‘I don’t want to be the one
the battles always choose
‘Cause inside, I realize
that I’m the one confused’– Linkin Park, Breaking the habit
Salve genti, nuova analisi, capitolo 1117: Oda contro tutti.
La maestria del sensei nel procrastinare confina con il paradosso; tuttavia, era implicito che il pandoriano mistero si sarebbe rivelato solo a Laughtale. Per nostra sfortuna (o fortuna), è esattamente così. Gli ultimi capitoli si prefiggono un obiettivo preciso: evitare buchi di trama che potrebbero competere con il diametro di Lulusia. Questo in particolare ha fatto imbestialire grande parte del fandom (il post al sapore di Carbonara di Maurizio Merluzzo ne è un chiaro esempio).
Tuttavia, all’interno di queste pagine, Oda introduce finalmente una nuova prospettiva. Non è immediatamente evidente, ma se prestiamo attenzione, Egghead – madre di oscure tecnologie di controllo e foto-ricordo di un’epoca dimenticata – potrebbe celare retroscena di una portata narrativamente incalcolabile. Un ko metallico che richiama le suggestioni della cultura cyber-punk.
Ma, andiamo con ordine.
E’ il momento dell’Elzeviro
Nessuna donna è un’isola
Bene, si parlava delle polemiche suscitate. Dedichiamoci una mini osservazione.
Molto semplicemente. Capisco alla perfezione chi – dopo vent’anni – si sia stancato di aspettare, personalmente, preferisco che una narrazione avvincente e il compito di Robin non vengano rovinati da una frase incerta di un personaggio insicuro. Quando ci sarà la spiegazione la voglio con tutti i crismi, diamine. Volete sapere a cosa serve (in definitiva) il discorso di Vegapunk? Ad evitare buchi di trama, le novità reali sono rese con il contagocce, il messaggio serve solamente a informare i popoli di realtà che noi conoscevamo o sospettavamo da anni. Quindi dilazionarlo in tanti capitoli (pause comprese, accidenti) non è stata la scelta ideale, per niente, perché ha generato comunque un hype inutile. Passando alle mini avventure…
Leggendo un manga, ciascuno di noi intraprende un piccolo viaggio interiore.
Come Yamato, che assumendo il ruolo di araldo, può essere interpretata in una luce simbolica che va oltre il semplice sketch comico, essendo anche la guardiana di Wano. Intendiamoci, l’ironia la fa da padrone: stanno durando più i preparativi che probabilmente tutta l’esplorazione del paese stesso, anyway… portare una spada alla tomba di Yasuie non è solo un gesto commemorativo del coraggio del Daymio; ma un atto di rispetto e onore nei confronti del passato e delle tradizioni. Soprattutto: rientra squisitamente in character.
Rammentiamolo, la guerriera è dotata dell’Inu Inu no Mi, modello: Okuchi no Makami, che incarna la figura del protettore, gli dei che presiedevano alla natura selvaggia e incontaminata, antitesi perfetta del degrado che spezzò il cuore di Oden.
Qui, le mini-avventure della figlia ribelle acquisiscono una nuova angolatura.
Considerando la profonda ammirazione – se non venerazione – di Yamato per Oden e il suo desiderio di emularne gli ideali, la figura di araldo assume un’ulteriore dimensione.
Si impegna a proteggere e promuovere i piani dei Kozuki, come la riapertura delle frontiere di Wano e la lotta per la libertà.
Questo compito non è solo un tributo al passato, ma anche un impegno per il futuro. Riflette la volontà di influenzare attivamente il corso degli eventi e di sostenere i valori per cui Oden ha combattuto. Ora si che il pellegrinaggio ha un dannatissimo senso.
In questo contesto, Yamato si configura come un ponte cruciale per gli scenari successivi di Wano, nel voler ricordare la memoria di coloro che hanno sacrificato tutto per la nazione.
La figlia dell’Oni ha sempre manifestato una ferma volontà di emancipazione e crescita personale. La scelta di capire (e abbracciare, letteralmente) il codice etico della Yakuza non è soltanto un atto di curiosità, ma rappresenta un autentico percorso di crescita. Questo codice è radicato nelle profondità della cultura di Wano, custode di principi quali l’onore, la lealtà e il rispetto (precisazione: mi riferisco al contesto del manga, non alla realtà odierna).
Per Yamato, il Jing della Yakuza rappresenta più di un semplice insieme di regole da seguire; è una bussola morale che orienta le azioni e decisioni. Riflesse a loro volta nelle sarcastiche invettive di Nekomamushi a Jack la Piaga, o nella gentilezza di Hyogoro e sua moglie, quando ridendo lodavano la danza con la quale Oden si umiliava.
No, non sono casuali i personaggi che vediamo interagire, non lo sono per niente.
Questo significa riconoscere che, nonostante l’eredità e il potere di Yamato, ci sono ancora profonde lezioni da apprendere dalle tradizioni del suo popolo. Un passo verso la comprensione inteso come un atto di esplorazione delle proprie radici, ossia, il semplice desiderio di comprendere se stessa, e quindi, per estensione: il suo posto nel mondo.
Una spiegazione finalmente plausibile del motivo per cui non è ancora in ciurma con i mugi, perché il desiderio di apprendere le proprie radici è simbolo della ricerca di identità.
Il viaggio di Yamato, quindi, non è solo fisico, ma anche interiore.
Signore e signori: cap. 1117…
Morgania e Peace Main
‘I sogni degli uomini… non moriranno mai!’
– Marshall D. Teach
Appurato che codesto capitolo ha suscitato un vero marasma, ironicamente il pubblico si è diviso non in due, ma in ben tre fazioni:
- Oda, Mo… hai rotto veramente bip biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip!
- Gustiamoci i capitoli per come vengono, senza fretta, è il processo di narrazione suvvia
- GIN! GIN! OMMIODDIO QUELLO E’ GIN!!!
E sapete benissimo anche voi che è andata proprio così. Mi ero dimenticato di quanto tutti, me compreso, fossimo affezionati al personaggio in questione; in fondo, evoca una gamma di ricordi eccezionali. Le lacrime versate sul celeberrimo risotto ai frutti di mare (momento che spinge Luffy a voler a tutti i costi Sanji come cuoco), la tristezza del suo animo combattuto, la delusione patita e il coraggio ritrovato: Gin è veramente un personaggio magnetico.
Vi ricordate? Dopo la sconfitta sul Baratie, Gin e Krieg si allontanavano, derelitti e sconfitti, verso l’orizzonte. Molti non avrebbero scommesso un soldo su di loro. Eppure, eccoli qui ad Hachinosu, apperò. È come se Oda volesse sbloccarci un ricordo. E c’è davvero una riflessione originale e suggestiva in questo.
Gin aveva fatto una promessa a Sanji: una volta ripresosi il suo capitano, lo avrebbe seguito. Ma la cieca devozione ha il suo limite, specialmente di fronte alla compassione e all’onore di Sanji. Alla fine, ha capito che non si può seguire la violenza in modo acritico, né compiere azioni malvagie senza rifletterci attentamente.
In più promise di rivedersi nello shinsekai, e ora è alla corte di Teach. Incrociamo le dita.
Poi abbiamo Montblanc Cricket e la sua allegra compagnia, che riescono a brillare in una singola vignetta. Oltre alla loro aria scanzonata, il buon Cricket sorride sinceramente dicendo ‘che storia romantica‘. Vegapunk dovrebbe erigergli una statua, considerando che con le sue dichiarazioni ha terrorizzato l’intera popolazione di One Piece e fatto infuriare noi lettori nel mondo reale.
Comunque, la frase di Cricket ha dei punti fondamentali.
L’oro si rivela essere il filo conduttore: per Montblanc è un tesoro che racconta storie di riscatto, mentre per i pirati è il Santo Graal, l’ambizione di una vita. La narrazione si infittisce se solo si pensa a l’oro celeste di Shandora e il Sogno di Enel, ma è la differenza di intenti a colpire maggiormente. I pirati di Hachinosu (compresi Gin E Krieg, che di certo non sono diventati due stinchi di Santo) dimostrano pensieri semplici, pensano ai tesori e come arricchirsi, la Coalizione delle montagne delle Scimmie invece, si gasa a bestia sentendo una storia antecedente anche a Noland, e decide di vivere un’avventura.
Mi ha colpito, perché è bello che Oda rimanga così fedele alle proprie radici. Dall’opera embrionale che – solo successivamente – sarebbe diventata OP, è riuscito a mantenere e traslare il concetto a lui più importante, e tra minacciosi sibili di guerra e inquietanti grumi di matrice cyborg, durante la saga di Egghead abbiamo anche perle come questa.
In Romance Dawn, versione 1 e 2, il sensei ha concettualizzato i pirati in due categorie principali: Morgania (モーガニア) e Peace Main (ピースメイン). I Morgania sono pirati motivati dall’avidità e dall’ambizione personale; amano combattere, causare dolore e sofferenza agli altri, e il loro principale obiettivo è accumulare tesori. Al contrario, i Peace Main sono pirati che vedono nell’avventura il loro scopo principale, considerando il proprio equipaggio come il tesoro più prezioso. Non sono spinti dall’avidità e, sebbene possano rubare e combattere, lo fanno soprattutto per finanziare le loro avventure e generalmente rubano solo ai Morgania.
Praticamente, quel che avviene in appena 4 vignette della pagina iniziale.
Semplice ma efficace dualismo su cosa sia il vero tesoro nell’esistenza: la ricchezza materiale e il potere, o le esperienze condivise e i legami umani che arricchiscono il viaggio della vita.
Sono passati ben 27 anni dall’inizio della serializzazione, eppure i sogni adolescenziali di Oda permeano ancora il tessuto narrativo del manga.
Dichiarazione prolissa e inconcludente di Vegapunk a parte: Chapeau.
La consegna del silenzio
”Le generazioni più anziane sono la prova vivente che le generazioni più giovani possono sopravvivere alla loro follia.‘
– Cullen Hightower
Una delle cifre del battle manga è chiaramente il passaggio generazionale, lo standard (alto, altissimo) emotivo che eleva un personaggio semplice, quasi anonimo, a svolta di un’intera generazione. Si, parlo di Koby.
O meglio, ci sono vari nuovi esponenti per la nuova generazione, solo che in genere pensiamo sempre alla pirateria, sporadicamente alla Marina, men che mai alla SWORD.
E qui abbiamo una combriccola dannatamente interessante.
- Hibari, ragazza estremamente tenera, mostra il suo lato feroce quando portano via Koby: imbraccia un fucile di precisione e assalta la base di un imperatore. Un dettaglio interessante: in una recente SBS, Oda ha rivelato che porta sempre con sé un orsacchiotto alla cintola. Questo è dovuto al fatto che Koby le ha salvato la vita in battaglia, ma lei perse l’orsacchiotto durante uno scontro. Due giorni dopo, Koby è stato ritrovato ferito ma con l’orsetto in mano, dopo essere tornato in battaglia appositamente per riportarglielo. Così, abbiamo praticamente inquadrato Hibari, una figura innamorata e ferocissima, in stile Hinata e Naruto.
- Prince Grus ha fermezza, strategia e criterio, in più? Desidera ardentemente essere il futuro della Marina come Koby. Ricordiamoci quando sbroccò gridando a Garp se anche lui lo fosse, comunque voto pieno, con minima plusvalenza data dal carattere.
- Helmeppo è diventato un esempio di come l’addestramento, la disciplina e l’influenza positiva degli altri possano trasformare un individuo da meschino e codardo a un ufficiale responsabile e coraggioso della Marina.
Non sarà un ira di Dio come Koby, ma è un marine fino al midollo, molto di più di quanto lo sia stato Morgan. - Kujaku-girl, beh, lei mi fa impazzire. Per il suo carattere dominante e provocatorio. Utilizza il fascino per flirtare con i nemici, destabilizzandoli con un approccio che mescola arroganza e sarcasmo. Rivela una personalità che esprime il proprio potere non solo attraverso la forza fisica, ma anche attraverso il controllo psicologico delle situazioni.
Ed è nipote di Tsuru.
Ora, tutto dovrebbe far pensare che essendo la nipote, è probabile che Kujaku abbia ereditato non solo il nome, ma anche alcuni tratti di personalità e valori associati alla dedizione al dovere e alla giustizia. La natura della relazione tra le due potrebbe offrire ulteriori insight sulla sua personalità e motivazioni. Potrebbe provare un profondo rispetto e ammirazione per sua zia, cercando di emularne gli ideali e di farsi valere all’interno della Marina. Però… due punti potrebbero discordare, visto che il suo modo di fare suggerisce un carattere assertivo e sicuro di sé.
Nonostante l’indubbia natura buona di Tsuru, la vediamo – fin da Dressrosa – essere molto affiatata con Sengoku. Se avete letto il mio precedente articolo, ricorderete la teoria sulla figura di Grande Ammiraglio (o ex Grande Ammiraglio). Non posso non sottolineare quanto i due marines siano in perfetta sintonia. Sia nel rispetto delle scelte controcorrente di Fujitora, sia nel discutere della tragedia di Pepe, giungono alla stessa conclusione: il popolo è innocente e le persone disperate cambiano (quindi, date le loro posizioni, sono consapevoli che la distruzione di Pepe derivi dalla tassazione di Oro Celeste).
In quel momento arriva Hina e informa che Garp è andato a fare casino ad Hachinosu, e Tsuru smadonna. Non è chiaro se la sua frustrazione sia dovuta al fatto che Garp stia affrontando un Imperatore o se disapprovi la scelta della nipote.
Ciò nonostante, Kujaku si mostra elettrizzata e aggiunge con entusiasmo che ora tocca a loro.
Ed è proprio così.
La SWORD, diversamente dalla Marina, si distingue per il suo approccio concreto: nelle ultime settimane abbiamo potuto osservare – grazie alle varie panoramiche – le reazioni dei Marine che vanno dallo sdegno e il trasecolare fino alle accuse rivolte a Vegapunk, senza dimenticare le perdite di controllo e le espressioni di disperazione. Gli agenti della SWORD, invece, mantengono una calma apparente mentre passeggiano e discutono tra loro. Anche se Koby si lamenta di dover mettere in rassegna tutte le informazioni, non sembrano sorpresi dalla situazione (ad eccezione di Helmeppo ovviamente incline a reagire emotivamente quando si parla del One Piece). Perché questa differenza? Semplice: gli agenti della SWORD sono già preparati ad affrontare simili situazioni, consci che qualcosa non torna. È questa consapevolezza che li ha spinti a distaccarsi dalla Marina in primo luogo.
Qui ci viene in aiuto direttamente Oda, in un’altra recente SBS, dove spiega ad un fan come la struttura stabilita permette di agire in contesti e situazioni che potrebbero non essere adeguatamente supportati o regolati dalle norme marine standard.
‘Fan: Il sogno di Kobi è di diventare un Ammiraglio della Marina, ma essendo parte della SWORD può ancora salire di grado, con i suoi documenti di dimissione già firmati?’
Oda: ‘Sì. La spiegazione della SWORD è stata un po’ complicata. Nel capitolo 1080 Aokiji intende dire che i membri della SWORD hanno già firmato i documenti di dimissione ma non sono stati ancora congedati. Nel caso in cui un marine venisse catturato e fatto ostaggio, la Marina riconoscerebbe formalmente le sue dimissioni e direbbe che quella persona non è più un marine, perdonando i sequestratori. Coloro a cui sta bene questa cosa per poter combattere in piena libertà sono i marines che fanno parte della SWORD.”
Ta-daaaaaaan!
Ciò significa che i membri della SWORD possono agire con una flessibilità che i loro colleghi marines non avranno mai. Tuttavia, questa libertà non è senza rischi: in situazioni di emergenza o di ostaggio, la Marina può formalmente riconoscere le dimissioni dei membri della SWORD per proteggere l’integrità dell’organizzazione. Questo processo permette alla Marina di distaccarsi dall’individuo e di evitare di essere costretta a negoziare con i sequestratori, mettendo da parte i principi di solidarietà militare in favore della sicurezza globale.
Quanto mi piacerebbe sentire Akainu sulla faccenda.
Riduciamo all’osso: i veri problemi stanno iniziando ora. Per pura logica, se la SWORD dispone di documenti simili, ha anche un lato burocratico che la collega al Governo, quindi è riconosciuta da esso. C’è solo un motivo per cui potrebbe essere stato scritto, nero su bianco, che un gruppo di agenti indipendenti possa attaccare anche un Imperatore: A) li ritengono insignificanti come la Rivoluzione; B) il costante insabbiamento li ha resi inoffensivi come le D. Fino ad ora, almeno. Perché tutto sta emergendo, già, poco prima che il pianete si inabissi.
Infatti i marine generici hanno afferrato solo messaggi negativi da Vegapunk (santi numi, quanti danni ha fatto): A) Joy Boy fu il primo pirata; B) dei malvagi in passato hanno usato armi ancestrali; C) gli unici a sapere e non muovere un dito furono gli Oro Jackson, ed erano… pirati. Allo stato attuale i marine e il popolo hanno sentito questo.
E’ il momento giusto per ricordarvi la Fatal, interpretazioni, traduzioni dal giapponese e analisi di gruppo, vi aspettiamo alle 21.00!
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Rimanendo in tema Marina, lo Smokerone nazionale (bentornato!) è chiaramente in azione. Ricordiamoci che appartiene alla stessa fazione morale di personaggi come Garp e Fujitora. Quindi, sta raggiungendo la sua pupilla, che era implicata nell’assalto per liberare Koby, il che fa presupporre che Smoker stesse svolgendo un compito particolarmente importante se non era presente a un evento di tale portata. Oda può dispiacersi quanto vuole di non tenerci in stasi con i climax, può ancora procrastinare con delle pause, ma più il cerchio si stringe, più sarà costretto a rivelare. Personalmente, mi aspetto molto da questi retroscena.
Monolitico il binomio Bluegrass-Dhole, ho letteralmente esultato (nonostante stessero combattendo i giganti).
Bluegrass è Patches O’ Houlihan di Dodgeball! Ne è la versione femminile, mentre i giganti attaccano le navi, si scatena il panico e il fuggi-fuggi generale, al che, la tenera vecchina mostra… un’inclinazione da cataclisma. Imbruttendo i propri sottoposti letteralmente come una manica di incapaci, urlandogli frasi che, messe assieme, diventano lo slogan preferito di Patches:
‘Sei utile quanto un lecca-lecca al gusto di m***a!’
Ho riso fino alle lacrime.
E poi arriva lei.
Uscita dalle canzoni dei Ramones, disegnata da James O’Barr e, come se non bastasse, letteralmente identica a Brody Dalle dei Distillers (guardate le foto sul web, poi mi direte), arriva lei, Dhole. E mi sbagliavo: è lei il vero cataclisma.
Nel parapiglia generale, Bluegrass danneggia la nave dei giganti con la Sea Beast, causando numerosi buchi. Karsee, sgomento, commenta l’accaduto, ma Dhole, con una certa grazia e soave leggiadria, risponde che anche lui subirà lo stesso trattamento. E così, carica una mazzata termonucleare di Haki. Pura scuola Garp: ti alzi presto, bevi sei uova e scotenni di cazzotti le navi.
Dhole ha una personalità affascinante e, attenzione, ricopre un ruolo particolare. È stata la prima a chiedere a Tashigi se si potesse intervenire per Helmeppo, ma la questione non portò a nulla, poiché non si sapeva nemmeno se Koby fosse ancora vivo. Successivamente, Garp le chiese supporto per l’attacco a Hachinosu e, non solo mostrò perplessità, ma aggiunse di essere già stata precettata per Egghead. Si dimostrò anche infastidita da Helmeppo, che piangeva per il suo amico. Il punto è il seguente: Dhole è una tsundere, puro e semplice. È stata lei a preoccuparsi per Helmeppo, ma poi lo ha trattato da pirla. E sempre lei ad avere a che fare con Tashigi e a essere scelta da Garp, e qui parliamo di SWORD.
Perché Garp ne fa parte, fa quello che gli pare e piace, effettua operazioni con loro, e le sue dimissioni le ha date a Marinford, preciso. Tuttavia, perché Dhole non ne fa parte? Perché Tashigi è nell’organico mentre Smoker rimane vice ammiraglio? Secondo me, un manipolo di marines condivide da tempo la stessa idea di giustizia, ma sono consapevoli che, per raggiungere determinati obiettivi, sia necessario sia il sostegno istituzionale che una dimensione indipendente. Questo spiega perché non tutti sono uniti sotto un’unica bandiera. Gradite un dettaglio interessante? Dhole è stata addestrata ed era al servizio di Saul. Non sto insinuando gomblotti né intrighi, ma ritengo che Dhole, pur con la sua personalità tsundere e spavalda, si attenga ai veri valori di giustizia.
Insomma, la quintessenza shonen del passaggio di testimone di generazione in generazione.
Per chiudere questo paragrafo, la scena dei giganti non poteva non ricordarmi i Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, quando Gulliver si trova coinvolto in un conflitto tra i Lillipuziani e i Blefuscudiani. Durante uno scontro navale tra le due nazioni, il ‘gigante’ viene incaricato dai Lillipuziani di distruggere la flotta navale dei nemici. Da sempre abbiamo visto i riferimenti di Nausicaä della Valle del vento, Laputa Castello nel cielo e One Piece, nei confronti dell’opera di Swift, ed effettivamente vaghi punti di riferimento ci sono.
Da Lilliput a Brobdingnag, i riferimenti calzano perfettamente dai Tontatta ad Elbaph, o anche semplicemente nei rapporti tra uomini comuni e giganti. Nella terza parte, Gulliver visita Laputa, dove lo scrittore satirizza precisamente sugli storici e gli inventori (come Ohara ed Egghead, guarda caso, curiosamente legate). Successivamente, sull’isola di Glubdubddrib, l’avventuriero evoca i grandi dell’antichità… e ne scopre i vizi. Poi, a Struldbrug, incontra gli immortali che confessano a Gulliver la loro massima infelicità: la prospettiva di non poter morire.
Non so voi, ma le ultime due mi ricordano terribilmente i Gorosei e Imu.
‘Gli atti malvagi del passato non vengono mai corretti dagli atti malvagi del presente.’
– Lyndon B. Johnson
Zoro-boy, well, diamoci dentro.
Come speravo recentemente, anelavo al suo incontro con Nusjuro, e come ricorderete, sognavo ad occhi aperti che il guerriero riconoscesse la spada del Gorosei. Oda fa di più. Perché la rivelazione è stata da ambo i lati. E il vostro affezionatissimo va in brodo di giuggiole.
Primo punto, tanti hanno notato che lo tsuba (il paralama) non c’è, non diamo peso a questa cosa, credo sia un semplice errore, Oda mica sta dando lo Shikai e il Bankai come rilascio al sapor di Candeggina. Andiamo per gradi, lo Tsuba è presente fino al fendente che taglia il Labo Phase, scompare solo in queste vignette, quindi per logica:
- E’ un banale errore, se Oda volesse sottolineare una trasformazione della spada, creerebbe una scena in cui il potere viene palesemente evocato. Non ci farebbe trarre conclusioni a casaccio tramite la mancanza dello Tsuba. Perché mai il resto della spada rimane uguale?
- Ne mancano i tempi di reazione , molto semplicemente, Nusjuro stava correndo e falciando tutto ciò che gli si parava davanti. Ora ha preso di mira la Sunny (tanto che supera letteralmente Zoro e Jinbe, non li calcola neanche). È Zoro ad intercettare il suo fendente, e solo successivamente entrambi si accorgono della foggia reciproca delle spade. Quindi, non li aveva minimamente notati.
La spada appare simile a quella di Goemon in Lupin; l’Habaki, la collottola metallica che avvolge la base della lama e serve a mantenerla piantata nel manico, è direttamente collegato allo tsuka, il manico, senza paralama. Insomma, niente di che, se poi esiste un’altra spiegazione, è una novità assoluta in tema di spade in One Piece (ma non credo proprio).
Dettaglio comunque irrisorio, perché i due spadaccini si accorgono delle origini osservando le linee di tempra della lama, assolutamente inconfondibili. E qui, finalmente, mi posso sfogare. Non è rilevante quale spada sia quella di Nusjuro, perché tutte le Kitetsu sono state forgiate instillando una particolare sete di sangue. Si dice che uccidano i loro stessi portatori, ma scelgono chi mettere alla prova, un punto importantissimo. Partiamo da questo presupposto: le Kitetsu hanno pregio e fattura diverse, a scemare con la forgiatura progressiva; la prima deve essere la più pregevole. Zoro ne riconobbe immediatamente la sete di sangue, tagliando una roccia e nello scontro a Whiskey Peak, per non parlare di come giocò d’azzardo con il proprio braccio per metterla alla prova. Ergo, Nusjuro ha una volontà altrettanto spericolata e monolitica.
Alcuni dicono che potrebbe sconfiggerlo e cambiare spada, io non la vedo così.
Non è da Zoro.
Il pirata non incarna solamente la virtù della forza bruta, ma anche un’antica devozione verso le sue spade che risuona profondamente con il rigore del Bushido.
Ossia il codice che celebra l’onore, la lealtà e il coraggio, virtù che scandiscono ogni decisione di Zoro. Tuttavia, è il suo rapporto con le armi, più di ogni altra cosa, che rivela il suo legame con il Bushido. La Shusui, tesoro nazionale di Wano, è stata la pietra angolare del suo cammino, non solo come arma ma come simbolo di rispetto verso una cultura.
Quando la possibilità di scambiare la Shusui con l’Enma si è presentata, Zoro ha fatto una scelta che va oltre la logica del potere. La sua decisione iniziale di non barattare la Shusui è stata una dichiarazione di fedeltà ad un ideale più profondo. Non gliene fregava niente della potenza di Enma, cosa lo convince? Far tornare la spada a Ryuma: il legittimo proprietario scelto (è annerita) dalla Shusui stessa.
Non ha mani abbandonato la Yubashiri, ne eseguì addirittura le esequie una volta distrutta dal marine.
Nel celebre Hagakure, il samurai Yamamoto Tsunetomo descrive il Bushido non come un codice rigido ma come un cammino di vita, una via verso l’eccellenza e la giustizia. Zoro, con la sua determinazione di rispettare le spade, incarna questo spirito. Per lui, una spada è molto più di un’arma; è un’eredità da onorare.
Non sceglie tramite ambizioni personali, ma per rispetto di un patrimonio culturale e l’incessante ricerca della perfezione spadaccina.
Tra l’altro, la tradizione Kitetsu non è millenaria come i fatti del Secolo Vuoto, quindi anche Nusjuro ne è entrato in possesso recentemente (per modo di dire), i casi sono due quindi:
- Come Zoro, è entrato in contatto casuale con la lama, ne ha passato il test, e l’ha tenuta per la pregevolezza. A mò di ronin errante.
- Quale che sia, il Gorosei ha un legame con Wano (escluso, per ora, dalla logica che nessun personaggio ha mai minimamente fatto riferimento a lui, o ad una figura equiparabile), e questo potrebbe avere una dinamica fondamentale nell’equazione: Lily, Poneglyph, Joy Boy. È palese il legame tra la conoscenza dei Nefertari e la tecnica Kozuki. L’isolazionismo può decisamente avere una connotazione sinistra.
Al momento i due potrebbero essere decisamente allo stesso livello, poiché nessuna delle due Kitetsu è annerita. Insomma, come per Ryuma e Mihawk, le due spade li hanno scelti come portatori, non come proprietari: legandosi per sempre ad un guerriero che ha compreso il loro spirito.
In merito ho una teoria completa che aspetto di scrivere da tempo, lo farò non appena Zoro annerirà la prima lama. Proseguiamo…
Daniele Luttazzi asseriva che (a volte) i potenti usano la giustizia a scopi vessatori, questo principio mi fa temere per i risultati del messaggio interrotto, come potrebbe arginare i risvolti Oda, con le parole sconnesse di Vegapunk? Beh, i Gorosei potrebbero utilizzare tecniche di disinformazione e propaganda per distorcere il messaggio, minimizzandolo o reinterpretandolo per evitare sospetti e mantenere il controllo.
Vegapunk ha fatto veramente danno, avete mai sentito parlare di subvertising?
Termine che nasce da una crasi tra subvert (sovvertire) e advertising (pubblicità). Indica la pratica di vandalizzare in modo creativo riferimenti pubblicitari come forma di protesta culturale contro il consumismo e il monopolio comunicativo nello spazio urbano. Questa pratica altera o ricrea le immagini originali per criticare, con ironia e sarcasmo, i brand di qualsiasi propaganda. Cosa diamine arriva, dalle parole dello scienziato?
- Qualcuno ha quasi annientato il pianeta, non so chi, ma potrebbe riprovarci
- Joy Boy fu il primo pirata, in pratica genti, senza un contesto adeguato la gente ha sentito: Joy Boy fu il primo nemico pubblico n°1, l’origine della piaga
- Roger e i suoi sapevano, tutto sapevano, ma non mossero un dito per impedire, non informarono il mondo come me che sono bbbuono e bbbravo. I pirati sapevano ma non fecero niente
Uno degli usi più criminosi che possa avvenire nel giornalismo (sia che lo subisca o lo pratichi) è la decontestualizzazione dell’informazione. Una frase singola, presa ed estrapolata da discorso generale e inserita abilmente in un ragionamento che demonizza la tesi altrui: distrugge il messaggio originale. E, allo stato attuale, se il messaggio non riprende la gente ha capito solo: non so chi sia buono o cattivo, ma Joy Boy fu il primo pirata (nemico del Governo e della Marina quindi) e i pirati non fecero niente, anzi tennero il segreto.
I Gorosei hanno diversi strumenti a loro disposizione per manipolare l’informazione e mantenere il controllo. Con le buone e con le cattive. L’uso del subvertising, insieme alla disinformazione generale e repressione sistematica, può essere efficace nel mitigare l’impatto del messaggio incompleto di Vegapunk. I marine hanno forse smesso di combattere ad Egghead? La gente ha detto niente sul Governo?
Allo stato attuale, Vegapunk ha fatto sia del male che del bene. Ma nutro ancora una speranza, ossia che riprenda il messaggio (onesto? Lo troverei narrativamente debole), o che quel che abbia detto Vegapunk, di cui parlo da tempo…
formulando certe speranze…
Si possano ancora realizzare. E chi se ne frega della frase interrotta.
Il Tra voi… può essere letteralmente qualsiasi cosa: tra voi c’era un traditore, tra voi c’è l’eletto, tra voi esiste un legame, tra voi scorre sangue antico, tra voi c’era Homing vergognatevi… ehm, mille scuse, dicevo, quale che sia il messaggio, tutto impallidisce davanti la panoramica di:
- Dragon, D dalla nascita
- Koby, che pensa a Garp, D originale
- Teach, D reale o emulata?
- Bepo, nel compito formale di Law, D incacchiata
E Sabo? Il rivoluzionario è lì che pensa ai suoi fratelli, ma cosa più importante, in un flashback dell’infanzia a Sabo piaceva la D nel nome, e Luffy risponde: ‘La vuoi? Allora prenditela…’. Oda non disegna coincidenze, e non disegna scene importanti a caso, questo fa riflettere ulteriormente sulla natura non sciamanica della lettera, ma come: simbolo di ribellione di cui chiunque può fregiarsi.
Uniamo tutto a questo:
Vivi: Cosa stava per dire?!
Trasmissione: Fzzzz…
Wapol: “D”?!
Non è la prima volta che spero Wapol informi Morgans di Imu, e bisogna vedere la reazione della nuova regina di Alabasta per Cobra, non vi preoccupi il messaggio interrotto amici miei, perché Vegapunk ha parlato della D in diretta mondiale. Non è più un tabù o una frase sconnessa del sindaco di Foosha o Kureha: ora ne parleranno tutti. Come ho scritto nell’analisi del cap. 1108…
E il fiocco di neve spero sia arrivato.
Come al solito vi consiglio il video del Re, tanta ironia, tanta analisi e… una teoria basata sull’oro che i Gorosei stessi cercherebbero di insabbiare, a voi!
Scatole cinesi
Spero di avervi intrattenuti, spinti a ragionare e riflettere.
Venti casate, un regno antico, una fazione ribelle: Oda ha creato un intricato sistema di scatole cinesi mentali, attraverso il quale non riusciamo a capire chi abbia dato una svolta violenta alla pace.
E ora, neanche se le D furono parte del problema o la soluzione.
Sebbene recentemente prolissa e inconcludente nelle parole di Vegapunk, Egghead, dal sorriso di Ginney fino alla bellezza di Kuma, passando per l’umanità di Stussy e la luciferina natura dei Gorosei… è una chimera fatta di conflitti e contraddizioni, un disordinato puzzle di esperienze umane di cui, per ora, possiamo solo assaporare i paradossi.
Per istinto (e fede), so che nel momento cruciale in cui parlerà della D, Oda ci farà provare quella sensazione unica che solo lui sa creare: come se fossimo seduti attorno a un falò nel profondo del bosco, ascoltando un maestro narratore raccontare una leggenda metropolitana.
Magari cupa, ma tremendamente efficace.
Godiamoci il viaggio, genti
‘So I’m breaking the habit
I’m breaking the habit‘– Linkin Park, B.T.H.
Cenere