One Piece 1098: raison d’être, il Teatro degli Orrori, (mezzo)sangue di drago

da Stefano 'Cenere' Potì
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So I offered you my hand

Compassion’s in my nature

Tonight is our last stand

– Papa Roach, Scars

Buio pesto.

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1098: la verità è figlia del tempo.

Dissolvenza. Oda è riuscito a sorprenderci tutti, senza eccezioni. Ci aspettavamo un’evoluzione drammatica, ma non così devastante.

Il destino di Ginney non mi è piaciuto, per niente. Ho (sicuramente, abbiamo) odiato i fatti avvenuti con la più veemente intensità, una verità che ha destabilizzato visibilmente lo stato d’animo (solo in seconda battuta, le ipotesi) di tutta la community. È un risvolto talmente brutale che nessuno se lo sarebbe mai aspettato da Oda sensei.

Poi… poi ho letto ‘se potessi fare un viaggio, dove vorresti andare?’ L’origine del nome Jewelry. Le ultime parole di Ginney. E mi sono sinceramente commosso.

Oggi scriverò con il rigore del recensore, ma con il cuore del lettore.

È il momento dell’Elzeviro

Antidoto al pregiudizio

Premessa: nel capitolo, si affronta il tema della violenza in varie forme e accezioni. Come ho espresso in molti articoli, i fumetti riflettono la società e ne rivelano gli aspetti. Pertanto, avrò il buongusto di evitare paragoni reali o tentativi di sociologia, poiché queste barbarie sono purtroppo già fin troppo presenti nel quotidiano mondiale. Quel tipo di violenza (precisiamo: tutti i tipi, e verso chiunque) sulle donne è un abominio: punto. È giusto utilizzare i fumetti come forma di riflessione, ma approfondire a sproposito potrebbe delegittimare le vere vittime del dolore reale. È una questione di rispetto. Ma, avendo assunto un impegno con tutti voi, affronterò ogni aspetto del capitolo senza tralasciare niente.

Di solito, nell’Elzeviro, esalto le forme della scrittura e cerco di offrirvi un punto di vista unico sulle tematiche del capitolo, allo scopo di introdurle. Oggi, invece, il mio intento è capire la raison d’être alla base della spietata scelta dell’autore.

Dobbiamo accettare una realtà, se Oda è stato capace di simili venature dark, la guerra finale potrebbe essere un surplus di sfumature nichiliste. Quantomeno, delle realtà molto più dure di quanto avremmo mai potuto immaginare.

Tranquilli, OP non diventerà mai Game of Thrones, semplicemente abbiamo capito che Oda può sfociare con disinvoltura nel Seinen, se vuole.

Questo è uno dei pochi capitoli che, in un istante, ha messo d’accordo l’intera community, unendoci nell’esperienza di emozioni condivise come mai prima d’ora. Abbiamo tutti amato Orso e Ginney, e tutti abbiamo reagito nello stesso modo. Nel bene o nel male, One Piece ha veramente il potere di unire. Il sensei non ha bisogno di sensazioni forti o di trame grottesche per catturare la nostra attenzione; la sua forza risiede in radici più profonde:

  • sta eradicando il concetto di community preda di diatribe sterili e puerili (chi è il vero vice? Gli ammiragli sono forti come gli imperatori? etc etc…)
  • sa benissimo che Kaguya non fu una scelta azzeccata (intendiamoci, amo Naruto alla follia) come villain finale, quindi: sta magistralmente aumentando il nostro rancore e disprezzo verso il Governo Mondiale

In aggiunta al talento di saper raccontare una storia, Oda possiede due tratti forse anche più rari: l’introspezione psicologica e il coraggio. Il peso e la gentilezza dei ricordi di Orso hanno smentito l’assioma che una storia debba avere costante violenza o aggressività per rapire il lettore. Perché One Piece sono – al netto dei momenti bui – 26 anni di bellezza, creatività, risate. A Oda basta pochissimo, tre capitoli genti. E Orso ti diventa immediatamente Goodman Brown, nella sua hawthorniana discesa agli inferi.

Per quanto riguarda il coraggio…

In un’era in cui i lettori sono sempre più affezionati ai loro personaggi letterari preferiti, gli autori si trovano a dover affrontare il delicato compito di svelare passati tormentati. Un esempio lampante di questa sfida emerge quando si decide di narrare l’oscurità nella vita di un personaggio amato. Il pubblico, innamorato dell’eroe o dell’eroina, si trova di fronte a un bivio emotivo: accettare il passato burrascoso o respingerlo con disprezzo. È qui che entra in gioco la sottile arte di conferire fiducia all’autore. La maestria narrativa diventa il faro che guida i lettori attraverso le tenebre. Deve tessere una trama avvincente che giustifichi il passato turbolento del personaggio senza comprometterne l’affetto del pubblico.

È un viaggio rischioso, dove l’autore cammina sul filo sottile tra il tradimento emotivo e la rivelazione necessaria. Tuttavia, quando eseguito con maestria (come in questo caso), questo atto di fiducia nella storia può trasformare un racconto in un’esperienza letteraria indimenticabile.

Non vi mentirò, c’è stato un punto – sia durante la live che rileggendo il capitolo – in cui ho immaginariamente scaraventato il pc dall’al tra parte della stanza per l’esasperazione, gridando: ‘Diavolo! Perché? Perché hai fatto questo? Perché?’ Poi ho pensato alla mia fiducia finora mai disillusa. Inutile poi negare che la storia sia così affascinante da continuare a leggere e finirla, anche se sono convinto, in coscienza, che la parte difficile da assimilare non sia ancora finita. Ma come ogni volta (in ben vent’anni) che ho provato titubanza o frustrazione, Oda sensei ha magnificamente ricompensato la mia fiducia.

Signore e signori: Capitolo 1098…

2500 x 15

‘Il giovane Goodman Brown uscì, al tramonto, gettò indietro la testa, dopo aver varcato la soglia, per scambiare un bacio d’addio con la giovane moglie.’

– Nathaniel Hawthorne, Muschi da una vecchia canonica

Hawthorne è la scelta perfetta per oggi, dato che fu maestro nel mettere in mostra l’oscurità sociale, spesso nascosta dalla prosaica patina della cosiddetta civiltà. Quello che accade a Ginney ricorda lo Ius primae noctis (per chi non lo conoscesse, vi invito a informarvi; sarete sollevati nel constatare che probabilmente una tale follia era solo una strana leggenda), ma portato all’ennesima potenza.

Il capitolo inizia con un parallelo ben preciso, tra il momento in cui è stata rapita Ginney e i due anni successivi. Ovviamente molte persone si sono indignate: perché i rivoluzionari non si sono scatenati per salvare la loro compagna?

Perché sono quattro gatti. Il flashback con Vegapunk lo sottolinea

Dragon: Mi sconcerta sapere che alla fine sei diventato un cagnolino del Governo.. quando cercai di reclutarti nell’Esercito della Libertà ci avevi praticamente presi a calci…

Vegapunk: Sei un idiota!! Anche con tutta la mia saggezza e tecnologia, cosa mai potrebbe realizzare un esercito di poveracci come il vostro?!

Dragon: D’accordo, sincero come sempre…

traduzione e adattamento capitolo 1066

Questo è un segno della natura di Dragon, non estremista, ma radicale. Parliamo di colui che ha abbandonato la famiglia per sposare interamente una causa, che non ne parla nemmeno con il suo amico più fidato, Ivankov. Un individuo che non è intervenuto neanche quando Sabo forse ci aveva rimesso la pelle; anzi, una volta saputo della sua salvezza, lo ammonisce di non perdonarlo mai nel caso avesse ucciso un Re buono, ossia Cobra.

La rivoluzione non aveva i numeri necessari per un confronto diretto con il Governo, e nemmeno ora li possiede. L’operazione per salvare Orso è frutto di un gruppo d’elite particolarmente potente (e votato anche al sacrificio della propria vita), formato dopo anni e anni di addestramento. La vocina shonen in noi, lettori sognatori, sussurra ‘avrebbero dovuto provarci comunque‘, ed è vero, verissimo: sacrosanto. La risposta è questa

Quell’espressione.

Orso sta provando rabbia e odio. E’ pura predeterminazione da futuro anteriore dei suoi sacrifici imminenti. Con la sicurezza di sapere dove si trova Ginney e perfino la certezza di non sopravvivere, ma di poterla salvare, credete che qualcosa avrebbe potuto fermarlo? No. Né Dragon, né Ivankov , neanche Nika, fidatevi… avrebbero potuto farlo desistere. Solo al suo cuore, Orso obbedisce.

Questo è un punto nevralgico della sua evoluzione caratteriale. Orso sta letteralmente assorbendo la mente nella rivoluzione per attenuare la frustrazione di non poter salvare Ginney. Difatti (tra un’incursione e l’altra) nei balloon il suo pensiero verso l’amata risuona come un mantra

Orso: (Perdonami…!!!) Dragon, sono io, sono stanco… rientro alla nave (Perdonami…!!!)

Questo linguaggio dei ricordi tematizza la militanza di Orso, è l’espressione della sua determinazione monolitica, questi due atroci anni sono celebrazione dell’inizio della dura associazione tra pazienza e rivolta. La rinascita cibernetica di Orso sancisce non ciò che diventa, ma ciò che è sempre stato: un pacifista. E’ ironico, quasi una burla nichilista.

Cosa c’è di disturbante? Cosa ci ha fatto accapponare la pelle? Il limite umano, genti.

Perché – protetti dal limite shonen del sensei – il tema della violenza sessuale non l’avremmo mai nemmeno lontanamente concepito in One Piece. Eppure, sotto sotto, l’abbiamo sempre saputo. Oda sorvola sui dettagli sordidi, salvaguardando le fasce di età più giovani che leggono la sua opera: lascia che il pubblico più adulto realizzi da sé…

… le scelte di Aokiji continuano aggiungere frecce al loro arco.

Il 1098 è il talento al calor bianco di uno scrittore estremamente abile nel suo mestiere. La prova inequivocabile che in sole 15 pagine Oda ha fatto schierare tutta la community su un solo fronte. E’ tutto ben curato, sapientemente espresso. Sempre nel cap. 499 abbiamo una Bonney che sa esattamente cosa evitare per proseguire il suo viaggio…

… ma insospettabile in quanto esperta dei fatti del mondo e capace di gesti maturi. Non che ci si stupisca, Ginney da bimba ha mandato a monte God Valley.

La violenza sulla rivoluzionaria c’è stata, e Oda l’ha (giustamente) trattata con la deontologia del mangaka shonen. Possiamo fare un salto indietro di 2500 anni, ai tempi del teatro greco antico, e dare una sbirciata all’Edipo Re, all’Amedea, alla Lisistrata. Giusto per avere un’idea dei canoni della tragedia. Pronti? Ora viene la parte dura.

Due anni dopo, Ginney contatta i rivoluzionari e Orso, si scorge un barlume di speranza, intuizione sbagliatissima. Come nella vignetta che vi ho proposto (Charloss: sono stanco delle mie prime 5 mogli…), i draghi celesti, quell’immondizia bipede, non si smentiscono mai. Ginney si ammala, e quindi non serve più a nulla. Scrivere è una forma raffinatissima di autoanalisi, lo sapevate? Quindi sarò sincero con voi, ormai ci conosciamo: qui ho visto rosso. Ma poi (per quanto abbozzata) ho guardato l’espressione di Orso, anche mentre piange esprime speranza. E non per se stesso. Sente che è ammalata e non esita un nanosecondo a correre da lei, eppure, arriviamo alla malinconia vuota del momento più buio.

Orsocy… Sempre… Ti ho sempre amato

Il buio oltre le parole. Queste ultime sono così semplici da scardinarci il cuore. La disperazione di Orso, la sequenza tra la malattia e i ricordi di Ginney. Ma, sapete cosa me l’ha spezzato veramente?

Ginney è morta senza poter rivedere Orso.

Ora dirò una cosa, devo liberarmene. Usatemi la cortesia di tenere a mente che parlo di un’opera di fantasia, che odio qualunque violenza, che bisogna avere rispetto delle tragedie reali. Ma tanto, so che pensate la stessa cosa vecchi cuori. Ginney esce di scena senza riabbracciare Orso, senza potergli dire quelle parole guardandolo. Si parla di una delle poche volte in cui il sensei abbandona completamente la concezione edificante, tipica dello shonen. E’ un messaggio troppo atroce, capire che queste due povere anime non abbiano avuto che pochi anni di requie e felicità, che una vita semplice sarebbe loro bastata. Buio appunto, buio pesto.

Saturn, Charloss, tutta la combriccola. Ohara, Pepe, Dressrosa, Wano, le Sabaody. God Valley.

Voglio vedere Mary Geoise rasa al suolo.

Il sensei – con un capitolo di appena 15 pagine – ha messo il cuore di tutta la community al posto giusto. Ho ribadito il concetto di buio appositamente, la croce, il sole, l’alba che verrà, non sono più elementi lontani e irraggiungibili, e Orso…

… ne è la luce.

Ecco perché ho assoluta fiducia nel narratore. Se le emozioni fossero una tessera… Eiichirō Oda ha di certo la mia carta di identità emotiva.

La parte più difficile da scrivere è andata, tranquilli, proseguiamo con le tematiche…

Le singole metà

‘Le spezzerebbe il suo caro cuoricino; e io preferirei spezzare il mio!”.

– Nathaniel Hawthorne, Muschi da una vecchia canonica

Bonney cresce sana, felice e… con l’appetito di un leone.

Orso si alterna tra pannolini e sacro fuoco della rivoluzione, è meraviglioso vedere l’infanzia felice della mangiona, commuove e fa ridere la scena in cui lei dice ‘Papà!‘ e quell’armadio a muro umano lo realizza solo in quell’istante. Orso ama la bimba nel modo più assoluto.

Lo so, lo so. Il sistema scolastico di Sorbet lascia a desiderare…

Bambino: Non puoi uscire, demone succhia-sangue!! Prendi questa croce!! Guarda come risplende!!


Bonney: Siamo in una chiesa!!!

… questi bambini non conoscono neanche le basi del vampirismo, ma che diamine. Bonney che sottolinea la sua deficienza è poesia (nella mia mente la bimba ha la stessa voce di Merlino in SuperFantozzi: EXCALIBUR, IMBECILLE!).

Lo scherno è per la malattia, mhh, qui abbiamo settordici considerazioni da fare.

Prima di tutto l’effetto Kanjuro, ossia gli elementi esterni di trama. Nessuno di noi poteva immaginare che un attore straziato dalla perdita della propria famiglia: volesse immolare la propria esistenza sul proscenio della dipartita. Eppure, è perfettamente contestualizzato in trama, quindi può esserci qualcosa che non sappiamo (che novità, eh?). Detto questo.

Bonney abita un corpo malato, anzitutto, siamo in presenza di due frutti straordinari e il migliore genetista del pianeta, abbiamo tre ipotesi plausibili:

  • il Toshi Toshi no Mi, che al momento non è in possesso di Bonney, frutto che invecchia o ringiovanisce, capace di alterare l’organismo, e questo fa il paio con la previsione del medico di arrivare a 10 anni. Qui parte un ragionamento alla Isaac Asimov, ricordate il N.D.E.?

Questa non è un’allucinazione; il frutto agisce sul tempo, non sulle sensazioni. Si tratta di una virulenta accelerazione dell’età, in cui si può avvertire un rapido invecchiamento fisico (o forse sfiorarlo, in un lasso di tempo anche meno che infinitesimale), seguito da un brusco arresto del potere. Ribadisco, il frutto non conferisce allucinazioni, poteri aggiuntivi vaghi dopo 26 anni di narrazione, proprio no, suvvia. In altre parole, si ipotizza che se Bonney torna indietro con l’età, riavvii il suo orologio biologico, avendo perennemente a disposizione 5 anni, giusto? Possibile. A patto che il suo organismo registri il riavvio, cioè Bonney segretamente torni quanto più possibile bambina per accumulare anni su anni. Questo avviene per una semplice ragione: lei procede fino ai 24 anni in continuazione, scorrendo agilmente attraverso la vita fino alla vecchiaia quando diventa Conney. E questo la stroncherebbe.

Fatto sta che se il suo frutto è la causa della guarigione, il piercing sulla guancia potrebbe essere una maniera delicata per coprire un brutto ricordo

  • Il Nikyu Nikyu no Mi, praticamente in tutte le lingue tranne che in aramaico, ci sta dicendo che Orso estrae il dolore. E qui stiamo parlando di Orso ora et labora. Perché Orso diceva al popolo ‘posso gestire piccole malattie‘? Probabilmente perché assumeva (una volta a settimana) il dolore di decine e decine di persone. È logico che se qualcuno avesse esagerato, non sarebbe sopravvissuto nemmeno un Buccaneer. E se Orso fosse morto, chi avrebbe pensato a Ginney? Chi avrebbe pensato al popolo? Quante persone non avrebbero potuto essere aiutate? Ma, ora è diverso. Ha persino lasciato la rivoluzione. Si tratta della sua bambina, e non ha più niente da perdere. In questi anni, potrebbe incontrare Vegapunk, e il ritorno di Bekori è lo spunto ideale per iniziare a governare. Incontrando lo scienziato, potrebbe stringere un patto con il Governo Mondiale. Farsi carico di una malattia mortale sarebbe così grave se diventi un cyborg? No, direi di no. I Pacifista hanno innesti di pelle naturale in quanto cloni, ma sempre su massa endoscheletrica. Orso è l’originale: è più macchina di tutti loro. Mettiamola così: una malattia non attecchisce su una macchina. Sto formulando ipotesi, non vi sono certezze. Da notare che anche in questa opzione Bonney mantiene il corpo originale
  • Vegapunk, pagando pegno al governo con Bonney offerta come cavia (ovviamente per salvarla), e Orso facendosi mettere il collare cibernetico, lo scienziato: o semplicemente la guarisce (quello è un semplice orecchino?), o le da un corpicino nuovo di zecca. Questo rientra con le tempistiche della memoria di Bonney: ricordare il testone di VP, ricordare Egghead, essere cresciuta conoscendo il contesto mondiale (ricordate la frase sugli ammiragli, quella che vi ho postato? Orso vuole lei si sappia difendere), ma non venendo mai a sapere: A) del tormento come schiavo del padre; B) essere nata da una violenza, la morte della madre, il fatto stesso che Orso non sia suo padre

Questa sera vi aspettiamo in Fatal Royal Reading, c’è molto da passare al setaccio!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

La storia di Orso rappresenta la massima espressione di un’allegoria sui metodi di controllo e condizionamento del potere. Nello scenario deve ancora subentrare il Governo Mondiale. A proposito, credo che l’identità del ‘padre‘ di Bonney sia forse irrilevante. Ho la sensazione che Oda non voglia rivelarcela; mostrare il viso del criminale riporterebbe la tematica della violenza, e tutti visualizzerebbero de facto il crimine commesso contro Ginney, rendendo la narrazione lancinante.

Ma sono qui per proporre ragionamenti, quindi:

  • Oda potrebbe conservare questo dettaglio per un momento successivo, seguendo un dinamismo metodico e ricorrente nella rappresentazione corrotta dei draghi, ovvero, per qualche ragione, il padre di Bonney potrebbe desiderarla nuovamente. Può sembrare irreale, ma darebbe valore alla mia ipotesi: utilizzare l’età di Conney nelle apparizioni pubbliche per celare la sua esistenza
  • oppure il messaggio di fondo è chiaro: dietro quel volto si nasconde quello di tutti i celesti. Sono tutti capaci di gesti simili, quindi sono tutti colpevoli. Un simbolismo grottesco: ma estremamente efficace

Orso rientrerà più avanti nella rivoluzione, nel precedente articolo ho scritto in loro favore, spiegando perché non potessero finora, oggettivamente, entrare in azione. Dragon non fa una piega, sia perché ci tiene (e sarebbe un tantinello un controsenso non lasciare libero un amico), sia perché sa che – una volta accesa – la fiamma della rivoluzione è impossibile da estinguere. Non vedremo forse Orso dare il massimo fino alle Sabaody? Svelare la sua identità a Rayleigh? Va bene il meme, ma mi stanno affascinando questi personaggi, il loro idealismo e la loro sincerità, il fatto che il loro percorso coincida con il lasciarsi alle spalle tanto le esitazioni, quanto qualsiasi possibilità di una vita normale.

La vignetta con Sabo è davvero suggestiva; contestualizza l’attacco al regno di Goa e fa capire le parole di affetto verso Orso. Praticamente, ci è cresciuto. Tuttavia, non mi dispiacerebbe vedere una scena dedicata a questo particolare momento.

Riteniamo degna di nota la scena nel finale? Sì, dai. Siamo stati talmente prosciugati dell’ottimismo che, suvvia, sappiamo l’esito di entrambi i personaggi. Il problema è come arrivarci e quali prove, sacrifici, dilemmi, affrontare. Fra questi tanti, il mio sentimento è di timore. Ho paura che ci troviamo di fronte a qualcosa che potrebbe scivolare pericolosamente verso il disastro. No no, tranquilli: questa volta parlo del Governo Mondiale

Se ci ragioniamo, questa è una scena degna di nota

Una piccola scossa tellurico-emotiva, scoprire l’origine del nome ‘Jewelry’ in questa maniera? Non ha prezzo. Stempera la claustrofobia della tragedia e strappa un sorriso. Che vi dicevo? Oda sensei è uno scrittore capace di grande coraggio autoriale. Traiettoria delle speranze e illusioni di un’epoca e di due generazioni (old e worst). Orso è buono per scelta, nonostante le tragedie accadute, è impossibile resistere alla tenerezza di questa vicenda che si precipita a cuore aperto nella memoria, per tentare di portare alla luce qualcosa per cui valga ancora la pena di vivere.

Una finestra sul passato

‘Non posso sopportare di perdere qualcosa di così prezioso come il sole’

– Nathaniel Hawthorne

Se potessi fare un viaggio, dove vorresti andare?

È così che conosciamo Orso. Monolitico, inumano, spietato. Quanto ci eravamo sbagliati. Orso è un rarissimo caso di personaggio che diventa importante quanto i protagonisti. Ragioniamoci un istante: quanto sarebbe stato pregevole (in un altro tempo, in un altro mondo ) se Orso, invece del Pad Pad, avesse mangiato il frutto di Luffy? E, più importante, come dico da parecchio tempo, quanto e cosa sa Orso di Nika?”

Anzitutto, questa la possiamo chiamare ben più che certezza

Il culto dell’adorazione del Sole è stato praticato da diverse culture in tutto il mondo. Un esempio noto è l’antico Egitto, dove il dio del Sole, Ra, era una figura centrale. Il Sole era visto come una divinità che donava vita e luce, e molti templi e riti erano dedicati a onorare questa divinità solare.

Allo stesso modo, molte culture dell’America precolombiana, come gli Aztechi e gli Inca, avevano complessi sistemi di credenze legati al Sole. Gli Aztechi, ad esempio, adoravano il dio del Sole chiamato Huitzilopochtli, considerato il protettore del popolo e della città di Tenochtitlán.

In India, l’adorazione del Sole è presente nell’induismo, dove il dio del Sole è chiamato Surya. Esistono testi sacri, come il Rigveda, che contengono inni dedicati a Surya e descrivono la sua importanza nella cosmologia induista.

Si potrebbe andare avanti parecchio, l’adorazione del sole è qualcosa presente praticamente in tutte le culture. Ok, ma in One Piece? Analizziamo ciò che sappiamo:

  • nei flashback , viene spiegato che i buccaneer erano originariamente un gruppo di persone che, in passato, ha compiuto un grave crimine contro il mondo. Questo crimine ha portato al loro status di fuorilegge e al bisogno di nascondersi dal governo mondiale. Se scoperti, un buccaneer e la sua famiglia potrebbero subire gravi conseguenze, come la schiavitù imposta dai Nobili Mondiali. O l’esecuzione senza preavviso
  • implicitamente il loro crimine è tramandare il culto di Nika e la sua adorazione, la trasmissione dei principi, questo non esclude che in passato abbiano fatto dei veri e propri atti sovversivi
  • Clap ha svelato la storia del culto a Orso: che ha approfondito le origini della propria fede a Sorbet

Ed eccoci qui: i libri.

Per logica, Bonney ha tanti libri con se, mettiamo caso che quello che tiene sia la stessa Bibbia di Orso, o siano più testi, è indifferente, possiamo comunque stilare due ipotesi:

  • quello è un testo antico, di quelli diciamo proibiti, parla dell’isola nel cielo (quindi anche dei Lunaria), ha anche il simbolo che Orso avrà sulla sua giacca. Quindi contiene una parte di nozioni ‘proibite’, e questo spiegherebbe una cosa: Orso è in possesso di nozioni che gli hanno fatto riconoscere Nika in Luffy. La concatenazione degli eventi deve avere una spiegazione plausibile: A) mettere alla prova la ciurma a Thriller Bark; B) salvare i mugi da Kizaru e farli addestrare; C) fare la guardia alla Sunny (anche dopo aver perso la coscienza)
  • quel libro ha un semplice valore affettivo, con alcune nozioni antiche ma: è semplicemente l’atlante della sua bambina. Perché? Semplice, Orso è uno schiavo. Gli hanno preso il sangue per clonarlo, figuriamoci se non hanno inventariato ogni singolo effetto personale. E, secondo voi, lo lasciavano andare in giro con un libro proibito che potenzialmente parla di Nika? Una finestra sul passato? Se fosse un testo proibito, gli lascerebbero tenere sulla giacca un simbolo che gronda verità a secchiate?

Il culto del sole è quello di Nika, nessun dubbio, ma questi elementi sono decisamente in contrasto. Il prossimo capitolo ci farà capire se sia stato Re o no, anzi, tiranno o no. E io spero tanto che Orso (per difendere qualcuno) non abbia dovuto anche vendere un pezzo della propria anima. E’ il momento decisivo dell’incontro con il Governo: perché quel verme di Bekori sarà andato a frignare dai draghi celesti.

Non come bellezza, ma come intensità: questo è il flashback più duro sotto qualsiasi punto di vista. E ricordiamo che Egghead sconvolgerà il mondo. Ironia della sorte? Una delle punte della rivoluzione è una nobile celeste: con il cuore di una Buccaneer.

Vi consiglio il video del Re, mai come ora è preziosa la retrospettiva completa sul culto del sole, a voi!

Cicatrici

Spero di avervi intrattenuti, mi spiace non aver avuto la consueta ironia, ma oggi sarebbe stata fuori luogo. Il mio lavoro è riflettere, e spingere anche voi a farlo.

Capitolo 1098 di One Piece: dolore, vulnerabilità e lotta per affrontare il passato. Un inno emotivo e crudo alla debolezza e alla sofferenza interiore.
Getta luce sull’anima sensibile di Orso, a rischio di essere travolta dalle proprie emozioni.
Svela la straziante vicenda di Ginney, una donna le cui cicatrici vanno ben oltre la superficie della pelle.

Una testimonianza struggente delle ferite che il destino incide anche nei cuori coraggiosi. Una storia triste che, con la sua complessità e la sua fragilità, ci insegna che anche dietro le cicatrici più profonde, può fiorire la bellezza di una speranza indomita.

Godiamoci il viaggio, genti

‘And my scars remind me

That the past is real

I tear my heart open

Just to feel’

– Papa Roach, Scars

Cenere

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