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One Piece 1072: la Vamp apolide, 21 grammi, we will Rock(s) you

del pirata Stefano 'Cenere' Potì

‘I ricordi ti riscaldano dall’interno. Ma ti fanno anche a pezzi.’

– Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia

L’identità della memoria.

Salve genti, ero decisamente in astinenza da One Piece, bando agli indugi quindi. Nuova analisi, capitolo 1072: I’ll be back.

E’ la frase detta da Oda il criminale (la notte del 31 dicembre), che nel primo capitolo del nuovo anno diviene un novello De Niro in Toro scatenato. Perché il 1072 arriva con la grazia di un caterpillar: un diretto destro in pieno viso. Suscitando opinioni nettamente contrastanti.

Facciamo il punto della situazione, come sempre, nell’Elzeviro

L’apostrofo spurio

In modo atipico (lo sapete, non le tratto mai) una considerazione sulle mini-avventure. Ma prima, due centesimi per le lamentele verso il capitolo. O da questo giro malsano non si esce più.

Sono sterili.

Il fantasy si basa sul mistero. Sempre. Dare tutte le risposte renderebbe One Piece noioso da reggere fino alla fine. Allora direte: si diamine, ma che almeno ce ne dia qualcuna. Genti, ragionate. Evitiamo di scendere negli angoli più tecnici della narrativa speculativa, semmai vi ricordo una delle regole principe di uno scrittore.

Una buona sceneggiatura fornisce risposte, una sceneggiatura perfetta fornisce domande. Ehi, vi comprendo, la frustrazione nasce proprio dal desiderio di conoscere. Ma, ragionate su questo, certi eventi centrali sono legati a doppio filo: i pirati Rocks e ilegami Teach-Xebec, quindi la natura della D, la motivazione per cui Roger e Garp si allearono difendendo gli interessi (direttamente o indirettamente) dei Draghi Celesti. Pura narrativa speculativa. Il punto nevralgico è Laugh Tale, il nodo che scioglierà i dubbi sul vecchio mondo. Ma, state tranquilli/e, avremo ben prima tutta una serie di dinamiche, fra cui la storia di Orso. Capisco la bruciante curiosità, sono dei vostri. Non capisco invece le menti pigre: collegamenti all’anima? Terminazioni nervose? Eh? Boh, questo capitolo fa schifo.

Ma complimenti’

– Cerbero Podcast

Ognuno ha la propria opinione, ci mancherebbe. Ma una cosa la si dovrebbe capire, è appena iniziato l’arco finale, dategli il tempo di concentrare 25 anni di lore e 1300 personaggi: 17 pagine alla volta, diamine. Che poi, se accelera, si sente sta rushando o (un evergreen) non ha più voglia di scrivere. Insomma, come la fa la sbaglia. Abbiate pazienza: vedrete che ne varrà la pena.

E questa precisazione non riguarda voi, gente di cuore e cervello: vecchi cuori. Bensì i geni che leggono gli spoiler e saltano il capitolo.

Personalmente? Il capitolo è una dannata meraviglia. Non ho la minima fretta e son felice come un bimbo la mattina di Natale. Per due motivi, abbiamo davanti gli anni più belli ed elettrizzanti di un’opera unica. E perché so quale fatica, sforzo, pazienza ci voglia per aprire certe conchiglie: ma dentro vi trovi una perla.

Dovremmo riflettere su Stussy, invece. La chanteuse apolide si appresta a cantare una melodia solista? Un comprimario entra (di diritto) nel cast primario. Perché Big Mom non fece una piega vedendola al matrimonio? Se lei è il primo esperimento riuscito, ed è il clone di Bakkin, come rientra Weevil nel disegno generale, perché è rattoppato come Frankenstein e favella come Luca Giurato?

Buongiollo!’

– Weevil

Su questo bisogna (lo faremo nell’articolo) riflettere, oltre il ghiottissimo fronte di Orso-boy. Capitolo transitivo? Inutile? Si si, come no.

Per le mini-avventure? Sposo una teoria di Sommobuta, se si stessero non dico avvicinando alla narrazione (la disparità di tempo nell’ultima è evidente), ma contestualizzando? Il rapimento di Pudding fece il paio con la sua presenza nella stiva di Teach-boy, così come la copertina con i Mads al completo mostrava Stussy (o era Bakkin stessa?) con loro. Quindi, Oda sta contestualizzando le mini-avventure con la narrazione, ed è una cosa meravigliosa. In più, spesso ci offre una doppia regia:

  • storico-temporale: perché Du Feld era evidentemente più giovane, lui come Vegapunk e tutti gli altri, invece il rapimento di Pudding è contemporaneo
  • logistico-tecnico: Van Augur e Aokiji rapirono Pudding, che poi si vide nel capitolo, facendoci inoltre capire che Van Augur è tornato all’ovile, ma forse Kuzan no

Se continuassero così: ci metterei la firma.

Meglio iniziare, c’è tanto di cui parlare. Il 1072 gioca sugli scarti tra attimi di pura isteria e istanti confidenziali, contemplativi, commedia rarefatta e slanci introspettivi. Signore, signori, capitolo 1072…

La cicatrice interiore

‘Nulla è mai veramente perduto per noi. Finché lo ricordiamo.’

– Lucy Maud Montgomery, La ragazza delle storie

Un diretto in pieno viso. E si. La partenza del 1072 è bruciante. La sua regia multiforme. Perché accavalla due binari, che forse non si congiungeranno mai, padre e figlia: Orso e Bonney. E perché (vi ricorderete la mia ossessione per il cerchio perfetto) l’inizio è squisitamente collegato alla fine, e solo alla fine comprendi quindi il disegno generale, il reale senso delle parole. Una gemma.

Tra l’altro il peso dei ricordi è un duplice (se non triplice) gioco di parole: non si riferisce solo alla scelta di Bonney. Il titolo ha più significati. Lo spiegherò nei vari punti dell’articolo.

Anyway... il capitolo inizia in maniera estremamente particolare, osservate

È letteralmente una citazione di Vegapunk. Difatti, quella che vediamo, non è una didascalia, non è un cartiglio, ma… ha caratteristiche di entrambi. Sia funzionalmente, sia tecnicamente. Persa nel tempo, con tanto di bordo frastagliato e incerto (che nella grammatica del disegno sta per: cambio di tono, umore, stato) sottolinea qualcosa che il lettore deve assimilare, ma, senza dare né spiegazioni né contesto.

Per quanto diguarda il senso delle parole, lo tratteremo nel paragrafo di Stussy, ovviamente.

Oda sensei si diverte da matti a disegnare il ridicolo, è evidente, lo start è One Piece puro, quasi demenziale. Bonney con le stelle negli occhi, che pregusta il poter prendere a legnate dietro le orecchie un povero vecchio: è sublime.

Poesia.

Peraltro, comprendiamo più cose sul frutto di Bonney in questo capitolo… che negli ultimi 15 anni, vediamo nei dettagli:

  • la trasformazione ha un preciso limite di tempo, non è permanente. Questo ridimensiona decisamente il frutto. Attenzione, non lo nerfa, perché uno shock o la perdita della coscienza, in genere, annulla gli effetti. Sugar docet
  • Riesce a trasmettere il potere attraverso le superfici. Non solo toccando. Trasforma VP colpendolo con il tubo
  • è estremamente versatile, con l’attacco Oil Shock invecchia la serratura della stanza di Orso, sgretolandola letteralmente. In più (roba mai vista) lei stessa si ingigantisce rendendosi muscolosa

Saranno dettagli? Vai a saperlo, ma, mi sembra ancora curioso che non si sappia il nome del frutto, teniamolo a mente.

Mentre VP conferma una sinistra somiglianza con Renato Pozzetto, e si piglia una denuncia per plagio dagli autori di Detective Conan… Bonney vede una porta.

Le scene si accavallano, ora focus su Bonney, poi su Orso. Vanno fatte delle riflessioni, si, ma io arrivo sempre alle stesse conclusioni. Ve le riporto. Non metterò una sequenza di link, so di scrivere parecchio, vi vengo incontro. Nella mia precedente analisi facevo questa osservazione

Vi torna qualcosa? Direi che è attendibile no? In più, andate a rileggere il mio articolo sul 1067, lì iniziai a parlare del testamento spirituale di Orso.

Ed eccolo qui.

Quella soffice, paffuta, tenera: zampata di sofferenza.

Cosa ci arriva dalle parole di VP? Tempo fa feci un ragionamento, ve lo riporto

Mentalmente, l’atteggiamento della piratessa… è molto simile a quello del cecchino, mi diedi un unica spiegazione, quella che riporto ora è la parte successiva alla mia ipotesi

Ecchallà. Le parole di VP sono chiarissime, sinistre ma chiarissime. Riassumendo:

  • non posso dirtelo, il motivo ti ferirebbe troppo
  • la decisione verso l’eutanasia cybernetica è di Orso, non di Vegapunk. Terribile al punto: da fare giurare allo scienziato di non rivelarla mai
  • VP difende Orso ad oltranza, esaltandone la memoria

Sono tutti fatti in controtendenza, formulando un’idea se ne dovrebbe contestare gli stessi cardini logici. Allora, scartiamo a priori che VP abbia un lato inumano e amorale, insomma: che abbia ricattato o sfruttato Orso. Sarebbe poco fantasioso, semplicemente, non mi piacerebbe. Non si può arrivare ad una conclusione, perché manca totalmente una parte di trama. La storia di Orso, le vicende del suo regno, la natura della sua razza.

Perché seguo questo filo logico? Perché in quella bolla c’è il motivo per cui lo chiamavano Orso Il Tiranno, presumo. È qui che nasce il conflitto logico, perché è sia lineare che contorto. Se aveva quella nomea un motivo doveva esserci, eppure… eppure Sabo lo chiamava il dolce Orso, VP è fiero della sua amicizia e ne esalta il ricordo, Koala scoppia a piangere vedendolo una macchina senz’anima. Perché l’ipotesi più plausibile è quella del male necessario, vero genti? In qualunque caso, quella di Orso sarà una storia grandiosa, e strapperà una lacrima a tutti noi, sicuro come l’oro.

La bolla davanti a Bonney potrebbe contenere dolore fisico, o semplicemente ricordi, innocui per chiunque: ma non per una figlia che ama suo padre. Vedremo come uscirà la piratessa da questa ordalia.

Perché a volte una presa di coscienza è leggera, liberatoria, altre invece il peso della verità è insostenibile.

Già, il peso. Il peso dei ricordi.

‘La parte peggiore del trattenere i ricordi non è il dolore. È la solitudine. I ricordi devono essere condivisi.’

– Lois Lowry

Prigioniero di me stesso

Carceriere di me stesso con la chiave in tasca invoco libertà

Ma per adesso so che questa cella resterà sprangata

A triplice mandata dall’interno, sono l’anima dannata messa a guardia del mio inferno’

Frankie hi-nrg mc, Autodafè

Effimero. Reale, irreale. I guanti di Atlas che colpiscono la luce. Gli occhiali resi tangibili da Luffy. La capacità di orso descritta come il superamento di un confine: quello tra unità cellulare e percezione. Si, Oda sensei sta puntando all’abbattimento della barriera metafisica. In un modo o nell’altro.

Infernalissimo.

A proposito! Alle 18.00 c’è la Fatal genti, volete perdervi quella sarabanda infernale? Con le tematiche di codesto capitolo?

Vi lascio il link!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

Quindi, ora parliamo di Orso, le parole di VP non sono a senso unico, hanno più vie interpretative. Vediamo il flashback in questa ottica: siamo nei pressi del patto stipulato fra i due. Mille domande, e stavolta si… bruciano le 0 risposte, ma diamo attendibilità.

Vegapunk parla di trasmissione, a tutti viene in mente il trasmettere il potere dei frutti. E fila anche, d’altronde, non sappiamo neanche come VP riversi gli Zoan negli oggetti. Ma, vista la natura del discorso, deve essere qualcosa di immensamente più brillante. Ok, ma viene deliberatamente buttata in caciara:

  • con i pensieri sovviene il parallelismo con le terminazioni nervose. Quella che si chiama velocità di conduzione dell’impulso nervoso, variabile dai 5 ai 120 metri al secondo (grazie Wikipedia! E si, ho guardato, non è il mio campo, mi serviva una nozione basilare). È pressoché quel che fa Orso, in generale intendo, pensate di muovere l’indice della mano destra: l’avete già fatto. Ora pensate di fare la stessa cosa con la vostra allegria, o magari la rabbia. O, ancora, che cacchio ne sapeva Orso dei mugi? Niente, ma (quando li fa volare via) loro arrivano dove devono arrivare in base alle loro esigenze. Ricordate la frase se dovessi viaggiare, dove andresti? All’epoca sembrava li sfottesse. Ora, che li facesse sintonizzare inconsciamente. In pratica? Orso è un trasmettitore di segnali sensoriali… wireless. Non vedo l’ora di leggere i prossimi capitoli
  • per i ricordi, se puoi trasmettere un pensiero, la sostanza metafisica è la medesima, perfettamente in tema con il capitolo, peraltro
  • i sogni, eccolo qui il casino sopraffino

Ed è voluto, che credevate? Orso non può essere l’origine di tutto. Perché se noi lettori consideriamo questa frase, pensiamo all’ipotesi VP sui sogni e i desideri. Ma non è così. Esistono tot frutti nel mondo di OP, ok? Sappiamo due cose

  • il numero è limitato, alcuni sono tremendamente rari, oppure, moltiplicando tot popolazione per altrettanti sogni: ce ne sarebbero miliardi
  • ci sono frutti palesemente non presenti sulla relativa enciclopedia. Quindi? Si, solo in questo caso si potrebbe pensare a Vegapunk… con la capacità di Orso-boy

Quindi, allo scienziato interessa il confine tra terminazione nervose e percezione sensoriale. Esiste una sola, inquietante, deduzione logica, vuoi capire come si trasmettono i ricordi? Quali sono i ricordi della spia della CP-0?

Dove finisce Stussy e inizia la piratessa Rocks?

Tra l’altro, facciamo due sacrosante considerazioni

  • da come parla VP: non sembra chiedere un ricordo in particolare, lui vuole solo padroneggiare la tecnica
  • importante: non applichiamo i fondamenti chimici-fisici-empirici del nostro mondo a quello di One Piece. Mai e poi mai, fidatevi di me

E, i 21 grammi? Molti hanno pensato al film, i più attenti hanno fatto il collegamento con Duncan MacDougall, roba di duecento anni fa.

Ma, sapete chi è andato ancora più indietro nel tempo? L’unico (come sempre) che è riuscito a vedere lì dove è difficile guardare? Obviously: Il Re. Vi lascio il link di un contenuto emozionato ed emozionante. Una prospettiva in bilico tra scienza, le origini della psicostasia e il sogno, da brividi

Il destino di Orso è tanto affascinante quanto triste. Il monologo silenzioso di un’anima sola. Un tempo portò la Corona, che può avere il sollievo della giustizia, come il peso della responsabilità.

Già, il peso. Il peso dei ricordi

‘Il passato è un paese straniero; lì fanno le cose in modo diverso.’

– L.P. Hartley

L’altalena di Bukowski

Ricordate la frase l’identità della memoria nell’incipit? Si?

Ora ci divertiamo.

Tutto verte su principi semplici, ma selettivi. È un frutto, una specie antica (pensiamo a Orso), un potere? Chi lo sa. In un fraseggio perso tra le succubi e il vampirismo: ecco la reale (splendida) natura di Stussy-girl. Sul piano trama… magnifico e inaspettato!

Ma, ora viene il bello.

La memoria è uno dei doni più preziosi di ogni essere umano. Determina chi siamo, la nostra spinta vitale, il ruolo che interpretiamo in quel teatro di posa che è la vita.

Il peso specifico dell’anima?

Inutile andare a tentoni, meglio postulare quando si è capito qualcosa, su dati un minimo attendibili, plausibili, sapremo gli intenti quando sapremo cosa ricorda: quindi chi è veramente. Ma, possiamo ragionare sulla mappatura mentale. Perché bisogna fare una distinzione importante, assoluta. Anche se lei fosse esattamente Bakkin, se lei avesse al 100% i ricordi dei Rocks. Potrebbe non compiere le stesse scelte della piratessa originale. Perché?

Facciamo un esempio becero, la differenza tra indole e capacità, clonando Einstein: si avrebbe esattamente le stesse capacità cognitive. Ok? Ok.

Clonando Hitler si avrebbero le stesse capacità tali da entrare in politica, essere un leader, ma nessun impulso biologico a commettere un genocidio. Un bambino clonato, un individuo che cresce e si forma: ha degli ideali e un’educazione.

Che significa? Semplice: sarebbero esattamente loro, ma, con una vita, delle pulsioni, degli istinti… diversi. E perché? Perché per avere lo stesso percorso: devi avere la stessa memoria. Si, ma l’individuo ha determinate pulsioni, create da un preciso bagaglio di vita ed esperienze, che a sua volta forma carattere e indole. Quindi tutto dipende dai ricordi che ha Stussy, perché se non hai gli stessi ricordi: non sei la stessa persona. E anche se fossero gli stessi, pare sia cresciuta con VP, quindi con i suoi ideali.

Qui si torna alla frase iniziale, per logica sono parole dello scienziato per la spia, di un padre per sua figlia. Posso fare solo due considerazioni, se si rivolgeva a Stussy:

  • è molto di più che un esperimento riuscito, perché la pace nel mondo non può essere data solo dalla clonazione, che sia quella trasmissione che tanto voleva VP da Orso?
  • può essere (non so come, visto che sta di fianco a Lucci e Kaku) lei l’eminenza grigia chiamata da VP. Per due motivi. Sta effettivamente occupandosi (tranquillamente) della CP-0, ma soprattutto, torna con il discorso generale. Se si saprà di una Rocks viva: tutto il mondo le darà la caccia

Che macello eh? Mi sta piacendo un casino questa piega! Per quanto riguarda il fatto che Big Mom, i 5 astri di demenza, o nessun altro la riconosce. VP è il migliore genetista del pianeta. Ingegneria genetica. Ricordate che nella mini-avventura era di spalle?

Il viso della Rocks… è lo stesso dei tempi di God Valley?

Pensateci.

Ad ogni modo, dipende da quali ricordi (e come li interpreta questa Stussy) sono in gioco. Bukowski lo diceva, la coscienza è un’altalena. Vale anche per i ricordi. Che per la spia hanno veramente una certa rilevanza, una certa importanza, un certo peso.

Il peso dei ricordi.

Per ogni Giovanna d’Arco c’è un Hitler appollaiato dall’altra estremità dell’altalena.’

– Charles Bukowski

Somewhere in Japan

Come sempre, spero di avervi intrattenuto, magari… facendovi riflettere. Il mio compito non è farvi pensare come Oda sensei, mai e poi mai farvi pensare come me.

Il mio compito è farvi pensare.

Molti avvenimenti sono incomprensibili, danno perfino la sensazione di essere presi in giro. Avete ragione. Ma, da qualche parte in Giappone, c’è un artista che crea un intero mondo da 25 anni. Prima di giudicare: leggiamo l’opera per intero.

La trama ora è una tempesta, una rotta accidentata fatta di virate improvvise, calma piatta e microeventi che si accavallano senza tregua… nel limbo di una scrittura accorata e tortuosa, dove molte cose sembrano prive di senso. Avete di nuovo ragione.

Ma, forse. Forse Haruki Murakami non è lontano dalla verità.

Godiamoci il viaggio, genti

‘E quando la tempesta sarà passata, non ricorderete come avete fatto a superarla. Ma una cosa è certa. Quando uscirete dalla tempesta, non sarete la stessa persona che vi è entrata. Questo è il senso della tempesta.’

Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia

Cenere

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