‘Oh, well, the night is long, the beads of time pass slow,
Tired eyes on the sunrise, waiting for the eastern glow‘– Led Zeppelin, The battle of evermore
Salve genti, nuova analisi, capitolo 1110: horror pentaptych.
In nuce, la definizione greca appena citata si riferisce naturalmente ai Gorosei, una delle etichette di comodo che ci permettono di esplorare un terreno vasto e contraddittorio con occhio chirurgico da diversi mesi: Egghead.
Il 1110 intreccia i miei pensieri. Da un lato, la mente brama rivelazioni significative; dall’altro, mi sto godendo ogni singola scoperta. Ricordo quando avrei dato oro pur di conoscere qualsiasi dettaglio sui Gorosei, poi penso ad oggi.
E sorrido.
Non riesco a decidere cosa mi affascini di più: se la genesi di un passato frantumato o l’analisi delle conseguenze di tale passato, che porteranno a una nuova e più acuta coscienza sociale. Come ciliegina sulla torta, non mi sarei mai aspettato di vedere un Gorosei sul palcoscenico, figuriamoci l’intero parterre de roi.
E’ il momento dell’Elzeviro
Lume sincretico
Dunque, le mini avventure si snodano nuovamente in una sorta di semi-parallelo (tenendo presente che gli eventi proposti si svolgono circa un mese prima della linea temporale attuale). Sorge spontanea una serie di domande: Wano avrà modernizzato il suo arcaico sistema informativo? Assisteremo alle reazioni di Momonosuke & compagnia di fronte agli eventi che coinvolgono i loro amici? Si prospettano fatti rilevanti riguardanti due Imperatori che, ormai, potrebbero essere considerati l’equivalente del mio nickname? E quali eventi salienti riguarderanno i Kurohige, dopo la diffusione delle notizie da parte di Caribou?
La mia segreta speranza, già manifestata durante il confronto tra Kuzan e Van Augur (e il conseguente rapimento di Pudding), rimane immutata, specialmente ora che ci avviciniamo all’arco narrativo finale. Sarebbe un sogno se le mini-avventure avessero un collegamento diretto con la trama principale. Non sto suggerendo che debbano rivelare anticipatamente qualcosa – per nulla al mondo – ma piuttosto arricchire la nostra comprensione degli eventi già noti nei capitoli, offrendoci diverse prospettive. Questo sarebbe un elemento narrativo davvero esaltante.
E diamine, estremamente utile! (Sì, le avventure di Capone mi hanno provato particolarmente).
Difatti, la linea direttrice conosciuta si chiama trama orizzontale, terreno a noi amico, substrato oggettivo che – con il tempo – ci ripara da forzature e ambiguità narrative. Tutto questo mentre Oda sensei muove una precisa rossa di scacco. Nel gioco di strategia, questo termine indica una mossa definitiva eseguita dal cavallo, che è protetto da una pedina. È una manovra molto insidiosa, poiché il cavallo minaccia direttamente il re avversario senza essere a sua volta minacciato da una cattura immediata. Per gli scrittori invece, come mi insegnò il mio prof di letteratura, è un dispositivo in cui un personaggio principale o il narratore fornisce informazioni false o fuorvianti al lettore, creando un’illusione o un equivoco attorno a una situazione o una serie di eventi.
Kizaru, il destino dei Marines qualora prendessero coscienza, la natura delle informazioni divulgate da Vegapunk e l’impatto sociale che ne conseguirebbe, insieme alla reazione di fronte alla verità. Non stiamo parlando di uno stratagemma descritto sommariamente come per i libri di Ohara sott’acqua.
Stiamo parlando della Genesi del Gran Casino.
E, se ricordate il film-culto, in ‘V per Vendetta’ basta un solo tocco per avviare la caduta dell’intero domino.
Mi fa sorridere che Vegapunk sia visivamente disegnato con tratti di Einstein e Newton, perché la transizione dai principi newtoniani alla teoria della relatività di Einstein rappresentano i capitoli di questa saga, che forniscono una base solida ma incompleta per la comprensione della verità. In questo senso, la teoria della relatività può essere vista come la dichiarazione definitiva al genere umano, offrendo una visione più completa e accurata della natura della gravità e del tessuto storico-sociale. Teoria che potrebbe essere paragonata al climax o alla risoluzione finale della saga stessa. È come il momento in cui tutti i fili narrativi vengono finalmente tessuti insieme, rivelando la verità fondamentale che… cambia radicalmente la comprensione del mondo.
Signore e signori: cap. 1110…
Gli Originali
‘Da Caino nacquero tutti i malvagi discendenti: giganti ed elfi, creature demoniache malvagie e mostri giganteschi: coloro che combatterono Dio, nel tempo oltre il tempo‘
– Beowulf
Pronti per un salto nel buio?
Prima di proseguire, è importante precisare che quando propongo una teoria, lo faccio in modo chiaro e trasparente, come nel caso della mia idea (sviluppata da diversi mesi, in tempi non sospetti) sul pantheon delle antiche divinità, e classica guerra finale tra male e bene. In questo contesto, fornirò tutte le informazioni che ho raccolto sulle origini delle cinque creature rivelate e offrirò anche la mia personale interpretazione. Aggiungerò anche informazioni trasversali sugli esseri in questione, poiché alcune analogie sono tratte da culture diverse da quella giapponese. Infine, è fondamentale tenere presente un dettaglio importante che spesso ricordo: Oda attinge solo in parte ai miti e adatta ciò che è necessario in base alle sue idee. Ad esempio, Stussy ha l’aspetto di una Succube e poteri vampirici, mentre nell’antico mito la Ame no Habakiri uccide lo Yamata no Orochi, invece in One Piece viene sconfitto con una spada comune da Denjiro. Tenete presente queste considerazioni mentre procediamo. Questo disclaimer era necessario.
L’arrivo degli astri è annunciato dai fulmini neri, un elemento quasi sempre associato all’Haoshoku, l’haki del Re conquistatore. Questo potrebbe aprire un mini dibattito, che però salterò a piè pari. È un elemento che compare in situazioni molto diverse, i fulmini neri si manifestano persino nelle tecniche di Garp ad Hachinosu, ma non è mai stato detto che possedesse tale ambizione. Risulta quasi un segno per sottolineare la volontà di dichiarare la presenza di un potere assoluto, e qui emergono già degli elementi contraddittori, se solo pensiamo alla lama di Nusjuro. Tuttavia, state tranquilli, affronterò questo ragionamento in modo più approfondito quando arriveremo a Zoro-boy.
Ricordate Howard e il destino del mondo? Una meravigliosa parabola fantasy, e film semplicemente stupendo. Se l’avete visto, ripensate agli Occulti supersovrani dell’Universo (ma che nome sobrio, e per nulla altisonante!), nello specifico al momento in cui stanno arrivando nella nostra dimensione. Bene, credo che questo sia il motivo per cui a Mary Geoise vediamo un unico grande pentacolo; immagino gli Astri entrarci insieme, ovviamente in forma umana, quindi ne bastava uno, e trasformarsi nel tragitto, implicando la presenza di altrettanti per il loro numero, data la dimensione monolitica delle creature. È impressionante perfino il lumacofono, che incarna alla perfezione lo spirito demoniaco rivelato da Saturn, classica ciliegina horror sulla torta.
Ora, analizziamo questa grottesca miscellanea:
1) San Marcus Mars, ‘Itsumade’: è un uccello spettrale che si staglia nella vasta collezione giapponese di yōkai, precisamente nel Konjaku Gazu Zoku Hyakki di Toriyama Sekien, pubblicato nel lontano 1779. Secondo le antiche cronache del Taiheiki, intorno all’autunno del 1334, un’epidemia fatale stava spargendo il suo velo sulla popolazione, e quasi ogni notte, un misterioso uccello spettrale faceva la sua sinistra comparsa in cima allo Shishinden, implorando con lamenti angoscianti: ‘itsumade itsumade’ (fino a quando? Fino a quando?), scatenando il terrore tra i presenti. Nei racconti della letteratura relativa agli Yōkai, a partire dall’epoca Shōwa, l’Itsumade viene a volte descritto come una figura inquietante che si posa accanto ai corpi di coloro che hanno trovato la loro fine in battaglia o per fame, sussurrando ‘itsumade itsumade’, quasi a chiedere: ‘Fino a quando verrà lasciato qui questo cadavere?‘. Oppure viene raffigurato come lo spirito vendicativo (onryō) di coloro che hanno incontrato una fine tragica, trasformato in un oscuro uccello dalle ali tenebrose.
Ho letto varie leggende, e posso fornirvi due riflessioni: A) In ogni caso, la sua presenza è considerata sinistra, e si crede che porti disgrazia a coloro che incrociano il suo cammino. E’ spesso descritto come un essere vendicativo o malvagio, il cui unico scopo sembra essere quello di arrecare danni o di causare paura. In molti racconti, è considerato un pericolo da evitare a tutti i costi, poiché la sua presenza è spesso un preludio a disastri imminenti o eventi nefasti; B) Una leggenda in particolare narra che un Itsumade seminava terrore e distruzione in una certa area, causando paura e disperazione tra la popolazione locale. Tuttavia, un giorno, un arciere coraggioso si impegnò a sconfiggere la creatura malvagia. Dopo aver seguito le indicazioni di un saggio anziano, l’arciere riuscì a tendere un’imboscata a Itsumade. Approfittando di un momento di vulnerabilità della creatura, l’arciere scagliò una freccia con precisione mortale, colpendo Itsumade e ponendo fine al suo regno di terrore.
Il mito norreno dei giganti contro gli dei, in tutto il capitolo ne vediamo arcieri armati di archi e frecce giganti (una addirittura in primo piano), sarebbe bello se Mars fosse abbattuto da una di esse, ovviamente non ucciso (figuriamoci), ma almeno rispecchierebbe il mito.
In una leggenda si faceva riferimento alla sua guarigione rapida, come se fosse una rigenerazione, questo ve lo dico per onestà intellettuale, non riporto la fonte perché era solo un trafiletto senza una data o una prefettura contestualizzate, ma se fosse vera: confermerebbe la mia teoria che gli astri usano i loro poteri gli uni su gli altri. Metto le mani avanti, definirla volo pindarico è poco. Ma il il mio lavoro è anche vagliare ogni possibile aspetto.
2) San Topman Warcury, ‘Houki’: prima singolarità segnalata nel precedente disclaimer, trattasi di Yokai, si, ma chiamato Fengxi e appartenente alla mitologia cinese. Un esempio affascinante di come le creature mitologiche possano essere utilizzate per rappresentare concetti morali o avvertimenti sociali. Fengxi, descritto come un demone simile a un cinghiale, incarna la violenza e l’avidità sfrenate. La sua natura insaziabile che lo porta a devastare terreni e a divorare senza distinzione è un simbolo potente dell’effetto distruttivo di tali vizi. E questo ricorda tantissimo Saturn, dopo vi farò il parallelo. La lotta a tale creatura mostra un tema ricorrente nella mitologia: il controllo del caos e delle forze distruttive attraverso il potere e l’autorità. Cosa di cui proprio i Gorosei si sono indebitamente appropriati.
In alcune leggende della mitologia cinese è riportato curiosamente in luce positiva, ma i miti che riflettono il suo lato oscuro coincidono tutti su alcuni punti: violenza incontrollata, appetito insaziabile e aggressività sfrenata.
3) San Ethanbaron Nusjuro, ‘Bakotsu’: la seconda singolarità. Come narrato in vari racconti, lo yokai noto come Makotsu, tradotto letteralmente come ‘cavallo teschio’, è una creatura del folklore giapponese che incarna gli aspetti più oscuri e inquietanti del regno spirituale. Sebbene meno celebre di altri yokai, il Makotsu trasuda una storia intrisa di simbolismo e interpretazioni culturali. La sua rappresentazione può variare, ma è spesso associata all’immagine di uno scheletro di cavallo o a un teschio equino arricchito da attributi spettrali o sovrannaturali. Non esistono immagini definitive di esso; al massimo, si possono trovare alcune raffigurazioni di un cavallo putrescente che emana fetidi miasmi. Tuttavia, se si ricerca la parola ‘Nuckelavee’ e si scrutano le immagini, si coglierà una somiglianza sorprendente con Nusjuro. Ok ok, il Gorosei non mantiene una testa di cavallo fissa, ma si muove fluidamente da una forma all’altra. In ogni caso rammentate il disclaimer su Stussy e la Ame no Abakiri.
Senza dimenticare che le informazioni celtiche riflettono quelle nipponiche:
Secondo la leggenda, il Nuckelavee fu creato dal dio Odino, che stava cercando di creare la creatura perfetta. Tuttavia l’essere era così malvagio che dovette essere bandito nelle profondità del mare. Si dice che la creatura sia senza pelle, con un cavallo e una testa umana, ed è nota per la sua ferocia e malvagità. Si ritiene sia responsabile di molti dei disastri naturali che si verificano nelle Isole Orcadi, tra cui tempeste, siccità e pestilenze.
La mia opinione? Penso che l’origine sia il classico Bakotsu giapponese, ma presumo che Oda abbia creato una forma ibrida, prendendo ispirazione dal Nuckelavee, non tanto per il mito in sé, ma per il crossover umano-equino scheletrico. Come autore, ha accesso a leggende di tutto il mondo e non è minimamente tenuto a prestare fede alla loro ‘lore‘. In altre parole, ha a disposizione migliaia di ispirazioni che fungono da canovaccio estremamente variabile.
4) Shepherd Ju Peter, ‘Sandworm’: questo misterioso essere non ha riscontro nel vasto pantheon di yokai finora conosciuti. Potrebbe essere un tributo a Dune o persino al meraviglioso Tremors (sogno mostruosamente proibito, un pirata disegnato come Kevin Bacon che urla a Ju Peter: ‘Sai volare?! SAI VOLARE, TESTA DI…?!’). Dal punto di vista mitologico, le analogie sono molteplici: dall’anfesibena (anche se questa dovrebbe avere due teste, quindi l’accostamento non calza del tutto), all’Ilghoi Khorgoi fino allo Shamir ebraico. Riguardo a quest’ultimo, sebbene fosse al servizio di Re Salomone, era comunque un dono proveniente dal Re degli Inferi. In effetti, ci troviamo di fronte a un vuoto di informazioni soddisfacenti, pertanto eviterò di perdere tempo nel tentare di identificarlo. Possiamo solo osservarne la natura feroce e riflettere sul fatto che un personaggio così rilevante non sarebbe scomparso in maniera tanto banale.
5) San Jaygarcia Saturn, ‘Gyuki’: non spreco il vostro e il mio tempo, in un recente articolo ho delineato tutta la storia dell’Ushi-oni, ve lo segnalo di seguito
Pocanzi vi ho annunciato un parallelo con l’appetito sfrenato di Warcury, infatti la natura-base di queste creature sembrerebbe avere dei comuni denominatori. Nei confronti degli esseri umani in particolare.
E questo si unisce ad un dettaglio a dir poco inquietante. L’atteggiamento di Saturn non mi è mai quadrato. Ci riflettevo dopo la sua frase: ‘Mettiti nei miei panni, come potrei mai comprendere… i sentimenti di un insetto?’. Quindi nel relativo capitolo feci un’osservazione in merito
L’assenza di indizi che delineino il tipo di frutto non è da trascurare. Sebbene su carta possa sembrare irrilevante, va notato che in molte occasioni Oda ha omesso di menzionare il frutto dei personaggi rilevanti. Qui, però, stiamo parlando dei Gorosei. Il totale distacco dalle emozioni, la progressiva perdita di umanità (sottolineata anche da Sanji nel capitolo precedente), e la costante netta e rifinita volontà nel ripetere di essere su due piani evolutivi diversi, quasi come specie separate, sollevano una domanda intrigante. Mi chiedo, se ogni possessore di frutti (ovviamente Zoan) ha dovuto interagire con una nuova serie di percezioni dentro di sé, o se, meglio ancora, un essere umano ha dovuto padroneggiare una natura biologicamente distante dalla propria, cosa accadrebbe se una creatura originale dovesse fare lo stesso per integrarsi nella società umana?
Esiste prima una contraddizione in termini pratici.
L’Hito Hito di Luffy è il modello Nika, mentre quello di Sengoku il Buddha. Solo Chopper possiede il tipo umano-umano, e come sappiamo, non esistono due frutti uguali. Ergo, la differenza potrebbe risiedere nelle ‘razze’?
Consideriamo i modelli comuni di Dalmata, del bassotto, dello sciacallo, e diversi mitologici (come Yamato e Katarina). In sintesi, la categoria Inu Inu sembra considerare le specie. Gli Astri mostrano da sempre connotazioni etniche diverse, dall’influenza russa a quella giapponese. Qualora fossero degli originali che rimangono in forma umana (come Morgans, che fa esattamente il contrario), ci sarebbe una categoria di Hito Hito che funziona sul modello canis. Oppure è la capacità di un unico frutto, e questo ovviamente trascenderebbe la metafisica, ma, lo vediamo fare sia a Luffy che a Bonney ormai.
Il tempo ci fornirà le risposte.
I Gorosei sono individui che, una volta acquisiti determinati poteri, sono rimasti vittime di deliri di onnipotenza? O sono essi il residuo di un’epoca antica, la cui natura, se venisse svelata, sarebbe oggetto di ostilità e persecuzione? L’odio autoalimenta l’odio, e noi non conosciamo neanche il nome del Regno Antico, la cui eventuale rivelazione – guarda caso – è la fonte di rabbia, angoscia e frustrazione da parte dei cinque Astri. Senza parlare dell’eminenza grigia che siede sul trono. No genti, nessun svelato o rivelato, è solo che l’istinto mi fa vagliare anche questa possibilità.
I Gorosei sono esseri viventi, non proiezioni, Saturn sanguina e accusa il dolore, l’abbiamo visto mangiare nella rotta verso Egghead. Che siano causate da un Haki potente, oppure antecedenti ad una trasformazione, gli Astri hanno cicatrici notevoli e ben in evidenza. Possono essere feriti, quindi uccisi. Inoltre, sono esseri solitari e isolati, privi di empatia o compassione. Non provano alcun rimorso per il dolore inflitto alle loro vittime e agiscono unicamente per il proprio beneficio. Ed Egghead ci ha dimostrato un fatto indelebile: sono forze dell’oscurità che si nutre del terrore e del dolore umano, senza alcuna considerazione per le vite che distruggono sul loro cammino. Imu poi, è una maschera. Per lui, mantenere il segreto è una priorità assoluta, e per farlo è disposto a compiere qualsiasi atrocità. Ma nonostante i suoi sforzi, è costantemente minacciato dall’emergere della verità, poiché sa che una volta che la maschera cade, il suo regno (e i suoi propositi) potrebbe giungere alla fine.
Difatti, niente li ha smossi se non una prossima rivelazione.
Inutile – per il momento – indagare oltre, l’autore prende ciò gli piace dai miti e li piega ai suoi gusti letterari. Difatti possiamo notare un dettaglio definitivo, in nessun racconto tali creature collaborano o hanno vicende vissute insieme, condividono solo: malevolenza e appetito per la distruzione. Oltre magari un tratto… curioso che accomuna queste bestie. Diverse di loro sono diventate demoni per vendetta, trascendendo un’umanità precedente.
In mancanza di elementi decisivi, ho cercato di delineare un quadro il più accurato possibile per fornirvi la migliore prospettiva. In conclusione, che siano umani o degli originali, gli Astri sono figure inquietanti che rappresentano la malvagità nella sua forma più oscura, sebbene la loro ossessione sia tipicamente terrena.
Forse, l’ultimo ricordo di un’umanità perduta?
Gli anni di gesso
‘La linea che divide il bene dal male taglia il cuore di ogni essere umano. E chi è disposto a distruggere un pezzo del proprio cuore?‘
– Aleksandr Isaevič Solženicyn
La Marina, i Gorosei, il frontier dome e Marcus Mars. Qui c’è da riflettere, let’s go!
Nonostante abbiano compiuto una serie di azioni a dir poco illogiche nel corso degli anni (ma ricordiamo che è Imu che tira le fila e ha un piano preciso), gli Astri attaccano con una tattica precisa da commando. Hanno definito bene i ruoli. A parte Warcury, di cui non vediamo compiere alcuna azione, Saturn e Ju Peter ingaggiano immediatamente Nika in team, mentre Nusjuro adotta una strategia particolare: impossibilitare i Mark III al combattimento, anziché distruggerli.
Marine (Comunicazione): Rapporto!!! I Pacifista caduti presentano un blocco parziale del sistema di trasmissione al cervello causa congelamento, il che li rende temporaneamente incapaci di combattere!!
Fa differenza? Diamine si, se fa differenza.
Non desiderano solo una fetta, vogliono tutta la torta. Ovviamente, è un criterio militare performante: bloccare i nemici più ostici, per avere campo libero. Rimango comunque colpito dalla fredda lucidità di Nusjuro, che blocca i Mark facendoli recuperare ai Marines.
La sua trasformazione mi ricorda qualcosa: nell’universo di Shingeki no Kyojin, la mutazione è uno degli elementi più distintivi e affascinanti della serie. La fusione tra essere umano e gigante, con nervi, tendini e muscoli che si intrecciano, aggiunge un livello di drammaticità alla narrazione. Qui, tuttavia, non siamo in presenza di superfici e tessuti intrecciati, che conferiscono la capacità di prendere il comando del gigante (e simboleggiano il legame-vincolo alla creatura stessa); vediamo qualcosa di più… arcano. Ossia l’astro emergere letteralmente dal cavallo in corsa, esattamente come il viso di una persona emergerebbe dalla superficie dell’acqua. Ciò suggerisce non solo un’assoluta padronanza del frutto, ma anche una perfetta coesione con esso.
La tattica non è casuale, il samurai (si vede chiaramente nella panoramica dall’alto) sta effettuando una manovra diversiva… per distogliere l’attenzione dell’Itsumade e facilitarne l’appoggio ravvicinato al Frontier Dome. Non stanno attaccando a casaccio, non investono tutto quel che hanno davanti, gli attacchi coordinati sono una decisione simultanea di diversi elementi, che acquisiscono tale coesione e organicità da renderli schematici:
- tenere a bada Nika (Ju Peter, Saturn)
- decimare il fronte militare (Nusjuro)
- interrompere il messaggio (Mars)
Nel capitolo 1009 assistiamo a questa conversazione:
Warcury: Se solo avessimo un’idea di dove ha origine la trasmissione…
Ju Peter: Deve essere dal Labophase di Egghead… non c’è altra soluzione!!
Warcury: Ma ora è protetto da una barriera…
L’insana virulenza dei cinque ha un senso preciso, vogliono che Mars distrugga tutto all’interno del Labophase perché hanno capito che la comunicazione è stata protetta. Quindi, quel che pare nudo funzionalismo risulta invece un piano piuttosto raffinato. Ulteriore considerazione, partendo dal presupposto che vi ho già descritto ampiamente principi e appendici dell’ammiraglio, chi può oltrepassare impunemente il FD rimane Kizaru, e forse Mars. Certe sfumature le interpreti con l’istinto del recensore, ma rimane il cuore del lettore. Seppur flebile, in me rimane la speranza, non pretendo il furore iconoclasta di una presa di coscienza, mi basta una catarsi graduale.
Basterebbe una domanda, puro e semplice.
Che Kizaru la rivolga a se stesso o ai Gorosei poco importa, l’importante è che venga pronunciata. Qualcosa del genere: ‘Se siamo nel giusto, perché avere paura del messaggio di Vegapunk? Che male possono fare le parole di un uomo buono?‘. Intrisa di una pietas sobria ma severa, per me sarebbe sufficiente che la luce prenda coscienza del suo ruolo… proprio in presenza del buio. Egghead, nella sua moralità, è il momento principe per il Do the right thing della Marina. Quantomeno il suo incipit.
Per qualsiasi riflessione in merito al capitolo, ci trovate stasera in Fatal Royal Reading, alle 21.00!
https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true
Le reazioni della fanteria e di Bluegrass stessa sono emblematiche. Cosa diamine stanno vedendo? Naturalmente, mi riferisco ai pentacoli, ulteriore melting pot di origini e culture diverse, magia europea in un contesto prevalentemente shintoista. L’unica differenza degna di nota è l’espressione del vice-ammiraglio, chiaramente atterrita, mentre quella della fanteria rimane sbigottita. In ogni caso, gli Astri hanno – per il momento – messo da parte superbia e cautela. Saturn ha detonato la testa di un soldato semplice che si era permesso di guardarlo nella sua forma risvegliata, mentre Nusjuro sfreccia davanti a tutti assolvendo al suo compito, incurante degli spettatori.
Alcuni lo vedono, altri no, ma dopo gli orrori di Lulusia e God Valley, veramente si può credere che il Governo Mondiale sia capace di clemenza? La decisione basilare sarà giustiziare sul posto chiunque sia inferiore al grado di ufficiale (Saturn docet). Come reagiranno i sostenitori della giustizia a questa scelta? E come reagiranno i Marine dopo la rivelazione di Vegapunk, una volta resisi conto (probabilmente) che il loro idealismo in realtà permette e veicola la tirannia e il genocidio? È importante considerare le due facce della medaglia, rappresentate da Doberman e Dhole: personalmente credo che la risposta sia nell’indole di questi due ufficiali, che condividono lo stesso spirito ma interpretano la giustizia in modi diversi. Almeno per quanto mi riguarda.
Nella superfice della coscienza, i marine credono di vivere le tonalità cromatiche più nobili del bene, solo per scoprire, dopo tanti anni, che la mano che ha tracciato la loro storia è stata apocrifa. Come se un’ombra senza volto avesse scritto gli anni della loro vita con il gesso, imprigionati in una falsa percezione della realtà.
Ma fortunatamente, sulle righe sbiadite della lavagna, c’è spazio per cancellare gli errori e riscrivere una nuova verità.
Diamine, mi sbagliavo genti. Agli Astri è effettivamente rimasta un’emozione squisitamente umana: la paura.
Bushido point
‘Ci incontreremo nel luogo dove non c’è oscurità.‘
– George Orwell, 1984
La scena dei giganti è tanto bella quanto emblematica, piena sintonia pre-norrena. Del significato della battaglia tra giganti e dei, in tale contesto, vi ho parlato la scorsa settimana. Qui possiamo aggiungere alcuni dettagli:
- vedere quei tre cretini riuniti: fa bene al cuore
- il legame tra giganti e Nika è ormai lapalissiano (hanno addirittura attacchi in tema)
- Ju Peter (er verme, per gli amici) non esce di scena così facilmente
Iniziamo dalla chiara stanchezza di Zoro. Lo spadaccino agisce per orgoglio, ma non si parla di superbia o superiorità. Non riesce a rimanere in piedi: c’è qualcosa che non va. Lucci può essere forte quanto vuole, ma rispetto al CP, Zoro è un’ecatombe. Non ha faticato così neanche per King, una forza distruttiva totalmente superiore al Leopardo. Il primo pensiero va a Enma, che non ha padroneggiato del tutto, e noi sappiamo bene le ingenti quantità di Haki (quindi di energia fisico-spirituale stessa) che la katana esige. Chopper lo aveva avvisato: la medicina avrebbe avuto effetti collaterali. Ovviamente pensiamo subito all’effige della morte vista dallo spadaccino, ma oltre a quello… non abbiamo mai visto gli effetti terribili paventati dal medico. Che li stia subendo ora? Zoro è chiaramente sfinito, ed è già assurdo di per sé.
Tornando ad Enma, è un caso che la spada che gli vola via dalla presa sia proprio quella che lo prosciuga costantemente di ogni briciolo di forza? Ed è senza ombra di dubbio Enma. Perché i menuki (ornamenti) e lo tsukamaki (avvolgimento del manico) sono identici, così come lo tsuba (paralama). Inizialmente credevo fosse una strategia di Zoro: lanciare la spada, quindi interrompere il flusso degenerativo per qualche istante, raccogliere le forze e infliggere il fendente. Ma non credo. Penso a qualcosa di più radicale.
Io credo che Zoro non stesse usando il suo massimale per non collassare.
Lo spadaccino non agisce per orgoglio; è veramente l’ultimo baluardo in difesa della ciurma. Lo si può constatare nel raddrizzare Chopper, ‘rapito’ dalla ciurma di Foxy, nel sopportare gli insulti di tutti pur di far prevalere la ragione (come nella decisione di non andare da Bibi), nella risolutezza del monito morale ‘non è successo… niente‘. Potrei citarne molte altre occasioni: non è un tipo che metterebbe il suo ego davanti ai compagni, mai. La mia impressione è che fosse cosciente di non poter imprimere la potenza necessaria nelle tecniche: A) per non svenire nel momento di bisogno dei compagni; B) magari addirittura per non rimetterci la pelle.
Avvaloriamo questa tesi, Zoro è perfettamente conscio di Enma che ruota sulla sua testa, arriva Jinbe e sente Sanji (ok, ovviamente insultarlo) dire ‘stai mettendo in pericolo i tuoi compagni’, ecco l’innesco, munitevi di capitolo e leggete il resto. Mentre sta schivando con la testa i colpi di Lucci, Enma sta chiaramente ricadendo verso di lui (in alto a sinistra), nella vignetta successiva, le linee cinetiche a spirale indicano che l’ha presa al volo, e passato al Santoryu: esegue il Kokoba – Madaragari. Facendo un bel Sashimi di Lucci, peraltro.
È possibile che nessuno abbia notato le tre vignette successive? Si vede Jinbe con un’espressione preoccupata, quando di solito avrebbe sorriso per la vittoria di un compagno. E nella successiva… Zoro sta chiaramente crollando al suolo: ecco perché finora non aveva impresso potenza nelle tecniche. Che siano gli effetti collaterali del bibitone di Chopper, Enma che estrae troppo Haki, o altro, Zoro non combatteva al massimo per non perdere i sensi.
E qui mi dispiacerebbe, considerando la presenza di Nusjuro. Nel capitolo 1094 si vedono chiaramente Luffy, Zoro, Kizaru e Lucci percepire l’Haki di Saturn. Quello avvertito ora dallo spadaccino e dal CP è quello che potremmo definire l’Haki integrale dei Gorosei. Nusjuro poi, ha chiaramente una Kitetsu; lo Tsuba (il paralama) e lo Tsuka (il manico, l’impugnatura) hanno esattamente la stessa forma, motivi e design. Questo non è motivo di fraintendimento: sono opere di un unico maestro armaiolo. Questo, non è scammabile.
Ma desidero Zoro sveglio, per la sua capacità di percepire le spade. E state tranquilli, non mi interessa minimamente che abbia chissà quali discendenze o titoli (a stare attenti, certe cose sono già ben delineate). A me interessa la storia.
Lily fece perdere le tracce dei PG, e sappiamo che qualcuno combinò il sapere della famiglia Nefertari con la tecnica indistruttibile dei Kozuki, personalmente, secondo me fu Joy Boy. Quindi, in tempo reale, abbiamo la nuova regina di Alabasta (D inconsapevole), il sangue di Wano nei Mugiwara (ovviamente Zoro), e un Gorosei che ha origini dallo stesso paese, o quantomeno ha avuto contatti diretti e attivi. Assolutamente sì, perché, se notate, per ben due volte, Nusjuro non brandisce la spada menando fendenti all’impazzata. Ma estrae, colpisce, rinfodera, usando la stessa identica tecnica Iaijutsu (居合術), marchio di fabbrica del Mugiwara, ossia Ittōryū Iai Shishi Sonson.
Non c’è dubbio che Nusjuro sia un samurai, o che, come minimo, abbia avuto rapporti diretti con essi. Barbanera a breve saprà che Pluton è locata a Wano, Bibi è con Morgans e Wapol, Vegapunk sta per squotere il mondo. Rispetto a quel che succederà: scrivere inferno non è che uno scialbo sinonimo.
Da un punto di vista tecnico, la lama del vecio è imbevuta di Haki, ci è stata opportunamente mostrata in fase di pulitura, insomma: non è una Kokuto. Il che pone l’astro alla portata del mugi (se si riprende, se si sveglia, se è sobrio). Zoro è in quella fase transitiva dove il samurai sfiora il sublime, e vive costantemente la transitorietà della vita. Il suo lato effimero. E’ sulla strada che conduce all’annerimento supremo.
Sapete che vi dico? Forse anche questo lo sta sfinendo: nessuno ha annerito tre spade alla volta.
Fatto sta che i nodi gordiani si stringono, e Alabasta, Wano e Mary Geoise hanno vecchi, vecchissimi… conti in sospeso.
Vi linko il video del Re, sentite cosa ha da dirvi sui 5 veci, e ne riparliamo stasera!
Diabolus in metrica
Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere.
Potere, manipolazione e lotta per la verità.
Mancano sette rintocchi per scuotere il mondo, e l’ipotesi più intrigante sarebbe quella di avvicinare il popolo agli schiavi, rendere edotte le ‘D’ del loro destino, indicando così una nuova era di cambiamento, di speranza.
La natura degli Astri aggiunge un tocco di orrore e ambiguità, sottolineando il confine sfumato tra bene e male, ci getta nel cuore di una storia di ribellioni e tradizioni. Dove l’ossessione per il potere si insinua nella trama, raffigurando un mondo in cui il dominio diventa un gioco di inganni.
Egghead sembrava caricata a salve. Invece, Oda ci porta in un vortice di azione, mistero e una spruzzata di follia. È come se Raymond Chandler avesse incontrato Salvador Dalì per una notte di bevute e sparatorie.
Godiamoci il viaggio, genti
‘Oh, dance in the dark of night,
Sing to the morning light.
The dark Lord rides in force tonight,
And time will tell us all‘– Led Zeppelin, The battle of evermore
Cenere