Imu) e il presente (Teach conosceva già la chiave giusta dell’oscurità, fin dal principio), la nuova alba di cui Pedro parlava finalmente sorgerà, e il buio profetizzato da Garling cederà il passo a un mondo finalmente unito.
Sicuramente ho tralasciato tanti dettagli, ci sono tanti buchi logici, insomma, non ho la minima idea di quanto la mia visione aderisca alla verità, è solo un murale fatto da bambini, spero di averne dato una plausibile approssimazione, vecchi cuori.
Come sempre vi posto il video del Re, più di un’ora di approfondimento (e stravolgimento) storico che, per sua stessa ammissione, risulta il video più arduo da lui creato fino a oggi, non vorrete perdervelo, nevvero?
E se foste interessati a ulteriori analisi su altri
manga, vi invito a visitare il mio canale…
https://www.youtube.com/@Cenere_SG
Chiaroscuri
Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere e ragionare.
Elbaph si avvale di elementi fantasy mozzafiato e una narrazione simbolica che esplora il contrasto tra luce e oscurità, bene e male.
Al di là della superficie fiabesca (l’affresco è disegnato da bambini), presenta una riflessione profonda sulla natura umana e sulle sue inclinazioni più primordiali.
Purezza e speranza.
Caos e distruzione.
Integrità morale e tentazione di potere assoluto (il trono vuoto).
Ogni tanto si intravede la bellezza dell’innocenza e la vulnerabilità dell’umanità. Farsi sedurre dalla tentazione del potere, incarna la dualità del desiderio umano: la voglia di essere padroni del proprio destino, ma anche la capacità di cadere in un abisso di oscurità.
Come mai prima d’ora, One piece parla del passaggio, dalla luce all’imbrunire, di un’Alba persa in una gamma infinita di chiaroscuri.
Un’arringa per la liberazione degli oppressi, nella cadenza di una ribellione sussurrata nei millenni.
Godiamoci il viaggio, genti
‘I demand nothing
But I want it all
What privilege do we have under the sun
That give us right to the throne?’– In Flames, Embody the invisible
Cenere