One Piece 1116: Lily fortissimamente Lily; Joy/Roger/Luffy; in sake veritas

da Stefano 'Cenere' Potì
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‘Se non esistessero i fiori,
riusciresti a immaginarli?’

– Bluvertigo, Altre f.d.v.

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1116: la verità è una barzelletta.

Senza la disponibilità dei pezzi centrali di un puzzle, riusciremmo a comprenderne l’immagine finale in anticipo? No, o almeno non completamente, figuriamoci se si trattasse di qualcosa di completamente nuovo e sconosciuto. Questo concetto offre una sintesi illuminante di ciò che rappresenta One Piece allo stato attuale.

Nessuna rivelazione determinante, ma molte conferme fanno decisamente amare il capitolo corrente, la saga sta elevando il manga. Dopo un inizio dispersivo e marginale, Egghead sta diventando il Tito Andronico del sensei. Non solo perché la storia eguaglia la crudele ferocia del dramma di Shakespeare, ma anche per l’impatto narrativo: è come se l’eleganza di una composizione di Mozart fosse reinterpretata con la furia disumana dei Bring Me the Horizon.

Ciliegina?
Il 1116 è una miniera di informazioni. Ma andiamo con ordine.

E’ il momento dell’Elzeviro

Emotigrafo

Per apprezzare l’essenza delle nuove mini-avventure, basta volgere lo sguardo alla storia recente, quando il disfacimento causato da Orochi lasciò il popolo in uno stato di annichilimento: estrema povertà, fine di ogni illusione di libertà e dignità azzerata, con la possibilità di una vita decente ridotta a meno di un sogno. Oda, da buon referente etico, ci mostra finalmente il lato spensierato del paese di Wa. Dopo la devastazione della Capitale dei Fiori e gli incubi di Egghead, il sensei vuol farci ridere. Poco ma sicuro.

Non so se Oda infonda volontariamente o meno comicità in queste vignette, lo giuro.

Niente di eccezionale come nelle precedenti: Tsuru è alta quasi quanto Kin’emon, il quale, in una recente mini-avventura, risulta avere le stesse dimensioni di Yamato. Tuttavia, in questa rappresentazione Yamato appare alta almeno il doppio della nobildonna. Il Kanabo (quello si, diamine!), la terrificante mazza ferrata della guerriera, ha all’incirca le stesse dimensioni di Tsuru. Ciò non fa altro che confermare quanto a Oda non freghi una ceppa delle dimensioni. Sono quelle sciocchezze che mi fanno ridere da matti.

Frivolezze a parte, ricordiamolo, queste sono le mini-avventure di Yamato. In questa scena, oltre alla consueta cortesia di Tsuru, osserviamo figure che esprimono un caloroso benvenuto alla figlia del Demone: sguardi affettuosi, cuori stilizzati e sorrisi sinceri riflettono l’affetto che la circonda. Oda ne sa una più del diavolo, e qui la differenza la fa lo spaccato storico.
La figura di Yamato Takeru nella mitologia giapponese e quella di Yamato in One Piece rappresentano entrambe un netto dualismo tra lealtà e ribellione, tra tradizione e cambiamento.

In entrambi i casi, la figura simboleggia un conflitto interiore fra il desiderio di appartenere a un sistema e la necessità di trasformarlo.

Takeru, il leggendario principe del Giappone antico, è noto per le gesta eroiche che hanno consolidato il potere centrale del suo regno. Le sue avventure sono intrise di coraggio e un forte senso del dovere verso il paese e il suo sovrano. Una figura che simboleggia l’ideale del guerriero fedele che protegge e rafforza il suo regno, incarnando la lealtà verso la tradizione.

Esattamente come la nostra Yamato, che rappresenta una sfida all’autorità e al potere costituito. L’abbiamo vista tutti sfidare e affrontare Kaido, lottando strenuamente per l’autodeterminazione, anche a costo di opporsi alla propria famiglia e alle convenzioni sociali.

Entrambi i personaggi, pur essendo radicati in contesti molto diversi, condividono un tema comune: la ricerca di un ideale che va oltre se stessi.

Esattamente come a Egghead, nella linea tra giusto e sbagliato diventata ormai labile.
Dove la nostra mente registra inconsciamente scosse di verità in un sottosuolo di bugie in fibrillazione.

Signore e signori: cap. 1116…

Gli snodi del tempo

Vero e falso sono attributi del discorso, non dei fatti. E dove non c’è il discorso, non c’è né verità né falsità

– Thomas Hobbes, Il Leviatano

Le dichiarazioni di Vegapunk non vanno prese esattamente per oro colato, anche perché, letteralmente ognuno di noi, ipotizzava in precedenza ciò che sta semplicemente rendendo canonico.
Ci basti tenere a mente che:

  • Lo scienziato esprime parziali notizie, di cui ha enormi lacune
  • Le conclusioni sono formulate dal suo punto di vista
  • E’ – paradossalmente – meno informato di noi (il pubblico) che godiamo di una visione nettamente più ampia e completa

Infatti, i cittadini rimangono per lo più spiazzati perché anziché ottenere risposte, sorgono sempre più domande (benvenuti nel club, è dal 1997 che ci troviamo in questa situazione). Questo è un cardine narrativo importante, poiché la loro reazione deve essere mostrata per consentire una presa di coscienza adeguata. Questo divario può portare a una frattura tra i cittadini, i quali potrebbero sentirsi costretti a conciliare due realtà contraddittorie: quella presentata dal governo e quella percepita dalla loro esperienza diretta o indiretta.

Proprio in questo punto, la verità diventa malleabile e la realtà può essere modellata per servire interessi specifici. E tutto il panegirico presentato da Vegapunk serve esattamente a questo: instillare negli spettatori un’idea precisa di chi sia veramente colpevole. Come ben sappiamo, la verità può emergere solo a Laughtale.

E qui, i nostri sensi di ragno vibrano. Finalmente abbiamo dei fatti concreti.

Vegapunk non ha mai consegnato il Mother Flame di sua volontà, lo ha creato commettendo il suo primo crimine: studiare il Regno Antico. Ergo, la situazione è la seguente:

  • Vegapunk va ad Ohara, piange Clover e prende la decisione di andare avanti senza la Rivoluzione.
  • Conosce Saul, il quale lo porta sulle tracce del Regno Antico. Lo scienziato inizia a studiarlo nel segreto più totale, poiché il governo stesso non avrebbe approvato tali ricerche. Forse pensava che sarebbero stati interrotti i suoi amati esperimenti, o di essere giustiziato, considerando che tali studi sono proibiti per legge. Accortosi della natura spietata dei Gorosei, evidenziata dagli eventi di Kuma e Saturn, Vegapunk svolge ricerche volte ad aiutare l’umanità e a realizzare il suo sogno di bambino: l’energia perpetua, che potrebbe azzerare i conflitti bellici. Nel frattempo, Yoke prepara la sua ribellione. Fin qui tutto torna. Anche il fatto che i Gorosei non lo abbiano punito ma solo preso una piccola parte del MF: logico… non sapevano se funzionava, evidentemente volevano che continuasse a lavorare ignaro e tranquillo, altrimenti avrebbe smesso. Il funzionamento di una munizione non standard è un ottimo movente. Nel cap. 1086, vediamo chiaramente Imu decidere di testare l’arma, al che Saturn risponde che effettivamente solo provandola potranno capire se è efficace, Warcury soggiunge che a seconda dell’esito capiranno cosa fare a Egghead, ossia? Decideremo se fare tabula rasa e uccidere anche Yoke, oppure tenerla per la produzione. Più chiaro di così è impossibile.
  • Infine, conscio di aver commesso crimini contro l’umanità, offre una pubblica ammenda, senza però accusare apertamente il governo. I fatti storici gli hanno annebbiato il giudizio e, da scienziato scrupoloso, senza dati precisi non riesce a risolvere l’incognita. Pertanto, lascia il testamento spirituale, esattamente come Einstein per la questione nucleare, esponendo i fatti in modo diretto e crudo, per ricordare al popolo chi sia e cosa sia in grado di fare, evidenziando una singola e allarmante verità: A) dopo il furto, il MF è stato sottoposto a test e funziona, dimostrando che le antiche armi sono ancora operative; B) è un rischio che potrebbe ripresentarsi, specialmente con il progressivo innalzamento delle acque; C) per chi volesse avere ulteriori conferme, basta verificare se Lulusia esiste ancora.

    Skadoosh.

Finalmente si palesa qual certo dilemma etico nella sua ruvida purezza: il luminare lavorava per salvare l’umanità, ma nella piena consapevolezza di creare qualcosa che potenzialmente poteva estinguerla. È lo schianto di Icaro. La questione ora è pubblica: il popolo gli crede (a parte certe sacche di mediocrità), i nobili anche (Elizabello ordina immediatamente un’indagine). Ora è di dominio pubblico e verificabile, ed è inevitabile che si formeranno fazioni dal pensiero diverso. Chi troverà i motivi per opporsi e chi, invece, nell’ottica del de brevitate vitae, continuerà a lasciarsi vivere nella comodità dello status quo.
Fino allo scoppio del conflitto vero e proprio, ovviamente.

Emerge quindi una sequenza di tre personaggi tutto fuorché casuali. Tra di essi spicca Moda, ex abitante di Lulusia e ora novella rivoluzionaria. In One Piece, le coincidenze sono rare. Durante l’assalto dei pirati, fu proprio lei a tentare di salvare la situazione, dichiarando apertamente che l’unica risorsa di cui disponevano era l’Oro Celeste da offrire ai Draghi, pena la loro morte. Fondamentalmente, Lulusia rischiava di diventare la prossima Pepe, una nazione abbandonata al proprio destino solo dopo essere stata privata di ogni risorsa. Questo scenario riflette in modo eloquente la disfunzione sociale presente in One Piece: tutto sembra andare bene e ti è permesso vivere e prosperare, protetto anche dalla Marina, ma solo finché sei in grado di pagare e non incroci la strada di un Tenryūbito capriccioso.


Come mai la voce non si diffonde? Perché la Rivoluzione conta solo quattro gatti e non ha il pieno sostegno del popolo? Vegapunk ha dato una risposta eloquente nel capitolo precedente: le informazioni sono mistificate e le isole, pur sembrando libere, sono ghettizzate, ognuna ignara della realtà delle altre. È ovvio, nel capitolo 904, Moda è chiaramente terrorizzata dai nobili mondiali e solo ora comprende il destino della sua terra natale.
Poi abbiamo il buon Comil.

Che conosce bene Moda, come dimostrato dalla vicenda del caffè disgustoso, il suo comportamento è chiaramente altruista e positivo, come evidenziato dalle sue azioni e dal modo in cui tratta i marine sotto il suo comando. Non assistiamo alla solita reazione di un vice ammiraglio, ma piuttosto alla risposta di un marine che segue la Giustizia Morale, tratto che accomuna figure come Aokiji, Smoker, Tashigi o Saul, il che fa una differenza enorme.

Quindi… arriva lui. Sua maestà del menefreghismo, la strafottenza divenuta carne. Croco-boy. Questa è praticamente telefonata. La visione utopica di Crocodile evidenzia vividamente come il desiderio di potere e controllo possa essere velato da un ideale di perfezione e ordine. Attraverso la sua macchinazione, puntava a detronizzare Cobra per assumere il trono di Alabasta e ottenere l’antica arma Pluton. L’obiettivo era creare un’utopia capace di competere con il Governo Mondiale. E’ letteralmente la storia che si ripete.

Tuttavia, la sua visione non prometteva un paradiso di pace e prosperità, bensì un regime fondato sulla sofferenza altrui, dove il potere e l’ambizione giustificavano l’utilizzo di mezzi moralmente discutibili. Solo successivamente, forse, ci sarebbe stato un sistema paritario per i pirati. Ma sempre con lui al vertice assoluto.

L’utopia di Crocodile era destinata a fallire perché intrinsecamente instabile; si tratta di un castello di carte pronto a crollare non appena la verità viene alla luce e le persone si uniscono per combattere l’oppressione. Guardate la reazione dei Gorosei, la loro paura nel far capire al popolo la verità. Inoltre, era basata sul controllo assoluto senza alcuna condivisione, lezione che Crocodile ha recentemente imparato. Intanto, Mingo non ha perso minimamente smalto, e Boa necessitava urgentemente di un posto dove nascondersi. Fa sorridere che il pirata sia, di fatto, uno dei pochi veri e propri separatisti. Ciò che lo spinge (per quanto in maniera barbara) non è la sete di potere o necessità di denaro, bensì vendetta e dignità. Poteva vivere nel lusso, servito e riverito ad Alabasta, dicasi lo stesso nella Cross Guild, invece insegue imperterrito un sogno che accarezza con un’intensità tale da definirlo utopia.
Esiste qualcosa di più piratesco?

Ad ogni modo, assistiamo al risveglio civile della coscienza (Moda), il sincero stupore di una morale giusta (Comil) e al forte grido di chi non vuole chinarsi a un sistema che disprezza, rivendicando la propria indipendenza anche all’interno della pirateria stessa (Crocodile). Praticamente, Oda ci sta mostrando da tre settimane ogni risvolto sociale che entrerà in subbuglio.

Nel mio precedente articolo, ho posto un forte accento su Lily nel tentativo di ricostruire, logicamente parlando, gli eventi tra Nefertari, Kozuki e Mink. Ora, il sensei puntualizza decisamente il coinvolgimento di due casate: Nerona e Nefertari. Nelle successive vignette la scena di Imu, mostra le esequie di re Cobra. È una didascalia che ripropone panoramiche attinenti ai fatti del mondo? Non solo, è anche un piccolo promemoria generale, utile per ricordare: ‘Occhio, ricordate la straordinaria somiglianza tra le due regine e il fatto che Imu abbia espressamente ordinato che gli/le consegnino Vivi’.

E non è un depistaggio, dato che un collegamento esiste a prescindere.

In concreto, non sappiamo nulla di Imu. Si vede sovente passeggiare (in attesa) nella stanza delle farfalle, mantenendo un distacco gelido con chiunque. Non ha mai alzato la voce, usando il tono di chi sa per certo di ottenere obbedienza assoluta. Perde le staffe solo quando Cobra rivela la D nel nome di Lily, portando alla sua immediata esecuzione, e al successivo ingresso di Sabo, che minaccia il suo anonimato.
In quel frangente, gli occhi di Imu si deformano per l’ira, poi si trasforma. In questo capitolo, assistiamo a un’espressione delle sue emozioni personali: gli occhi sbarrati, non certo per le parole di Vegapunk, che finora ha detto di peggio senza suscitare reazioni (Imu continua a passeggiare e giocare con le farfalle durante tutta la trasmissione).
L’eminenza grigia ha gli occhi letteralmente sbarrati osservando il ritratto di Lily.

Non ha mai mostrato emozioni simili guardando le foto dei suoi bersagli. Le immagini di Shirahoshi, Teach e Luffy sono strappate e fatte a pezzi, mentre quella di Vivi viene osservata e tenuta in mano, integra.

Anche Joy Boy fu tradito, come affermano sia il robot che Zunesha. La furia viscerale di Imu nel solo sentire nominare la D è ineffabile, eppure tiene e contempla il quadro della Nefertari dopo ben 800 anni. Senza un graffio. L’amore, l’amicizia, le emozioni provate, così come la pura rivalità, i tradimenti e l’odio più banale, sono la spina dorsale di ogni shonen che si rispetti. Che cosa è avvenuto esattamente nei conflitti che si snodano lungo i sentieri del tempo?

Inizio a chiedermi se su Imu gravi il più bieco cinismo o il senso di colpa. Perché il primo spiegherebbe tutto nel più classico dei modi.
Ma il secondo è un peso che si porta dentro, un’ombra che oscura la luce della ragione.

Peek-a-Boo

‘Niente è più miserabile della mente di un uomo consapevole della colpa.’

– Plauto

La regia del sensei rimane quella delle ultime tre settimane, alternando il primo piano su Vegapunk a panoramiche esterne. Questo approccio, a volte incisivo, altre spiazzante, è voluto poiché tale oscillazione tende a confondere.

Osserviamo il fronte bellico, allo stato attuale il Labo Phase è precipitato, insieme ai Seraphim e gli agenti del CP, i primi sono ancora chiusi nelle loro bolle, i secondi saranno sottoposti a strage da un sempre meno lungimirante Ju Peter (potrei dire di peggio).

Da questo punto di vista, a breve dovrebbe esserci un attimo di respiro, perché – strategicamente – i casi sono due:

  • O i Gorosei massimizzeranno un attacco combinato al robot, per completare la missione principale
  • Oppure si divideranno, con Ju Peter e Warcury sul campo per Nika e i giganti, e Saturn, Mars e Nusjuro in team contro il gigante di metallo

O qualcosa di simile, sono tornati dopo decenni sulla terra ferma con un solo fine: impedire la trasmissione.

Sarà interessante vedere di cosa sono capaci contro la macchina antica, e anche le risposte tecnologiche a sua disposizione. Visto che è refilllata di energia metafisica e Luffy è in forma Nika. Questo ci porta un istante a Yoke. Onestamente? Non mi interessa particolarmente il come, dove, quando e perché Vegapunk abbia capito che c’era qualcosa di anomalo, non sono questi i segreti in One Piece, e sono fatti spiegabili in mille maniere. Basti pensare a quanto per ora sia illogica la sequenza:

  • Vegapunk nasa qualcosa e si prepara per organizzare il messaggio, si può spiegare semplicemente che – essendo la sua magnum opus – monitorasse costantemente il MF, e chissà in quali modi, quindi il non essere sempre sincronizzati si è rivoltato contro Yoke
  • Comunque aveva solo due satelliti durante la registrazione, non ha informato gli altri, ergo: A) aveva dei motivi specifici per escludere Pithagoras e Shaka dai sospetti; B) è stata fortuna escludere la minaccia per puro caso

Perché, oggettivamente, Vegapunk trasecola nel realizzare il tradimento del satellite, l’unico punto degno di nota (per il momento, intendiamoci) è che Yoke ha fatto un unico errore: dare per scontato il libero arbitrio. Poiché lei ragionava su cosa esattamente pensasse Stella, non ciò a cui la sua morale lo preparava. In ogni caso, la tecnologia del robot è quella avveniristica del Regno Antico, sono terribilmente curioso di vedere come tiene testa ai Gorosei.

Riprendiamo dal Labo Phase.

La chance di salvezza per Stussy e Kaku risiede nel fatto che Nusjuro potrebbe distogliere la sua attenzione verso il Gigante di ferro. Il tormento interiore di Stussy sfiora il sublime. So di tessere spesso le sue lodi, ma le merita tutte. Si parla delle scuse a Lucci e Kaku, i sentimenti verso chi le ha dato la vita, le parole affettuose verso Kuma… erano tutte reazioni sincere, umane. Da qui un ulteriore triplice sacrificio: decidere insieme a Edison di liberare Kaku (sostenendo i suoi amici), assicurarsi di sapere cosa faranno (tranquillizzando i satelliti), e proporsi di impedire loro di danneggiare i mugi (creando una piccola oasi di pace nel caos).

Personaggio notevole, che merita l’appellativo di speranza per un futuro di pace. I cloni sono esseri umani a sé stanti: la spia non è una pirata dei Rocks, né un killer della CP, né una doppiogiochista del governo. È Stussy, figlia del progresso e umana al 100%. Splendida poi l’espressione di Kaku, perché per la prima volta nella sua vita non viene trattato come un oggetto. Qualcuno si interessa al suo benessere per puro altruismo, rischiando persino la propria vita. In poche vignette, si profila una reale svolta per i bimbi sperduti del Governo Mondiale.
L’ho a-do-ra-to.

Questa sera ci sarà la Fatal, quale migliore occasione per interpretare, analizzare e vagliare ogni possibile retroscena? Non mancate!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

Dopodiché, abbiamo un’importantissima conferma: i grandi ammiragli.

Una cosa è fare supposizioni logiche, un’altra è raccogliere per anni prove concrete a sostegno di una tesi. Tutt’altro è ciò che ci mostra la grammatica del fumetto. Sakazuki e Sengoku conoscono il passato, ma attenzione, il punto di riferimento assoluto è: cosa gli è stato detto? E da quale punto di vista? Questo cambia tutto. Non abuserò del vostro e del mio tempo ripetendomi, le mie tesi sul ruolo di grande ammiraglio le trovate qui…

… nel paragrafo Il Guinzaglio.

E qui…

… nel paragrafo Anatomia dell’Indipendenza.

I titoli sono calzanti per il tema trattato, ve lo posso assicurare. Ora prendiamo in esame i fatti del capitolo. La reazione smodata di Sengoku non è soltanto una gag (Ti soffocherai, idiota – Tsuru over 9000) il comportamento di mangiare per nervosismo o stress è noto come stress eating. In situazioni di tensione o ansia, alcune persone tendono a cercare conforto nel cibo, spesso consumando pietanze ad alto contenuto calorico o dolci. Il marine sta chiaramente sudando freddo, e proprio quando vengono pronunciate le frasi su Joy Boy che voleva tramandare le armi ancestrali, e sul fatto che quando verranno riutilizzate si capirà finalmente chi è buono e chi cattivo.

Il ruolo di grande ammiraglio, secondo la tesi che ho approfondito nei due articoli sopracitati, è soggetto ad una parziale verità. Questo crea una macchina inarrestabile contro la pirateria, ma allo stesso tempo lo isola dal corpo dei marine. Non può ricevere consiglio o conforto da altri ufficiali, e tutto grava sulle sue spalle. Chi sono realmente Sengoku e Akainu?

Il Buddha, rimasto inorridito dalla strage di Marineford rassegna le dimissioni da tale ruolo, interessante vero? Nel capitolo 796, arriva a Dressrosa con Tsuru e scoppia a ridere di cuore per il gesto ribelle di Fujitora, che si è inginocchiato e scusato per le colpe del Governo Mondiale. Ridacchiando afferma: ‘Ahahah, sono felice di non essere più grande ammiraglio!’ Questo di per sé è già piuttosto indicativo.
Ma c’è di più.
Di lì a poco, Sengoku ha un colloquio privato con Law, durante il quale quest’ultimo gli chiede se sa qualcosa della D, e il Buddha suda freddo, palesemente agitato. Non solo: lascia andare via un nemico naturale dei nobili celesti. Che non sia più in servizio attivo è una scusa di proporzioni bibliche. Kizaru o Akainu non avrebbero esitato. Sengoku lo fa per qualcosa di più marcato e intenzionale, non solo per la memoria di Rosinante.
Dopo l’assurdità di Marineford e la Tigre Viola che chiede scusa per i peccati governativi, vediamo Sengoku mangiare compulsivamente, provato dallo stress. Abbiamo di fronte un uomo che:
A) è ligio al dovere ma incerto su cosa fare.
B) è consapevole che ci sia qualcosa di orribilmente storto nella gestione del Governo.

Ricordiamo poi che Sakazuki lo ferma mentre parla agli ufficiali di God Valley, e lì chiaramente il grande ammiraglio blocca il precedente mentre sta discutendo di qualcosa su cui non si deve pronunciare. Procediamo.

Akainu è probabilmente il Marine più integerrimo (anche troppo) ai dettami della giustizia, tanto da rasentare il fanatismo. Mosso indiscutibilmente da odio personale (raffigurato da Oda come bambino, aveva già quell’espressione di attiliana memoria), che tanto confà alle tragedie shonen, è l’irriducibile braccio armato della giustizia. A Marineford, ci fu un marine aveva paura di combattere; i più attenti di voi mi diranno ‘sì, ma aveva disertato‘, giusto, bravissimi. Ma Sakazuki non lo fa consegnare per la corte marziale, si arroga il diritto di essere giuria, giudice e carnefice: e lo giustizia in un vicolo. Un marine, genti. Dopo aver scaricato la sua potenza sovrumana su Newgate, stava per liquidare (è il caso di dirlo) Koby pubblicamente, reo solo di avere gli attributi per urlare la sacrosanta verità. Gente, riflettete. Stava per uccidere un innocente che implorava di fare la cosa giusta.

Mi rifiuto di credere che Akainu sappia degli eccidi fatti per sport a God Valley. Renderlo capace di accettare un tale abominio mi spezza la poesia del personaggio: il monolitico marine che – seppur sbagliando egli stesso – vuole difendere il popolo dalla spazzatura pirata. E per spazzatura, intendo quella che attaccò Lulusia e schiaffeggiò Moda che chiedeva pietà. Non i sognatori che tanto amiamo.

Asserire che Sakazuki conosce i fatti ma non sa di God Valley sarebbe una contraddizione in termini, infatti, non sappiamo neanche se Kong sapesse cosa avveniva nella festicciola privata (mi viene il voltastomaco). E’ triste, ma bastano delle verità parziali. Kizaru non è forse preda di una crisi di coscienza? Aokiji non ha preso una scelta estrema? E loro non sono neanche grandi ammiragli. Basta poco per capire che Akainu sappia molto di più, diamine, lo dice

Rivelerai tutto… Vegapunk?!!

In più, non dà semplicemente in escandescenze (oggi sono on fire con i doppi sensi), il marine sbrocca completamente. E per reagire in maniera simile devi avere totale (o parziale) comprensione: della portata della rivelazione. Quindi, Akainu può avere paura che la popolazione sia messa attivamente in pericolo o, più semplicemente, il compito di un marine è innanzitutto non far scatenare il panico, perché le persone spaventate… fanno gesti sconsiderati. Imu si è messo/a tutti in tasca, neanche i draghi celesti sanno del secolo vuoto, quale che sia il motivo: la sua determinazione è monolitica.

Il capitolo 1116 mantiene la regia visiva più recente, oscillando incessantemente da uno scenario all’altro e travolgendoci con devastante efficacia. Oda è al centro del ring, ed esegue lo stile Peek-a-Boo in maniera superba.

Arroganza artificiale

Non con l’ira uccidiamo, ma con la risata.’

– Friedrich Nietzsche

Ultimamente, ripenso a una frase detta dal Re che proprio non riesco a togliermi dalla mente.

E se una volta giunto a Laughtale – a differenza di Roger – Luffy non ridesse?

Andiamo con ordine, esiste un filo che collega i tre grandi pirati, Joy boy, Roger e Luffy. Ma con tante differenze:

  • Joy voleva tramandare le armi ancestrali alle future generazioni, Gol non si mosse, a Luffy non importa minimamente (Robin glielo chiede, lui fa l’equivalente di una pernacchia con l’ascella)
  • Le armi ancestrali hanno origine diverse: Shirahoshi è una forza della natura ma assolutamente dolce e pacifica, Uranus è frutto del genio umano, Pluton è stata progettata per difendersi da tale invenzione. Prima ipotesi, non abbiamo mai pensato che il risveglio ciclico di Poseidon sia tutt’altro che casuale nella sua origine marina? Il mare non odia e punisce indistintamente tutti i fruttati? Poseidon è la risposta naturale ad una arroganza artificiale? L’idea mi piace, ma al momento non ho dati plausibili
  • La scelta di Nika cadde su Joy, non su Gol, ma su Luffy sì. Tuttavia, tutti e tre sono legati agli uomini-pesce. Inoltre, tutti e tre hanno il potere di udire le voci, ma con motivazioni diverse: Joy si mosse per ribellione, Roger inizialmente per il sogno di un avventuriero che poi si trasformò nel desiderio di tramandare una volontà, mentre Luffy è la personificazione della rivolta. In questo, i due fruttati sono simili come portatori del volere di Nika, mentre Gol, pur condividendo la stessa conoscenza di Joy, non si ribellò al Governo Mondiale, ma diede il via alla seconda grande Era della Pirateria, passando il testimone al potenziale successore del primo pirata
  • Joy promise agli uomini-pesce di usare Poseidon per portare in superfice l’arca, Gol era amico intimo di Nettuno, ma… Luffy? Cappello di Paglia è identificato come il distruttore (ovviamente in ottica di ‘demolire i confini’) dell’isola degli abitanti dei mari. Questo è totalmente diverso, quindi, con il tempo qualcosa deve essere cambiato. Ovviamente, l’intento di Joy e Luffy risulta identico: abbattere la ghettizzazione e il razzismo viscerale. Eppure, i risultati sono diversi. L’arca poi, non può salvare tutta l’umanità, serviva appunto solo per gli uomini-pesce? Non potevano solo nuotare in superfice? Forse gli serviva come appoggio momentaneo mentre i confini del pregiudizio venivano smussati, finché fossero accolti in una terra in cui potersi integrare e vivere in pace
  • Questo ricorda la visione del ‘diluvio universale’ proposta ultimamente. Punto primo, agli uomini-pesce non servirebbe di certo, e l’arca rimane troppo piccola per salvare il genere umano, allora potrebbe ospitare ogni coppia per specie. Sia nel Diluvio Universale che nel Ragnarock, il tema è lo stesso: non avvengono per sterminare completamente, ma sono il ciclo per un nuovo inizio
  • Mancano due punti all’appello, e sono proprio quelli che potrebbero farci intuire la verità. Roger e Luffy condividono lo stesso sogno infantile, ma non sappiamo quale fosse quello di Joy Boy, del quale sappiamo solo che fece ridere sguaiatamente Gol. Seguendo questa logica, Luffy dovrebbe avere una reazione simile. Il tema dei sogni è centrale in One Piece, come ricorda l’epigrafe morale di Teach a Jaya. La reazione di Rayleigh poi, è illuminante: le parole di Vegapunk lo fanno stizzire, ricordandoci ciò che disse a Robin (e quindi ciò che Oda disse a noi spettatori): ‘trova la tua verità‘. È evidente fino all’inverosimile che l’intera ciurma della Oro Jackson non solo non intervenne una volta conosciuti i fatti, ma non vuole assolutamente che vengano diffusi in maniera sconsiderata. Non perché vogliono tenerli celati, ma perché credono che debba esserci un percorso e una ragione dietro di essi. Non voglio neanche considerare l’idea che Rayleigh abbia intenzioni negative: è il mentore di Luffy, praticamente un nonno per lui, e si commuove solo al vederlo. Quindi, i pirati di Roger erano un gruppo di scapestrati, che si scontrarono con qualcosa di più grande di loro, e lo fecero nettamente in anticipo sui tempi. Non c’era ancora Shirahoshi, Wano era sotto il regime tirannico (Luffy si scatena per liberarla, mentre gli Oro Jackson non fanno nulla, né prima né dopo Laughtale), e Uranus era a MG. Senza dimenticare che Nika non scelse Gol come suo vettore, il che è forse il fatto più importante di tutti, perché suggerisce che Roger e Luffy non siano poi così identici
  • Quindi i pirati sognatori rimasero con le pive nel sacco, dato le loro limitate capacità non potevano agire. Luffy ha la conoscenza di Robin, ma la capacità interpretativa dei Jackson equivale a chiedere ad uno scimpanzé di disegnare la Cappella Sistina su un francobollo. Lo dico con affetto, e lo ribadì lo stesso Rayleigh alle Sabaody. Quindi, le parole di Silvers non sono altro che un’eco di quell’episodio: devi girare il mondo e toccare con mano tutto il marcio che c’è, prima di poter leggere la verità assoluta e, con i mezzi giusti (Nika, le armi ancestrali), decidere se intervenire. La frase sul divertimento? Cosa può essere più divertente per un pirata se non ribellarsi e fare macelli? Ricordate la prima frase di Roger a Rayleigh?

Al momento, questa è la migliore chiave interpretativa che posso offrire, non mi avventurerò in ipotesi astruse prive di fondamento. Mi baso su ciò che è plausibile. È evidente che ci mancano molti elementi esterni alla trama e che la storia potrebbe prendere qualsiasi direzione.

Facciamoci una risata, in fondo, la verità non è forse una barzelletta?

Vi lascio il video del Re, come al solito una sbadilata di umorismo e cultura ineccepibile, a voi!

Being human

Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere.

Continuo a chiedermi se la figura di Imu sia spinta da cinismo o senso di colpa.
Non riesco proprio a evitarlo.
D’altronde, non abbiamo la più pallida idea di cosa accadesse mille anni prima, né di chi fossero gli attori in scena.

Ricercata cicatrice sociale, Egghead ha portato alla luce le possibili contraddizioni dell’umanità. I nemici che combattevano per la loro sopravvivenza possono rivelarsi esseri umani con desideri, paure e speranze.
Imu sta destando in me una curiosità smodata, creatura dalla ferocia tribale, incarna perfettamente la disillusione e il rancore di una ferita non ancora rimarginata.

Godiamoci il viaggio, genti

In altre zone di questo universo è facile da realizzare
Esiste tutto ciò che io non riesco ancora a immaginare

– Bluvertigo, Altre f.d.v.

Cenere

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