‘Hi kids! Do you like violence?
– Eminem, My name is
Salve genti, nuova analisi, capitolo 1135: chi non muore si rivede.
Ironico, scabro, denso di dettagli da decifrare. Così vedo il 1135. Non è un punto di svolta epocale, non ha l’effetto di un mattone lanciato contro una lastra di cristallo, ma piuttosto quello di un sasso che sfiora l’acqua di uno stagno. All’inizio mi sembrava un capitolo leggermente descrittivo, ma, rileggendolo più volte, ho trovato tanti dettagli quanti sono i miei ripassi. E sono stati parecchi.
Dal Gufo educatore alla splatter fatigue che segna la saturazione della violenza nel Warland; al marito di Ripley, che ora, per definizione, non può essere nessuno che già non conosciamo; dalle motivazioni dei Cavalieri Divini, che potrebbero finalmente chiarire le parole misteriose a Mary Geoise, fino all’arrivo di Jarl, la cui memoria porta con sé un doppio significato. Parleremo di tutto, promesso. Ma andiamo con ordine.
E’ il momento dell’Elzeviro…
Increspature
Le informazioni di questo capitolo, come vedrete, saranno l’origine di una reazione a catena.
Ma prima: ricordiamoci che il ninjutsu traccia la via dell’oscurità.
La stessa che Holdem deve percepire chiaramente mentre… una bambina di otto anni lo usa per pulire il pavimento. Tama si prende la sua piccola rivincita morale con uno Yoko Geri impeccabile, un calcio laterale che non solo cambia radicalmente la fisionomia del pirata ma ruba anche la scena. È un momento che richiama due icone a braccetto: Miguel de Cervantes e Akira Toriyama.
Il primo nella memorabile scena in cui Don Chisciotte, scambiando un gregge di pecore per un esercito, si becca una raffica di pietre da un pastore che gli spazza via mezza dentatura (cercatela, non ha perso un grammo di comicità). Il secondo, grazie ai tratti con cui Oda disegna il viso deformato di Holdem: un omaggio visivo che grida Dr. Slump. Occhi fuori dalle orbite, profilo grottesco, quell’estetica slapstick che esplode già nel primo capitolo di Arale. A volte il peso della vendetta ha una forma inaspettata: il piccolo piede di una grande Kunoichi.
In ogni caso, soffermarsi sulla mini-avventura di oggi sembra superfluo: è una parentesi ilare, priva di peso rispetto ai crimini in corso, quasi didascalica. Del resto, dato il poco tempo trascorso dalla liberazione di Wano, pare più un richiamo all’inettitudine di Holdem che un elogio ai progressi di Tama. Comunque mi ha fatto ridere di cuore.
E ora, senza indugi, entriamo nel cuore dell’analisi.
Pensate a un sasso lanciato in uno stagno: le informazioni di questo capitolo sono come onde che iniziano a espandersi. Ogni increspatura porta con sé un effetto, cresce e si propaga. Ogni gesto, per quanto piccolo, scatena una reazione destinata a crescere, dando inizio a qualcosa che non può più essere fermato.
Signore e signori: cap. 1135…
Vedere al buio
‘Il gufo spiega le ali solo con il calare del crepuscolo’
– Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Siamo come sempre privi di punti cardinali narrativi. Ecco perché è difficile orientarsi.
Il gufo Biblo (per ora lo chiameremo così, in attesa di una traduzione definitiva) sembra essere alla base dell’ingigantimento dei libri, un’ipotesi già avanzata. Però manca un elemento fondamentale: fino a che punto arriva la sua capacità di comprendere? I mink sono una categoria a parte, essendo una miscela tra esseri umani e bestie. Eppure, ci sono animali che, pur non appartenendo a una razza evoluta come quella umana, rivelano una straordinaria lucidità. Pensiamo a Karoo, il cammello invaghito di Nami, o ai Dugonghi, che pur non emettendo parole, capiscono perfettamente l’idioma umano.
Biblo sembra appartenere a questa categoria. Nonostante ogni ipotesi rimanga ancora aperta (c’è Oda al timone), il suo atteggiamento è quello di calma osservazione: comprende chiaramente il discorso, ma senza intervenire. Il fatto che rimanesse letteralmente immobile poi, intervallando la conversazione con dei caratteristici ‘hooot’, mi ha fatto ridere a crepapelle.
Inoltre viene chiaramente definito come direttore della biblioteca, il che implica che sia lui a gestirla mentre Saul si dedica allo studio e all’insegnamento. Ogni volta che arrivano nuovi libri è lui a usare il potere per ingigantirli, un’azione che si inserisce perfettamente nell’universo della serie. È altresì possibile notare che ci sono due circostanze che potrebbero sembrare un po’ troppo comode. Nonostante ciò, bisogna ammettere che Oda potrebbe facilmente liquidarle come ‘casualità’ o inserire un contesto che le giustifichi senza troppi ostacoli:
- Il direttore della biblioteca del gufo… è un gufo. Niente di sorprendente, in effetti siamo ancora una volta immersi nella formula narrativa che One Piece ci ha ben insegnato. Da questa scelta possiamo fare due supposizioni. La prima: all’autore è piaciuta l’immagine mitologica dell’animale e ha deciso di lasciarla così com’è, senza troppe spiegazioni. La seconda, forse più affascinante, è che Saul afferma che Biblo sia lì da secoli, almeno secondo la tradizione locale. In questo caso non sarebbe difficile immaginare che i giganti, riconoscendo il potere dell’animale e il suo desiderio di rendere i libri più ‘fruibili’, abbiano semplicemente costruito la struttura come segno di riconoscimento, con tanto di nome in omaggio.
- Il frutto giusto per la situazione ideale. Questo ci riporta ad un certo periodo, quando ci chiedevamo quale fosse la ragione per cui proprio Vegapunk avesse trovato il Nomi Nomi no Mi. È probabile che si tratti di un semplice caso, un capriccio del destino, eppure non si può fare a meno di notare la curiosità di un potere così perfettamente calibrato sulle necessità dei giganti. Comunque le spiegazioni non mancano: A) i vichinghi avevano bisogno di una simile abilità, e nel corso di una delle loro incursioni si trovarono di fronte il Gufo; B) Biblo fu trovato nel Warland, e i guerrieri intuirono subito la sua utilità; C) che fosse originario di Elbaph o di un altro luogo, qualcuno lo accudì fin da piccolo, e ne ebbe cura, ‘educandolo al ruolo di educatore’. Sempre due sono le ragioni dietro il peculiare nome: o (riconoscendo la sua funzione) la gente iniziò ad attribuirgli tale appellativo, oppure gli fu conferito deliberatamente da chi lo aveva cresciuto, e poi insegnatogli il ‘mestiere’.
Spero vivamente che (per quanto in termini fantasy, la scena di Biblo è sia divertente che stimolante) questa parentesi venga utilizzata nella trama orizzontale, il custode potrebbe essere il mezzo la bambina demoniaca il fine. Abbiamo presenti professori, personalità che vivono da secoli e il più grande scienziato dell’epoca: ma nessuno di loro è un archeologo di Ohara. Rimane dunque la prospettiva a interessarci, e qui emergono tre circostanze allettanti, ossia, il tipo di interazione tra Saul e Robin, l’estensione della memoria storica, la natura del Gufo.
Nella prima circostanza, osserviamo che Saul non prova un bisogno impellente di svelare a Robin qualche rivelazione storica o di impartirle chissà quale studio in particolare. Certo, non potrebbe darle un affettuoso benvenuto per poi sommergerla con un fiume di informazioni. Ad ogni modo, ciò che emerge è la calma di chi non ha fretta (io accompagno Robin, desidero mostrarle la biblioteca). Il gigante ha cognizione del cammino della ciurma, eppure non sembra nutrire preoccupazioni o sentire la necessità di rivelare qualcosa all’archeologa, a meno che… non stia aspettando il momento giusto, tipo quando rimarranno soli. Un atteggiamento del tutto comprensibile.
Il fattore tempo si rivela comunque cruciale: se Biblo è presente da secoli, la cultura conservata nell’edificio dovrebbe rappresentare il sancta sanctorum per ogni archeologo. Racchiude l’intera eredità di Ohara oltre a secoli di conoscenza che non sono mai usciti da Elbaph, quindi sono rimasti preclusi al mondo intero. Ora, questa conoscenza nelle mani di guerrieri rozzi (per quanto in procinto di civilizzarsi) potrebbe non avere alcuna rilevanza, ma non più. L’unica in grado di leggere tra le pieghe dei secoli è Robin. Vi esprimo questo con la memoria di uno svolazzo narrativo nel capitolo precedente: Loki si è sempre presentato come il Dio del Sole, mentre gli unici a chiamare Nika il capitano sono Dorry e Brogi (gli unici lontani da Elbaph, nel secolo di cambiamento), eppure Ripley afferma qualcosa di nettamente diverso. Nel capitolo 1134, dice testualmente: ‘Nella mitologia di Elbaph si narrano storie di un guerriero con quell’aspetto‘. Beh, qui c’è qualcosa che non torna.
Tre gli elementi in gioco: Ripley, in quanto studiosa, si colloca culturalmente al di sopra degli altri abitanti; Dorry e Brogi invece sono radicati nel vecchio credo guerriero (a Little Garden parlano di un ‘Dio della Guerra’, non di una divinità della liberazione); infine Loki e Road evocano una divinità solare, ma non hanno mai pronunciato il nome Nika. Possiamo esaminare la situazione da qualsiasi angolazione, ma resta il fatto che i giganti parlano di una divinità solare, mentre Ripley fa riferimento a un guerriero bianco. In sintesi, non abbiamo la minima idea di quale sia il pantheon delle divinità riconosciute.
Il tassello mancante ce lo fornisce Lilith: i news coo non portano giornali a Elbaph, dato che l’isola non è affiliata al governo. Gli abitanti dunque si procurano i giornali abbandonati trovati in mare. La mancanza di informazioni è quindi duplice: da un lato, le notizie sono controllate dai Draghi Celesti; dall’altro, vengono raccolte sporadicamente, quindi le possibilità di aggiornamento sono limitate. La precisazione del satellite – ovvero la capacità di ingigantire i libri – è contestualizzata al materiale inorganico, ulteriore conferma che nel Warland il tempo non provoca ingigantimenti. Questo d’altra parte è del tutto logico, considerando che Madre Carmel e i reietti dell’inferno dei ghiacci rimangono invariati nelle loro dimensioni.
L’età secolare della biblioteca ci sarà utile nel paragrafo dedicato a Jarl, potremo persino azzardare un’ipotesi, nel corso dell’articolo vedrete che molti (ed effettivamente, parecchio disparati) punti tendono a convergere. Diciamo che siamo ancora al buio, ma non brancoliamo più come prima.
La scelta di Oda come entità-educatrice è intrigante: animale sacro di Atena, figura chiave nelle favole di Esopo, totem spesso associato alla filosofia, in particolare alla capacità di penetrare la realtà oltre le apparenze. Robin, Saul e Clover sono i portavoce del Secolo Buio: un’epoca cancellata, il punto di non ritorno per comprendere le cause di una possibile ribellione. È l’epicentro delle loro ricerche, un tempo in cui la memoria storica e sociale è stata estirpata. Come ho scritto più volte: come puoi desiderare la libertà se non sai di essere prigioniero? La metafora calza dunque alla perfezione: la reduce di Ohara è l’associazione simbolica della conoscenza e Biblo appare come un richiamo alla possibilità di vedere oltre l’oscurità.
Effettivamente, questo rappresenta da sempre la figura del gufo, la capacità di vedere nel buio.
Michele Zarrillo
”Chi sei?”
“Nessuno di importante.”
“Ma io… devo saperlo.”
“Abituati alla delusione.”– William Goldman, La storia fantastica
Ecco qui, il buon Goldman sintetizza vent’anni dei lettura di One Piece. Si, bravissimi, sto pensando al marito di Ripley.
Usciti dalla biblioteca approdiamo su lidi più congeniali a Luffy: la demenza.
Tutti abbiamo assistito alla scena, tutti conosciamo l’atteggiamento del capitano e tutti sapevamo come andava a finire. Che si tratti di un vulcano in eruzione, di un Kraken furioso o di una semplice altalena, non cambia nulla: per Luffy il mondo è un gigantesco parco giochi.
Quel che mi ha colpito di più è la tecnica fish-eye con cui è stata disegnata la vignetta, ossia quello stile che ti fa sentire come se stessi guardando attraverso una lente bombata, tipo il buco della serratura di un mondo distorto. L’effetto esagerato fa sembrare tutto un po’ più drammatico, più grande o più vicino di quanto sia in realtà. L’immagine ottenuta con un obiettivo fish-eye ha caratteristiche visive molto riconoscibili (basta che notiate la distorsione curvilinea dei bordi della vignetta).
A ben guardare, i bambini di Elbaph non sono certo degli esempi di audacia. Si potrebbe dire che siano un po’ piagnucolosi, ma bisogna anche ammettere che i giochi di Luffy tendono a terrorizzare chiunque. Questa volta, però, la situazione è diversa. Nami rappresenta il punto di equilibrio: i bambini erano già spaventati, e persino Usopp cercava di fermare il capitano. Possiamo dare due punti per certi. Primo, i giovani giganti non brillano per coraggio, tanto che Colon non esita a definirli smidollati (si sono anche piegati immediatamente alle bambine). Secondo, Garp non sarà mai ricordato come il miglior nonno della storia (sicuro come l’oro).
Occorre un’ulteriore riflessione. Credevo che Usopp avrebbe reagito molto peggio alla trasformazione di Elbaph, immaginando qualcosa di simile alla ‘sindrome di Parigi’ che avevo menzionato in nel precedente articolo. Invece, con sorprendente serenità, non solo evita lamentele ma non formula nemmeno una critica. Il suo atteggiamento rientra perfettamente nel suo carattere: ciò che lo muove sono principi come lealtà e onore, la determinazione a non sottrarsi alle sfide e il coraggio di abbracciare una causa che rifletta la propria indole. È una reazione che – devo ammettere – gli calza a pennello. Del resto, mentre Luffy cerca imprese epiche ovunque, per Usopp la vera grandezza risiede nella capacità di coglierla solo nei momenti che contano davvero.
Vedremo gli sviluppi in merito. D’altronde: ‘Il palato distingue al gusto la selvaggina, così una mente assennata distingue i discorsi bugiardi.’ (Siracide)
Poi arriva Colon, e la scena cambia radicalmente. Se osservata da una prospettiva shonen, il ‘colpo di avvertimento’ inferto al suolo rivela immediatamente una natura ostile, furiosa. Non è tanto la forza del gesto, quanto l’intento che ne emerge: il bambino colpisce due volte e senza preavviso. È consapevole della potenza di un imperatore, eppure, nel primo fendente anche Usopp era nella traiettoria. Non c’è malizia, ma l’intento di infliggere un affondo potente, con tutte le forze a disposizione. Luffy già dal primo impatto si mostra infastidito, sentendo nell’aria un’aura di reale ferocia. Il secondo attacco lo para senza battere ciglio, ma è l’espressione di Colon che merita attenzione: il suo volto è sinceramente cupo. La conferma che fosse solo un test arriva successivamente con la sua espressione di puro stupore infantile, e soprattutto con le interazioni tra i due scapestrati, che dissipano ogni dubbio definitivamente. Avete presente l’espressione separati alla nascita? Ecco.
Et voilà, con un singolo gesto tutti gli equilibri trovano spazio e dimensione. Usopp ammonisce Luffy come ha sempre fatto, il capitano allo stesso modo minimizza, Colon va in visibilio, e i bambini partono in un coro di disapprovazione. Ho deciso, credo che osserverò tutto lo svolgimento della saga tenendo presente l‘hindsight bias, per chi sente per la prima volta il termine fornisco una breve descrizione: il ‘pregiudizio del senno di poi’ è la tendenza a credere, dopo che un evento si è verificato, che fosse prevedibile o evidente, anche se prima che accadesse non era affatto chiaro. Insomma, si ha l’illusione che gli eventi futuri fossero più facili da prevedere di quanto non lo fossero in realtà.
E qui il rimando ai bambini è evidente, in quanto crea contrasto, ai giovani di Elbaph viene insegnata la saturazione della violenza, ne sono nauseati. Un concetto sacrosanto, per carità. Ma cosa ha causato un evento così radicale? Quale evento è accaduto – un secolo prima – tale da far inorridire i giganti dopo una finta battaglia?
L’aggressività a Elbaph ti relega al ruolo di delinquente? E soprattutto, è la misura con cui la esprimi a determinare il tuo posto nella società? Mhhh, su due piedi, direi di no. Hajrudin è un buon esempio di come la questione possa essere più sfumata. Se lo paragoniamo a Colon, vediamo che sono l’uno l’equivalente dell’altro. I ragazzini che lo osservavano allenarsi con Jarl e Jorl lo chiamavano ‘bambino selvaggio’, eppure non mi risulta che nessuno abbia mai ripudiato Hajrudin. Anzi, sembra andare d’amore e d’accordo con tutti. È persino il capo della nuova ciurma che, a quanto pare, è anch’essa benvoluta dalla comunità. Eppure solo il nome stesso di ‘Nuovi Pirati Guerrieri’ dovrebbe essere disapprovato dai nuovi cittadini del Warland. Il contrasto è più evidente altrove. Probabilmente lo troveremo al livello più alto di Yggdrasil, o forse è già nella reazione più veemente dei più giovani, che rispetto agli adulti, potrebbero percepire in modo meno diretto la differenza tra baldanza e violenza gratuita.
Senza ulteriori elementi posso solo fare delle supposizioni, ma una cosa è certa: la nuova leva di futuri vichinghi sembra una generazione decisamente più inerme e impreparata alla battaglia. C’è una nuance sociale che fatico a cogliere, un equilibrio che mi sfugge. Fino a 27 anni fa i giganti apparivano sempre placidi, rispettosi nei confronti di Jarl e Jorl, mentre questi insegnavano pubblicamente l’arte del combattimento. Ora la situazione sembra essere leggermente diversa. In più, Ripley stessa è una contraddizione in termini. Da un lato ammonisce persino il linguaggio dei Mugi, loda apertamente l’acume di re Harald, celebrando la sua politica di commercio non violento. Nondimeno, è proprio lei la prima nel Warland a chiedere a Luffy della sua trasformazione, non esitando a definirsi guerriera. La ciliegina sulla torta è la sua affermazione che conoscere la ‘forma bianca’ di Luffy sia un privilegio per una appartenente all’ultima generazione di guerrieri, aggiungendo che questa conoscenza la emoziona profondamente. Sembra nostalgica.
E non è tutto.
Nonostante l’importanza che riveste l’educazione a Elbaph, dove tutti i bambini seguono determinati principi, pur essendo insegnante, Rilpley sembra non preoccuparsi affatto del fatto che suo figlio non vada a scuola. Se osserviamo le vignette e i dialoghi, vediamo che gli altri scolari lo definiscono delinquente e bruto, accusandolo di essere l’unico a non frequentare le lezioni. Ma Ripley non reagisce. Si avvicina con calma e, quasi con disinteresse, gli dice due frasi contrastanti: ‘Ehi, stai facendo di nuovo casino?‘ e subito dopo, ‘Detto ciò, un ottimo assalto‘. Davvero? I conti non tornano. Mi viene da pensare che Hajrudin possiede nobiltà d’animo, che Gerd sia naturalmente gentile, e che Ripley, pur essendo un’insegnante, sembra le manchi qualcosa del passato. Forse ai giganti manca la fierezza delle loro origini, e questo è un pensiero che continua a venirmi in mente dall’inizio della saga, se avete letto i miei recenti articoli.
Basta osservare le reazioni di Luffy (Sei sua madre? Almeno gli insegni le vecchie tradizioni!) e di Sanji (Ma… non gli chiedi di scusarsi dopo un attacco furtivo?). Credo che siano dichiarazioni sufficienti a illustrare il punto. Sarà che Ripley è fiera e orgogliosa come Bellmere, sarà una sentimentale, sarà l’ennesimo elemento esterno di trama, una cosa è certa: la prof. esige dedizione dai suoi alunni, eppure educa suo figlio in modo diametralmente opposto. Quindi, prima di entrare nel cuore del discorso riguardo alla gigantessa, c’è un dettaglio che vorrei farvi notare.
Nel capitolo corrente, si distinguono chiaramente almeno due bambini con corna naturali. Due sono le possibili spiegazioni: o si tratta di un’eredità genetica, o di un semplice cerchietto nascosto dai i capelli, con corna finte attaccate – una soluzione che troverei davvero pacchiana, sotto ogni aspetto. Se, per ipotesi, queste corna sono davvero naturali, ciò significherebbe un legame genetico con Oars e Kaido, nevvero? Di per sé, questa osservazione non costituisce alcuna prova. Tuttavia offre uno spunto interessante, poiché potrebbe rappresentare un primo (presumibilmente, e senza certezze assolute) passo verso la mia teoria sulla spada gigante piantata nei pressi di Yggdrasil. Tutti i dettagli sono qui…
… nel paragrafo Selezione (in)naturale, vedremo cosa succede!
Tornando a Ripley-girl, la notizia del suo matrimonio con un pirata è semplicemente straordinaria. Non offre conferme esplicite, è vero, ma fornisce un contesto e una prospettiva che arricchiscono le possibilità. Essendo una gigantessa, ci siamo tutti posti una domanda sulle modalità riproduttive, nessuno escluso. Ma in fondo Big Mom ha compiuto ‘imprese’ interspecie altrettanto illustri. Ergo, limitiamoci ad avviare su Spotify L’elefante e la farfalla di Michele Zarrillo mentre… riflettiamo sull’imperscrutabilità dell’universo.
La cosa più divertente in assoluto è Sanji. La frase ‘tuo padre è un umano?‘, detta da chiunque altro sarebbe suonata una semplice domanda, ma fatta da lui, suona come ‘Si… può… fare!‘ di Frankenstein Junior. Ho riso come un folle.
Detto ciò, siete pronti? Ora ci divertiamo. Il matrimonio, salvo nuovi e diversi elementi, offre uno spaccato sul sistema sociale. Ripley è chiaramente ben integrata: i genitori le affidano i loro figli, e Colon non si fa problemi a proclamare a gran voce la natura umana del padre. Questo suggerisce che l’uomo sia a sua volta pienamente inserito nella comunità. Mato-san, del resto, non ha forse accennato al fatto di portare cibo al padre e alla madre? Un dettaglio che lascia intendere non solo la presenza del pirata sull’isola, ma anche il suo ruolo all’interno del tessuto sociale.
Il primo pensiero si rivolge alla figura in abiti di Wano, una scelta quasi inevitabile. Che si tratti di lui o meno, poco importa: ciò che conta davvero è la sua posizione consolidata tra i giganti, un ruolo che gli garantisce accesso privilegiato a informazioni cruciali. Ripley poi è una protetta di Saul, completa il quadro, rendendolo un intermediario ideale per la trasmissione di conoscenze riservate. La rivelazione inoltre getta luce sulla sicurezza di chi conosce ciò che sta accadendo: ‘Venite… vi aspetto’. Personalmente penso ancora a Gaban. È semplicemente l’ipotesi migliore; un personaggio che incarna il fascino del pirata della vecchia generazione, capace di riflettere l’essenza stessa dell’opera. Soprattutto in questo momento.
Se fosse un’altra figura, pazienza. Sarei comunque felice di assistere a un colpo di scena inatteso, ma… per ora Gaban resta la risposta più convincente, per logica, tempistica, e clima narrativo.
Di padre in figlio, vogliamo poi parlare del fatto se Colon sia un Buccaneer? Della ragione per la quale tratta con asprezza i suoi coetanei ma veneri un individuo come Shanks, un essere umano?
Che sia un Buccaneer è un’ipotesi plausibile, data la combinazione di tratti umani e caratteristiche giganti. Ma servono basi solide per valutare. Fino ad ora abbiamo conosciuto solo Kuma e suo padre. La madre, essendo umana, introduce una variabile significativa, quindi Orso non è neanche un Buccaneer puro. Suo padre d’altra parte non presentava dimensioni colossali, ma una statura fuori scala, un tratto che sarà ereditato dal figlio. Con così pochi dati a disposizione, ogni analisi resta parziale. Non possiamo sapere se la specie sia costituita interamente da umani di proporzioni straordinarie o se, al contrario, comprenda anche giganti con limiti di crescita precisi.
Già solo valutare la natura di Colon rimane ipotetico. Per la stazza sembra che il DNA della madre sia predominante, facendolo apparire un gigante a tutti gli effetti. Non possiamo, però, darlo per scontato. Potrebbe invecchiare diversamente dagli altri bambini o manifestare tratti peculiari che non sono ancora evidenti. Questa diversità potrebbe influire sul suo comportamento, portandolo a ribellarsi, a disertare la scuola e a reagire con forza verso chi lo tratta in modo diverso. Essendo l’unico con un padre umano e a sua volta un meticcio, una differenza oggettiva esiste. È anche possibile che i suoi atteggiamenti sgarbati siano limitati ai coetanei, dato il rapporto affabile che intrattiene con Mato-san al porto.
Se Colon fosse un Buccaneer, ne sarei felice, poiché sarebbe una sorta di rivalsa dopo le stragi di God Valley. Anche se esiste una differenza nelle linee di sangue. La domanda sorge spontanea: la discendenza di questa stirpe è di natura genetica o divina? Se fosse genetica, basterebbe l’unione tra una gigantessa e un uomo, o tra un Buccaneer e una donna. Orso ad esempio è tale grazie alla ‘linea di sangue’ di Klap, e Vegapunk ha sottolineato più volte quanto il retaggio di questa specie sia unico. Non si tratta di un semplice incrocio tra razze, ma di un processo che si è condensato nel corso dei secoli, dando vita a un lignaggio a sé.
Se invece la questione fosse di natura divina (o soprannaturale), allora basterebbe il primo incrocio tra razze, come avviene con i Nephilim. In questo caso, Colon avrebbe potenzialmente delle caratteristiche da Buccaneer, ma la mia opinione è che ciò sia altamente improbabile. Lilith dice di poter ‘sistemare’ Kuma, confidiamo in questo, e se Vegapunk deve (proprio) tornare… che almeno stavolta parli di qualcosa di concreto, tipo del processo tra frutti e animali, sarebbe anche ora in tutta onestà.
L’ultimo elemento che riguarda Colon è la sua fascinazione per gli umani. Sebbene abbia un rapporto aspro con i coetanei, il suo legame con Shanks è quasi idilliaco, mentre con il padre è probabilmente idealizzato. In modo diretto, potremmo definirlo una sorta di Luffy 2.0: venerazione assoluta per la forza e il coraggio, disprezzo e noia verso la debolezza. Ciò che rende la situazione ancora più interessante è che, essendo Shanks un Imperatore con una base a Warland, non può non essere a conoscenza, e presumibilmente in contatto, con il padre di Colon. Questo particolare fa luce su un possibile alleato per i Mugiwara. Non riuscirei a spiegarmi altrimenti come mai Shanks non scaccerebbe un ‘nemico’ da Elbaph. Inoltre, considerando i rapporti tra lui e Colon, mi chiedo: il giovane lo ammirerebbe così se fosse in conflitto con il padre? Non credo.
Tre giorni di bevute (ricordate? Lo standard-crodino dei Vichinghi) separeranno ora la ciurma, facendo mente locale:
- Robin e Chopper rimangono alla biblioteca. E’ il momento ideale in cui Saul potrebbe parlare con lei di qualcosa di importante, i convenevoli sono finiti. O magari, l’archeologa userà Biblo e ne vedremo delle belle, incrocio le dita.
- Franky conferma la sua intenzione di studiare Adam. Abbiamo fatto tutti i compiti a casa. Sappiamo che non è l’unico esemplare, bensì il più antico e possente. Speriamo si arrivi a qualcosa di significativo.
- Lilith va chiedere un permesso di soggiorno e Bonney l’accompagna. Qui, ho riso in maniera sfrenata. Perché non ha senso. E’ una cosa buttata lì per separare il gruppo. Perché c’è chi può andare a spasso indisturbato a esaminare alberi antichissimi, chi sbircia libri secolari e chi va in giro a sbronzarsi… e a lei serve il permesso di soggiorno? Che spasso.
- Dunque il resto della ciurma inizia a cantare ‘IIIIIIII wanna rock and roll all niiiiiiiiiight… and party every day!‘ dei Kiss, e torna al villaggio.
In chiusura, ammiriamo il resto della ciurma, finalmente completata dal giusto outfit. La Gerd Week nella collezione Inverno-Inverno è un successo, tutti impeccabili, precisi, e vichingheggianti. Ma con Robin in cima alla lista, semplicemente perfetta. Franky, poi, è over the top, ma avete visto quanto è cool quella barba?
Il fish-eye torna nella sequenza finale, con una splendida inquadratura dall’alto.
Quasi Oda volesse farci l’occhiolino.
Sei proprio tu John Wayne? E io chi sarei?
‘Connor MacLeod:
Sono vivo da quattro secoli e mezzo.Brenda:
Beh, tutti hanno i loro problemi‘– Highlander
6 anni.
È su questo lasso di tempo che si concentra tutto. Volete sapere perché? Il motivo è che uno dei Cavalieri di Dio, la figura femminile, non perde tempo e chiede subito dove si trovi Loki. Questo significa che non conosce la sua posizione, il che implica che nessuno del Governo Mondiale sia andato a Elbaph da almeno sei anni. È un dato di fatto, altrimenti si sarebbero diretti immediatamente lì.
Per esclusione, Loki non era al telefono con nessuno dei Draghi Celesti, quindi possiamo eliminarli dalla lista degli interlocutori potenziali. Inoltre, non monitoravano nemmeno l’isola, altrimenti un ricognitore in avanscoperta ne avrebbe tracciato la posizione. Considerando il lasso di tempo degli ultimi sei anni e la precisione con cui il pentacolo arriva nel Warland, l’ipotesi migliore resta, e continua a essere, Garling.
Lasciando da parte per un momento la teoria Shanks-gemello, il movente resta comunque il padre. Elbaph, a meno che non ci siano stati rapporti commerciali e non ufficiali con Harald (tenete a mente la mia teoria sull’agalmatolite), non ha avuto contatti con Mary Geoise. Non sono affiliati e neppure i News Coo arrivano in zona. Nulla è cambiato dal giorno dell’arresto di Loki, se non ora, quando Garling ha acquisito lo stesso potere esecutivo dei Gorosei e il totale appoggio di Imu (non dimenticatelo: decise di uccidere Saturn e parlò privatamente con il Figarland, facendo progetti concreti). A meno che non ci siano doppi giochi e faide interne al governo, la logica porta a una sola conclusione: il padre ha inviato i figli con una missione.
Cosa possono volere da Loki?
Potrebbe finalmente fare il suo ingresso la celeberrima frase ‘devo parlarvi di un certo pirata‘. La prima risposta si trova nella semantica genuina della domanda: perché considerare Loki un pirata? Ho affrontato questo argomento in modo approfondito nei miei recenti articoli, ma qui ci interessa principalmente l’interpretazione. Al di là se lo sia o meno, se Oda avesse scritto ‘principe’ al posto di ‘pirata’… avremmo già imboccato la strada giusta da anni, grazie alla semplice esclusione. Puro e semplice. Per confondere le acque, disegna – ipoteticamente, poiché non sono del tutto convinto – il gemello sempre dallo stesso lato, costantemente incappucciato. Letteralmente, chiaro, diretto, il desiderio di disorientarci è palese. Alcuni di voi mi hanno scritto che, nel capitolo corrente, l’ombra maschile presenta una piega, suggerendo quindi un braccio sinistro. Ma io vedo semplicemente una piega generica del mantello; altrimenti, visto che la figura femminile ne è priva, significa che è lei ad essere senza un braccio? Suvvia. Per chiarire, nessuna ipotesi è sbagliata: ma abbiamo a che fare con un deus ex machina che si è prefissato di confonderci.
Quindi, colleghiamo Loki alla visita:
- La cultura guerriera è stata repressa, non è combattiva, essendo trapelato che abbia ucciso il padre (sempre sia vero) è il momento di un’alleanza. E servirà chi comandi il Warland con pugno di ferro.
- E’ incatenato dunque inerme, Il GM conosce il frutto e lo vuole per se.
- Sull’isola sono presenti un ex ammiraglio disertore, due pirati storici (Shanks e il marito di Ripley), il governo sa benissimo dove sono i Mugi, visto che sono fuggiti con i giganti. Nika e gli adoratori del Sole non devono fare comunella, quindi l’unico alleato ideale è un traditore: Loki. Che sarebbe scatenato contro Luffy, se i due cavalieri dicono che sta usurpando la sua immagine di Dio.
Senza contesto, ho fornito ragioni estremamente basilari ma tuttavia plausibili. Ciò che importa, tuttavia, è la funzione: per anni non è accaduto nulla. Poi, quando Garling è diventato un Gorosei, le acque hanno cominciato a muoversi. E i risultati sono ormai piuttosto evidenti: non abbiamo a che fare con una massa di viscidi conigli come Charloss e gli altri. Questi fanno sul serio. La ragazza si esprime con il tono risoluto di chi non deve chiedere due volte, di chi, quando dice ‘Salta’, l’interlocutore non risponde con un sì o un no, ma direttamente con un ‘quanto in alto?’. Mi ha ricordato la freddezza di Vincent, il killer interpretato da Tom Cruise in Collateral: ‘Da quando pensi che questo sia negoziabile?‘.
Infatti, piega un gigante armato come un origami.
Un piccolo inciso, la sua capacità potrebbe riguardare il ‘piegare i tessuti’, non credo che il suo corpo generi bende, poi, vai a sapere, Katakuri genera Mochi. Ad ogni modo sarebbe figo se usasse le bende come anonimato, e la capacità di piegarle come tecnica marziale. Mmmh. Il potere di abbattere giganti e un infimo carattere. Pessima combinazione.
Arriviamo a Jarl, recentemente ribattezzaro Babbo Natale lobotomizzato.
Ragionevolmente è invecchiato e si porta sulle spalle quasi mezzo millennio. Pertanto, credo non sia del tutto lucido a causa dell’età. Se mi chiedete della spada… o si tratta di una ricostruzione di una battaglia, con il gigante che accusa i segni dell’età avanzata, oppure non si comprende come sia sopravvissuto, raggiungendo un livello simile a quello di Homer Simpson in piena fase di libidine: ‘Mmmh… ciambelle…‘ Scherzi a parte, sulla carta Jarl rappresenta la memoria storica più importante mai incontrata.
Sarebbe fantastico se fosse lucido; con il suo bagaglio di vita, potrebbe offrirci informazioni straordinarie. E, anche con i giusti limiti di contesto, rimane un guerriero e un pirata: non stiamo parlando di Clover o Saul. I fatti potrebbero non essere raccontati in modo lineare o esemplare, ma di certo sarebbero significativi. Aggiungiamo a tutto ciò che finalmente ci troviamo di fronte a colui che ha avuto la contesa concettuale con la politica di Harald, colui che voleva uccidere LinLin, e che vanta 400 anni di conoscenza del frutto proibito che rende Loki invincibile. Vi parlavo appunto della sua ‘doppia’ memoria, giusto? Harald vive da quattro secoli, avrà avuto parenti, nonni; considerando che la vita media di un gigante è di tre secoli… siamo quasi alla soglia del Secolo Buio. E questo è un dettaglio da brividi. Non mi illudo minimamente, so che la verità si trova a Laughtale, ma stiamo parlando comunque di un intervallo di tempo che supera i 700 anni. È una prospettiva totalmente inedita, se pensiamo che Kureha, con i suoi 120, sapeva esattamente cosa fosse lo spirito della D.
Stiamo vivendo indubbiamente il momento più elettrizzante di One Piece.
Come sempre, vi posto il video del Re: analisi, ironia, retrospettive che non si accontentano di semplici hindsight bias e teorie basate su ragionamenti solidi. As always!
E se foste interessati ad altre mie analisi su altri
manga, vi invito a visitare il mio canale…
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L’appello
Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere e ragionare. Vi porgo i miei più sinceri auguri da parte mia e di tutto il Bike, per un nuovo anno colmo di serenità, successi e sogni realizzati.
Elbaph infrange la regola fondamentale della fantasia senza tempo di J.M. Barrie, quando scrisse Peter Pan: cresce.
E lo fa mettendo in primo piano una figura della vecchia era, il marito di Ripley. Tanto per dirne una.
Spassosamente amena e ridicolmente selvaggia, stiamo leggendo una versione piuttosto patinata e cool della mitologia vichinga. Partendo da conflitti irrisolti, come la famiglia Garling, accennando a ostilità ataviche (due generazioni di vichinghi a confronto, con Jarl come fulcro), e persino esplorando repressioni freudiane (Colon e le aspettative sociali).
Ma per un’analisi densa, gratificante e sostanzialmente cronologica che riveli ciò che bramiamo da vent’anni, tutti i protagonisti devono essere in scena.
Quindi, tranquilli: il sensei sta facendo l’appello.
Godiamoci il viaggio, genti
‘Excuse me! Can I have the attention of the class… for one second?’
– Eminem, My name is
Cenere