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One Piece 1120: Cerebro meno uno; la differenza delle D; Clover la spada

by Stefano 'Cenere' Potì

What have we done with innocence?
It disappeared with time, it never made much sense
Adolescent resident
Wasting another night on planning my revenge

– Foo Fighters, Monkey Wrench

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1120: il silenzio complice.

Basta un po’ di zucchero? Talvolta sì, altre no. Questa saga si distingue per un tono spesso ironico e a volte decisamente comico, arricchito da scazzottate tipiche dello shonen. Tuttavia, non manca di esplorare temi profondi: l’umanità (Ginney e Bonney), l’etica della robotica (Kuma), i diritti fondamentali degli esseri umani e non umani (i satelliti, Stussy, i Seraphim) e la discriminazione, conferendo al tutto un lirismo drammatico.

Questo capitolo mi ha divertito e… conquistato. Dalla citazione della spada celtica Claíomh Solais, simbolo di potere e protezione, che rappresenta in modo ideale Clover: la luce che trionfa sulle tenebre, il bene che vince sul male. Fino al sacrificio di Atlas, che rende omaggio al suo ispiratore, il maestro Osamu Tezuka, più precisamente nel capitolo The Greatest Robot on Earth di Astro Boy.
Non so voi, ma il sottoscritto è più felice di Hannibal Lecter di fronte a un piatto di fave, un buon Chianti e… beh, ci siam capiti.

E’ il momento dell’Elzeviro

Rigurgito spirituale

Ehi ehi ehi, Denjiro ha fatto carriera!

Lo dicevo: queste mini-avventure comunicano a più livelli. La scorsa settimana ho evidenziato come il viaggio di Yamato differisca da quello di Oden: la prima parte da Kibi, il secondo da Ringo (più precisamente da Hakumai, destinazione di Yamato). Inizialmente caratterizzate da prospettive asfittiche, come l’apparente inutilità del viaggio della guerriera e lo scenario post-guerra di Wano, queste storie dimostrano di avere qualcosa da dire.

Personalmente lo speravo fin dall’inizio, ma è gratificante averne conferma. Denjiro si propone di educare i giovani indisciplinati che hanno attaccato Yamato. Inizialmente, mi sono trovato bloccato: il ciclo dell’ignoranza continua? Come è possibile? Ma poi, mi sono messo a ridere. Proprio il nuovo daimyo è la persona più adatta per comprendere quei ragazzi, per insegnare loro che il pregiudizio (come ho già discusso nella mia analisi precedente) non è altro che una serie noiosa di cliché, se non addirittura preconcetti logori.

Da giovane, Denjiro era ribelle e sfrontato, disprezzava gli adulti e li ingannava, mostrando rispetto solo per Oden. È bello vederlo ora disteso e sorridente, quasi ritornato ai tempi in cui seguiva felicemente il suo idolo insieme a Kin’emon, un duo che evoca il film Non guardarmi, non ti sento. Proprio per questo motivo, credo che non adotterà un approccio severo con i ragazzi, nonostante voglia insegnare loro una lezione. Come guerriero, comprende bene che, come diceva lui stesso, gli individui spesso sono degli imbecilli. Yasuie accolse Oden con un misto di abbracci e insulti, per esempio, ma per educarlo. È interessante notare che anche Yamato non ritiene necessaria una punizione, quasi suggerendo di perdonarli.

Poiché… Wano è in piena transizione.

I giovani stanno solo ora riallineando le loro menti con la verità. Sarahebi, come abbiamo visto, ha insegnato loro una versione distorta della storia, propagandando Orochi e Kaido come eroi nazionali. Nelle ultime vignette della saga, però, un nuovo insegnante emerge per esporre la vera realtà storica.
Infatti, come tutti sappiamo, la storia è scritta dai vincitori.
È un tema così pervasivo da essere ricorrente anche in One Piece, come evidenziato in questo stesso capitolo, con un immenso Clover che manifesta un vero e proprio rigurgito spirituale solo al pensiero.

Il parallelo con la società di One Piece, firmataria di un invisibile contratto sociale, emerge rapidamente. Nonostante la sua lunghezza e a tratti apparente sterilità, Egghead segna un punto di svolta nella coscienza collettiva.
Unita al sapere di Ohara sarà la testimonianza d’archivio della storiografia esistente, in cui non faranno differenza alcuna le diverse estrazioni e condizioni, per restituire lo spaccato storico e culturale reale.
In tutte le sue contraddizioni.

Signore e signori: cap. 1120…

The Butterfly Effect

‘Essere infami non è divertente. Diventa un’occupazione strana di per sé.

– Michael Cimino

La storia di Clover strappa un sorriso a denti stretti.

Ho descritto Vegapunk con dovizia di particolari in vari articoli; ormai non è più difendibile. Clover, oltre che avventuriero, doveva essere incredibilmente ben inserito e fornito di mezzi per conoscere lo scienziato, la posizione di Punk Hazard e il modo di raggiungerla indisturbato. Nel capitolo scopriamo finalmente l’origine della sua granitica volontà: l’amore fraterno.

Raggiunge il suo amico nella speranza di rafforzare le proprie possibilità. Essendo un uomo di cultura, capisce subito che per interpretare il Regno Antico gli servono competenze molto al di fuori del suo campo. Anche se lascia un sapore agrodolce, questa scelta conferma l’inimitabile talento di Oda nella gestione di Ohara. Lo studioso è consapevole che non può permettersi di diffondere mezze verità, false conferme o frammenti incomprensibili di notizie. Per rivelare tutto, doveva avere certezze; prima per comprendere e poi per informare il mondo del giogo a cui è sottoposto.

Clover è un punto cardine assoluto in One Piece, è l’unico a comprendere la filosofia della crisi e quanto servisse la verifica di sistemi conoscitivi, al fine di non arrogarsi una falsa interpretazione della realtà. Praticamente? E’ l’esatto contrario di Vegapunk, che con delle interpretazioni soggettive ha puntato il dito verso la pirateria e messo tutto il pianeta in subbuglio.

Con il senno di poi, possiamo comprendere appieno le conseguenze delle scelte orripilanti di Stella. Queste decisioni hanno innescato una catena di eventi che ha portato verso sviluppi imprevisti e terremotanti.
Avrebbe potuto seguire Dragon, tanto per cominciare. Vero, la Rivoluzione è composta da poche persone e non dispone dei fondi che il Governo poteva garantire, ma qui si parla di etica. Non era forse un pirata dei M.A.D.S. prima di farsi mettere il guinzaglio? Non avrebbe potuto continuare ad auto-sovvenzionarsi rubando ai nobili mondiali o ad altri pirati? Questo sarebbe perfettamente in linea con lo spirito di One Piece, dato che Oda ha ripetutamente sottolineato la distinzione tra Morgania, che rubano a chiunque, e Peacemain, che derubano solo i Morgania per finanziare le proprie avventure.
Mi spiace ripeterlo, ma Vegapunk è marcio fino all’inverosimile. Avrebbe potuto rendere la Rivoluzione potente e performante, impedendo un numero elevatissimo di ingiustizie. I rivoluzionari lo avrebbero difeso; sono decenni che i Draghi Celesti non sanno minimamente dove siano. Non l’avrebbero mai preso. Quindi, il luminare sceglie consapevolmente di stare comodo e farsi ricoprire di soldi.

Non ci siamo dimenticati del sorriso a trentadue denti mentre lo premiavano a Mary Geoise, del delirio di onnipotenza durante il messaggio in cui esultava per il perfetto funzionamento del Mother Flame, né delle incessanti richieste a Orso, nonostante fosse conscio della prossima eutanasia cibernetica. Vegapunk non è malvagio e non farebbe mai del male a un innocente, ma resta una palese minaccia.
Partendo dalla sventurata aspirazione di condividere tutto il sapere del Punk Records con chiunque se gli fosse stato possibile, facendo spallucce a Jinbe che lo ammoniva del confine etico, fino alla creazione di armate di potentissimi cloni privi di libero arbitrio e armi di distruzione di massa per il governo. Alcuni potrebbero obiettare che nel messaggio stesso non condanna i propri esecutori, perché non sa distinguere tra chi è buono e chi cattivo. Certamente, però… Vegapunk sa perfettamente che Clover è stato giustiziato e Ohara distrutta, ha assistito personalmente mentre Saturn obliterava la vita di Kuma e Bonney.

Quando riguarderete la vignetta in cui piange, tenete presente una cosa fondamentale: Stella conosce bene la cupa violenza dei Gorosei, grazie a Clover poi, sa quanto il mondo sia un inferno di censure. Ha poi visto tutto ciò realizzarsi tra morbidi compiacimenti. Se avesse seguito Clover, probabilmente avrebbe potuto evitare tutto questo, aiutando concretamente il popolo e forse salvando sia lui che Kuma da un destino orribile. Si rifiuta di fornire dati di studio al suo amico perché, cito testualmente:

Vegapunk: Come puoi vedere, ora sono uno scienziato del Governo…!! Non posso passarti alcun dato.

Ma che personcina a modo. Che essere infimo semmai, non lo aiutò e non lo indirizzò neanche nella direzione giusta. Sargassi, se mi fa venire i nervi.

E qui il buon Clover getta la bomba, lui è una D. Intendiamoci, niente di inaspettato, però… la conferma è devastante. E’ un momento di tale rarefatta bellezza che mi ha quasi commosso. Lo studioso crea uno scenario fondamentale, non tutte le D sono gusci vuoti: ed è esattamente così che sono riuscite a sopravvivere.

Le parole criptiche di Kureha, le elucubrazioni mentali di Woop Slap, sono tutte briciole, elementi disseminati sapientemente da Oda per farci arrivare a questi momenti… totalizzanti. Ricostruiamo assieme? Three… two… daje:

A) Clover vive una vera crisi di coscienza, con gli occhi chiusi e lo sguardo rivolto verso il basso. Una volta che hanno ucciso suo fratello, mentì per sopravvivere, ma sente ancora il peso schiacciante di quel momento. Le sagome nella vignetta sono chiaramente armate e richiamano la CP-9, i sicari del Governo che distrussero Ohara, vestiti con impermeabili e fedora. È curioso notare che figure come Spandam e Spandine mostrano riverenza per il Governo, ma disinteresse totale per i fatti del secolo vuoto.
È possibile che i Gorosei abbiano incaricato i loro sicari più leali di eliminare progressivamente il clan nemico. Seguendo questo ragionamento, le persone con la D nel nome non possono rivelarlo pubblicamente, altrimenti sarebbero giustiziate rapidamente. Questo ha permesso ai Celesti di usare la CP anziché la Marina per eliminare i loro nemici nell’anonimato più completo, costringendo i sopravvissuti a vivere esclusivamente nel loro nucleo familiare. Con una forza sottile, si fa strada il vecchio mito della resistenza. La mia ipotesi suggerisce che per anni sacche di opposizione, come la famiglia di Clover, abbiano usato la lettera per riconoscersi, simile al simbolo del pesce usato dai primi cristiani, ma poi hanno abbandonato questa pratica che li rendeva facilmente identificabili.
Questo è stato il primo passo, diluito in 900 anni, verso il dimenticare le proprie origini e diventare gusci vuoti, se non in pochi casi come Clover e suo fratello. Lo studioso, con il cuore spezzato, dice agli aguzzini ‘so… sono solo un amico‘, cercando di prendere le distanze per salvarsi. Questo implica che alcune persone con la D sono consapevoli di chi sono veramente e sono riuscite a sopravvivere fino ad oggi grazie all’anonimato, anche se questo anonimato ha impedito loro di riunirsi e reagire.
Qui abbiamo un paradosso raffinato: Clover e Garp non hanno vissuto in epoche così distanti. Allora come si può giustiziare pubblicamente un portatore di quella lettera, mentre un suo pari diventa vice ammiraglio? E’ illogico. La mia spiegazione è che in questa era più recente Imu fosse già sicuro/a che il clan fosse dimentico del proprio retaggio, l’epoca dei gusci vuoti insomma. Allora ci sono due probabili spiegazioni: 1) il fratello di Clover fu colto sul fatto a commettere tradimento, quindi fu eliminato; B) più sottile ma più intrigante, fu scoperto a nascondere di essere una D, perché se in questa epoca seppur riconosciute non vengono condannate, scoprirne una che si nasconde equivale a essere cosciente di quel che sei, quindi dissidente e pericolosa. E questo spiegherebbe alla perfezione perché Clover dice di essere solo un amico, prendendo le distanze. Mio parere personale, intendiamoci.

B) Per inferenza logica, non dovrebbe essere il potere di un frutto a cancellare la memoria generale. Come sostengo da mesi, ritengo che i ricordi siano gradualmente diluiti nel tempo, soprattutto considerando un concetto di damnatio memoriae, sebbene non applicato direttamente alla D in sé, ma al suo significato. Inoltre, considerando che Oda e Kishimoto sono amici da anni, sarebbe improbabile una spiegazione (quasi) identica allo Tsukuyomi infinito. Senza contare che il potere di un frutto farebbe tabula rasa della memoria collettiva, senza fare distinzioni fra le persone, invece Clover pone l’accento esattamente su quel punto, Kureha, Sengoku, Rosinante (e tanti altri) ne hanno memoria e sono consci della sua esistenza e del fatto che sia nemica naturale dei Celesti.

Insomma genti, pensate ai partigiani.
La valutazione in merito dipende dal contesto storico e dalla prospettiva da cui vengono considerati. Sappiamo bene che erano gruppi di combattenti irregolari che si opponevano all’occupazione nazista.
Da un punto di vista storico e morale, molti considerano i partigiani come eroi che hanno combattuto per la libertà e la giustizia contro un regime brutale e oppressivo. Il loro contributo alla sconfitta dell’Asse e alla liberazione dei loro paesi è ampiamente riconosciuto e celebrato.
Tuttavia, è importante notare che ci sono stati diversi gruppi di partigiani con ideologie diverse e, in alcuni casi, le azioni compiute potrebbero essere state oggetto di controversia o critiche, soprattutto in relazione a tattiche militari, comportamenti verso collaboratori locali o altre questioni etiche.

Come vedete, tutto si ricollega al concetto di Vegapunk nel non conoscere chi fosse cattivo o buono.
Il sensei si sta divertendo da matti. Da qui un personaggio mix di caos e esattezza, arbitrio e enigmatica: Clover. Di cui conosciamo anche il nome ora. Claìomh.

Claiomh Solais deriva dalle parole irlandesi claiomh (spada) e solais (luce), suggerendo che questa spada emanasse luce o fosse associata a un potere luminoso. Bellissima contrapposizione al secolo buio. Rappresenta molto più di una semplice arma; è un simbolo di luce e verità. La sua leggenda continua a vivere nella cultura e nel folklore irlandese, riflettendo temi universali di eroismo, potere e illuminazione. E già, se usate con la giusta coscienza, le parole sono potere, la conoscenza un’arma. La stessa che Clover voleva consegnare a un popolo inerme, inconsapevole.

Al momento dubito che il sensei voglia basare la genealogia della D sui miti irlandesi, ce ne sono fin troppi basati sulla ricerca della verità e volontà indomite, piuttosto penso che voglia identificare (visto il nome assegnatogli) che Clover è il portatore di luce nelle tenebre del Secolo Buio, una figura retorica che rasenta la perfezione.

L’altra faccia della medaglia è Vegapunk. Sapete cosa mi disturba maggiormente? L’effetto farfalla. Lui stesso innesca eventi che comportano tragedie per amici, conoscenti e l’intera popolazione, pur di seguire il suo sogno. Avrebbe potuto evitarlo compiendo le scelte giuste. Solo ora, dopo tanti anni, si è staccato dal proprio ego e vuole avvisare il pianeta. Se si fosse unito fin dall’inizio al suo amico, ci sarebbe riuscito. Se avesse seguito Clover dall’inizio e si fosse unito ai rivoluzionari, sarebbero diventati una forza inarrestabile capace di rovesciare il Governo.
Ma no, ha preferito inseguire il sogno geotermico, fare sperimentazione umana e distillare fiamme nucleari. Eppure, Stella è un cardine narrativo determinante, lontano anni luce dalla malvagità e mosso da buoni propositi. Mhhh… Come si diceva? Ah, ecco!

La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

Monkey Wrench

Non pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.

– Matteo, 10:34

Come si riflette la frustrazione di chi si trova intrappolato in circostanze che non permettono di esprimersi liberamente, o di vivere in modo autentico?

Questo capitolo mette in luce l’importanza delle scelte. Clover non è mosso solo da una missione, ma da una vendetta. Le sue decisioni porteranno al sacrificio di Ohara, un gesto condiviso e consapevole che genera inevitabilmente violenza. Tuttavia, è un sacrificio mirato a una nuova era, simile a quello di Shanks ma su vasta scala. Se un pugno di persone avesse combattuto, sarebbero state debellate in pochi istanti. Invece, il lascito dei libri e la punizione di Ohara resa nota a livello mondiale sono indimenticabili. Il messaggio di Vegapunk, filtrato attraverso la posizione chiave di Vivi, si unisce alla richiesta ufficiale di Elizabello riguardo Lulusia. Tutto è pronto: il tavolo è apparecchiato per un cambiamento epocale.

Si parla molto delle voci del passato che avverte Clover, ma fermiamoci un attimo. Personalmente, amo alla follia Ray Bradbury e ho consumato Asimov; ritengo Anatolij Dneprov un genio. Tuttavia, andiamo piano con la fantascienza, ma senza cinismo, parola di boy scout. La voce che ode tutte le cose è già un mistero intricato e selettivo (vedremo Luffy nel capitolo e ne parleremo). Ora si aggiunge il personaggio che sente le voci dal passato?

Credo che queste voci siano semplicemente un’elegante figura retorica. Clover in poche frasi condensa un pensiero profondo: ‘Mio fratello è stato ucciso solo per il suo nome, il significato di tale nome è stato cancellato, quindi è sepolto nel passato, lo stesso in cui altri con la stessa lettera hanno vissuto e sono stati eliminati, io sento le voci che chiedono giustizia‘, sta usando una metafora raffinata. È simile a Il Silenzio degli innocenti, dove Clarice Starling non poteva godere di pace finché non avesse salvato delle vittime da un serial killer e così – idealmente – salvato l’agnellino che aveva perso da piccola. Quindi la propria innocenza. Allora le voci si sarebbero placate, è questo il parallelo, genti.

In sostanza, è una metafora sofisticata in cui Clover avverte il peso lancinante di non aver fatto nulla per salvare il fratello e di aver mentito. È consapevole che decine di famiglie hanno vissuto la stessa tragedia, quindi si sente moralmente responsabile di udire le loro voci… che la damnatio memoriae ha reso silenziose e ignorate. Ignorate. Proprio questo è ciò che manda su tutte le furie lo studioso.

Magari tra due capitoli si rende canonico il potere di sentire il passato. Beh, la storia è di Oda sensei, ma personalmente storcerei il naso se dopo 27 anni di narrazione venisse introdotto un potere del genere in modo così comodo.

Le vignette successive sono semplicemente spettacolari. Torniamo nel presente, riparte il messaggio in pari a queste tematiche, Stella rimarca le parole di Clover e:

  • Una cedevolezza narrativa, Vegapunk asserisce che i vincitori riscrivono la storia, ha visto annichilire Kuma e Clover dai Gorosei, eppure non ha abbastanza fiducia nei suoi amici da capire da quale lato sussiste il marcio? Diamola per buona. Diciamo che è terrorizzato dalla distruzione di massa ed è confuso non conoscendo la storia passata.
  • Una bellissima inquadratura su Zeff, il cui diario era tanto bramato da Krieg, sottile e splendido riferimento ai tanti che volevano trovare l’All Blue (come tanti altri volevano trovare Laughtale, ad esempio), insomma, ricordando che le inquadrature le sceglie Oda e non Vegapunk, parlare delle voci dei vinti con Zeff fa pensare alla repressione sistematica non solo del popolo, ma della stessa pirateria.
  • Passiamo ora alle inquadrature di Tequila Wolf e Robin, nel tema dei sacrifici che conducono alla verità. È affascinante il ritorno tematico di Kuma, soprattutto considerando che fu lui stesso a spedire Robin lì. Come abbiamo visto, Kuma viaggiò intensamente per cercare una cura per Bonney; alle Sabaody salvò la ciurma mandando ognuno nel luogo ideale per potenziare le proprie capacità.
  • Quindi, Kuma invia Robin in un luogo dove avrebbe sperimentato la schiavitù e la brutalità, oltre a entrare in contatto con la Rivoluzione. Ora, parlando di Robin, non è stata parte attiva nel primo atto con Clover, ma è testimone del goffo tentativo di Stella, e sarà l’anello di congiunzione tra entrambi. Come amo pensare, Robin sarà il Prometeo che sfida i titani per portare la conoscenza all’umanità. Mi vengono i brividi.

Ecco perché in apertura ho riportato il versetto di Matteo, certo, inizialmente si potrebbe pensare alla furia di Clover che ricorda la sorte del fratello, o la forma demoniaca di Robin quando aggrediscono e insultano Sanji. Infatti venivano chiamati i demoni di Ohara, ricordate? La solita propaganda del Governo, ma il significato della frase è diverso. Nel Vangelo di Matteo, Gesù dice ai suoi discepoli:

Non pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.

Questo versetto è spesso interpretato in vari modi, ma in questo contesto, la spada è simbolica e rappresenta la divisione che può sorgere anche all’interno delle famiglie e delle comunità a causa della fedeltà in qualcosa, come Nika ad esmpio. Non si tratta di una spada letterale, ma di una metafora per il conflitto spirituale e morale.

Vi ricordo che oggi la Fatal sarà alle 15.00 e non alle 21.00, vi aspettiamo come sempre!

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Beh, osservate Clover e Robin nel capitolo, sono la quintessenza di tale conflitto. E ciò che ho più apprezzato: è il gesto di Atlas. Monolitica e stoica sarebbero definizioni riduttive.

Quel che colpisce è l’essenza di una coscienza non sintetica, i satelliti sono ibridi cyborg sulla base di un clone umano:

  • Edison, Pithagoras, Atlas e forse Shaka hanno componenti cibernetici incorporati, sembrano più simili a macchine
  • Yoke e Lilith sembrano non avere innesti tecnologici, almeno per quanto mi risulta, e questa è una delle ragioni per cui da mesi sostengo che mi piacerebbe se rimanessero solo loro due, ognuna schierata su fronti opposti come Morgania e Peacemain. Questo sarebbe un’allegoria della dualità umana: la spietatezza e l’alterigia di Yoke da un lato, e le lacrime per i compagni e la risolutezza morale di Lilith dall’altro. Immaginate? È come se solo ora, dopo tanto tempo, Vegapunk avesse fatto una scelta definitiva tra malvagità e giustizia. Invece Oda potrebbe darci così una scelta contemporanea in divenire. Potrei dare i numeri per una simile eleganza fantascientifica.

Perché Atlas si immola? Perché offre la sua vita senza esitare?
Per semplice umanità.
Sebbene non resista che pochi istanti con un ecatombe come Nusjuro, sapeva però un fatto incontestabile, il suo corpo di cyborg garantisce quei pochi secondi grazie ai quali la Sunny non perde lo slancio necessario alla manovra: la conformazione umana di Lilith non avrebbe potuto concederli. Quindi si sacrifica per lei, per i mugi, e per il futuro stesso di una nuova era.
Semplicemente riconosce la nefandezza del lato oscuro di Yoke… e rifiuta di farne parte.

Il desiderio di essere utile per puro altruismo può essere riflessivo dell’intento di agire con integrità e compassione, contrastando attivamente le forze negative o distruttive che potrebbero influenzare sia il futuro che il mondo circostante. Questa interpretazione spinge verso un’azione basata su principi morali umani, non alla fredda logica di una macchina, insomma: piuttosto che essere semplicemente spettatori o complici di ciò che è sbagliato.

Da qui possiamo vedere come non serva essere una D per sorridere, è un atto compiuto da chi ha la coscienza pulita, consapevole di aver fatto tutto ciò che era in proprio potere per fare la differenza. Tra i circuiti di Atlas batte un cuore umano, e sebbene abbatta brutalmente Lilith, ci fa intuire che: A) non voleva farla assistere a una tale scena; B) spegnere la sua coscienza fa capire che Lilith si sarebbe opposta con tutte le sue forze.

Non biasimate gli ordini immediati di partire espressi da Nami e Zoro: stanno solamente onorando il sacrificio di un’amica.

Le modalità espressive dei satelliti sono incredibili: Atlas e Yoke rappresentano gli antipodi di Vegapunk, mostrando chiaramente l’estremizzazione del meglio e del peggio dello scienziato. Atlas incarna il lato luminoso di Vegapunk, che auspica una nuova era. Yoke, invece, rappresenta l’hybris della scienza che lo pervade, manifestando il lato oscuro e arrogante del suo genio.

Il silenzio complice

‘Se restassi in silenzio, sarei colpevole di complicità.

– Albert Einstein

Allora, l’ultima parte è pura caoticità, ma personalmente non mi dispiace affatto se le conseguenze di queste vicende porteranno a future fratture irreversibili.

Per addentrarci nel discorso vi riporto uno stralcio del mio precedente articolo.

‘Emet è un prodotto della tecnologia antica, proveniente dal regno che fu il paese natale di Joy. È una macchina costruita per proteggere e combattere, probabilmente attivata e disattivata personalmente da Joy Boy a causa di possibili confusioni tra male e bene, o forse programmata solo per combattere, quindi intrinsecamente pericolosa. Come un novello Ecclesiaste, nel ricordo del robot, sentiamo Joy dire: ‘Ascolta, Emet, quando sarà il momento di agire…‘. Ecco il punto cruciale: perché vediamo la macchina prendere di mira e attaccare con fermezza Warcury. Non roteando entrambe le braccia per falciare indistintamente tutto, ma puntando esattamente verso ciò che, nella concezione comune, rappresenta il lato malvagio della narrazione. Questo dettaglio sarà rivelato nel prossimo capitolo ed è fondamentale per comprendere se Emet conosce bene i nemici di Joy Boy o attacca indiscriminatamente. Questo aspetto metterebbe da parte la figura del Golem di Praga, che diventa progressivamente più violento e intransigente, tanto da attaccare coloro che dovrebbe proteggere. Per ora, basandoci sui fatti, Emet ha attaccato Mary Geoise e un Gorosei.

Zunesha invece è un essere vivente nelle pieghe del soprannaturale, non può fermarsi quando gli pare e piace, non può parlare con chiunque, non può entrare in combattimento senza che gli venga impartito un ordine.

E finalmente abbiamo la conferma, Emet riconosce Joy Boy ma non riconosce i Gorosei, in pratica, li riconosce solo in quanto nemici del suo nakama. Come sempre Oda non ci fa capire quali siano le sue conoscenze oggettive, ma almeno sappiamo che non attacca indiscriminatamente e ha un solo protocollo: la protezione di Joy Boy. Qui il cerchio si stringe in sulla fantascienza. Emet ha un profilo indubbiamente umano, non è una macchina da guerra con lo stesso calore emotivo di una stampante, vuole difendere un amico per cui prova affetto. Si attiva solo sentendo i tamburi di Nika (che sia per riconoscimento o immagazzinamento di energia metafisica), ma, riconosce Joy Boy in forma della divinità. Quindi si presenta un quesito di quelli tosti:

  • Emet è legato da principi scientifici alla divinità, in segno di collegamento perpetuo alla antica tecnologia che sviluppò i frutti?
  • Oppure, si attiva alla manifestazione di Nika, e riconosce la divinità in tale forma perché, Joy Boy è… solo un soprannome appunto, e fu quello di Nika stesso, e qui si spiegherebbe perché si attiva solo alla presenza del Dio. Se il nome di Joy Boy fosse Nika fu la divinità originale, e Luffy non ne è il secondo vettore: bensì il primo a risvegliare i poteri di un frutto che non ha scelto nessuno per 900 anni. Quindi i frutti sono stati creati successivamente al secolo vuoto.

Sono solo ipotesi, sia chiaro, ma trovo strano che Emet guardi Nika e lo saluti come se fosse il suo carissimo amico, quasi come se conoscesse solo quella forma. Questo potrebbe spiegare il legame con la divinità e il motivo per cui si spegne ogni volta che lui ritorna umano (non lo riconosce più). Ci sono molti punti contrari a questa teoria: Alubarna ha una storia di 4000 anni, ma non ci sono testimonianze dirette dell’esistenza dei frutti. Almeno, non che io ricordi, potrei sbagliarmi. Inoltre, i fatti risalgono a 900 anni fa, Zunesha porta i Mink da 1000 anni. Cosa abbiamo perso? L’elefante e Emet furono compagni in fasi diverse del conflitto? Inoltre, non si spiega il mix tra elementi soprannaturali e tecnologici. Finora, la capacità di percepire tutte le cose è stata prerogativa di esseri viventi soprannaturali, non di creature meccaniche, a meno che… il robot non abbia un’origine umana. Questo potrebbe spiegare le punizioni inflitte a Emet e Zunesha come esperimenti scientifici malvagi?

Non è nemmeno un campo confinabile nei frutti, Roger e Oden non erano fruttati, ma sentivano che è un piacere, Luffy e Momo lo sono, semmai il cerchio e restringibile nella discendenza: Momo può interagire con Zunesha ma Luffy no. Oden sente i Re del mare ma non incontra Zunesha, Sapete cosa sarebbe curioso? Vivi. Vorrei tanto sapere se la principessa possiede tale capacità, perché nell’ottica dell’alleanza Kozuki, Nefertari e Mink… darebbe un indirizzo ben preciso. Senza contare che Emet è una macchina ma gode di libero arbitrio, mentre Zunesha è un essere vivente vincolato, si, mancano troppi tasselli per formulare una teoria definitiva. A parte quella che Joy Boy fu il soprannome di Nika stesso e quindi Luffy sia il primo vettore della divinità. In fondo gli Astri non hanno l’appellativo di Pianeti? (senza contare la dicitura lunghissima che li identifica come dei e fantozziani amministratori dai buffi nomi). Imu stesso/a, non ha un appellativo generico quando se ne sospetta l’appartenenza ai Nerona?

Per concludere formulo tre pensieri:

  • Emet chiede di utilizzare qualcosa, niente ipotesi astruse, spero solo che avremo dati rilevanti sulla forma di energia.
  • Quel pirla di Saturn ha nuovamente preso di mira Bonney e Kuma, e io spero con tutte le mie forze che Kizaru abbia visto Bonney in forma Nika.
  • Vegapunk fa uscire di nuovo il Governo perfettamente pulito, puntando nuovamente il dito sul Re dei pirati, unica nota spicy sono le incomprensibili – ma interessanti – reazioni a Impel Down.

Dalla superficialità si passa al grottesco involontario, che dipinge la popolazione inghiottita in un altro periodo di buio, inconsapevolmente complice del silenzio del Governo Mondiale. E’ incredibile, Stella ha fatto più danni di Xebec, Teach e i Gorosei messi insieme.

Come sempre vi lascio il video del Re. Oltre alla solita analisi condita da humor torrenziale, fornisce il quadro più preciso e accurato possibile della mitologia irlandese in merito al nome di Clover, un must!

Out of Sync

Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere.

Kuma, Ginney, Bonney e presto Vivi: verità scomode.
Personaggi che sono più di semplici figure: sono voci di un coro dissonante, testimoni di un’epoca dimenticata, ma che Joy Boy ci costringe a ricordare.
Questa non è solo una saga; è un manifesto noir. Clover ci mostra che, a volte, per raccontare la verità devi sporcarti le mani. Egghead è la prova su carta che quando si tratta di affrontare i demoni dell’ineguaglianza o del pregiudizio, non ci sono guanti bianchi che tengano.

Come si fa a non amare Clover? Il bastian contrario, la voce fuori dal coro. Apparentemente fuori sincrono ma che marcia senza scuse al suo ritmo unico.

Godiamoci il viaggio, genti

‘Don’t wanna be your monkey wrench
One more indecent accident
I’d rather leave than suffer this
I’ll never be your monkey wrench

– Foo Fighters, Monkey Wrench

Cenere

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