‘So, you children of the world
Listen to what I say
If you want a better place to live in
Spread the word today’– Black Sabbath, Children of the Grave
Salve genti, nuova analisi, capitolo 1115: nella botte piccola…
Leggendo One Piece, i cinque sensi sono all’opera. In maniera eloquente e ragionata, il sensei ci consegna un capitolo basato su ipotesi che molti di noi hanno formulato in anticipo sui tempi. L’interpretazione? E’ questione di ricchezza sensoriale.
Oggi azzarderò anche una ricostruzione tra Armi Ancestrali, Joy Boy e resistenza.
Oda ha la capacità innata di dare atmosfera a quegli elementi che noi lettori percepiamo senza rilevare. Ciò che all’inizio sembrava essere la storia di un semplice pirata scapestrato, ora, dai lembi del passato, fa emergere echi degni degli Assiro-Babilonesi, Fenici, Re di Roma, i Tudor e così via. E seppur lentamente, finalmente siamo a pochi passi dall’avere un quadro generale preciso e ottenere spiegazioni. Dio esiste.
Ma, come sempre, andiamo con ordine.
E’ il momento dell’Elzeviro
Risvegli
Le mini-avventure possono essere molte cose. Quelle correnti hanno impianto narrativo sornione, ambientazione umoristica e uno stile vivace. Finora, ho nutrito la speranza che avessero un collegamento diretto con la trama principale, per comprendere se Wano avesse cambiato la sua politica di isolamento dall’esterno. Beh, la risposta invece me l’ha data proprio il capitolo. Vado in sollucchero.
Infatti vediamo Momonosuke, Kin’emon, O-Tama e Shinobu intenti a seguire le faccende di Egghead, ma, hanno saputo che Luffy e soci sono in guerra e per di più accusati di crimini gravi? Per logica, no. Non mostrano segni evidenti di preoccupazione o allarme, continuando addirittura a godersi i loro dango come se nulla fosse. In particolare, O-Tama sembra essere completamente spensierata. Questo suggerisce che giornali e altre fonti di informazione non stanno raggiungendo il Paese dei Samurai, altrimenti avrebbero avuto conoscenza degli eventi relativi ai Mugiwara e all’incidente in corso, hanno solo il lumacofono con cui Orochi comunicava con il governo, todo aquí.
Qualora sapessero la situazione dei loro eroi, vedremmo ben altre espressioni, almeno secondo me.
La mini-avventura in sé ha un profilo molto comico ed emozionale. È bello vedere Yamato finalmente senza catene; si immagina che O-Toko dia una mano con entusiasmo, consapevole che la guerriera vada ad omaggiare suo padre. È meraviglioso poi vedere Hiyori pettinata in maniera sobria, e non con quella barriera architettonica che esibiva a corte. Ma ciò che mi fa fare le più matte risate è il fatto che stiano preparando… un bento. Non diversi, non una sacca di provviste, ma un semplice bento. Questo dettaglio mette in evidenza il tempo e lo sforzo necessari per girare tutta Wano. E io non riesco a smettere di ridere. Insomma, sarà che ho adorato Wano, sarà che sono affezionato ai personaggi, sarà che il mio senso dell’umorismo ha qualcosa di strano: ma sto amando queste scene, sinceramente. Perché?
Perché le mini-avventure possono essere molte cose.
Rappresentando sia la comicità, sia la metafora, sia l’allegoria politica, sia il risveglio dell’immaginazione.
Ma ora genti, è tempo di addentrarci in una ricchissima analisi.
Signore e signori: cap. 1115…
The Truman shock
‘E la piccola roccia respinge la grande ondata’
– Omero, Odissea
Il cinema affascina il sensei, è risaputo. Tale predilezione si riflette nella direzione artistica degli ultimi capitoli, dove persiste nell’utilizzo dell’Intercutting, tecnica cinematografica che consiste nell’alternare – intersecare, per l’appunto – due o più scene. E questa non è una scelta casuale, figurarsi. Come una vecchia volpe, giustappone momenti di minore rilievo ad altri di grande significato. È chiaro che la scena dei pirati che se la ghignano, vedendo il filmato, non sortisce lo stesso effetto della doppia inquadratura del robot millenario e di Zunesha, specialmente quando la didascalia che li accompagna recita:
‘Il Secolo Vuoto si è concluso con la sconfitta di Joy Boy..!!’
Quindi, credo sia meglio analizzare prima gli eventi avvenuti in capitolo e successivamente il messaggio di Vegapunk nella sua interezza, giusto per essere organico. Preferisco non farvi venire il mal di mare, alternando in continuazione le due prospettive: nel manga funziona, in un articolo no. Intesi? Peeerfetto, here we go!
Tornando a Wano e riconsiderando il mio punto di vista iniziale, ci sono delle implicazioni. Se lo Shogun e i Foderi sono all’oscuro dei fatti del mondo, sono in pericolo. Vedete, il discorso qui verte su Pluton, e non credo sia del tutto un caso che i Mink compaiano proprio in questo capitolo. Tratterò le teorie sulle Armi Ancestrali nel discorso di Vegapunk; ora atteniamoci al pericolo dei Samurai, che si concentra su due fronti:
- Sono da tempo nel mirino del Governo. È vero, un ragazzino di otto anni ha superato in astuzia i Gorosei; tuttavia, i mastini dei Nobili Celesti sono sempre in agguato, in attesa di un’opportunità.
- Caribou-boy. Un vero e proprio flagello, equiparabile ad una piaga biblica e due volte più pericoloso. Costui è andato a spifferare tutto a Teach, il più machiavellico pirata in circolazione, noto per la sua devastante rilettura del revivalismo anarchico di Xebec, dotato della ciurma più stealth in assoluto. E già infiltratosi a Mary Geoise, Impel Down e praticamente dove diavolo volesse andare.
Ora, ovviamente se Wano venisse attaccata, di certo non vengono a suonarti al campanello, anzi, chi lo sa, magari il lumacofono potrebbe intercettare conversazioni della Marina, il reale problema è la mancanza di informazioni dal mondo, il che li rende vulnerabili. Tutti sanno di Luffy e soci per i giornali, non per i lumacofoni. E ora Teach sa perfettamente dove si trova Pluton.
Demaro Black è pura putredine, scena assolutamente didascalica, criminale il cui cervello funziona come il tubo di scappamento intasato dalla banana di Axel Foley, una mente sopraffina che non riesce a memorizzare un nome (ovvio che fosse più debole di me… quel Joy Ball!!), mentre i suoi sottoposti continuano a chiamarlo Kid anche in prigione, la commedia degli equivoci, in pratica.
Doppia inquadratura, presente in diverse pagine, per la fanteria della Marina ad Egghead, la quale: A) apprende anzitutto che Joy Boy fosse un pirata (quindi sono mentalmente pronti a schierarsi, essendo inconsapevoli); B) danno però automaticamente credito al futuro inabissamento, reputando Vegapunk autorevole come scienziato e facendo il termine di paragone con la loro attuale tecnologia.
I Mink rivestono un ruolo cruciale nella questione dei poneglyph, del clan Kozuki e delle armi ancestrali; un argomento che approfondiremo nel paragrafo dedicato. Al momento, possiamo osservare una certa compostezza e il fatto che Carrot sfoggi un abito nuovo, dall’aspetto più maestoso, segno che le è stata conferita la carica di reggente, come dimostra la sua posizione al centro dell’élite degli spadaccini. Di conseguenza, non sono rimasti con le zampe in mano. Foxy rappresenta un divertente intermezzo comico, e la sua presenza è sempre gradita. Per ragioni ignote, mi ha fatto pensare al Davy Back Fight, lasciandomi a riflettere se un gioco apparentemente frivolo ma di antica tradizione possa celare radici più profonde e significative. Ai posteri.
E qui si arriva a Stussy.
Se avete seguito i miei articoli, ricorderete una riflessione recente sul ruolo della spia e sulla mia perplessità nel vederla lasciare la scena. Il capitolo 1115 non fa che sottolineare l’importanza e la profondità di questa figura. Edison la incita a cedere il posto, poiché i satelliti hanno esaurito ogni risorsa per assistere i pirati; ora spetta a loro forgiare la propria fortuna. La scena si evolve in modo magnifico, mi ricorda la perdita degli ideali di Bellamy dopo la caduta di Doffy e il vuoto esistenziale di Law, una volta vendicato Rosinante. Stussy rientra nella stessa casistica. Poche parole danno un senso a tutto. Infiltrata nel Governo da oltre vent’anni per puro amore filiale, infatti Vegapunk non le chiese di farlo. Il clone esprime la sincera paura di essere odiata dal padre putativo, come confermato dalla grammatica del disegno, che la mostra emettere una tipica nuvoletta di fiato che esprime sollievo.
L’espressione e le parole di Stussy trasmettono un’atmosfera di malinconia e tristezza, mentre il suo monologo riflette un senso profondo di gratitudine mescolato a un vuoto doloroso. Le sue parole sono chiare, rivelano il legame profondo che il clone ha con il suo creatore, non come il mostruoso Frankenstein di Mary Shelley, ma con una sincera riconoscenza per chi gli ha donato la vita. Questo ha colpito profondamente il vostro affezionatissimo, poiché Stussy è l’unico clone dotato di completo libero arbitrio, un’entità che, secondo le stesse parole di Vegapunk, rappresenta il primo vero passo verso la pace nel mondo. Le mie aspettative su di lei sono altissime.
E Kaku-boy? La sua espressione riflette empatia, lontana dall’immagine dell’assassino freddo e calcolatore. È il Kaku che rimpiange la vita semplice del carpentiere, che sorride malinconicamente quando Zoro lo informa del suo licenziamento a W7. I CP sono comunque orfani addestrati come porcellini d’India nell’arte della guerra, si può provare pietà per loro. Ciliegina sulla torta? Lucci ha pregato Mars di lasciare in vita il suo amico, ci saranno conseguenze in merito?
Concludiamo con gli unici zoom che meritano attenzione: l’incantevole Nojiko, che sceglie di non ascoltare la trasmissione. Chi, se non lei, conosce la verità nascosta dietro anni di crimini celati, e sa che l’equipaggio di Nami possiede la forza per opporsi a degli oppressori? Kureha, seguendo il medesimo filo di pensiero, commenta in maniera enigmatica e spiritosa, quasi a richiamare la sua sibillina allusione alla D. Quanto ai personaggi che ho ormai ribattezzato I Trettré: Vivi, Wapol e Morgans, avete percepito qualcosa di insolito? Il giornalista non esulta di fronte a ciò che potrebbe considerare uno scoop da sfruttare; al contrario, lo etichetta come futilità. Questo potrebbe indurre a riflessioni sulla sua identità: se fosse un personaggio dell’era passata, celando il proprio volto per agitare le acque, difficilmente avrebbe mostrato tale reazione. Peraltro, al centro della scena rimane la nuova Regina di Alabasta, Vivi la D inconsapevole, e non riesco a liberarmi dal pensiero della trinità Nefertari-Kozuki-Mink. È verso quella direzione che la mia mente si spinge incessantemente.
I Gorosei si rivelano sempre più imponenti e insondabili, umanità non pervenuta. Warcury è un dannatissimo colosso, un carro armato che insegue due giganti e una semi-divinità. Mars, con una dimostrazione di Haki del Re tanto cruda quanto impressionante, ne esibisce un controllo supremo. Nusjuro, invece, si erge come un cataclisma vivente: da solo, sta devastando un’intera isola con la forza di un’ecatombe.
Per chiudere il paragrafo, in questi tre capitoli la popolazione mi ricorda sempre di più The Truman Show (non è la prima volta che traccio il parallelo), perché il tema è estremamente simile a quello esplorato nel film, dove il protagonista scopre che la sua intera vita è stata un progetto accuratamente orchestrato.
Non sarà un vero shock? Il momento deflagrante in cui inizi a notare incongruenze nel tuo mondo, portandoti a mettere in discussione la sua realtà?
Il tocco del Vuoto
‘Chi rivolge la mente a grandi cose, depuri innanzitutto i suoi costumi con principi severi’
– Petronio, Satyricon 5-8
Ed eccoci a Vegapunk, dove risuona l’intento di Oda, ossia tenere in sospeso il ruolo delle sfumature morali tra buoni e cattivi.
Di Joy Boy sappiamo che visse 900-800 anni fa, nato nel Regno Antico, tramite lo scienziato abbiamo la conferma di non sapere perché fosse definito pirata. Cosa più importante, lo identifica come nemico del Governo Mondiale.
E qui viene il bello.
La fazione di Joy Boy – quasi certamente le future D – era di una potenza tale da dover fare accumunare ben 20 regni per rispondere adeguatamente, ed eccoci genti:
‘Finché non scopriremo quale fosse il vero motivo di quella battaglia, posso solo dire che non fu una questione di bene contro male, ma uno scontro tra due ideologie.’
Fine della storia.
Vegapunk è in possesso di informazioni frammentarie, sufficienti a farlo temere di suscitare una reazione violenta verso i soggetti sbagliati. Questo spiega appieno le sue precedenti parole: ‘non ritenete malvagi gli autori del mio omicidio‘. In modo chiaro e inequivocabile, lo scienziato ammette di non avere la minima idea su chi stesse effettivamente lottando per una causa giusta. Di conseguenza, etichetta la situazione come una diatriba ideologica, riconoscendo la complessità e la sfumatura delle motivazioni dei vari contendenti coinvolti.
Al che, noi che conosciamo le azioni del governo, potremmo risultare estremamente scettici.
Istintivamente, quando pensiamo ai Gorosei, ai Celesti e ai Cavalieri di Dio, la nostra mente li etichetta come la più bassa feccia, e con ragione. Queste figure rappresentano un sistema economico-sociale schiavistico, sono assassini, depravati e spesso mostrano un’ignoranza sconcertante. È naturale, quindi, respingere l’idea che dietro le loro azioni possa celarsi una causa giusta o persino un briciolo di bontà. Ed è giusto così.
Il potere supremo, incarnato da Imu, mantiene questa condizione di degrado per i popoli del mondo, alimentando egoismo, isolamento e la promozione esclusiva degli interessi personali dei pochi privilegiati.
Ma, che ne pensate se una persona che non sa assolutamente niente di One Piece, a parte il titolo, leggesse solo le parti in cui Luffy distruggerà Fishman Island? Senza averlo visto fare scudo a Shu Shu, sollevare la bandiera di Chopper, fare a pezzi la stanza-prigione di Nami, colpire Charloss, urlare a Robin il suo diritto di esistere? Cosa capiamo da questo?
Beh, che ogni informazione decontestualizzata è fuorviante.
Al cuore di tutto c’è l’enigma di Imu: le sue azioni e le sue intenzioni rimangono avvolte nel mistero. Presente fin dall’inizio del conflitto, è un personaggio dalle motivazioni oscure. Nell’universo di One Piece, la verità è spesso distorta. Basti pensare al nostro cambiamento di prospettiva su Itachi nei primi tempi di Naruto.
Il ninja decise di sterminare il proprio clan poiché i membri volevano riaccendere il conflitto, e scelse di salvare solo Sasuke poiché non poteva proteggere ogni singolo abitante. Fu esattamente l’ago della bilancia nell’accordo, lasciate in vita mio fratello. Sasuke, ignaro della situazione, rappresentava quindi un’innocenza intatta, mentre i genitori erano invece coinvolti nelle trame per riportare il clan alla guerra contro Konoha. Itachi si fece carico di tutto, sterminando addirittura i propri cari.
O meglio, potrei citare direttamente Obito, che quando perse Rin disse:
‘E’ sempre stata la mia unica fonte di luce e di speranza. Nel momento in cui l’ho persa: il mondo è cambiato radicalmente ai miei occhi’
Di esempi drastici ne abbiamo visti già tanti, insomma.
L’universo shonen e seinen pullula di personaggi simili, ma se state pensando ‘sì, okay, ma Imu uccide Cobra sulla sedia a rotelle e distrugge Lulusia facendo una strage‘, beh, anche a questo abbiamo assistito e con una potenza ulteriormente amplificata (Eren Yeager, sei tu?).
Vegapunk, facendo i suoi calcoli, decide di non lasciare inerme il popolo, senza puntare il dito su nessuno perché non conosce le ragioni delle due fazioni. Tuttavia, fornisce una linea guida di moralità: l’Antico Regno era in possesso di una tecnologia che nemmeno la sua mente può eguagliare, e le armi che ne derivarono sono l’origine – o parte – del conflitto.
Questo capitolo è davvero epico, perché ci offre una prospettiva completamente nuova su quanto accaduto. Immaginiamo che Vegapunk, dopo la sua esperienza con Orso, abbia acquisito una maggiore consapevolezza della situazione. Forse i Gorosei lo hanno ingannato, spingendolo a proseguire le sue ricerche con false promesse. Quindi lo scienziato, animato dal suo sogno di creare una fonte di energia, ha lavorato inconsapevolmente su un’arma devastante. Ignaro di ciò che stava realmente accadendo, ha consegnato il frutto del suo lavoro ai Draghi.
Qui sorge un punto cruciale: quando Vegapunk fa il parallelo tra le armi ancestrali e il Regno Antico, si rende conto che l’innalzamento del livello del mare è un fenomeno innaturale. Grazie alla sua conoscenza del passato e dei poneglyph, è l’unico in grado di cogliere la portata di questo cambiamento: un aumento di 200 metri in soli 100 anni. E capisce anche che un evento naturale avrebbe richiesto secoli per produrre un cambiamento così radicale. È qui che entra in gioco la sua comprensione delle armi ancestrali, capendo che sono esse stesse il risultato del cataclisma.
Il 1115 è il sunto della vita di Einsten, in sintesi, ha contribuito alla comprensione teorica dell’energia nucleare, ma la sua influenza diretta sulla creazione delle armi è stata principalmente attraverso la sua lettera a Roosevelt (tutto insieme a Leó Szilárd, perché Albert creò l’equazione E=mc², mentre fu appunto il suo collega a realizzare la reazione nucleare a catena, e insieme scrissero la lettera confidenziale). Il suo testamento spirituale testimonia la preoccupazione per le conseguenze dell’energia nucleare e la necessità di utilizzarla saggiamente per il bene dell’umanità. Esattamente come Vegapunk sta mettendo in guardia la popolazione di One Piece.
Il video messaggio di Vegapunk è il testamento spirituale di Einstein. Pari pari.
Prima di proseguire, questa sera ci sarà la Fatal, con traduzioni, adattamenti, interpretazioni e analisi, non mancate!
https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true
Riprendendo, lo scienziato traccia una linea di demarcazione che non ha letteralmente precedenti. Un conto è intuirlo, tutt’altro se è il manga a confermarlo. Inizia ovviamente a parlare delle cicatrici del mondo, la separazione e l’inabissamento dei continenti, sottolineando che navigare non è per tutti. La maggior parte delle persone tende a vivere ignara a qualsiasi nozione al di fuori della propria cultura e sistema sociale. Questo scenario – direttamente o non – è molto comodo per Imu: immaginate una rappresentazione di miti pecorelle nei loro recinti, incapaci di fare numero.
Quindi ribadisce che il cataclisma ha di fatto cambiato la stessa percezione della società: e tutto ciò che conosce. Qui in merito, vi riporto delle riflessioni che facevo recentemente
Analisi cap. 1113, dove postulavo gli effetti di ere geologiche più lunghe in merito di ‘cause naturali’, il mosaico di isole è il Nomen omen del castello di Mary Geoise, in quanto quasi un presagio. Poi…
Sempre dall’analisi del cap. 1113, e questa potrebbe essere una delle cause di un conflitto ancora in via di sviluppo, iniziato da Joy Boy e poi ereditato da Luffy. La Poseidon di 800-900 anni fa, non fu forse amica di Joy Boy, come Shirahoshi lo è di cappello di paglia? Al pari di questo ragionamento, chi combatté contro il primo Pirata? Gli Alleati, ora, sicuro come l’oro Oda non darà eco di risonanza a certi risvolti politici che non voglio neanche nominare. Ma statene certi, il termine usato è per far riflettere su una alleanza caratterizzata da diversità di culture, sistemi politici e strategie militari, che trovò una causa comune nella lotta contro un nemico che minacciava l’ordine mondiale che desideravano. O gli interessi di una stretta cerchia? O, semplicemente, la paura del diverso?
E’ proprio Vegapunk a farci capire che le informazioni fuori contesto non vanno prese come dogmi.
Da questo punto in poi, il luminare entra maggiormente nel vivo della questione. In particolare, sottolinea la natura aliena degli sconvolgimenti: se fossero stati naturali, avrebbero certamente comportato dei precedenti, delle avvisaglie. Inoltre, specifica che solo un elemento di potenza innaturale avrebbe potuto cancellare – in modo così mirato – la memoria collettiva di un secolo intero. Vegapunk chiude con una staffilata definitiva: solamente uno sconvolgimento di natura bellica rappresenta l’unica spiegazione scientificamente plausibile… per l’innalzarsi di duecento metri d’acqua in soli 100 anni.
Senza dire esattamente ‘io ho creato il Mother Flame e l’ho consegnato al Governo‘, sa benissimo la potenza che quel tipo di energia poteva scatenare. Infatti, la sua ammissione di colpa è avvenuta nel capitolo precedente, nel paragone con Icaro. Grazie ai suoi studi climatici, geologici, ambientali e atmosferici, è riuscito (probabilmente) a determinare:
- Il successivo terremoto post-impatto del Mother Flame
- E il lasso temporale anormale di innalzamento delle acque nel secolo vuoto
Come poteva immaginarlo? Come poteva sapere che, quasi certamente, Imu fosse in possesso di Uranus e che il governo avrebbe usato l’arma di cui lui stesso aveva fornito le munizioni? Sulla carta, era impossibile per Vegapunk prevederlo. Infatti ammette candidamente che il suo genio è inferiore al progresso scientifico del Regno Antico. Potevano mai i Gorosei, che lui ha palesemente ingannato (con il chip di comando), possedere e saper usare una simile tecnologia? Credo che lo escludesse semplicemente a priori.
Una delle frasi più inquietanti è quando il luminare dichiara apertamente un fatto incontrovertibile se la geografia non fosse mutata’. In altre parole sta dicendo chiaramente: A) questi fatti sono stati scatenati dall’uomo, non sono naturali; B) l’umanità ha artificialmente cambiato il pianeta, se non l’avesse fatto, nessuno avrebbe potuto cancellare la storia. Allora perché attivare il Mother Flame proprio ora? Ragioniamo sul plausibile:
- Il MF è stato recentemente creato, è stato necessario il test di prova sul funzionamento, quindi, ipotizzando che il governo abbia Uranus: ha dovuto avere la conferma oggettiva che quel tipo di munizione ‘non standard’ funzionasse comunque
- Ad ogni modo, se Imu segue un piano (prima le foto dei pirati, ora vuole Vivi, non si è mosso finché non è comparso Nika), che senso ha testare l’arma di Vegapunk rischiando di essere scoperto?
- Al momento, mi viene solo una riflessione logica (mia ipotesi personale). Nelle foto di Imu c’era Shirahoshi. Se il Re del mondo è antico di 900 anni, sa che tra gli uomini-pesce nasce Poseidon. La prima Poseidon fu amica di Joy Boy. Imu ha espressamente ordinato di portargli Vivi DOPO aver saputo che i Nefertari sono delle D. La cosa più importante: ha testato l’arma solo DOPO la possibile apertura di Wano, sospettando che Pluton prima o poi potrà uscire per combattere? Ha intuito che gli serviva una forza che potesse rivaleggiare in potenza? Non so se sia vero, però è plausibile.
- L’inghippo è che nessuno sa niente, neanche a Wano, perché la verità, filtrata da Lily (che faceva parte dell’alleanza ma poi si è ritirata), è stata scolpita nei poneglyph e poi dimenticata sistematicamente nel corso del tempo, esattamente come i portatori della D hanno dimenticato chi sono, diventando gusci vuoti.
- Il fatto più spaventoso rimane l’approccio e le motivazioni. Come dico da settimane, forse i 100 anni di vuoto in One Piece sono stati un olocausto diviso in due punti: A) vincere la battaglia; B) coprire sistematicamente le tracce da allora. Il Mother Flame, per ammissione di Vegapunk, è un surrogato e non raggiunge la perfezione dell’antica tecnologia. Quindi è ipotizzabile che durante i 100 anni le armi ancestrali fossero ben più potenti. La munizione dello scienziato alza il mare di un metro, mentre nel Secolo Vuoto il livello ha oltrepassato i 200 metri. Resta da scoprire se l’inabissamento delle prove sia stato un effetto collaterale o un effetto voluto per attuare una tabula rasa.
E le conclusioni sono semplici nell’indole, probabilmente è stato voluto, ma a chi voleva insabbiare tutto faceva comodo, quindi avrebbe lasciato correre comunque.
Ad ogni modo, come si può cancellare la memoria storica mondiale senza eliminare tutta la razza umana? I Gorosei, durante il Reverie, parlano di epurazioni. Forse, e dico forse, per quanto macabro questo concetto possa sembrare, ha una connotazione precisa: la Pangea stessa. Nelle parole di Vegapunk, emerge che la difficoltà di navigare e il fatto che quasi la totalità della popolazione non si sposti mai dal proprio orticello, rendono la gente ignara di qualsiasi cosa al di fuori della propria cultura e delle proprie tradizioni locali.
E’ tutto fuorché una frase casuale, oppure non sarebbe stata inserita nel messaggio.
Immaginiamo un copione ripetuto per secoli, nel quale ci si prefigge di cancellare anche la D. Anzitutto: i ricordi diluiscono con il tempo. Ricordate perfettamente cosa vi accadde 10 anni fa? Ogni singolo giorno? Ovviamente no. Bene, qui si parla di almeno 800 anni. Se il cataclisma si verificò durante il Secolo Vuoto, allora la conformazione del pianeta aveva già creato il mosaico di isole che conosciamo oggi. Ciò che il mondo sa della storia, in maniera pubblica e socialmente accettata, riguarda gli ultimi 800 anni. A quell’epoca, Lily Nefertari era già scomparsa, lasciando un monito al suo popolo e i poneglyph ordinati, ritirati, e sparsi per il mondo.
Soppressione e resistenza avevano già giocato le loro carte.
Ritornando ai ricordi diluiti, immaginate se l’Italia fosse staccata dalla Sardegna di decine o centinaia di chilometri (potrei fare paragoni più estremi, ma credetemi, questi sono sufficienti). E se vigesse un unico mezzo di informazione, come i giornali, opportunamente gestiti da un Grande Fratello in ottica orwelliana, allora potreste star certi che ciò che accade a Cagliari non si saprebbe a Roma e viceversa. Parlo ovviamente di fatti scomodi o importanti; potremmo venire a conoscenza solo di ciò che dobbiamo e possiamo sapere.
Vogliamo forse parlare di Pepe? E della sua tragedia, messa al bando come opera dei pirati, anziché come il risultato di un paese messo in ginocchio per i tributi di oro Celeste?
Uniamo a questa visione unilaterale il fattore repressivo: non puoi ribellarti al Governo, poiché ti protegge dai pirati; non puoi fare riferimento o studiare i cento anni di buio, altrimenti verresti giustiziato; un marine è un marine e devi obbedire, anche se capita quello che ti minaccia e pratica l’estorsione. A questo aggiungiamo le distruzioni sistematiche di ogni libro, giornale, o pezzo di carta dove fosse riportata una minima frase inopportuna. Se per dieci anni ti impongono di non parlare di qualcosa pena l’esecuzione della tua famiglia, smetti di parlarne. Intanto il tempo passa e i ricordi tendono sempre più ad essere sfocati. Nel tuo paese o città – come dice Vegapunk – conosci solo la tua realtà e le tue radici. Ovviamente, le D venivano braccate e giustiziate esattamente come i Cristiani nelle Catacombe. Comunicare in un labirinto simile deve essere stato quasi impossibile.
Il tempo passa, i ricordi sbiadiscono, e diventi… un guscio vuoto.
Esattamente come si fregiava di aver fatto Imu. Finché secoli dopo il cataclisma, la gente in One Piece si alza la mattina e pensa: ‘Ok, se sto al mio posto e non incontro nessun Drago Celeste, è tutto ok. La vita è bella.’ La mia è una supposizione, ma mi sembra decisamente plausibile. È in questo modo che inizi a ignorare la tua condizione di prigionia.
In un mondo dove catene invisibili si intrecciano con la routine quotidiana, la gente si adatta, si piega e dimentica.
Legami antichi
‘Il fulmine non fa rumore finché non colpisce.’
– Martin Luther King Jr
Per quanto logicamente illogico, esiste un legame – di una semplicità disarmante – che viene sottovalutato. I Nefertari, i Kozuki e i Mink.
La storia della resistenza in One Piece, si tramanda di padre in figlio. Tre volte questa tecnica è riuscita a far prosperare la scintilla della rivolta:
- Lily Nefertari in un momento imprecisato rifiuta segretamente l’ideologia del Governo Mondiale e istituisce delle regole: la sua casata non andrà mai a vivere a Mary Geoise, scrive una lettera (passata di padre in figlio, letta da Cobra dopo la guerra ad Alabasta, che ingenuamente non ne parla a Vivi bensì ai Gorosei) che funge da monito e viene tramandata alle generazioni successive. Imu la chiama traditrice inserendo il discorso che: proprio con la sua scomparsa i poneglyph furono sparsi nel mondo.
- Chi ordinò la costruzione di questi artefatti? Non il governo, presumo, anche se in una lingua illeggibile (quella dell’antico regno, sicuramente). Perché mettere agli atti ciò che vuoi disperatamente far dimenticare? Grazie a questo capitolo possiamo presumere che qualcuno, disgustato dalle azioni verificatesi, abbia capito il progressivo cancellare dalla memoria pubblica e dagli annali storici dei fatti avvenuti, e abbia cercato disperatamente una verità indistruttibile da tramandare. Qui dovrebbero essersi uniti Nefertari e Kozuki (lo ribadisco, sono teorie personali, non ho la verità in tasca). I primi, facendo parte degli alleati, sapevano i fatti storici; i secondi possedevano la tecnica indistruttibile. Ma chi parlava la lingua della fazione opposta, chi comprendeva quei caratteri? Joy Boy. Come dico da mesi, il mio sogno è che lui abbia unito queste casate dissidenti. Due fatti sembrano confermarlo: ora sappiamo che nacque nel Regno Antico quindi ne parlava la lingua e che il Secolo Vuoto si concluse con la sua sconfitta. Ergo la rivolta era già in atto mentre si formava la Pangea. Forse.
- Il che rende plausibili due fatti, Lily fa perdere le sue tracce per non far radere al suolo Alabasta (avete visto la furia di Imu quando la ricorda? Bene, ora pensate a Lulusia e Ohara). Mentre i Kozuki iniziano l’isolazionismo, e qui entra in gioco Water 7. Perché e lì che fu costruita Pluton, genti, rileggete il capitolo 344, nella conversazione tra Iceburg e Robin si legge il perfetto parallelo con questo capitolo. Iceburg dice che il Governo emanò una legge: tentare di leggere i PG è il crimine peggiore. I carpentieri di Water 7 costruirono Pluton nella paura che le antiche Armi Ancestrali venissero risvegliate (questo combacia con la mia teoria di testare il Mother Flame nella paura che Wano apra i confini), quindi, sarebbe servita una forza contrastante di un certo calibro. Di base, Pluton è creata dall’uomo, Poseidon è una forza della natura, e Uranus è tecnologia antica. Di base, ripeto.
- Quindi una parte dei dissidenti Nefertari-Kozuki, se non Joy Boy stesso, andarono dai migliori carpentieri del mondo, solo loro potevano creare un’arma simile. E’ anche ipotizzabile che il progetto di Pluton fosse stato portato da Joy Boy in quanto membro del Regno Antico: quindi sarebbe allo stesso livello di Uranus.
- Tanti, tantissimi tasselli mancano all’appello. Ma stiamo teorizzando, allora aggiungiamo che i Kozuki, in quanto creatori dei PG, abbiano consegnato ai Mink uno dei Road. Sono guerrieri fin dalla nascita, Zunesha è difficilmente attaccabile e sempre in movimento, per non parlare del fatto che fu compagno di Joy Boy, che sicuramente riusciva a comunicare con lui. Quindi non è casuale che l’elefante ospiti proprio coloro che portano un simile tesoro. Il collegamento Kozuki-Mink è noto dalla saga di Zo, e viene suggellato dal simbolo Kozuki che svetta sopra il Road, chiaramente.
Questa è una ricostruzione basilare, ma ha una sua logica consistenza interna, mi scuso se ho mancato qualche punto o sbagliato qualcosa, ad ogni modo, spero vi sia piaciuta.
Ovviamente non perdete il video del Re, conoscete la sua memoria fotografica e il suo ingegno da storyteller, godetevelo!
Il passato del futuro
Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere.
Delirante, spassosa ma nera come pece, Egghead è il fulcro di tutto One Piece.
La vera prigionia: è l’ignoranza della tua stessa condizione.
In questo racconto cupo, il passato si trasforma in un campo di battaglia dove si scatena una guerra per il controllo della narrazione storica, e la conoscenza si negozia come valuta per l’opportunismo politico e gli interessi personali.
Analogamente alla verità incisa sui poneglyph, le ferite di questo conflitto si imprimono nella memoria soggettiva anziché collettiva, sottraendo agli individui il libero arbitrio.
Tuttavia, anche gli Dei temono gli ‘insetti, nevvero? Una frase che indaga l’assurdo e il grottesco, un’iperbole meravigliosa per sottolineare come l’ignoranza personale possa evolversi in una forza collettiva, al raggiungimento di una massa critica.
Eppure, una strofa di Children of the grave proprio non mi esce dalla testa.
Godiamoci il viaggio, genti
‘Will the sun rise up tomorrow bring in peace in any way?’
– Black Sabbath, Children of the Grave
Cenere