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One Piece 1119: Hiraeth; l’Esodo della D; Joy l’Ecclesiaste

by Stefano 'Cenere' Potì

‘To everything, turn, turn, turn
There is a season, turn, turn, turn
And a time to every purpose under heaven’

– The Byrds, Turn! Turn! Turn!

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1119: c’è un tempo per ogni proposito sotto il cielo.

Il microcosmo di Oda mostra grande apertura ai riferimenti sia storici che biblici. Da sempre. Come in quest’ultimo affresco corale che ricorda quasi Footloose in chiave… fantascientifica. Gente che danza per celebrare la vita, necessità di scandire il ritmo della propria esistenza, lotta contro l’autorità costituita (incapace di perdonare, forse, anche se stessa).

Avete notato poi? La polemica sulla qualità di OP è improvvisamente – puff! – cessata.

Come sempre, il sensei ha messo le nostre certezze sotto scacco nel modo che preferisce: aprendo le nostre menti ad una serie di nuove possibilità. Ergo, siamo troppo presi a metabolizzare anziché giudicare. Oda non è certo Socrate, figuriamoci.
Eppure… la sua dialettica spesso produce interrogativi posti intenzionalmente alla fine dei capitoli, che rendono contraddittori i nostri precedenti pensieri portandoci a riflettere e considerare nuove prospettive. O magari, confermare le precedenti ipotesi?
Ecco perché lo chiamo il Bianconiglio shonen.

Abbiamo parecchio di cui discorrere, quindi si va per gradi.

E’ il momento dell’Elzeviro

Gioventù bruciata

Le colpe dei padri, un tema ricorrente in One Piece, nevvero?

La recente mini-avventura offre una prospettiva sul Rinascimento di Wano, mettendo in risalto i segni indelebili che la storia ha lasciato sull’isola. In sostanza, esiste davvero una quiete dopo la tempesta? Sì, ma il mare rimane agitato.
Il messaggio di Oda si fa forse un po’ didascalico, ma non per questo meno penetrante: chi trascura le lezioni del passato è destinato a ripeterle.
Esattamente in questo Yamato farà la differenza.

Sia Oden che la guerriera sono personaggi che escono direttamente dallo scambio epistolare tra Freud e Einstein (nel tema dell’addomesticazione della propria indole). Ma, attenzione, in questa cover appuriamo che Yamato sta ripercorrendo le orme nello spirito, non nel tragitto. Il samurai partì da Hakumai (meta della figlia del demone), per poi procedere a Ringo (dove incontrò Izo e Kikunojo), procedendo solo successivamente per Kibi. Come vediamo, invece, Yamato parte da quest’ultima località. Probabilmente perché la sua meta è proprio il tempio di Enma dove consegnare la katana di Yasuie. Ma… Ringo? Poteva benissimo iniziare da lì e – tra l’altro – ripetere lo stesso cammino del suo idolo.

Quindi (teoricamente) le possibilità sono due:

  • Le mini-avventure avranno un sapore di intrattenimento fine a se stesso, rimanendo cornice di vari episodi senza particolare fine se non la spensieratezza. Come sono di prevalentemente, insomma.
  • Il viaggio di Yamato è diverso nell’epilogo per via dei richiami al passato. Perché Yamato iniziò ad amare il Bushido e lesse la storia di Oden grazie a tre samurai.

Shimotsuki Ushimaru era il daimyō di Ringo, Uzuki Tempura il daimyō di Udon, e… Chi viveva a Kibi? Innanzitutto Kanjuro, che fu reclutato da Oden, poi Yatappe, il boss della Yakuza (secondo aggancio alla visita a Hyogoro e Nekomamushi), quindi anche il daimyō, locale, no? Fugetsu Omusubi, uno dei tre samurai che sfamarono e insegnarono a una Yamato bambina il rispetto e la dignità dei guerrieri. Pur sapendo che fosse la figlia di Kaido, Omusubi fu gentile e quasi paterno durante la loro prigionia. Tutti e tre non esitarono a cederle l’unica porzione di cibo e sacrificarono la loro vita affinché sopravvivesse e potesse partecipare alla guerra pianificata da Oden.

Tutti insieme lessero gioiosi il diario di Oden, e mentre la piccola dormiva combatterono per il futuro e per lei. Una cosa che fa molto Shanks e Luffy. Scommisero sulla nuova era.

Le mini-avventure possono essere sia parentesi goliardiche che omaggi al passato. Sarebbe meraviglioso se partisse appunto da Kibi, lasciando Ringo come destinazione finale. Ringo è il luogo dove Ushimaru risiedeva, Onimaru ancora dimora; è anche il paese natale di Hyogoro e il sito di sepoltura di Ryuma. Questa idea mi… entusiasma.
Inoltre, potrebbe emergere qualcosa di completamente nuovo. I bambini che non la conoscono tendono a reputarla malvagia come suo padre. È qui che i peccati dei padri ricadono sui figli.
Anche se subì la stessa prigionia, patì la stessa fame, portò le stessa catene.

Ho scritto Gioventù bruciata non riferendomi ai ragazzi di Wano vittime di pregiudizi, l’ho fatto per Yamato. Poiché nessun film così disperato riuscì a comunicare a intere generazioni la voglia di vivere liberi e di essere diversi dai propri genitori.

Potrebbe certamente respingere i bambini con una gag comica, potrebbe cambiare scena, si potrebbe generare un inaspettato sviluppo. Il fatto è che Yamato rimane il Lupo Guardiano di Wano; ma non appena incontrò Luffy, urlò che ne avrebbe aperto i confini per prendere il mare.

Mini avventure o meno, il viaggio della guerriera è un utile spunto per imparare a disimparare le convinzioni sistemiche.

Signore e signori: cap. 1119…

Hiraeth

‘Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti’

– F. Nietzsche

Sembra che il filosofo l’abbia scritta per Kaku, questa massima.

La narrazione riprende dalle due spie, e non potrei esserne più felice, perché Oda ci regala una scena semplice ma intensa. Kaku libero non aggredisce Stussy, era chiaro dalla vignetta nei capitoli precedenti, è rimasto colpito dalle emozioni di lei: sia l’affetto per Vegapunk che la reale amicizia verso di lui e Lucci. Questo non è il CP che abbiamo visto dal Reverie, spietato e impermeabile a qualsiasi input umano, bensì quello che percorreva la Via di Damasco nelle mini-avventure (cosa che sottolinea il potenziale di quelle di Yamato).

Lo schema è tanto semplice quanto sconvolgente: da un lato abbiamo Stussy, mossa solo dal cuore nel voler salvare il padre e nell’intento di aiutare i suoi amici. È indimenticabile il flashback che la mostra interagire dolcemente con Kuma. Dall’altro c’è Lucci, il killer perfetto, un mosaico di sentimenti negativi. Tuttavia, è innegabile che nelle mini-avventure è stato mosso da altruismo, o come quando ha chiesto a Mars di graziare il suo amico.

Questo si sapeva, infatti è Kaku a essere in uno stato d’animo unico.

Il CP sta chiaramente soffrendo, e credo sia anzitutto per la sua condizione. In questa saga Oda si è chiaramente prefisso di far crescere la nostra avversione verso i Gorosei. Ma cosa spinge i vari affiliati a servire un governo tanto sinistro? Per alcuni è il potere (come Spandam e suo padre), per altri è la promessa di segreti che possono distruggere nazioni intere (è così che si mettono nel taschino il grande ammiraglio di turno). Questa la tattica del governo, isolamento e silenzio. Beh, con CP fanno molto peggio.

Durante il periodo Sengoku e il periodo Edo del Giappone, si dice che alcuni clan ninja, in particolare quelli operanti nelle regioni montuose o meno accessibili, potessero reclutare orfani o bambini senza famiglia per addestrarli come ninja. Questi bambini venivano presi sotto l’ala protettiva del clan e addestrati nelle arti marziali, tecniche di spionaggio, sopravvivenza e altre abilità utili per le operazioni.

Senza citare nomi o luoghi spiacevolmente più recenti, nel mondo dei conflitti globali, esiste una realtà tanto oscura quanto spietata: l’uso di bambini orfani come pedine nelle operazioni di guerra e spionaggio. Questi giovani, privati della sicurezza familiare e della protezione sociale, sono spesso addestrati fin da piccoli per svolgere ruoli pericolosi e mortali.

Capito perché chiamo i CP-0 bimbi sperduti?

Kaku è affezionato a Stussy tanto quanto rimpiange il semplice e spensierato lavoro di carpentiere a Water 7. Sul piano tecnico, Kaku ha fallito poiché sta provando emozioni. Prova affetto verso chi non lo ha trattato come un numero, non gli ha dato un’etichetta del prezzo, ma un valore. Per questo desidera proteggerla, pur sapendo bene quanto Lucci sia implacabile.

Carl Schmitt aveva ragione nell’affermare che sono le decisioni politiche a plasmare le leggi. Le norme e le regole sociali non sono innate nell’essere umano, ma sono piuttosto il risultato delle leggi stabilite dai legislatori. Quindi? Il sistema del CP è marcio perché sono i Gorosei ad essere marci. True story.

Stussy ha tolto la maschera, in lacrime, cerca di parlare all’amico. Kaku, però, non riesce ad abbandonare il leopardo. Così, seppur sgarbatamente, la fa andare via incolume. Credo che il killer durerà poco prima di cambiare definitivamente. Nella vignetta trattiene a stento le lacrime, non lo abbiamo mai visto così umano. Sapete cosa significa Hiraeth? È ciò che sta provando Kaku.

Hiraeth (dal gallese): Si riferisce a un profondo senso di nostalgia e desiderio per luoghi del passato o per esperienze che hanno plasmato la nostra identità. Include anche il rimpianto per le cose che non sono mai avvenute e che avremmo desiderato accadessero. Un desiderio intenso e nostalgico per qualcosa di irraggiungibile o non realizzato.

Kaku lo sta provando per la vita felice a W7 e i colleghi matti e allegri con cui si divertiva, e egualmente per Stussy e Lucci, ovvero i suoi amici. Un assassino non può avere amici, né affetti. Mai letto Diario di un Killer sentimentale? Ve lo consiglio di cuore.

Il CP, con i suoi segreti e le sue marionette, è solo un ingranaggio nella macchina di un potere più grande e oscuro. Ma fino a quando l’eminenza grigia continuerà a muoversi nel palazzo del potere, il mondo non conoscerà mai la vera faccia del dominio.

Il primo peccato capitale

‘Non mi avrai, Creonte, né domata né persuasa.’

– Sofocle, Antigone

Prepariamo il nostro tubo digerente mentale per un po’ di pandemonio.

Per prima cosa, ok che non si tratta della versione definitiva, ma i disegni di questo capitolo (in particolare) lasciano veramente a desiderare. E dire che ultimamente stavamo vedendo uno standard più elevato. Ma andiamo avanti.

Tanto Bonney in forma Nika è splendida a prescindere. Da notare poi le due vignette successive, specchio ideale del nuclei in gioco:

  • Luffy in God mode, per capirci, ha colto di sorpresa la fanteria; ciò che si profila all’orizzonte non è un semplice compito amministrativo, bensì un evento straordinario. Quel che era iniziato come un Buster Call si è trasformato in un’azione punitiva contro i ribelli. I marine, in questo contesto, sembrano non avere alcun valore. La presenza di Luffy, sebbene non prevista, non altera la sostanza degli eventi: nei documenti ufficiali della missione il nome Nika non sarebbe comunque comparso. I Gorosei non volevano neanche la foto sui giornali, ed è grazie a quella che gli ignari soldati riescono a fare a mala pena due più due. Ecco a noi le certezze in equilibrio sul filo del piccolo orrore quotidiano dei marine.
  • I giganti invece sono in tripudio, sembrano delle grupie a un concerto dei Maroon 5, il che conferma definitivamente che qualcosa viene loro insegnato riguardo alla divinità. Esaminiamo i fatti: Dori e Brogi arrivano sull’isola già chiamando Luffy Dio del Sole, avendo visto la sua immagine sui giornali e riconoscendolo in quella forma. Questo è un dato di fatto. Ciò che inizialmente mi confondeva erano le loro reazioni e le domande sull’aspetto di Luffy appena incontrato, un tipico stratagemma di Oda per confonderci. Tuttavia, non appena il capitano ritorna nella sua forma divina, i giganti esplodono di gioia. Questo parallelo con l’ignoranza della Marina amplifica il tutto… i giganti non esitano un istante, ma urlano all’unisono il suo nome. È incontrovertibile: a Elbaph viene tramandata la memoria e le tracce del Culto del Sole.

Quindi il luciferino Mars rimette le cose in chiaro ‘questa fuga non s’ha da fare‘, e poi butta una frase mica da ridere, capisce subito che ci sono due Nika grazie al Toshi Toshi, e qui, stavo per alterarmi. Abbiamo appurato (nonostante sull’isola abbiano strategia e sinergia perfette) la loro leggerezza d’animo, sconfinata superbia e – diciamolo su – palese stupidità. Se Mars ha compreso la vera natura del secondo Nika, allora possiede una conoscenza approfondita delle capacità del frutto di Bonney. E qui sorge il dubbio: hanno davvero affidato un potere così trascendentale, capace di piegare la metafisica stessa, ad una bambina destinata a diventare rancorosa e vendicativa, soprattutto dopo aver deciso il destino di Kuma? Errore fatale.

Qualcuno penserà ‘vabbè, ma aveva la malattia dello zaffiro‘, si certo, ma che è stata curata perfettamente da Vegapunk, con tanto di Alpha a fare rapporto a Mary Geoise. La risposta al comportamento dei Gorosei deve emergere, è inconcepibile che siano così inetti. Come è possibile che, per quasi un millennio, non siano riusciti a recuperare un poneglyph? Perché non hanno immediatamente mobilitato tutti gli ammiragli quando Luffy ha dimostrato le proprietà della gomma? E perché mantengono così bassa la taglia per il loro peggior incubo, Nico Robin? Qualcosa non torna. In me si rafforza sempre di più una convinzione.

I 5 Astri sono a loro volta pedine di Imu, per il/la quale il rientro in gioco di Nika è propedeutico al raggiungimento del suo obiettivo, sono quindi esecutori di epurazioni e controllo dell’equilibrio affinché il popolo non si rivolti e le D non raggiungano l’autocoscienza, fungono da facciata pubblica del Governo come i Draghi Celesti sono l’immagine della superiorità nella visione generale del mondo. Imu detiene un piano scandito da ragioni personali, i 5 sono vassalli del loro Monarca. Niente di più, niente di meno. Quindi la risposta emotiva è data dal primo peccato capitale, la Superbia. Al momento le loro parole riflettono solo e soltanto questo, qualunque interazione abbia avuto Saturn con Bonney o i Mugi, Mars con Lucci, Yoke e la ciurma in fuga, trasudano esattamente questo: Eccessivo orgoglio e convinzione di superiorità.

Superbia, per l’appunto.

I Gorosei sono feccia (mi sto palesemente contenendo), non vedo l’ora che i nodi vengano al pettine, ossia, quando noi del pubblico potremo avere verso di loro la prima reazione che ebbe l’inserviente verso J.D.

‘Sembri infelice… Mi piace!’

– Scrubs

L’esatto contrario della ciurma, di Bonney e dei giganti, le cui esecuzioni particolari di particolari tecniche ci permettono un parziale sommario del fantastico.

Allora, il mega-super-iper raggio incendiario di Mars: non serve a una ceppa con Luffy. Per carità, lo colpisce e gli fa male, ma tipo le ciabattate di una madre imbufalita. Luffy è sopravvissuto alla piena potenza di Ener quando era un peracottaro. Figuriamoci ora. Quindi, il gesto potrebbe dare vita ad una piccola escalation di allontanamento dei 5. Funzionerà, non funzionerà? Mars quanto vola velocemente? Saturn lo può evocare a piacimento o deve conoscere il posto in cui si trova? (come a Mary Geoise). Ci sono troppe variabili, quindi una risposta vale l’altra al momento.

Ad ogni modo, la sequenza è un vero spasso grazie a Bonney. La piratessa affronta una richiesta semplicemente folle, e le reazioni di Sanji e Franky non potrebbero essere più diverse dalla sua. I Mugiwara conoscono perfettamente le idee scriteriate, ma efficaci, del loro capitano, da tempo immemore. La richiesta di essere colpito non è altro che la quintessenza di Luffy. Sanji rimase senza fiato quando lo vide prendere a pugni il mantello-scudo irto di chiodi di Krieg, mentre Zeff parlava del coraggio misto a follia di chi è disposto a tutto per un sogno. Franky, commosso e sorridente, divenne un Mugiwara nell’istante in cui Cappello di Paglia dichiarò guerra al Governo Mondiale per difendere un’amica. La richiesta di essere colpito a piena potenza è, per loro, ordinaria amministrazione.

La scena ha comunque del paradossale, intendiamoci, Bonney è perplessa, Sanji colpisce senza pietà e il cyborg rincara la dose urlando ‘Spingi come se volessi ammazzare Luffy!!’ al che mi sono sinceramente sganasciato dalle risate. Bonney nel frattempo ha caricato il colpo flettendo la spalla destra con il braccio sinistro… esattamente come fa Luffy da vent’anni. E mi è piaciuto da matti. Punto primo, no, Franky non usa l’Haki, non ho la certezza matematica ma vi dico la mia.

Franky è in parte macchina, può avere l’ambizione?

  • Sì, perché è umano e, in quanto tale, possiede libero arbitrio e volontà. L’haki va immaginato come l’estensione della nostra volontà, la forza delle nostre decisioni che sgorga dalla mente per riversarsi costantemente sull’utilizzatore. La tonalità della percezione esalta i sensi, quella dell’armatura riveste letteralmente, e il Re conquistatore può sia rivestire che essere proiettato. Franky non deve (e non riuscirebbe) annerire perennemente il suo pugno; gli basta rivestirlo momentaneamente, come qualsiasi utilizzatore riveste il proprio corpo. Ammetto che per lui potrebbe esserci maggiore difficoltà, poiché le parti metalliche sono equiparabili a rivestire una spada, una tecnica di tutt’altro livello. Ma il buon Cyborg è un mezzo genio: legge e comprende gli appunti di Vegapunk, probabilmente tiene a mente i progetti di Pluton e ha dimostrato in mille occasioni un’intelligenza fuori dal comune. Senza parlare della sua determinazione e forza di volontà. Sì, Franky ha tutte le carte in regola per usare l’haki.
  • Quindi, lo utilizza? No. Se assumiamo che Sanji lo usi costantemente e vediamo perfino Bonney annerire il colpo, Franky no. Luffy si sta rivolgendo a chi usa l’ambizione. Non possiamo aspettarci che Oda gli faccia dire: ‘Ovviamente mi riferisco a chi sta usando l’haki, dato che uno dei personaggi principali, ossia Franky, non l’ha mai usato e sarebbe uno spreco, quindi intendo due di voi!‘. Ve lo immaginate? In sintesi, Franky ha tutte le carte in regola per usarlo, ma come è stato spettacolare vedere alcuni Mugiwara usarlo per la prima volta, mi aspetto altrettanto per lui: non una semplice vignetta, ma una scena dedicata.

Passiamo a Bonney. Sul serio ci stupiamo? La piratessa è cresciuta tra ammiragli e rivoluzionari, pratica il controspionaggio ad alti livelli, ha steso un’esperta (e particolarmente crudele) CP-8, voleva affrontare un Gorosei. È diventata poi una delle temibili Supernova. Tutto questo a soli 12 anni. Bonney trabocca forza di volontà. Inoltre, in individui particolarmente dotati, l’haki si risveglia senza insegnamento, come la tonalità della percezione in Usop. Insomma, per la mangiona è quasi inevitabile direi.

Vi ricordo che stasera ci sarà la Fatal, quindi interpretazione dei dialoghi, traduzione adattata direttamente dal giapponese e la consueta analisi di gruppo, vi aspettiamo!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

Nelle varie sequenze che mostrano mentre Sanji e Franky si preparano a colpire, inizialmente credevo che la sarabanda danzante creata dai giganti ampliasse i poteri di Nika (un’ipotesi non ancora da escludere del tutto), poiché Bonney deforma gli occhi fuori dalle orbite e la lingua in versione scale mobili. Ma, dato che lei sta incarnando il Dio, non fa testo. La conferma che sia solo un divertimento di Oda arriva un paio di capitoli fa, quando Nusjuro attacca la Sunny e Usopp, Chopper e Lilith tirano gli occhi fuori dalle orbite. In quel momento, Luffy è diretto verso la spiaggia, quindi… è chiaro che l’autore si sta semplicemente divertendo con queste esagerazioni.

Quindi, Luffy, Franky e Sanji sono sulla Drakkar in partenza, mentre Nami, Robin, Usopp, Chopper e Brook sono sulla Sunny, che con un CDB potrebbe raggiungere l’acqua, ma si troverebbero esattamente in mezzo alla Marina, dove si è appena risvegliato il Robot. Zoro e Jinbe stanno affrontando Nusjuro, e io, il vostro affezionatissimo, mi sto mangiando le mani nell’attesa di quei dialoghi. Sì, diamine. Basta una sola frase per mettere tutto in prospettiva o almeno per farci capire qualcosa dei pregressi con Wano, o una sorta di riconoscimento, o anche Zoro e Nusjuro che se la giurano a vicenda.

Siamo onesti, il sistema shonen è una coalizione di precetti ben affiatati. Ora come ora, Mihawk è davvero un avversario per Zoro? In realtà, non lo è mai stato. A Zoro serve il titolo, quindi, sei tu il numero uno della lista? Allora è a te che do la caccia. Ora tra loro è nato un rapporto tacito, se non di amicizia, sicuramente di rispetto: quel legame che si sviluppa tra allievo e maestro. Mihawk è chiaramente felice per Zoro, l’unico che supera le sue stesse aspettative e che potrebbe finalmente rappresentare una sfida degna. Ma sarebbe uno scontro privo di particolare pathos, basato sul rispetto per l’abilità del migliore. Zoro matura sempre ad un passo dalla morte, seguendo il codice dell’Hagakure: vivere pienamente ogni istante, poiché la vita è effimera e transitoria. Mihawk non ucciderebbe mai lo spadaccino e viceversa, non più. Non dopo che si sono legati a più livelli umani. Questo mi fa temere per lo stesso Occhi di Falco, quindi non vedo l’ora di scoprire se il demone e il Gorosei si scambieranno qualche parola.
Zoro a volte fa miracoli con la sua irriverenza.

Aria di sacrificio anche per Atlas? Il satellite vuole controllare il resto del gruppo sulla Sunny, ai ragazzi comunica la sua scelta, ma mentalmente ragiona sul fatto che Yoke li controlla per il Governo e quindi prende una decisione a noi preclusa. Come vi ho detto spesso, a me piacerebbe rimanessero su fronti diversi Yoke e Lilith. Non mi spiacerebbe se sopravvivesse anche Atlas, ma spesso negli shonen non funziona così.

Inoltre, ci sono delle ipotesi sinistre nell’aria. Se i Mugiwara dovessero fuggire, ricordiamoci che i Gorosei sono stati visti dai marine. Capite cosa intendo: tutti coloro sotto il grado di Contrammiraglio sono carne da macello. Sarebbe interessante vedere come reagiranno gli ufficiali. E desidererei tanto che Kizaru vedesse Bonney nella forma di Nika, non il Kizaru che si appresta a uccidere con il cuore spezzato, ma quello spensierato che danza nella cover del volume 109. È risaputo, il sonno della ragione genera mostri, forse è ora di svegliarsi da un incubo. Le possibilità sono esigue? Io ci spero, sono mesi che lo faccio.

Qui arriviamo alla ripresa del messaggio.

Personalmente, rimango dello stesso avviso della settimana scorsa: la continuazione della trasmissione è ormai irrilevante. Sono frasi scritte in alfabeto Eiichirianō atte a confonderci e a farci postulare ipotesi. Premessa: la trasmissione procede (infatti Yoke dice che per bloccarla il lumacofono deve essere distrutto del tutto). Ergo:

A) il messaggio rimane in play, quindi stiamo palesemente perdendo dei punti argomentativi; B) se il Robot prende colpi, il Den Den Mushi perde la sintonizzazione e non propaga intere frasi.

È esattamente come la puntina di un giradischi: se salta, il disco continua a girare, ma quando torna in contatto… la canzone non riprende dallo stesso punto.

Infatti, nel 1118, l’ultima frase di Vegapunk era ‘quel nome…’. Ora, invece, riprende dicendo ‘perché non esiste una cosa del genere…‘. I due punti sono chiaramente disconnessi. Non solo le parole di Vegapunk riflettono le impressioni personali di chi non conosce la verità, ma manca anche una conseguenza logica. Si tratta di un’interpretazione parziale e priva di senso pratico. Lo scienziato prosegue dicendo che qualcosa si tramanda di generazione in generazione, una sorta di volontà, e poi aggiunge una frase melliflua ma distruttiva:

‘Vegapunk (Trasmissione): A coloro che sono in balia di ciò… /…spero sinceramente che questa mia voce possa raggiungervi.’

– traduzione del Mala, adattamento del Re

Tenendo presente che non vi è certezza alcuna, il discorso procede con il soggetto di cui parlava: le D inconsapevoli. Può essere sufficiente, amici miei, davvero. A mio modesto parere, esiste qualcuno pienamente consapevole di essere una D e di cosa comporti, ma come puoi combattere un oceano essendo solo una goccia? Dragon (meme a parte) potrebbe sapere molto in proposito, così come Garp e Sengoku potrebbero custodire dei segreti. Senza contare il cerbero composto da: Wapol che conosce Imu, Vivi erede di Lily nonché nuova regina e membro della ciurma, infine il metodo di trasmissione più anarchico e virulento mai esistito, ossia Morgans.

Vi ricordo che persino Robin aveva paura delle reazioni di Luffy: appena lo incontra, gli chiede perché il clan della D combatte, e dopo Wano domanda se gli interessi Pluton. Il punto dinamico rimane sempre lo stesso: non lo chiede al comandante della sua ciurma, ma a una D. Il capovolgimento totale è servito, perché adesso ne parleranno praticamente tutti. Questo cambia lo scenario. Se inizialmente la fazione schierata con Joy Boy adottò la lettera come stemma per riconoscersi tra loro, il trucco gli si è rivoltato contro, poiché i nemici li riconobbero e li perseguitarono proprio per questo segno distintivo. Ma ormai son gusci vuoti, e il governo è confidente nel lavoro svolto… tanto da avere un ufficiale di alto rango nelle loro fila, al quale si chiede attivamente di diventare ammiraglio: Monkey D. Garp.

Il mosaico definitivo emerge a posteriori, Vegapunk inizia il messaggio dicendo che il Buster call è irrilevante, perché ‘milioni di persone aspettano Nika‘, fino ad arrivare a parlare della D, per la prima volta dandoci la nozione che è stata effettivamente tramandata per generazioni.

Qualunque atto di ribellione nasce dalla consapevolezza. Che sia V nel parlare alla popolazione in V per Vendetta, o la rivolta dei seringueros in Brasile, passando per Movimento per i diritti civili negli Stati Uniti di Martin Luther King Jr, oppure la Rivoluzione Industriale in Inghilterra. Non sarebbero nati senza la consapevolezza dei torti e potendo credere in un’alternativa. E ora, in One Piece la D è ufficialmente passata da favoletta (lo raccontava Rosinante, vecchio cuore) a contesto storico. Si aprano le danze.

Ovviamente spero in un ricongiungimento tra Bonney e suo padre.
Ma anche Kuma, ora come ora è un guscio vuoto, quasi un corpo a cui va data una degna conclusione.
Per questo ho citato Sofocle.
Antigone si oppose con forza alle leggi di Creonte, che proibirono la sepoltura del fratello Polinice. La dichiarazione che vi ho riportato sottolinea il tema centrale della tragedia: il conflitto tra la legge umana e la legge divina, tra l’autorità dello stato e i diritti individuali.
Vi ricorda per caso qualcosa?

Le tazze di Sake

Saremo amici per sempre, non è vero, Pooh? chiese Piglet. Ancora di più, rispose Pooh.’

– A.A. Milne

Quando Sanji – seppur con nobilissimi intenti – abbandonò la ciurma, per Nami fu un vero e proprio crimine. Imperdonabile.

Ora, sono sicuro che in questi giorni vi avranno parlato fino alla nausea del Golem di Praga (facendo bene, per carità, il riferimento è esplicito), quindi su questo punto sarò breve.

Era una creatura fatta di argilla, animata tramite la magia o la cabala da un rabbino per proteggere la comunità ebraica in tempi di pericolo. Secondo il mito, il Golem era estremamente forte ma privo di libero arbitrio, e doveva essere controllato dal suo creatore. Il rabbino poteva ‘disattivare’ il Golem cancellando una lettera dell’Emet (אמת, verità in ebraico) scritta sulla fronte del Golem, trasformandola in Met (מת, morto).

Come ben sappiamo, Oda attinge ai miti in maniera superficiale, prendendo ciò che gli serve e adattandolo alle leggi del suo mondo. Ci sono decine di esempi: la natura ibrida succube-vampiro di Stussy, il (non)utilizzo della Ame no Habakiri per uccidere Orochi, l’accostamento di Lilith, Pitagora e Edison. Culturalmente, associa i Seraphim agli angeli, contestualizza il Buddha a modo suo e cita i Viaggi di Gulliver. Potrei continuare a lungo, come ben sapete.

L’unico punto al momento rilevante è il libero arbitrio del robot, ingenuo nell’apprendere i rudimenti dell’amicizia in quanto macchina? Potenzialmente pericoloso anche verso chi avrebbe dovuto proteggere? Può essere, mettiamo insieme i (pochi) fatti noti:

  • Joy Boy fu tradito
  • Non conosciamo la sua ciurma (è un pirata)
  • Zunesha e il Robot furono suoi compagni ed entrambi gli chiedono scusa
  • Emet è un prodotto della tecnologia antica, proveniente dal regno che fu il paese natale di Joy. È una macchina costruita per proteggere e combattere, probabilmente attivata e disattivata personalmente da Joy Boy a causa di possibili confusioni tra male e bene, o forse programmata solo per combattere, quindi intrinsecamente pericolosa. Come un novello Ecclesiaste, nel ricordo del robot, sentiamo Joy dire: ‘Ascolta, Emet, quando sarà il momento di agire…‘. Ecco il punto cruciale: perché vediamo la macchina prendere di mira e attaccare con fermezza Warcury. Non roteando entrambe le braccia per falciare indistintamente tutto, ma puntando esattamente verso ciò che, nella concezione comune, rappresenta il lato malvagio della narrazione. Questo dettaglio sarà rivelato nel prossimo capitolo ed è fondamentale per comprendere se Emet conosce bene i nemici di Joy Boy o attacca indiscriminatamente. Questo aspetto metterebbe da parte la figura del Golem di Praga, che diventa progressivamente più violento e intransigente, tanto da attaccare coloro che dovrebbe proteggere. Per ora, basandoci sui fatti, Emet ha attaccato Mary Geoise e un Gorosei.
  • Zunesha invece è un essere vivente nelle pieghe del soprannaturale, non può fermarsi quando gli pare e piace, non può parlare con chiunque, non può entrare in combattimento senza che gli venga impartito un ordine.

Ma… diamine, entrambi i compagni di Joy Boy non fanno altro che chiedergli perdono, e non possono entrare in combattimento se non vengono soddisfatti determinati requisiti? Tra l’altro, Emet dà battaglia a Mary Geoise proprio in concomitanza di una rarissima festa della liberazione, mentre Zunesha prende ordini solo da un Kozuki, ossia coloro che incisero il sapere di Lily Nefertari. Questo cerchio lo decanto da settimane e spero che esista: Kozuki-Nefertari-Mink. Nella migliore tradizione Clarkiana, la magia non è altro che una tecnologia ancora sconosciuta. Eppure Zunesha (a meno che non sia ricostruito all’interno, in stile Lavoon) è un animale dotato di intelletto umano, ma posto a divieti soprannaturali. Il Golem, in apparenza, sta procedendo ad un protocollo precedentemente imposto; ergo, gli elementi in acqua che lo fanno emergere sono il manifestarsi di Nika e l’arrivo di un Gorosei.

Potrebbe aver reagito solo alla presenza di Nika, certamente, ma non credo sarebbe emerso dalle acque rifacendo completamente i connotati a Warcury casualmente. Pare decisamente stia difendendo Nika.

Imu, Joy Boy e Lily.
Fanno pensare alle tre tazze di sake di Sabo, Ace e Luffy.
Magari non c’entra un accidenti, e Lily fu solo una traditrice senza chissà quali legami affettivi (anche se l’ossessione di Imu è palese). Ma al sottoscritto vengono in mente le basi shonen, nello specifico le basi di One Piece. Una storia il cui epicentro è l’amicizia. Quindi, da mesi mi sfiora un’idea: tradire un amico (pensate un istante a Sabo, Luffy e Ace, poi ai Mugi che festeggiano felici e spensierati) che ti vuole bene e ha fiducia in te, non sarebbe forse il crimine peggiore, nell’ottica di One Piece?

Ci mancano troppi – veramente troppi – protagonisti e tasselli, ma a linee generali, Joy Boy si sacrificò per tramandare un’eredità?
Fu tradito dai suoi stessi amici?
Oppure… furono i suoi stessi amici a doverlo fermare? Quindi rimasero comunque consumati dal senso di colpa?

L’ultima opzione è fantascienza pura, perché Joy Boy è il buono e Imu il/la cattivo, vero? Nika è il Dio della liberazione, non dà il suo potere ai malvagi, vero?

Eppure, non sappiamo in quali circostanze morì Joy Boy, non sappiamo perché per quasi 900 anni Nika non ritenne nessuno degno del suo potere, non conosciamo niente del Regno Antico. Questo lo scrivo come recensore: invece, nel mio cuore di lettore il primo pirata rimane un buono. Comunque, Vegapunk ha asserito che forse c’è del marcio perfino in mezzo alle D, dei crimini furono commessi. E quando ci sono due fazioni (i venti Regni contro quello Antico e le D), tante, fin troppe volte si parte da una ragione altruista per poi sfociare in uno sfocato confine tra male e bene, in cui sono stati fatti ormai così tanti torti che nessuna delle parti ha realmente ragione.

Una cosa è certa i Gorosei attuali sono la malvagità pura, mentre Luffy e Bonney rappresentano la Luce. Emet oltre che Verità viene tradotto con Fedeltà, e se Joy Boy fu il classico buono, ha capito che è il momento di menare le mani.

Come al solito vi lascio il video del Re, con il consueto brio e ironia spinge lo sguardo lì dove è difficile guardare, a voi!

Il tempo per ogni proposito

Spero di avervi intrattenuti, spinti a ragionare e riflettere.

Kuma, Ginney, Bonney, Kaku, Stussy, Kizaru…
Egghead passa da allegra baraonda cibernetica a saggio sull’identità con facilità disarmante.

E’ un racconto ammonitore sobriamente aggressivo, rigoroso quando si tratta della sua evidente moralità e cupamente ovvio nel suo svolgimento.
Tra realismo crudo, comicità dissonante e profondità umana, mi sfugge quando Oda sia diventato l’incrocio tra Sam Peckinpah e Akira Kurosawa.
One Piece è un manga il cui DNA è l’allegria, ma Egghead rimane un viaggio attraverso la tempesta perfetta del pregiudizio, dove l’unica bussola è l’istinto di sopravvivenza e l’unica luce è quella di un lampo in una notte senza stelle.
Almeno finché non sorgerà una Nuova Alba, vero?

Godiamoci il viaggio, genti

‘A time to gain, a time to lose
A time to rend, a time to sew
A time for love, a time for hate
A time for peace, I swear it’s not too late

– The Byrds, Turn! Turn! Turn!

Cenere

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